VINITALY Massimiliano Manini
MASSIMILIANO MANINI DELLA FATTORIA LUCESOLE SPIEGA IL SUCCESSO DEL SUO ROSSO CONERO DOC “CAMPOFIORITO” 2008 AL CONCORSO INTERNAZIONALE DI PACKAGING
di Riccardo Casini
ra gli eventi collaterali di “Vinitaly”, uno dei più interessanti riguarda ormai da qualche anno il Concorso internazionale di packaging, giunto all’edizione numero 16 e volto a premiare il miglior abbigliaggio di vini, distillati e liquori. Questa volta ad aggiudicarsi l’ambito premio speciale come “Etichetta dell’anno”, spuntandola su 220 campioni in concorso, è stato il Rosso Conero Doc “Campofiorito” 2008 della Fattoria Lucesole di Ancona. «Una vittoria – racconta Massimiliano Manini – inaspettata e accolta con grande soddisfazione».
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Ma quali sono le caratteristiche distintive dell’abbigliaggio del vostro Rosso
Aprile 2011
Massimiliano Manini della Fattoria Lucesole. Sotto, una bottiglia di Rosso Conero doc “Campofiorito” 2008
Conero doc “Campofiorito”? «Le caratteristiche sono il frutto della ricerca della nostra identità aziendale. Insieme allo studio grafico J.baker, abbiamo voluto trasmettere e comunicare la nostra realtà: siamo una piccola azienda di circa 15 ettari, gestita a carattere familiare, che da diverse generazioni opera in questo ambito. Siamo situati all’interno del Parco naturale del Conero, in un ambiente tutelato e ricco di suggestione, a due passi dal mare, circondati dal verde delle nostre dolci colline. E siamo stati una delle prime aziende delle Marche a credere nell’agriturismo, promuovendo da più di 20 anni i piatti della nostra cucina. Chi viene da noi non lo fa solo per mangiare, ma soprattutto per vivere il territorio, per assapo-
rare i profumi, i suoni della terra amalgamati a quelli del mare e per perdersi nei ritmi lenti della campagna: da qui nascono il nome “Fattoria Lucesole” e il brand “Quieto vivere”». Secondo la giuria e il suo presidente Alessi, “l’estetica e il marketing trasmessi dalla bottiglia devono rispettare l’anima del vino che c’è dentro”. In che modo il vostro vino vi riesce? «L’immagine che vogliamo trasmettere con il nostro packaging non è la bellezza del prodotto fine a se stessa; vogliamo invece far emozionare chi possiede uno dei nostri prodotti, fargli condividere una parte del nostro territorio, del nostro modo di vivere, della nostra cultura di
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