Dossier Giustizia 12 2011

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Tutela dei minori • Milena Pini

Una riforma necessaria Procedimenti più snelli e uno svecchiamento del codice. Sono le proposte di Milena Pini, presidente dell’Associazione italiana degli avvocati per la famiglia e i minori. E sulla mediazione: «Un’importante occasione per le parti in conflitto» di Michela Evangelisti

l diritto di famiglia è per definizione un diritto vivente, mentre da tempo la nostra legislazione non rispecchia più le esigenze delle persone». Milena Pini, presidente dell’Aiaf, Associazione italiana degli avvocati per la famiglia e i minori, invoca una seria riforma. Se, infatti, dal 1975 il codice di diritto di famiglia è rimasto pressoché immutato, i rapporti tra le persone sono profondamente cambiati, così come è mutata la sensibilità verso numerose questioni che riguardano la vita di coppia, la scelta del regime patrimoniale, le scelte di vita e di cura, le terapie al termine della vita. «Gli italiani vanno in Francia per le pratiche di inseminazione eterologa, vanno in Svizzera a morire, vanno in Romania a divorziare, vanno in Olanda a contrarre nozze omosessuali – esemplifica l’avvocato Pini –. Sono ormai un popolo in fuga e il nostro Parlamento dovrebbe riflettere seriamente su quanto sta avvenendo». Quali le priorità da seguire in una riforma del diritto di famiglia? «Occorrerebbe prevedere un unico status di figlio, eliminando ogni differenza tra i figli nati da persone coniugate o meno; riformare la legge sul divorzio, consentendo la possibilità di ottenerne la pronuncia, in determinati casi, senza dover previamente promuovere il giudizio di separazione personale, e prevedere comunque tempi più brevi

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per la domanda di divorzio rispetto a quelli attuali; modificare la normativa in materia di scioglimento della comunione legale, così che decorra dalla data del provvedimento del presidente che autorizza i coniugi a vivere separati; dare piena applicazione alla legge 149 del 2001, consentendo l’effettiva nomina dell’avvocato del minore nei procedimenti di adottabilità e di decadenza o sospensione della potestà genitoriale; riconoscere la possibilità per i coniugi di redigere accordi prematrimoniali e per le coppie conviventi di stipulare “patti” cui attribuire efficacia giuridica e, infine, riconoscere pienamente la volontà delle persone in relazione alle terapie e alle disposizioni di fine vita». Per quanto riguarda, invece, il profilo processuale e della giurisdizione? «È certamente necessaria una riforma del procedimento, che lo renda più snello e consenta tempi più celeri. Quanto alla giurisdizione, occorre istituire un giudice specializzato, che sia competente per le materie che riguardano la separazione, il divorzio, le modifiche delle condizioni, lo scioglimento della comunione legale, la capacità delle persone, la tutela dei minori, e assorba le competenze attuali del giudice tutelare e del tribunale per i minorenni, cui vanno lasciate le sole competenze che riguardano la decadenza della potestà genitoriale, l’adottabilità dei minori e l’adozione». C&P • GIUSTIZIA


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