Dossier Giustizia 12 2011

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Delitti irrisolti • Luciano Garofano

Vecchi delitti e nuove tecniche d’indagine «I crimini sono gli stessi, siamo noi che cambiamo maturando nuove strategie di ricerca». Luciano Garofano, ex comandante dei Ris di Parma, getta uno sguardo sui retroscena di alcuni casi irrisolti di Paola Maruzzi

ilma Montesi, Elisa Claps, Pier Paolo Pasolini: sono alcuni “vecchi” casi giudiziari su cui si potrebbe tornare a distanza di anni per sciogliere nodi e dinamiche rimaste in sospeso. Le nuove tecnologie danno, infatti, la possibilità di fare indagini a ritroso ma anche di approcciarsi diversamente alle scene del crimine dei nostri giorni. I passi in avanti sono stati tanti «ma nessuno ha la bacchetta magica, tutto sta nel partire dalle tracce biologiche, solo se ci sono possiamo persino spingerci nella ricostruzione di omicidi accaduti molto in là nel tempo» spiega Luciano Garofano, ex comandante dei Ris di Parma. «Come vedo lo situazione in Italia? Da un punto di vista tecnico non siamo secondi a nessuno ma bisogna fare un salto culturale soprattutto nello snellimento delle cosiddette analisi irripetibili». Quali sono i nuovi strumenti a disposizione dei Ris? «Sostanzialmente due, entrambi portano all’identificazione personale: in primis c’è l’analisi del dna, che negli anni ha consentito di lavorare su tracce minimali permettendo di arrivare a un profilo genetico completo. Le tracce biologiche, quindi la saliva, il sudore e il sangue, sono più stabili rispetto alle impronte digitali e la possibilità di lavorare anche su materiale cellulare è un enorme vantaggio. Accanto a questo c’è il versante delle impronte digitali: se un tempo eravamo abituati a spennellare di polveri le superfici dei reperti oggi i reattivi chimici migliorano la possibilità di trovarle anche a

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