MODELLI D’IMPRESA
Parola d’ordine: innovazione Senza investimenti e diversificazione non c’è futuro. Questa la filosofia di Antonio e Federico Pesce di Ondulkart. Che spiegano le azioni messe in campo per mantenere una posizione di rilievo in un mercato in crisi Valerio Germanico
engono i volumi, che confermano un fatturato di quasi 40 milioni di euro, nonostante una generale contrazione dei consumi nei mercati di riferimento. Questo il positivo bilancio 2012 per lo scatolificio Ondulkart di Cessalto, in provincia di Treviso, società che dispone di quindici linee produttive e quattro stabilimenti, specializzata nella produzione di cartone ondulato per packaging e da alcuni anni entrata nel settore della cartotecnica e della stampa digitale. A dirigere l’azienda sono i fratelli Antonio e Federico Pesce, rispettivamente presidente e amministratore delegato, che hanno scelto di dare alla loro strategia tre guide fondamentali: investire, innovare, diversificare. E che inoltre stanno puntando alla partnership con altre imprese del settore, in maniera tale da incrementare la massa critica, avere maggiori risorse e poter avviare anche un ampliamento del raggio d’azione, che oggi è limitato a 200 chilometri, a causa di costi di trasporto che
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Antonio e Federico Pesce, presidente e amministratore delegato dello scatolificio Ondulkart Spa di Cessalto (TV) www.ondulkart.com
104 • DOSSIER • VENETO 2013
rendono difficilmente sostenibili lunghi viaggi per consegnare la merce. Quali sono le conseguenze dell’essere costretti in un territorio di dimensioni limitate? ANTONIO PESCE «Devi essere protagonista in primis nel tuo territorio. Il contesto di mercato è chiaramente complicato. Non solo per un oggettivo calo della produzione in tutto il tessuto industriale, ma anche per le difficoltà nei pagamenti. Inoltre oggi ci rivolgiamo a un numero inferiore di aziende – alcune hanno chiuso, altre sono insolventi –, e questo ha fatto crescere la concorrenza. Il nostro obiettivo era quello di mantenere i volumi – che in parte sono anche cresciuti e a questo obiettivo abbiamo sacrificato parte della redditività aziendale. Non abbiamo mai fatto ricorso alla cassa integrazione. Nonostante tutto stiamo guardando a nuovi investimenti per ridurre i costi interni oltre che per ampliare il numero di partner, andando anche all’estero. Puntiamo per esempio a crescere in Europa, nei paesi confinanti e in Italia, uscendo dal NordEst, nostra storica area di riferimento». Come sta cambiando il vostro target a livello di settori produttivi? FEDERICO PESCE «Ci rivolgiamo a tutti i settori. Quelli che ci hanno penalizzato maggiormente negli ultimi anni sono stati la metalmeccanica e l’arredamento, a causa della crisi che ha colpito i distretti di Pordenone e Treviso. Per quanto riguarda il mobile, soprattutto, il settore ha risentito della concorrenza dei grandi distributori internazionali. Abbiamo quindi cercato di diversificare e specializzarci su nuovi prodotti e servizi. Così, aumentando la nostra qualità sulla stampa e restando sempre nel nostro territorio,