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PRODOTTI LOCALI

Le proprietà uniche del pistacchio di Bronte Uno dei prodotti simbolo della Sicilia, il pistacchio di Bronte, non sembra conoscere la parola crisi, e conquista milioni di consumatori in Italia e nel mondo. Le tecniche di lavorazione e i suoi ambiti di utilizzo nell’esperienza di Andrea Anastasi Guido Puopolo

a cittadina di Bronte, piccolo centro in provincia di Catania, è universalmente riconosciuta come la “capitale italiana del pistacchio”. È proprio alle pendici dell’Etna, infatti, che si coltiva e si lavora questo frutto di alto pregio, molto apprezzato dai mercati internazionali in virtù di un gusto e un aroma inconfondibili, che rendono i pistacchi di Bronte unici al mondo. In questo territorio sono dunque numerose le aziende impegnate nella produzione e commercializzazione del pistacchio, come conferma Andrea Anastasi, titolare e responsabile vendite della Anastasi, da oltre mezzo secolo una delle realtà più attive in questo campo: «La nostra è un’impresa fami-

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Andrea Anastasi, titolare e responsabile vendite della Anastasi srl di Bronte (CT), nelle altre immagini alcuni momenti di lavorazione del pistacchio www.anastasisrl.it

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liare, accanto a me operano mio padre, che si occupa della ricerca delle materie prime, e mio fratello Antonio, responsabile della produzione. Questa organizzazione ci permette di seguire da vicino l’attività aziendale in tutte le sue fasi, per garantire un prodotto di altissima qualità e soddisfare così un mercato sempre più esigente». Cosa rende il pistacchio di Bronte così speciale? «I pistacchi crescono in prevalenza sulle falde nord-occidentali dell’Etna, su terreni lavici che conferiscono al frutto un sapore molto particolare. Il pistacchio brontese è dolce, delicato, aromatico e inoltre possiede colori e proprietà organolettiche che i frutti coltivati nel Mediterraneo e nelle Americhe non hanno». Cosa prevede il ciclo di lavorazione del pistacchio? «La raccolta dei frutti, su terreni accidentati e scoscesi come quelli che ci circondano, è molto complicata, per cui la produzione si sviluppa sulla base di cicli di raccolta biennali, nel periodo tra fine agosto e inizio settembre, in maniera da garantire un raccolto unico ma molto sostanzioso. In questo modo negli anni di non raccolta, le piante hanno la possibilità di “riposarsi” e rafforzarsi, assorbendo dal terreno le sostanze necessarie a produrre un frutto ricco di aromi e dai sapori inconfondibili». Quanto è importante la tecnologia in questo campo?


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