DossMilano122011

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Massimo Boldrocchi

Per sopravvivere in questa situazione per nulla positiva, l’unica alternativa è affacciarsi al mercato estero a noi più lontano

Nella pagina a fianco, una fase del processo produttivo. In questa pagina, Massimo Boldrocchi, presidente dell’omonima azienda di Biassono (MB) www.boldrocchi.it

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costo. Quali sono state le valutazioni produttive e commerciali che vi hanno portato in India e negli altri paesi in cui siete presenti? «I prodotti con alto contenuto tecnologico e know-how vengono realizzati nelle nostri sedi italiane proprio per mantenere al nostro interno queste ricchezze. Ovviamente gran parte della produzione è accompagnata da costruzioni senza specifiche rispondenze tecnologiche e di conseguenza risulta vincente produrre localmente sia per ragioni di costo, quindi mano d’opera e trasporti, sia per esigenze politiche e contrattuali. I paesi in via di sviluppo infatti, appunto perché tali, privilegiano e pretendono il coinvolgimento di operatori locali su cui far ricadere l’occupazione». Quali sono i vantaggi e le eventuali problematiche che si presentano nell’operare in paesi in via di sviluppo? «I vantaggi sono essenzialmente connessi alle numerose opportunità di business e al contenuto tecnologico del prodotto esportato. Tutto ciò consente di competere in mercati che fanno del prezzo solo una componente per la scelta del fornitore e non l’unico parametro, come purtroppo spesso succede. Gli svantaggi invece possono nascere dalla difficile logistica e organizza-

zione poiché la distanza da questi paesi può essere qualche volta considerevole. L’unione fra importanti investimenti con carenza di infrastrutture locali adeguate o di sub-fornitori culturalmente non avvezzi a collaborare con ditte europee, può essere fatale». Nel prossimo futuro, su che zone è giusto maggiormente puntare? «Crediamo fortemente nel mercato indiano, equiparabile a quello cinese, in quello del Sud America e Brasile in particolare, in quello dell’Africa Nord Occidentale e al Middle East, compreso la Russia e l’Australia per i prodotti destinati alla produzione di energia». In tutto questo percorso, rimane comunque fondamentale il valore del made in Italy? «Certamente. Consideri che le nostre forniture sono all’insegna del tailor made solutions e nulla è destinato a una produzione di serie. Questo necessariamente comporta una costanza negli investimenti che ogni anno e sempre con più consistenza vengono indirizzati in azienda, a scapito del tornaconto degli owners, proprio per prepararla ad affrontare un futuro per il quale crediamo che il marchio made in Italy nel mondo, anche se si parla di prodotti industriali, possa essere la chiave del successo». LOMBARDIA 2011 • DOSSIER • 155


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