Dossier Lombardia 12 09

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GREEN BUILDING UN GAP CULTURALE E STRUTTURALE CHE OCCORRE RECUPERARE Green building e certificazioni verdi non hanno ancora basi sufficientemente solide in Italia. Lo sostiene Raffaello Borghi, responsabile di Assimpredil Ance per i settori qualità, energia e ambiente. Ma non mancano le possibilità di sviluppo

L’

attestato di Certificazione energetica è indispensabile per tutti gli atti notarili di compravendita di ogni singolo immobile a partire dal 1º luglio 2009. «Questo provvedimento in linea di massima getta le premesse per un più efficace radicamento del green building in Italia, anche se le istanze dell’edilizia sostenibile restano ancora un argomento da trattare “domani”», quando la crisi sarà finita e «ce lo si potrà permettere». Questa è l’opinione dell’architetto Raffaello Borghi (nella foto), responsabile della qualità, sicurezza e ambiente di Assimpredil Ance, l’associazione delle imprese edili e complementari delle province di Milano, Lodi, Monza e Brianza. Secondo Borghi, l’aspetto più critico riguarda la dif-

ficoltà di misurare il ritorno economico dell’impegno necessario a sviluppare il green building: «spendere oggi per recuperare in futuro è un discorso che genera diffidenza in molti investitori», dichiara. Borghi porta l’esempio dei requisiti acustici passivi negli edifici, requisiti obbligatori previsti dalla legge ormai da dodici anni ma che non hanno ricevuto la dovuta considerazione fino a che non sono stati affiancati dai requisiti dell’involucro edilizio per il contenimento dei consumi energetici. «Questo fa capire – spiega il responsabile di Assimpredil – come il benessere acustico non sia stato percepito come una priorità, mentre il tema del rendimento energetico, trasversale a più settori, abbia innescato una sen-

sibilizzazione maggiore. Temo che ad oggi il green building soffra di una certa sottovalutazione, forse perché non esiste un sentire comune sugli strumenti capaci di misurarne la sostenibilità». Per l’architetto non manca tanto l’attenzione all’argomento, quanto un’effettiva presa di coscienza della materia. E soprattutto conoscenza. «L’Italia si trova in pratica all’anno zero per quanto concerne la bioedilizia. I margini di crescita, per questo motivo, risultano molto ampi, perché il nostro Paese è indietro sia culturalmente che strutturalmente». Per accelerare tali processi, non occorre soltanto una notevole opera di formazione e di sensibilizzazione. Sul piano concreto, è infatti importante definire quali siano gli strumenti

persone e alle imprese. Un si- valore dell’edificio. Non va, mondo, distribuiti per la magstema che attualmente ha successo anche sul mercato, proprio perché quest’ultimo riconosce un valore maggiore agli edifici dotati di certificazione Leed. Una certificazione di sostenibilità diventa un attestato di qualità e, quindi, di

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inoltre, trascurata l’origine americana del Leed e negli Stati Uniti una filosofia teorica non prescinde comunque mai da un’analisi dei costi e delle ricadute economiche. Oggi si segnalano più di 30mila progetti Leed nel

gior parte negli Stati Uniti ma anche in più di 100 nazioni». Può indicare i criteri previsti dal sistema? «Si tratta di oltre 40 criteri raggruppati in sei categorie, che prevedono tra le altre l’utilizzo dell’energia da fonti rinnovabili, l’impiego di materiali naturali e locali e la gestione efficiente dell’acqua, senza trascurare la qualità degli ambienti interni. Un innovativo capitolo è dedicato all’innovazione: l’adozione di tecnologie migliorative rispetto alle best practice è, infatti, un elemento di valore aggiunto ai fini della certificazione Leed. Questi criteri restituiscono la visione olistica della sostenibilità perseguita dal sistema. Il Leed quantifica


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