Gabriele Cesari
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opo il terremoto del maggio 2012 il territorio emiliano continua a muoversi. È un dato di fatto che, però, non deve preoccupare troppo, visto che risente molto anche dei moderni strumenti di rilevazione e del potenziamento della rete dei sismografi, che oggi permettono di rilevare scosse di intensità anche molto basse. Lo conferma Gabriele Cesari, presidente del Consiglio nazionale dei geologi dell’Emilia Romagna. Da sempre, infatti, tutte le zone sismiche del mondo registrano centinaia di scosse ogni giorno, ed è evidente che in un’area come quella emiliana, interessata da un evento così drammatico, ogni nuova scossa fa più paura e più notizia. Ma c’è un altro dato interessante da tenere in considerazione: l’intensità degli eventi sismici negli ultimi anni – per quanto riguarda tutta la catena appenninica che interessa l’intero arco peninsulare italiano, ma in generale per tutte le zone sismo-genetiche del pianeta – appare più elevata. «Noi geologi seguiamo queste evoluzioni, da un lato, con curiosità rispetto ai movimenti in corso e, dall’altro, come una conferma della necessaria opera di sensibilizzazione e presa di coscienza che dobbiamo contribuire a formare nell’opinione pubblica» sottolinea Cesari. Ed è proprio la sensibilizzazione il punto cruciale: serve prendere atto che se si vive in
un territorio sismico bisogna tenerne conto ogni giorno, non solo nei mesi successivi alle scosse più forti. Come stanno cambiando le mappe sismiche nazionali e quelle dell’Emilia Romagna? «La Regione Emilia Romagna ha appena avviato un percorso di revisione delle mappe di pericolosità sismica, coinvolgendo il mondo accademico e quello dei professionisti che lavorano in questo campo. Il tema delle mappe di pericolosità sismica è molto complesso e delicato,
queste aree non erano comprese in zona sismica e solo dal 2010 è diventata cogente la normativa antisismica per le nuove costruzioni. Ognuno può intuire le conseguenze derivate da questo ritardo.
per i risvolti economici, sociali e, oserei dire, politici che si hanno sui territori. Quanto è successo nel maggio dello scorso anno è perfettamente in linea con le conoscenze delle caratteristiche sismiche che si hanno da decenni relativamente a questi territori. Eppure, prima dell’Ordinanza Pcm 3.274 del 2003,
Tuttavia, mi preme sottolineare che la sensibilità reale su questo argomento sta rapidamente aumentando: ultimamente mi capita di trovare negli enti territoriali interlocutori sempre più consapevoli che le politiche di prevenzione sismica debbano coincidere con le politiche per un reale sviluppo sociale
Gabriele Cesari, presidente del Consiglio nazionale dei geologi dell’Emilia Romagna. Sotto il Comune di Cento
EMILIA-ROMAGNA 2013 • DOSSIER • 181