Dossier Lombaria 09 2007

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A LEZIONE DI MADE IN ITALY Uno spazio a metà tra sartoria napoletana e club esclusivo per gentlemen. Eleganza e stile sono le parole d’ordine per entrare in Laboratorio italiano. La società di Giustiniano Tomacelli ora punta ad Est organizzando corsi su come si realizza un vestito “all’italiana” di Giusi Brega

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iustiniano Tomacelli Filomarino è un affascinante nobile di origine napoletana. Un gentiluomo d’altri tempi che nel 2003, insieme a quattro illustri amici, ha aperto a Milano un negozio esclusivo dove eleganti uomini d’affari acquistano capi di alta sartoria, fatti su misura da mani esperte. L’idea è venuta per caso. Ma si è sviluppata con ingegno. D’altra parte stiamo parlando di un management di tutto rispetto. I nomi dei soci? Marco Tronchetti Provera, Massimo Moratti, l'architetto milanese Piero Castellini, l’industriale tessile Luciano Barberis Canonico. E Giustiniano Tomacelli Filomarino. Anima, Presidente e Amministratore delegato della società. Tutti accomunati dal desiderio di vestire con stile e dall’insoddisfazione per l’appiattimento di gusto che spesso caratterizza l’offerta nell’abbigliamento maschile. Così hanno deciso di comune accordo di creare un laboratorio di sartoria su misura e realizzare abiti e accessori secondo i propri gusti. «La filosofia del progetto è semplice - spiega Tomacelli - Quando non trovi qual-

Giustiniano Tomacelli Filomarino, Amministratore Delegato e Presidente di Laboratorio Italiano

cosa, la fai». E quando la fai bene, la insegni. Sempre loro, infatti, l’iniziativa di organizzare a Milano corsi di sartoria Made in Italy per stranieri. Più che un laboratorio, una fucina di idee. Ci può raccontare come è iniziata questa avventura? «Io e i miei amici stavamo trascorrendo un weekend insieme chiacchierando del più e del meno. A un tratto, ci siamo ritrovati a parlare della moda e della scarsità dell’offerta che il mercato faceva a uomini come noi, dai gusti un po’ sofisticati. Ci lamentavamo dell’abbigliamento massificato, poco elegante. Poi il colpo di genio.

Ci siamo detti: “Perché non facciamo come i vecchi principi e i cardinali che si facevano confezionare abiti e accessori su misura?”. Da qui l’idea di un laboratorio con modelli che fossero espressione della migliore tradizione, valorizzata al tempo stesso dalle moderne tecniche di confezione. All’inizio creavamo i capi solo per noi. Ma ben presto, poiché le cose erano belle e ben fatte, abbiamo offerto questa opportunità anche agli amici». Com’è strutturato? «L’attività è suddivisa in due filoni: da una parte c’è il laboratorio vero e proprio dove si creano capi e accessori; dall’altra c’è tutto il settore relativo alla ricerca di nuovi tessuti, tagli e modelli. All’interno di Laboratorio Italiano lavorano cinque sarti, cui si aggiungono quelli che operano per noi esternamente. Abbiamo scelto i migliori “Maestri sartori” presenti sul mercato mentre a garantire la qualità della nostra materia prima è Luciano Barberis Canonico, con la sua azienda leader nel settore tessile». Cos’è l’eleganza per lei? «L’eleganza è tutto ciò che un uo-

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