LA CONDIZIONE DELLA DONNA NELLA SOCIETAI

La lotta della donna per inserirsi nella nostra società ha due aspetti fondamentali che si contrappongono fra loro. Mentre nel campo professionale non ha avuto difficoltà ad inserirsi, in quanto ha dimostrato di possedere competenza e responsabilità, non ha ricevuto eguale riconoscenza, poichè le è sempre stata negata la parità con l'uomo. Infatti a parità di fatica e di responsabilità, la società stessa le nega la parità contrattuale.
Nel campo operativo viene discriminata con categoria più bassa, inferiore salario, relegandola ad un sottoprodotto schiavistico, in rapporto alla sua responsabilità.
Questa discriminazione ci sembra tanto più illogica, se si pensa che essa ricopre un duplice ruolo nella società, affiancando la propria attività nei luoghi di lavoro alle responsabilità di educatrice e di madre.
Inoltre la donna trova un difficile inserimento nella vita politica sociale, per cui è costretta a battersi (e non le mancano l'iniziativa lo spirito di lotta, come la storia ci insegna) per abbattere vecchi pregiudizi e preconcetti, a battersi contro una società che la vuole relegare, ancora ai giorni nostri in condizione di arretratezza, facendola apparire come un oggetto d'uso, prettamente casalingo. Il vecchio mito che vuole la donna soltanto come fattrice o come un'esecutri-
ce di lavori domestici, rinchiusa nello stretto ambito matrimoniale, è uno dei miti più duri da sfatare. Oggi quasi tutte le donne sono inserite nel lavoro di fabbrica, il che aggiunge peso e responsabilità impedendo loro di adempiere con piena soddisfazione ai loro compiti, vuoi sul lavoro, vuoi tra le pareti domestiche.
Infatti questa società che tutto pretende, mancando completamente di strutture sociali (asili nido, scuole materne, attività parascolastiche) fa pagare alla donna di persona il suo inserimento nel mondo produttivo.
Così le si rimprovera di non condurre una vita di comunità, di essere indifferente ai problemi sindacali e politici.
Con un orario di lavoro massacrante, con tutto il carico sociale (figli, casa, famiglia) che non le lasciano il tempo materiale di soddisfare i suoi bisogni intellettuali e morali, può una donna aver voglia di accostarsi #a dei problemi che non siano di ordine contingente? Noi sosteniamo che la donna debba lavorare un massimo di sette ore giornaliere per poter fruire di maggior tempo libero a vantaggio anche di un arriccRimento culturale e per meglio potersi inserire nella vita sociale.
Questa società di consumi, ce,dina e retrograda non permettendo alla donna l'inserimento nella vita
pubblica, dimostra di essere ancorata ad antiche concezioni, che volevano la donna inferiore all'uomo. Oggetto solo di bramoso possesso, elogiata solo per la sua bellezza, o per le sue qualità di fattrice di numerosa prole.
I tempi però sono cambiati, la donna è pronta a battersi per far valere il principio di eguaglianza sia nel campo del lavoro che nella società.
Per rivalutare la sua umanità, uguale in tutto e per tutto all'uomo ,e per prendere il posto che le spetta nella società moderna.
In Italia i fitti più alti della C.EE
(Comunità Economica Europea)
I lavoratori italiane, pagano gli affitti più alti della C.E.E., ciò risulta da una recente indagine dell'istituto di statistica della comunità. E' un altro primato negativo che si aggiunge ai più bassi salari alle imposte dirette più pesanti, al reddito più basso, alla disoccupazione più alta in Italia che negli altri Paesi della Comunità.
Per un affitto, in Italia una fa. CONTINUA IN ULTIMA
Come calcolare la gratifica
Uno degli obiettivi che si sono dati i redattori di questo giornale è di insegnare ai lavoratori come calcolare la busta paga in tutti i suoi aspetti.
Poichè in questo mese viene pagata la Gratifica Natalizia inizieremo da questa e continueremo nei prossimi numeri con la busta paga, malattia, infortuni, cottimo ecc.
Questo materiale, se conservato, permetterà ai lavoratori di verificare se la cifra pagata è corrispondente a quella dovuta.
Innanzitutto vediamo cosa dice in merito al pagamento della Gratifica Natalizia il nostro Contratto di lavoro:
Art. 20. - L'azienda è tenuta a corrispondere per ciascun anno all'operaio considerato in servizio, in occasione della ricorrenza natali. zia, una gratifica ragguagliata ad ogni effetto ad una mensilità, come per gli impiegati, determinata sulla base di 208 ore della Retribuzione globale di fatto, che per i cottimisti si intende riferita al guadagno medio delle ultime due quindicine o delle ultime quattro settimane.
Nel caso di inizio del rannorto di lavoro durante il corso dell'anno, il lavoratore ha diritto a tanti doditesimi della gratifica natalizia quanti sono i mesi di anzianità di servizio presso l'azienda.
La frazion edi mese superiore ai quindici niorni viene considerata a questi effetti come mese intero.
Visto che al lavoratore è dovuto, ore 208 di retribuzione globale di fatto ,vediamo come si trova auesta retribuzione globale di fatto.
RETRIBUZIONE GLOBALE DI FATTO
Totale paga oraria
Media cottimo del mese di novembre
Scatti di anzianità
Indennità di mensa oraria
Retribuzione globale di fatto
II totale e moltiplicato per ore 208 dà l'importo della gratifica natalizia.
CHIARIMENTI:
Le voci sopra indicate si trovano in questo modo:
totale paga oraria
E' la somma della paga e della contingenza che ogni lavoratore trova nel proprio listino paga per il pagamento delle ore lavorate nel mese di dicembre.
media di cottimo del mese di novembre
Se cottimista, la si trova sommando il premio di cottimo delle ore controllate e non controllate e dividendo per il totale delle ore lavorate nel mese;
se concottimista, la si trova dividendo il premio di cottimo delle ore non controllate per il totale delle ore lavorate nel mese.
scatti di anzianità
Gli operai per ogni biennio di anzianità di servizio prestato dopo il compimento del 20" anno di età presso la stessa azienda e nella medesima categoria, avranno diritto ad una maggiorazione dell'1,5 per cento della paga minima tabellare della categoria cui appartengono. A fine del compimento degli aumenti periodici si considera un massimo di 3 bienni per ogni categoria.
Il prospetto che qui riportiamo fornisce l'entità dei bienni:
Indennità di mera craria
L'indennità giornaliera di mensa è di L. 30.
Suddividendo le 30 lire giornaliere per 8 ore si ha l'indennità di mensa oraria che è pari a L. 3,75.
TURNISTI
La paga globale di fatto calcolata come sopra la si deve moltiplicare
per 0,0375; l'importo ottenuto lo si aggiunge alla stessa e si ottiene così la paga globale di fatto per operai turnisti. Es.: paga globale di fatto = L. 500 x 0,0375 = L. 18,75. La paga globale di fatto per il turnista sarà di L. 500 + L. 18,75 = lire 518,75.
NUOVI ASSUNTI
Se l'operaio è stato assunto durante il 1970 gli spetterà i dodicesimi di ore 208 (vedere art. 20 soprariportato e tabella qui sotto).

Esempio di calcolo di Gratifica
Prendiamo in esame un operaio normalista di terza categoria con una paga totale oraria di L. 483,75 (paga L. 450 + conting. L. 33,75 = L. 483,75 tot. paga oraria).
Nel mese di Novembre ha lavorato ore 174 totali ed ha percepito un cottimo di L. 17.300 sulle ore controllate e di L. 430 sulle ore non controllate, la sua media di cottimo sarà L. 17.300 + L. 430 = lire 17.730 diviso ore 174 = L. 90,40 media oraria di cottimo del mese di Novembre.
Da 5 anni è nella stessa categoria ed ha un'età superiore a 24 anni, gli spetta 2 scatti pari al 3 % del minimo tabellare della sua categoria che sono L. 11,40 orarie (vedi paragrafo C. scatti di anzianità e prospetto subito sotto).
L'indennità di mensa è uguale per tutti i lavoratori ed è pari a L. 3,75 orarie (vedi paragrafo d).
L'importo della gratifica sarà:
paga totale oraria media di cottimo del mese di Novembre scatti di anzianità indennità oraria di mensa
Retribuzione globale di fatto
Se [operaio in questione fosse un turnista il conteggio sarebbe
paga totale oraria media di cottimo del mese di Novembre scatti di anzianità indennità oraria di mensa
L. 589,30 x 0,0375 = Retribuzione globale di fatto
Se l'operaio in questione fosse un normalista e assunto nel 1970, supponi il 14 Giugno, si devono fare due considerazioni:
1) non gli spettano gli scatti di anzianità;
paga totale oraria media di cottimo del mese di Novembre indennità oraria di mensa Paga
Con questi esempi pensiamo di avere chiarito il calcolo della gratifica natalizia almeno per il 95 % dei casi che si possono presentare; se avete dubbi i rappresentan-

mani tese
contro la fame e per lo sviluppo dei popoli
Via dei Carracci, 2 - 20149 MILANO
Tel. 4697188 ccp. 3/53241
589,30 x ore 208 = t. 122.5'74,—
(per comodità usiamo le stesse cifre):
x ore 208 = L. 127.171,—
2) le ore di gratifica non saranno 208 ma 7/12 di ore 208 che sono pari a ore 121,34 (vedi paragrafo » nuovi assunti ») e il conteggio sarà:
x ore 121,34 = L. 70.110,—
ti di reparto (quelli scelti bene)ve li dovrebbero chiarire, se preferite scrivete al giornale e A daremo tutte le spiegazioni.
olMiamo tieeouto ta qua Metta di -C. 0,(2,9 /b4/7 744i
Ringtaziamo pe% it genewho irdete55amento e poigiasno eotdiaói 5aluti.
DALLA PRIMA
miglia operaia è costretta a spendere sino al 30-40 % della busta paga.
Calcolando un reddito familiare composto da due salari, la Banca d'Italia stima che l'affitto incide in media del 15,4 % sul reddito annuale delle famiglie italiane.
In Francia l'incidenza dell'affitto sul reddito famigliare è stato valutato dalla C.E.E. intorno al 10,5 %.
In Belgio è sufficiente il 10 %. In Germania Federale il 12 %. In Olanda 1'11 %. Da queste analisi se ne possono trarre queste conclusioni: sul reddito annuo di 600 mila lire, l'affitto incide infatti, secondo i dati della Banca d'Italia, per il 33 %, la stessa percentuale scende all'8 % circa per un reddito superiore ai 5.000.000.
Il caro-affitto decima il salario operaio, l'edilizia pubblica è disarmata davanti alla speculazione sulla casa.
L'intervento pubblico nell'edilizia si è paurosamente contratto. Nel 1951 su 100 investimenti nell'edilizia, 75 erano privati e 25 dello Stato. Nel 1969 su 100 investimenti, 95 erano privati e solo 5 erano dello Stato.

Negli ultimi 14 anni l'INA-Casa è passata da un'offerta di 100 mila vani all'anno a poco più di 10 mila vani. L'offerta di case ad affitto accessibile è quindi risultata di fatto decimata.
Per contro, la « legge Ponte » ha stornato ultimamente centinaia di migliaia di vani con affitti inaccessibili. Per i lavoratori, in questa situazione non basta che Io Stato stanzi miliardi « tampone • per la casa. Non basta nemmeno finanziare la legge 167 , o unificare soltanto i programmi di costruzione degli enti pubblici. Il problema va affrontato alla radice.
In ripetuti scioperi unitari i sindacati dei lavoratori sostenuti dalle forze democratiche rivendicano la riforma urbanistica per colpire la rendita e la speculazione che alimentano il caro-affitto.
* La legge n. 167 è sulle aree espropriabili per l'edilizia popolare sotto giurisdizione regionale.
Capi... lunga mano del padrone
Nell'azienda, si parla spesso dei capi, lamentandosi dei loro abusi. Si accusano i capi di essere i responsabili delle molte ingiustizie subite nell'azienda. Però difficilmente si va al di là di qualche critica e più raramente di qualche protesta.
Tutto ciò accade perchè gli operai non si pongono mai la domanda di fondo: « è possibile risolvere questo problema? ».
E' possibile cambiare questa situazione, e con questo articolo vogliamo fare due cose: Cercare di capire il problema. Trovare la soluzione.
I capi sono coloro che rappresentano il padrone ed attuano la sua politica; molti prima di diventarlo erano operai, ma ciò non ci deve ingannare. Il capo non è uno che parteggia per gli operai. Nella attuale situazione rappresenta soltanto il padrone e, molti sono i fatti che dimostrano come esso sia dalla sua parte.
1) Per diventare capi non occorre essere degli ottimi operai o tecnici, si deve solo osservare alcuni comandamenti padronali: non contraddire mai il tuo superiore; fai lo straordinario quando ti viene comandato; non scioperare; devi essere sempre zelante e solerte.
2) Il capo anche se è un operaio, è sempre scelto dal padrone. Non viene mai scelto dagli operai secondo una loro idea, ma viene scelto dal padrone secondo un suo obiettivo, non lo sceglierebbe se fosse con la classe operaia, lo sceglie perchè è disposto a stare dalla sua parte.
3) Il capo trasmette sempre gli ordine del padrone agli operai, ma quasi mai trasmette le richieste degli operai al padrone. Se il padrone desidera che non ci siano richieste vengono scartate immediatamente.
4) Un capo per essere considerato deve essere il servo fedele
del Padrone, deve sfruttare al massimo gli operai, deve impedire che gli operai si organizzino, che si interessino ai problemi aziendali e soprattutto deve abituarli ad obbedire e tacere.
COSA FARE?
Bisogna dire che questa situazione può essere cambiata, perchè gli operai lo vogliono. Certo bisogna lottare, ma come gli operai sono disposti a lottare per aumentare il salario, così devono lottare per questi problemi che riguardano la loro dignità, la loro libertà.
Innanzitutto occorre che ogni operaio conosca i propri diritti ed impari a farral-ere le sue ragioni.
Non bisogna lasciare al capo più spazio e potere di quello che ha già.
Ancora meglio è la difesa collettiva.
Se il capo è uno • strozzino • e si comporta di conseguenza in modo ingiusto, allora devono essere tutti gli operai del gruppo o del reparto a prendere posizione, tramite il Consiglio di Fabbrica, con volantini, denunciando il capo, oppure lo sciopero colpendo la produzione e costringendo la direzione ad intervenire.
LA COSCIENZA SOCIALE DELL'OPERAIO
Ma il problema più importante è la coscienza sociale degli operai perchè quando gli operai sono tutti d'accordo e consapevoli di ciò che vogliono: allora il loro potere è enorme.
La loro forza sta in una presa di coscienza comune di ciò che non va e devve essere cambiato.
Si tratta dunque di mettersi d'accordo nel chiedere gli aumenti salariali ma anche aumenti di libertà, di dignità, di giustizia.
Ciò è possibile se gli operai prendono coscienza della propria situazione, si fanno promotori del suo superamento.
Gli attivisti sindacali devono preoccuparsi di sollevare gli operai perchè diventino loro i protagonisti delle loro lotte e della propria elevazione sociale.
Gli operai devono sapere che il destino è nelle loro mani.