L'asse attrezzato e iA centro direzionale di fronte alle decisioni del Consiglio Comunale ed al giudizio dei cittadini
Questo è il piano particolareggiato esecutivo dell'asse attrezzato riferito alla zona dei rione « Isola ». Esso sarà attuato in « successive fasi di esecuzione a, la prima delle guaii prevede due raccordi per il collegamento col ponte che sovrasta la stazione di Porta Garibaldi attraverso le vie Carmagnola e Montano per il flusso e la via Borsieri per il deflusso del traffico.
Questa prima fase di esecuzione, oltre che provocare l'inevitabile congestionamento della zona per il notevole traffico che sarà convogliato attraverso un groviglio di vie non adeguate, potrebbe trarre in inganno molti cittadini che vivono in apprensione per le sorti del loro rione in relazione alle loro attività, alle loro prospettive ed al loro futuro.
Deve essere chiaro a tutti che la soluzione definitiva dell'« Asse Attrezzato » prevede la a sopraelevata da piazzale Lagosta a piazzale Baiarnonti ». Deve risultare altrettanto chiaro che al posto degli stabili che verranno demoliti, ove ne sorgessero di nuovi, dovrebbe trattarsi di palazzi di lusso in gran parte destinati ad uffici e pertanto non può essere previsto, allo stato attuale delle cose, il reinsetiiamento abitativo dei vecchi ebitanti dielra Isola ». Essi saranno invece trasferiti in zone residenziali popolati dell'estrema periferia, per non dire fuori dalla stessa città di Milano.
DEI CASEGGIATI i cittadini sfrattati?
Dove finiranno
Si annuncia ormai imminente (vedasi in Corriere della sera, 12.1-66 l'intervista rilasciata dall'assessore dott. Filippo Nazon) la presentazione in Consiglio Comunale dei progetti definitivi per il a nuovo quartiere denominato :t Centro Direzionale », del quale già si sono realizzati alcuni vistosi edifici, e per la grossa arteria stradale sopraelevata denominata Asse Attrezzato t:.
Se il Consiglio approverà tali progetti sarà avviata a breve scadenza l'operazione di abbatt:mento di circa 10.000 vani con relativo sfratto per non meno di 12.000 abitanti. Per 5000 abitanti dell'Isola Garibaldi tale operazione è ormai esecutiva, in virtù dell'approvazione del progetto esecutivo relativo alla costruzione del tronco dl detto Asse Attrezzato che va da piazzale Lagosta a piazzale Baiamonti, come si vede nel documento allegato. Ma l'operazione interessa direttamente molti più cittadini di quelli immediatamente sfrattati o che possono tra breve ricevere l'intimazione di stratto: interessa direttamente tutti i cittadini di Porta Garibaldi perchè la corsa al rialzo dei valori fondiari provocherà la demolizione delle vecchie case e la loro sostituzione con immobili di lussa nei quali non potranno trovare posto lavoratori del rione, gli impiegati, gli artigiani, gli operai, i piccoli esercenti, ceti proletari e i ceti medi produttivi. Per questi cittadini il Comun di Milano non sa trovare altra alternativa che lo sfratto in massa e la migrazione forzata fuori dalla città o in estrema periferia, facendo pagare loro un prezzo che significa per molti la perdita di un lavoro avviato, l'aggravio dei costi e dei tempi oltre che dei disagi di trasporto, lo sradicamento dal proprio ambiente di vita. Non si è neppure pensato alla possibilità di organizzare la permanenza in alloggi risanati e attrezzati dei lavoratori che è utile che rimangano per il loro stesso ruolo produttivo oltre che affettivo vicino al proprio lavoro; non si è pensato al vantaggio sociale per la città costituito dal miglioramento delle loro condizioni di abitazione, di lavoro, di vita associata; non si è neppure pensato a controllare la reale produttività degli abitanti del quartiere oggi. Questo spreco, questo costo sociale relativo al singolo cittadini sfrattato, il suo inutile sacrificio materiale e morale si aggiunge allo spreco criminoso di danaro pubbli-
co, dei miliardi che costerà l'impianto delle infrastrutture di servizio ai grattacieli di rappresentanza dei grandi monopoli che già si sono accaparrati queste aree. Si aggiun• gerà poi lo spreco sociale di gestione di questo famigerato Centro
D:rezicnale, quando aumenterà in tutta la città il caos del traffico, la crisi e il deficit dei mezzi pubblici. Il fatto è che questi progetti intendono portare a compimento proposte urbanistiche vecchie di quasi vent'anni, fatte proprie dalla giunta centrista presieduta dal sindaco dott. Ferrari, sono ormai 13 anni, con l'adozione del Piano Regolatore Generale di Milano del 1953. Non si tengono in conto alcuno gli ulteriori sviluppi della situazione della città, I' aggravamento della congestione dei disservizi pubblici della mancanza di attrezzature civili e del crescente disagio di tutta la cittadinanza lavoratrice; non si tiene in conto la nuova coscienza politica e culturale della città e delle sue dimensioni regionali che si è fatta strada nelle formazioni politiche e sindacali, nelle cor cezioni tecniche e scientifiche e che ha trovato concretamente corpo negli obiettivi espressi dalla dichiarazione dei sindaci di 100 comuni in sede di Piano Intercomunale Milanese. Nè si vuole inquadrare il problema del Centro Direzionale nella Revisione, da farsi al più presto. di quel Piano Regolatore che era appunto basato sull'ipotesi sorpassata del Centro Direzionale. Cosi gli elementi più conservatori della attuale giunta di centro-sinistra tentano di far passare alla chetichella scelte urbanistiche arretrate in aperta sfida a tutte le indicazioni democratiche di rinnovamento della città. di trasformazione di essa da città disumana a città al servizio dell'uomo, della quale siano padron tutti i cittadini e i lavoratori.
E' necessario e possibile battere questa linea conservatrice che irresponsabilmente tende a soffocare la vitalità di Milano lavoratrice. L'assemblea dei cittadini del rione che si uniscono per difendere i propri interessi direttamente minacciati è un primo momento di una coscienza generale che rivendica par tutta la citta&nanza il diritto ad una casa confortevole, agli asili nido, alle scuole di ogni ordine e grado, ai giardini, agli ambu• latori, ai luoghi di ritrovo per i pensionati, ai luoghi di cultura, ai centri di distribuzione, alle attrez-
zature per gli artigiani, gli esercenti ecc.; che rivendica il quartiere ai suoi abitanti, che rivendica la città ai suoi cittadini e lavoratori.
E' necessario che intorno all'obbiettivo della resistenza allo sfratto brutale e intorno alla coscienza del proprio diritto alla città si raccolgano tutti i cittadini e tutte le forze organizzate che li rappresentano: i partiti, i sindacati, le associazioni cooperative e culturali ecc. Sarà cosi possibile la costruzione di strumenti più idonei e di obbiettivi più precisi, la costruzione cioè di una democratica alternativa a questo Centro Direzionale, a questa città degli speculatori e dei tecnocrati, un piano alternativo costruito sulla base delle esigenze di tutti i lavoratori invece che sulle speculazioni dei gruppi di mtere economico. Un primo decisivo momento di questo processo di coscienza e di attisità popolare è stata l'iniziativa assunta da un'organizzazione democratica, la cooperativa Sassetti, che con i suoi modesti mezzi tenta di provvedere alla migliore sistemazione possibile delle famiglie immediatamente sfrattate, avviando cosi le premesse e le proposte per un intervento siste• matico delle organizzazioni democratiche onde realizzare concretamente le alternative di intervento che la resistenza e !a lotta popolare sarà capace di imporre.
V. MARINONI
PIAZZALE LAGOSTA
n. 2 - 36 famiglie
VIA GARIGLIANO
n. 4 - 25 famiglie n. 6 - 33 famiglie n. 8 - 40 famiglie
n. 10 - 3 famiglie e il Cinema Zara
n. 12 - 50 famiglie
n. 14 - 4 negozi
PIAZZA MINNITI
n. 1 - 35 famiglie
il. 8 - 31 famiglie
VIA BORSIERI
n. 3 - 17 famiglie
n. 5 - 40 famiglie
n. 7 - 27 famiglie
n. 9 - 53 famiglie
n 11 - 34 famiglie
n. 10 - 28 famiglie
n. 12 - 130 famiglie
n. 14 - 110 famiglie
n. 16 - 5 famiglie
n. 18 - Oratorio e casa parrocchiale
8 famiglie 20 famiglie 18 famiglie
VIA GONFALONIERI
n. 1 - 3 famiglie
n. 3 - 44 famiglie VIA G. PEPE
n. 2, 4, 6, 8,10 già in demolizione
II numero 2 di piazzale Lagosta e tutto il lato destro di via Garigliano con il Cinema Zara.
n. 12 - 23 famiglie
VIA CARMAGNOLA
n. 4 e 6, negozi e magazzeni
n. 8 - 20 famiglie
n. 10 - stabile Scuola Materna
STRENGO
n. 1 - 30 famiglie
n. 3 - 11 famiglie
n. 5 - 27 famiglie
n. 5A - 13 famiglie
n. 7 - 21 famiglie
n. 9 - 14 famiglie
n. 2 - 23 famiglie
n. 4 - 29 famiglie
n. 6 - stabile della Scuola Media
Stabili di prossima demolizione:
Quadrilatero comprendente: via Borsieri dal n. 2 al n. 8, via Confalonieri, via De Castillia.
Quadrilatero comprendente: via G. Pepe, via Carmagncla, via Pastrengo, via M,lntano.
A Sud della Stazione di PORTA GARIBALDI saranno inoltre demoliti gli stabili di: via Maurizio Quadri°, via Massimo D'Azeglio, parte di via Maroncelli, parte di viale Pasubio
II numero 1 di piazza Minniti, il numero 16 di via Dal Verme e tutto il lato sinistro della via Borsieri.
1 Pz.4 PO/NN/77 y/A 5 AR/GLMNO LEGE ND A /7/,, DYIOMED/ATA DEMOL IZIONE EDIFICI D'IMMINENTE DEMOLIZIONE —FUTURO RIA SSE TO DELLA ZONA ,eze L.46057.4 ELEVATA ZA 13A/A0,20NT/ "Li LAGOSTA 0ASSE ..ITTREZZATO-v. ", -v Not n mm~quunr .11Ell1111111rill> 4r Ar A * /kgql* 045>— j j ..~.. .-"*.à■=2",-.1...«05oR"Z2010/0:r. ..,.;„,,..,air• ,0 ........10501i0.: 1112.1.0.--:,,,...---• .‹.!„;.---• ......!ror."••„„„0/4010,000. .„,000. ..,••• ...., «.••••••••.".40.,,,t1;004~-11111.00e.,, F ,:ar...1..... "'"'' ," ; 0,....; ,,,,,r,...„-44 _........e.r...:t.vwn.r.or.„...iiwid ~i ~né E.1.31-..1i=or-: =V.r.- ri • ....•• - - - . _.-- — _ __ _ niiiimismosb.w. 1.....". 1. ~ isr_.pii-....=......~ in.wrie ..._.i.= ! p:=•-• ••••••••••= ...=-_,... ...--:,:•....__ ._......-- ---• — _.---_-.1:1---zirdird Toi Il 6-1~—~ .~. • 3~IL menu. ilinige baie MiMilffiliMai irl mi fiiiiiiiiams~~in spose ma --~mi ,,, ali imiggi~umi MI ~I -stè • ERE im mi *, ,p 41, ai 1111 111 illima:1;jiti 11111111: 'I:' Ml ei IIIIIIIIl iolii M IlZi esi IIIII: 14; MI t,.0 -... 14 O 41 NU MERO UNICO MARZO 1966 Lire 30 PERIODICO DEI COOPERATORI "F. SASSETTI„ e cittadini dei rioni Isola - Istria - Zara Supplemento "L'Azione Cooperativa„ Dir. resp. Giuseppe Bisignani Aut. Tr. Milano 18-6-1948 Reg. n. 160
CHE SARANNO
n. n. n.
ELENCO
DEMOLITI
12 14 16
VIA DAL VERME VIA PA
ratto scomparirà per lasciare il posto alla « sopraelevata » che congiungerà piazzale Lagosta con piazzale Baiamonti passando sopra alla nuova Stazione di Porta Garibaldi.
Il centro direzionale:
una iniziativa inutile e dannosa
Le gravi ripercussioni sulla città e le drammatiche conseguenze per gli abitanti della zona
Negli ultimi mesi si è riaccesa con un certo vigore la polemica sul cosiddetto Centro Direzionale. La stampa cittadina ha fornito versioni contraddittorie sullo stato delle cose, si è avuto notizia di ampie riserve espresse da più parti, da tecnici e da amministratori pubblici, sull'opportunità dell'iniziativa.
Il problema interessa in modo particolare le migliaia di cittadini che abitano la zona investita dal Piano, i quali vivono in uno stato di preoccupazione e di incertezza chiedendosi cosa si muova dietro la polemica, cosa sia in effetti questo Centro Direzionale e soprattutto quale sia il destino degli abitanti del quartiere e in che modo possono essere salvaguardati i propri interessi.
Cercheremo di rispondere a questi interrogativi, spiegando in primo luogo che cosa prevede il progetto del Centro Direzionale preparato dal Comune.
COSA E' IL
CENTRO DIREZIONALE
Il Piano Regolatore prevedeva fino dal 1953 che si utilizzasse l'area compresa tra le vie Pola, Fabio Filzi, Farini, Garigliano, piazza Lagosta e l'attuale Stazione Garibaldi, per la realizzazione di una specie di quartiere degli Affari. Le cose, per varie ragioni (difficoltà per lo spostamento delle Varesine, incertezze e ritardi del Comune ecc.) andarono molto a rilento: furono approvati vari progetti (attuati parzialmente, come per le zone dei grattacieli Pirelli, Unilever, Galfa, ecc.) poi ritirati perchè chiaramente sbagliati, se non altro perchè, come dimostrato dalle parti realizzate, consentivano una fabbricazione paurosamente elevata.
Il progetto attualmente in discussione in Comune, pur con una relativa diminuzione della densità prevista nei progetti antecedenti, conferma sostanzialmente il significato del nuovo quartiere come « quartiere degli affari ».
Si prevedono grandi uffici pubblici e privati, allogati in enormi grattacieli alti fino a 150 metri, grandi alberghi, cinema, negozi e abitazioni di lusso, e naturalmente importanti e costosissime opere pubbliche per servire il nuovo quartiere, come la grande strada di collegamento tra piazza Lagosta e piazza Baiamonti.
Per avere un'idea delle dimensioni e del significato della proposta del Comune, basti sapere che nell'area interessata lavoreranno circa 65.000 persone tra impiegati, professionisti e dirigenti, oltre agli abitanti che vi risiederanno stabilmente, e che il traffico interno (escluso cioè quello di attraversa-
mento) interesserà circa 50.000 automobili.
Il progetto conferma anche gli obbiettivi precedentemente individuati, di dare cioè un'alternativa al Centro Storico della città (la zona all'interno dei Bastioni, per intenderci, dove negli ultimi vent'anni si sono continuati ad ammassare uffici, negozi, ecc.) per preservarlo da ulteriori distruzioni e dalla asfissia, e costituire un polo di uffici pubblici di livello comunale (uffici Comunali, A.T.M. ecc.) e addirittura regionale (Poste, INPS, STIPEL, Provveditorato 00. PP., Regione, ecc.).
E' utile alla città e al territorio circostante la realizzazione di questa « city »? Sono valide le giustificazioni addotte? Per rispondere occorre esaminare brevemente come si sono sviluppate Milano e l'area milanese negli ultimi venti anni.
Sono naturalmente i ceti popolari a pagare il prezzo più alto di questo stato di cose: si può ben dire che il lavoratore è sottoposto ad un doppio ciclo di sfruttamento, quello sul lucri° di lavoro e quello relativo agli ingranaggi della vita urbana. E a questo proposito è importante far notare come le trn3se popolari, in realtà, tendono a godere sempre meno dei vantaggi connessi alla vita di città (livello dei servizi, facilità di comunicazioni e di rapporti sociali) e a subirne gli svantaggi, costretti come sono a vivere in zone sempre più periferiche, isolate e degradate.
LA «CITTA' PER TUTTI»
La battaglia culturale e politica delle forze più avanzate, che ha trovato il suo apice nella Dichia-
ture •iella prospettiva di un sistema omogeneo ed equilibrato che comprenda Milano e l'area milanese, in cui non esistono più c ttadini di prima e seco mia classe, e ogni gruppo sociale o individuo possa godere il massimo dei vantaggi della città senza subirne gli svantaggi.
IL CENTRO DIREZIONALE:
SI CONFERMA
UN INDIRIZZO
SBAGLIATO
Come si reggono, alla luce del!c considerazioni fatte, le giustificazioni a supporto del Centro Direzionale?
In primo luogo il Centro Direzionale non costituisce un' alternativa per evitare l'asfissia del Centro Storico: sia perchè arriva troppo tardi, quando ormai la trasformazione del centro della città in un'enorme «centro degli affari» è un fatto compiuto e comunque troppo avanzato per poter essere fermato. Risulta infatti impossibile « espellere » le attività che si sono allogate nel Centro Storico e se, per ventura, si trasferissero nel nuovo quartiere, il loro poto verrebbe occupato da attività affini.
strazione locale e territoriale, rappresenta l'antitesi e la negazione dell'ormai inderogabile processo di ristrutturazione del territorio.
Significa cioè, anche qui, la conferma e il consolidamento delle tendenze in atto e quindi l'aumento dei fenomeni di congestione e l'aggravamento ulteriore di tutte le contraddizioni di cui Milano e l'area milanese soffrono con le ovvie conseguenze sulla funzionalità globale dell'area e sul livello di vita dei cittadini e dei ceti popolari in particolare.
tro Direzionale, nel quadro di una reale politica di decongestione e di equilibrio.
LA MINACCIA DELLA DEPORTAZIONE
DI MASSA
LO SVILUPPO DI MILANO: LA «CONGESTIONE»
L' opinione pubblica sente definire con sempre maggiore frequenza Milano come città « congestionata ». E d' altra parte ogni cittadino avverte a proprie spese, in disagi, fatica e denaro, il significato di questo termine: caro-casa e caro-affitti, traffico caotico e spostamenti sempre più lunghi, lenti e costosi, mancanza di verde pubblico e di attrezzature per la gioventù, rumori, aria irrespirabile. La stessa Civica Amministrazione è praticamente paralizzata dalle conseguenze di un tale tipo di sviluppo; ne fa fede il pauroso deficit dell'A.T.M., giunto a ben 28 miliardi, che blocca ogni possibilità di adeguati interventi di ristrutturazione.
razione dei Sindaci del Piano Intercomunale Milanese del 1962, ha avuto il merito di chiarire che lo sviluppo asfittico e diseconomico, «congestionato», come si è detto, è originato dagli squilibri territoriali con le sue divisioni gerarchiche (centro, periferia, suburbio); che queste sono in stretto rapporto tra di loro e con gli squilibri sociali; che il rapporto di dominio del centro sulla periferia e di Milano sul territorio, ha origine nello stesso meccanismo che crea gli sfruttati e gli sfruttatori.
Di qui l'alto valore democratico della battaglia per una città che per essere « migliore » deve anche essere « per tutti ». Di qui anche le proposte alternative; rottura del dominio di Milano sul territorio e del centro sulla periferia, decentramento delle funzioni, perequazione dei servizi e delle attrezza-
Inoltre il nuovo Centro Direzionale, così come è previsto e localizzato, è inserito nello stesso meccanismo di sviluppo che ha trasformato il Centro Storico in «city», e quindi non solo non costituisce un' alternativa, ma, all'opposto, è un ampliamento del Centro Storico, che ne consolida e conferma, ingigantite, le caratteristiche negative. Basti pensare a questo proposito, alla formidabile facilitazione che rappresenterà per raccesso alle già asfittiche zone centrali della città la realizzazione della grande strada di collegamento tra viale Zara e Piazza Baiamonti (il cosiddetto asse attrezzato) e al pauroso colpo d ariete che rappresenterà per tutto il sistema viabilistico urbano l'immissione nelle ore di punta delle 40.000 automobili previste in uscita dal Centro Direzionale.
E aggiungiamo che già oggi l'area in oggetto, allo stato di terreno vergine, presenta chiari sintomi di congestione per il solo traffico in attraversamento.
Per quanto riguarda poi l'ipotizzata funzione di polo di uffici pubblici a livello comunale e regionale, si osserva immediatamente che se la soluzione delle contraddizioni dell'area milanese è, e non può che essere, in una politica di decentramento e di equilibrio del territorio, il concentrare nel cuore del centro del territorio intercomunale e regionale tutte le sedi centrali della pubblica ammini-
UNA POLITICA DI ALTERNATIVA
Alla luce di tali pesanti giudizi, evidentemente di Centro Direzionale non si può nè si deve più parlare.
Che fare allora?
Innanzitutto l'area in oggetto, in parte inedificata, in parte attualmente occupata da edilizia di bassissimo livello, e per un terzo circa di proprietà del Comune, deve naturalmente essere risanata e utilizzata rapidamente, e rappresenta anzi un fondamentale strumento di intervento per il Comune. Ma tale utilizzazione deve essere orientata, al contrario del progetto studiato, nel quadro di una politica urbanistica positiva, di decongestione, di decentramento, di equilibrio del territorio. In primo luogo devono essere evitate tutte quelle destinazioni che tendono ad accrescere i valori « urbani » del centro depauperando le zone periferiche, le attività che succhino traffico e vitalità al resto del territorio.
Contemporaneamente l'area, Inserita in un plano globale di intervento, deve servire ad innalzare il basso livello di attrezzature e servizi civili della città.
Ed infine si deve avviare rapidamente una politica di adeguata localizzazione territoriale per quelle attività « direzionali » che avrebbero dovuto costituire il Cen-
Attualmente vivono nell'area interessata dal progetto del Centro Direzionale circa 35.000 abitanti, in stragrande maggioranza appartenenti ai ceti popolari, alloggiati per lo più in vecchie case in cattivo stato e prive di servizi adeguati.
L'Ufficio Tecnico Comunale ha calcolato che la realizzazione del Centro Direzionale comporterebbe, nel giro di 8 o 10 anni, la demolizione di circa 25.000 locali, di cui più di 2.500 locali solo per l'esecuzione dell'asse attrezzato per il collegamento tra piazza Lagosta e piazza Baiamonti.
La,'. realizzazione del Centro Direzionale, così come previsto dal Comune, significherebbe quindi I' allontanamento forzato, sicuro e a brevissima scadenza di almeno 30.000 abitanti, la quasi totalità cioè degli attuali abitanti del popoloso quartiere. Nè la Amministrazione Comunale, nel predisporre il progetto, si è minimamente preoccupata della sorte di tanti cittadini. I quali verrebbero così sottoposti ad una vera e propria deportazione di massa, destinati ad essere confinati, nella migliore delle ipotesi, in quartieri popolari in periferia o più probabilmente addirittura fuori dei confini comunali, e in altri casi ad arrangiarsi a cercare individualmente, non sl sa come, un altro alloggio. Sono ovvie le tremende conseguenze: sradicamento dal proprio ambiente, frantumazione di nuclei familiari, perdita delle possibilità di lavoro per i numerosissimi artigiani e piccoli esercenti, disagi, spese.
guenza, come abbiamo visto, di una iniziativa profondamente sbagliata di cui i 30.000 abitanti della zona sarebbero così i primi a pagare duramente le conseguenze. Bisogna anche aggiungere che la realizzazione del Centro Direzionale si ripercuoterebbe immediatamente su tutta la zona circostante con gli stessi deleteri effetti per la città e per le migliaia di abitanti dei vecchi quartieri Garibaldi, Paolo Sarpi, Farini, ecc.
I IL RUOLO I DEGLI ATTUALI I ABITANTI DELLA ZONA
I Abbiamo visto prece- I dentemente come nello interesse generale della città sia assolutamente indispensabile che l'area investita dal famigerato I Centro Direzionale venga rapidamente trasforI mata in funzione decongestionante e di riequi- I librio del territorio. Ebbene, uno degli I strumenti più concreti ed efficienti per promuo1 vere un tale processo è proprio quello di realizI zare, insieme ad un coniplesso di attrezzature i pubbliche e di servizi I per la città, un coraggioso risanamento d e I quartiere, per mezzo di edilizia pubblica, che I consenta il mantenimento degli abitanti nel loro ambiente di origine. L'edilizia sovvenzionava nelle zone centrali I della città svolgerebbe in tal modo una fondaI mentale funzione di blocco della spirale di congestione dello sviluppo territoriale, così Icome il mancato spostamento di tante migliaia di cittadini eviterebbe la I necessità di aggravare la isituazione delle perite" rie, con risparmio di spesa pubblica e di disagi.
E' ovvio che una prospettiva di questo tipo, 1 che collega strettamente il più generale inteTutto ciò quale conse- I resse della città a quel-
Via Borsieri dall'angolo di via Confalonieri. Questa potrebbe essere l'ultima fotografia, la foto ricordo, di quella che fu la più importante via dell'Isola.
La Scuola Materna di via Carmagnola 10 e più avanti la Scuola Media di via Pastrengo 6. Tutto sarà demolito: ma qualcuno ha pensato dove costruire altro stabile idoneo ad ospitare I bambini e gli scolari del rione?
di Giorgio Morpurgo architetto - assistente universitario - consigliere comunale
lo della popolazione del quartiere, apre enormi possih1ità di az:ene e di lotta.
Occorre che i cittadini sappiano come stanno le cose, si organizzino per conoscere la propria situazione, per far valere i propri diritti.
Bisogna impegnare il Comune a rivedere la propria politica urbanistica, fermare l'iniziativa del Centro Direzionale e promuovere una tempestiva azione per applicare le misure che consentano una ristrutturazione positiva della zona, applicando le leggi sul risanamento degli abitati e la legge n. 167 per il reperimento delle aree per l'edilizia popolarti.
E' necessaria e possibile un'ampia mobilitazione di cittadini, chiamando ad una battaglia unitaria i tecnici, gli uomini di cultura, gli amministratori, e i lavoratori di tutta la città.
Bloccare il Centro Di- I rezionale significa fermare un'iniziativa dele- I teria per Milano e il territorio circostante e a-I prire prospettiva per una città insieme più effi- I ciente e più giusta.
Risorgimento e Resistenza sono presenti nel rione Isola-Garibaldi forse più che in ogni altro rione della città: e non potrebbe essere diversamente trattandosi di un vecchio popolarissimo rione, appunto perchè fra i popolani, fra i lavoratori, fra la gente semplice, Risorgimento e Resistenza hanno raccolto i propri combattenti, trovato i propri Eroi.
Garibaldi è ricordato con un busto eretto nel vecchio caseggiato di via Borsieri 14, ove si vuole Egli abbia in quella casa trascorso una notte assieme ai suoi Garibaldini. Inoltre quasi tutte le vie del rione sono intestate a personalità ed Eroi del Risorgimento, mentre sulle facciate di tante case di queste vie sono esposte le lapidi che ricordano il sacrificio dei 15 Eroi della Resistenza, giovani ed anziani caduti nella Lotta di Liberazione e nei campi di sterminio. Co-
sì, nella via Jacopo Dal Verme troviamo le lapidi del giovane Giuseppe Cancian, del ferroviere SirQ Marzetti, del Tenente Med. d'Oro Teodoro Peseador; in via Federico Confalonieri quelle dei giovani Giuliano Colombo e Nerino Gabbiani e dei padri di famiglia Almo Colombo, Angelo Colombo, Antonio Cantoni; in via Guglielmo Pepe la lapide che ricorda assieme i giovani Pietro Restelli e Mario Donzelli; in via Carlo Farini quelle dell'operaio della Pirelli Umberto Chionna e, all'angolo con via Alserio la lapide che ricorda il sacrificio dei giovanissimi fratelli Luigi e Bruno Meneghini; in via Volturno quella che ricorda l'antifascista Giovanni Cantoni.
Questo insieme di nomi amalgamati fra loro creano quel nesso indissolubile fra Risorgimento e Resistenza per il quale più che mai risulta appropriato alla Resistenza l'appellativo di Se-
Il volto del rione "ISOLA„
Muterà radicalmente nell'anno in corso
LO HA DETTO L'ASSESSORE ALL' URBANISTICA
E AL PIANO REGOLATORE DOTT. FILIPPO HAZON
Riportiamo u n o stralcio della intervista rilasciata dall'Assessore Hazon e pubblicata dal « Corriere della Sera » nel numero di mercoledì 12 gennaio 1966.
« Ed eccoci a ciò che resta da fare. Il 1966 sarà l'anno delle decisioni relative al PIM (Piano Intercomunale Milanese) e quin-
di di una svolta radicale degli indirizzi urbanistici cittadini. In coerenza con gli orientamenti ormai acquisiti in sede intercomunale ritengo, nel corso dell'anno, di poter sottoporre al Consiglio comunale gli atti amministrativi di competenza urbanistica relativi alla realizzazione del Centro direzionale (in particolare per l'attuazione del collegamento piazzale Lagostapiazzale Baiamonti ».
« Questi sono i provvedimenti di maggiore rilievo e di carattere urbanistico o fondiario che matureranno nell'anno in corso, accanto a molti altri riguardanti la sistemazione di situazioni particolari, specialmente periferiche, ed occorre che i cittadini comprendano che essi costituiscono il primo indispensabile passo per la concreta esecuzione delle più importanti opere in programma ».
tondo Risorgimento d'Italia.
Ma il rione sta sparendo: spariranno queste vie, spariranno queste lapidi. E con esse sparirà anche il ricordo di questo vecchio, popolare e glorioso rione? Sparirà il ricordo della lotta e del sacrificio di tanti Eroi per l'Indipendenza e la Libertà del nostro Paese?
La coscienza popolare si ribella a questa prospettiva e fa appello alle Autorità competenti perchè si ponga rimedio a questo scempio.
La Sezione ANPI di Zona, Almo Colombo, si fa portavoce delle apprensioni già manifestate dai familiari dei Caduti e sicura di interpretare il pensiero della stragrande maggioranza dei cittadini, chiede alle Autorità Comunali che sia provveduto a ricuperare le lapidi dalle case che via via andranno in demolizione per essere raccolte tutte assieme in un civico edificio dove possano eternamente essere esposte al pubblico. Inoltre, propone che nel nuovo rione, fra i grattacieli ed i palazzi lussuosi sia trovato l'angolo adatto (e non troppo nascosto), per un monumento alla Resistenza, affinchè anche la grande borghesia, l'alta finanza, la gente-bene, gli impiegati, che occupan-lo i grandi grattacieli verranno a sostituirsi all'artigiano, al piccolo operatore economico, al lavoratore della «Brown Boveri», ecc., abbiano a ricordare perennemente Coloro che per la propria Patria e per la Libertà, per un avvenire migliore nel progresso e nella pace hanno sacrificato la propria vita.
Attività e finalità del COMITA TO RIOXALE D'IS 'IZIATIVA
Il progetto di realizzazione dell'«Asse Attrezzato» e del Centro Direzionale è un fatto che, per il suo peso urbanistico, sociale ed economico, investe le prospettive di sviluppo non solo di Milano, ma anche del territorio di influenza della nostra città, tanto che da varie parti, su organi di stampa, negli ambienti tecnici e culturali, nello stesso Consiglio Comunale, si sono levate voci preoccupate per !a validità o meno dell'iniziativa e per le conseguenze negative che questa potrà determinare. La realizzazione del Centro Direzionale compori:orcbbe, nel corso di non più di un decennio, l'abbattimento di circa 20.000 vani attualmente abitati da non meno di 30.009 abitanti. Di questi alcune migliaia sono già direttamente colpiti dalla immediata ed imminente demolizione degli stabili per I' attuazione del progetto di Asse Attrezzato per il collegamento piazzale Lagostapiazzale Baiamonti.
Quindi, per la popolazione che risiede nella zona direttamente investita da tale iniziativa e
La tradizione popolare ed antifascista dell'Isola
in quella circostante, popolazione composta in gran maggioranza da ceti popolari (operai, impiegati, piccoli esercenti ed artigiani), l'esecuzione di tale progetto comporta angosciose prospettive di disagio materiale e morale: sfratti, perdita del posto e delle possibilità di lavoro, sradicamento sociale ed effettivo, emigrazione forzata all'estrema periferia e fuori dal Comune di Milano.
La « Cooperativa Sassetti », che ha una antica tradizione di presenza nel quartiere dell'Isola, facendosi interprete di tale diffuso stato di preoccupazione e di allarme, si è fatta promotrice di un primo incontro tra i rappresentanti delle forze politiche, economiche e culturali della zona ed un gruppo di Consiglieri Comunali aderenti a vari partiti, per procedere ad una analisi della situazione e studiare le migliori possibilità di intervento democratico per la salvaguardia degli interessi della cittadinanza del quartiere nel quadro del più ampio interesse generale.
Tale incontro ha avuto luogo il giorno di venerdì 26 novembre scorso, in una sala del Circolo Sassetti - via Volturno 35 - ed ha portato alla costituzione di un « Comitato rionale d'iniziativa » avente lo scopo di favorire e sollecitare un ampio dibattito sui problemi connessi con la realizzazione dei progetti in questione e di operare in difesa dei cittadini colpiti dalla esecuzione delle opere di realizzazione dei progetti stessi.
In successive riunioni il « Comitato rionale d'iniziativa » ha ulteriormente approfondito l'analisi della situazione ed ha deciso la convocazione di una « Assemblea di tutti i cittadini della zona » che si terrà domenica 13 marzo alle ore 10 presso il Cinema Zara di via Garigliano 10.
Tale Assemblea, alla quale interverranno Autorità Comunali e Provinciali, tecnici ed urbanisti, rappresentanti di tutte le forze politiche, economiche e culturali della zona, avrà lo scopo di far meglio conoscere ai cittadini le reali e preoccupanti dimensioni di
p. la Sezione ANPI « Almo Colombo » L. MANFREDI tutto il problema, e di richiamare l'attenzione delle Autorità tecniche ed amministrative competenti sulla necessità di rivedere taluni orientamenti di cui pensiamo siano possibili ed auspicabili alcune modificazioni.
IL COMITATO D'INIZIATIVA
Coop. Edificatrice «A. Sassetti»
Coal). Edificatr. « La Postelegrafonica »
Coop. Edif. « Sarca »
Coop. Edif. « Lario »
Coop. Edificatrice «G.
Verdi»
Circolo Cooper. « Indipendenza »
Circolo Matteotti
Circolo Socialista Unitario
Circolo Culturale «C. Marchesi»
Sezione Pea del PCI
Sezione Maggio-
Ferretti del PCI
Sezione Togliatti del PCI
Sezione Ercolani del PSI
Sezione Luglio 60 del PSIUP
Sezione ANPI « Almo
Colombo »
Sezione ANPI «Garibaldi».
L'altro giorno, passando sul ponte della nuova stazione Garibaldi, osservai le demolizioni di case di via G. Pepe in riferimento al piano regolatore e lì per lì, andando col pensiero, lontano fino alla mia infanzia e ricordando la composizione urbana dell'Isola di allora, ne feci una topografia mentale. Scalo merci e il ponte pedonale ora demolito; via Borsieri con case intercalate fino a via Jacopo Dal Verme e poi prati fino alla Fontana; quasi alla metà la Cascina della Madonnina e un po' più avanti il cimitero della Moiazza che raccoglieva le spoglie del poeta Panini, tutto circondato da prati e con a lato la strada che portava alle Cascine Abbadesse. La via G. Pepe si prolungava fino al ponte della sorgente; al n. 6 vi era una casermetta di carabinieri. La via Carmagnola arrivava fino all'altezza delle scuole attuali, poi vi era un fossato e un ponticello che portava a un vecchio monastero abbandonato chiamato Buon Giorno, tutto circondato da prati ed abitato da contadini. Via De Castillia e via Confalonieri che portavano alla Magna Vecchia. Era questo il periodo dell'ultimo Ottocento e il primo Novecento in cui si stava sviluppando il capitalismo nostrano che anche all'Isola portava il suo sviluppo industriale ed urba-
nistico; infatti nel giro di pochi anni l'Isola pullulò di piccole e medie fabbriche, di laboratori, di artigiani, di esercenti.
Le molteplici attività industriali, permisero il formarsi, come naturale, di na nutrita massa di proletari e per la verità era una massa combattiva e sempre presente. Ricordo tanti comizi tenuti da Socialisti, Anarchici e Sindacalisti, in quell'epoca che bastava dire quattro parole contro il Re o contro il Governo perchè vi fosse l'intervento della polizia e se non bastava anche l'intervento dei militari; e la massa rispondeva anche contrattaccando con sassi, tegole e ogni altra cosa che poteva capitare sotto mano.
Un episodio, fra i tanti, mi è rimasto nella mente: dopo un comizio al largo dove attualmente sorge piazza Minniti, fummo caricati prima dalla polizia e poi dalla cavalleria; quel giorno fu una lotta accanita e ricordo una ragazza (come Luisa Mikel) che con una bandiera rossa in mano, alla testa degli scioperanti, incitava alla lotta e per tre volte facemmo indietreggiare la cavalleria.
In generale a ;Isola, ad ogni comizio o manifestazione, succedevano sempre tafferugli, tanto che venne denominata l'Isola rossa.
Dopo la guerra 1915-18 l'Isola si ingrandì anco;.a di più; le sue case si allaccia-
rono a quelle della Fontana, ma la denominazione di Isola rossa rimase ed i fatti e gli avvenimenti successivi lo confermarono.
Il Circolo socialista di via Angelo Della Pergola divenne il punto di riferimento di tutte le iniziative di lotta fino a quando fu distrutto dal fascismo. Ma il seme gettato si è dimostrato fecondo, tanto che nelle elezioni i voti sono sempre stati, come sono tuttora, per i Socialisti e per i Comunisti. E basterebbe dare uno sguardo al contributo dato dall' Isola alla Resistenza ed alla Lotta di Liberazione: i 21 Caduti per la Libertà, in combattimento, fucilati, o nei campi di concetramento nazisti, ed i circa 40 antifascisti che subirono carcere e deportazione, sono la più preziosa testimonianza della profonda tradizione popolare ed antifascista del rione.
Ora l'Isola verrà demolita per soddisfare gli interessi dei gruppi finanziari e monopolistici e gli abitanti, come deportati civili, saranno inviati lontano dal loro lavoro abituale, dalle loro amicizie, dal loro ambiente; ma la lotta deve continuare ancora, se pur in altre forme e con altri metodi, fino alla affermazione di quegli ideali per i quali i popolani dell'« Isola » si sono sempre battuti.
CARLO MILANESI
I I
I Risorgimento e Resistenza un patrimonio indistruttibile
Via Guglielmo Pepe G. La casa è in demolizione. La lapide che ricorda i Caduti per la Libertà Pietro Restelli e Mario Donzelli, rimar :à esposta ancora pochi giorni. Ora si trova ricuperata presso la Sezione ANPI della zona.
NEL RICORDO DI UN ANZIANO ABITANTE DEL RIONE
Un'altra lapide che ricorda il Partigiano Caduto Nerino Gabbiani che non rimarrà esposta ancora per molto. Pensiamo che su questa area che può valere mezzo milione al metro quadrato, nel bel mezzo del centro direzionale, non potranno rimanere in « MOSTRA » ancora per molto tempo ruderi, macerie, malsani e malsicuri alloggi, quanto è rimasto del vecchio e popolarissimo caseggiato di via Confalonieri 29.
"Coop. F. Sa ssetti„
IMPORTANTE AVVISO Al SOCI
La Cooperativa Edificatrice « F. SASSETTI » comunica a tutti i soci che, presso i suoi uffici, vengono accettati versamenti in denaro in «con-
t:) anticipazioni nuove costruzioni di alloggi cooperativi». Naturalmente verrà corrisposto ai depositanti un adeguato tasso di interesse.
Soci, contribuite con il vostro appoggio finanziario a rendere sempre più grande la Coop. Sassetti e più forte il Movimento Cooperativo!
La prima realizzazione della Cooperativa Filippo Sassetti — via Sebenico 21. via Volturno 35 — 52 appartamenti costruiti nel 1932 ed un centro sociale che è sempre stato ed è tuttora, il più importante della zona. Un vasto ed accogliente salone quale « Circolo Familiare ». Un attrezzatissimo campo di bocce e la « Bocciofila Sassetti », una delle più valide bocciofili milanesi. Di recente realizzazione, in condominio, in via Volturno 31, il nuovo Caffè Bar, Sala biliardi, Ristorante, Tavola calda, il più moderno ed attrezzato ambiente della zona e del nuovo Centro Direzionale.
LE VARIE
I CESTI NATALIZI
Tradizionale è diventata oramai l'attività dei cesti natalizi col risparmio settimanale. Appositi incaricati distribuiscono settimanalmente, ogni sabato, i bolli da lire 200 da applicare sulle apposite tessere dei soci prenotatari dei cesti.
L'iniziativa è andata cogliendo i favori della opinione pubblica ogni anno sempre più, in virtù della serieta del servizio, della quantità ed eccellente qualità dei prodotti torniti, tanto che per il Natale scorso sono stati distribuiti ben 1320 cesti, mentre 1200 sono già i cesti prenotati per il Natale 1966.
LE BORSE DI STUDIO
Da molti anni la Commissione Femminile, in collaborazione con il Consiglio di Amministra-, zione e i Direttori Didattici delle scuole della zona, assegna borse di studio ai ragazzi e ragazze più meritevoli per capacità, volontà e intelligenza che passano dalle scuole elementari alle scuole medie. E' nei programmi della C. Femminile di poter elevare, sia il numero delle borse di studio annuali che la consistenza delle medesime.
L'ATTIVITA' RICREATIVA
Per i più piccoli invece, figli di Soci e non Soci, la Commissione Femminile organizza durante il corso dell'anno, gite in luoghi ameni o legati ad episodi storici della Resistenza, cercando di unire così il dilettevole all'utile.
Ai piccoli partecipanti viene poi chiesta la stesura di temi sulle impressioni ricevute, temi che vengono poi vagliati ed i migliori premiati. Le ultime iniziative di tal genere sono state le gite a Fondo Toce ed a Reggio Emilia con visita a Papà Cervi.
Di imminente apertura il Circolo Culturale « l'Isola di Milano », che funzionerà anche come Galleria d'Arte, e che avrà l'ingresso dalle due aperture d'angolo che dalla foto si vedono ora chiuse dalle saracinesche. Il Circolo Culturale si propone la costituzione del « Gruppo Amici del Teatro », del « Gruppo Amici della Musica », del « Gruppo Amici dell'Arte », e si propone l'ambizioso obbiettivo di diventare un centro di attrazione, un punto di riferimento per tutte le esigenze, le espressioni e le aspirazioni artistiche, culturali, intellettuali e politiche della zona.
Ad ogni inizio di anno scolastico infine si organizza una Festa del Ritorno a scuola legata ad un concorso per il miglior disegno, con spettacoli adatti ai piccoli cooperatori.
L'ASSISTENZA
Nel campo dell'assistenza infine, la C. Femminile, raccoglie nell'ambito dei caseggiati sociali e del rione, nominativi di pensionati bisognosi o comunque casi similari, ai quali la Cooperativa assegna cesti natalizi gratuiti, o assistenza particolare durante il corso dell'anno (invio di bambini alle colonie con sconti, aiuti a Soci ricoverati, ecc.). Lo scorso Natale i cesti gratuiti distribuiti a famiglie bisognose sono stati 100.
UN CERTO TIPO DI SOCIO
« SASSETTI
E' il tipo cosidetto del «mugugno»: è quello che trova che la tal cosa sarebbe stato meglio farla così anzichè cosà; che i Consiglieri sono tutti incompetenti; che la Cooperativa spende soldi inutili; oppure che la Cooperativa non fa niente; oppure che ai suoi tempi le cose andavano meglio; che critica i lavori dell'Assemblea dei Soci, dopo la medesime., evitando accuratamente di parlare nel corso dell'Assemblea stessa; è tipo che ama la critica seduto al tavolo davanti al bicchiere di barbera di frizzantino che « o non è molto buono o è scarso »; quello che dice che: « chi amministra dei soldi qualche cosa gli rimane attaccato alle dita » ecc... Siamo certi che se questo tipo di socio diventasse un giorno Consigliere, a stipendio zero come gli attuali, scoprirebbe a sua volta che esistono certi tipi di Soci dal mugugno facile!
Un gruppo di Consiglieri
QUARTIERE TAORMINA — Via Taormina 11 — Quattro stabili completati nel 1958 per complessivi 64 appartamenti, più un moderno ed ospitale Circolo con Bar Caffè, Ristorante, ed un accogliente salone per le attività sociali, centro di attrazione e di ritrovo dei
QUARTIERE SUZZANI — Viale Suzzani 273 -- 140 appartamenti per altrettanti soci della Cooperativa Edificatrice Filippo Sassetti. 140 alloggi in quattro stabili di nove piani, i'ultima realizzazione della Coop. Sassetti che sarà completata con la costruzione di un vastissimo, moderno ed attrezzato centro sociale che comprenderà: Bar Caffè - Ristorante e Tavola calda - Sala giochi - Sala biliardi - Circolo culturale con biblioteca e sala di lettura - Spaccio alimentari self-service. I soci inquilini di questi stabili corrispondono un affitto annuo di 90 mila lire per locale.
vita?
Un buon caffè?
Un buon liquore?
Un aperitivo Sassetti?
Un panino squisito?
Un buon gelato?
I migliori vini nostrani e pregiati?
Una buona partita a biliardo o a boccette?
Un affitto inferiore del 25 per cento circa di quello imposto dal libero mercato delle immobiliari e della speculazione edilizia. Alle stesse condizioni se fosse favorita dal Comune nella assegnazione di aree edificabili della Legge 167, disponibili nella zona attorno al viale Zara ed al viale Fulvio Testi, la Coop. Sassetti sarebbe in grado di costruire zone residenziali per accogliere, almeno in parte, le famiglie costrette a lasciare il rione « Isola », evitando così ad esse l'enorme disagio di un trasferimento forzato lontano dalla loro zona per non dire lontani dalla stessa città di Milano.
L'arredamento, la disposizione, gli angoli riservati, il servizio accurato, permettono al cliente di trovarsi a suo agio sempre ed in ogni circostanza.
Un buon pranzo al prezzo fisso di Lire 800.
Piatti squisiii e sempre pronti per la Tavola Calda.
Una cucina eccellente in grado di preparare ogni specialità e di soddisfare ogni richiesta.
Servizio a prezzi speciali per comitive.
Rinfreschi e pranzi per sposalizi.
Ambiente raffinato e familiare. Musica continua con impianto di filodiffu, sione.
LE MOLTEPLICI ATTIVITA' DELLA
giovani della zona.
Una bibita ben ser- AL NUOVO CAFFE' BAR VIA VOLTURNO 31.
TAVOLA CALDA COOP. SASSETTI VIA VOLTURNO 31 TEL. 68.83.788
RISTORANTE,
TIP. L'ARETINA MILANO VIA COPERNICO 8 TEL. 694883