Ad Quartum Leonem - Febbraio2012

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Il quarto leone

della Fondazione Dominato Leonense

Villa Badia

di Marco Sacchi | marco.sacchi@fondazionedominatoleonense.it

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d Quartum Leonem: è questo il nome del trimestrale che dal 2004 raggiunge i soci della Fondazione Dominato Leonense e che da questo febbraio 2012 uscirà periodicamente nel “cuore” di Popolis. Proprio per condividere ancora di più le iniziative e le espressioni del territorio del Dominato Leonense, valorizzando i progetti e le ricchezze della nostra terra. Antico sostegno del portale dell’Abbazia che per secoli ebbe grande potenza in tutto il nord Italia, il quarto leone non è mai arrivato a noi, ma è diventato il simbolo con il quale si rinnova lo spirito benedettino e la civiltà contadina che per secoli hanno caratterizzato le nostre zone. La Fondazione Dominato Leonense, fondazione di partecipazione voluta da Cassa Padana nel gennaio 2004, è un’istituzione culturale impegnata nello studio del patrimonio culturale di tutta quella vasta zona che per secoli ha beneficiato dell’influenza del Monastero Benedettino di Leno e che comprende un’area posta al centro della pianura Padana a cavallo delle province di Brescia, Cremona, Parma, Verona, Mantova e Reggio Emilia. Obiettivo della Fondazione è quello di sviluppare le ricer-

Info 030 9038463 info@fondazionedominatoleonense.it www.fondazionedominatoleonense.it

che storiche collegate all’antica Abbazia, occupandosi della gestione del sito archeologico e perseguendo la valorizzazione del patrimonio culturale ed economico del territorio mediante eventi, convegni e studi. Si tratta di iniziative di interesse storico rilevante, anche alla luce del fatto che Brescia e i siti longobardi ad essa collegati sono stati inseriti nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dall’UNESCO. Alla Fondazione Dominato Leonense aderiscono oltre 700 soci tra privati ed enti pubblici. Diventando socio è possibile ottenere vantaggi e sconti sul biglietto d’ingresso dei seguenti musei: Santa Giulia, Brescia; Tosio Martinengo, Brescia; Museo delle Armi Luigi Marzoli, Brescia; Civico museo del Risorgimento, Brescia; Museo Rais – Museo multimediale sulla cultura rurale e sul gioco storico, Cigole (Brescia); Castello di Padernello, Padernello (Brescia). Inoltre, solo per questo mese per celebrare questa unione, la Fondazione Dominato Leonense offrirà ai lettori che ne faranno richiesta biglietti omaggio per l’ingresso ad Arte Cremona, 11-13 febbraio 2012. ● 11


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Don Luisito, Resistenza e gratuità Riflessioni a margine de La Messa dell’uomo disarmato di Franca Zucchi

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Don Luisito Bianchi se ne è andato. Il sacerdote cremonese, molto noto e ricordato come il “prete operaio”, si è spento a 84 anni il 5 gennaio scorso. L’ultimo viaggio Don Luisito l’ha fatto fra il monastero di Viboldone, dove da anni viveva e dove il 7 gennaio si sono svolti i funerali, e la sua Vescovato, dove è stato sepolto e dove era nato il 23 maggio 1927. È un legame forte quello che unisce Cassa Padana e Fondazione Dominato Leonense a Don Luisito. Il sacerdote fu ospite, nel 2004, della Fiera di San Benedetto. E da quel giorno il legame, fatto di amicizia e reciproca stima, non si è mai rotto. Nel 2007 la Fondazione ha prodotto anche un’intervista-documentario che racconta Don Luisito e il dono della gratuità. Della fine 2011 l’ultima collaborazione con Don Luisito: con il supporto della Fondazione Dominato Leonense “La Messa dell’uomo disarmato”, il suo libro più famoso, è stato pubblicato su CD audio. Interpretato da Anna Goel e Roberto Marelli, raccoglie alcuni brani selezionati dell’opera del sacerdote cremonese, intervallati da musiche composte da Roberto Andreoni, Pietro Pirelli e Fabio Vacchi. I cd sono disponibili presso la Fondazione Dominato Leonense, ma è possibile richiederli anche presso qualsiasi filiale di Cassa Padana BCC.

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ra che Don Luisito non c’è più è ancora più difficile tentare una riflessione su quello che è stato il suo libro forse più famoso. Senza di lui è ancora meno semplice leggere questa imponente opera che parla della Resistenza. Con quelle parole. Con quello spirito. Con quella passione umana e religiosa. “La Messa dell’uomo disarmato” è stato un caso letterario nel 2003. La stampa lo aveva definito “un capolavoro complesso e multiforme che affronta la Resistenza sia nella sua accezione storica, sia in senso civile e filosofico”. Don Luisito Bianchi è stato insegnante e traduttore, prete-operaio, inserviente d’ospedale, cappellano del monastero. Una figura grande e al tempo stesso semplice, questo sacerdote da sempre dedito alla scrittura sentita come bisogno di raccontare le proprie esperienze di infermiere, operaio, prete, uomo alla ricerca del senso della sua intensissima vita. La narrazione si rivela per Don Luisito un metodo anche per ringraziare gli avvenimenti, gli uomini che costruirono il suo pensiero, i morti che versarono gratuitamente il loro sangue per la libertà. E proprio il tema della “gratuità” è un elemento costante nella sua vita e nelle sue opere. Luisito parla gratuitamente di Dio e proprio per questa sua coerenza di vita, non ha mai voluto percepire l’assegno mensile per il sostentamento del clero. Per Don Luisito la letteratura è sempre stata oltre che una passione, un mezzo per portare a compimento la sua vocazione umana e sacerdotale. Dopo anni di intense letture il passo che lo porta a carta e penna è breve. Scrive diversi libri, ricchi di elementi autobiografici, fino ad arrivare a quello più importante, “La messa dell’uomo disarmato”. Il romanzo fu pubblicato nel 1989 in un’edizione semiclandestina. Solo in un secondo momento, la Sironi Editori decise di ristamparla, rendendola così disponibile al grande pubblico. Le vicende si snodano a partire dalla primavera del 1940, quando Franco, il narratore, novizio in un monastero benedettino, turbato dall’allontanamento del suo maestro deciso dall’Abate, lascia il monastero per tornare alla cascina dei genitori. Ha scelto di fare il contadino e cercare altrove le risposte alle sue

domande. Qualche mese dopo l’Italia entra in guerra e suo fratello Piero è inviato come ufficiale medico in Grecia. L’autore descrive la vita di Franco in tono quasi poetico. Narra i luoghi della campagna, i campi, le cascine, i sentieri, i ritmi e i cicli del lavoro campestre, i rapporti familiari. Nell’insieme ne esce l’immagine della vita di un intero paese della Pianura Padana (non ne viene mai menzionato il nome), uno spaccato reale dell’Italia di allora con i suoi personaggi: i contadini, gli ambulanti, le operaie della filanda, il professore, il maresciallo dei carabinieri, il segretario del fascio, l’arciprete. Il lento trascorrere del tempo viene però drammaticamente interrotto dall’occupazione nazista che spinge molti a compiere drastiche scelte. Ecco che allora Don Luisito passa alla descrizione della lotta di Resistenza, combattuta dai partigiani sulle montagne. Conosciamo Lupo e Balilla, Piero e Rondine, Stalino e Sbrinz. Uomini che vivono la Parola con il Sacrificio, con la volontà di resistere e combattere fino alla morte e che sono sostenuti, soprattutto spiritualmente, dai monaci del monastero in cui Franco era stato novizio: Don Benedetto che sfida le montagne disarmato, l’Abate che rischia la sua stessa vita per proteggere i partigiani. Ma anche Franco e tutto il paese, mettono il loro impegno. “La messa dell’uomo disarmato” è un romanzo forte di tragedia e poesia e di perenne attualità. È anche e soprattutto un romanzo di vita, di dignità del valore umano, mantenuto vivo attraverso la memoria. Nella “Messa”, Don Luisito presta la sua voce affinché parli il mondo. Iscrive la Resistenza nella “storia sacra”, dove protagonista è la Parola e dove possiamo pensare al campo arato dai contadini come al campo di frumento delle parabole evangeliche. La Resistenza assume un doppio significato: da una parte è racconto della lotta partigiana, dall’altro capacità di riconoscere la presenza di Dio anche in eventi così tragici. Perché, come diceva Don Luisito “se la Parola non era presente anche in questi fatti drammatici, allora era vero che Dio era morto dopo Auschwitz”. ● 13


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dulcissima

dolci italiani della tradizione A Cavriana il 4 e 5 febbraio

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el suggestivo borgo medievale di Cavriana, in provincia di Mantova, sabato 4 e domenica 5 febbraio, l’antica fiera di San Biagio apre le sue porte ai visitatori che avranno l’imperdibile occasione di assaggiare e comprare le eccellenze enogastronomiche del territorio ed in particolare quelle dolcezze che rendono più allegra la nostra esistenza. Novità dell’edizione 2012 è il percorso enogastronomico: partenza dalla “Piazza dei Primi”, dove si avrà la possibilità di assaggiare in particolare il tortello amaro di Castel Goffredo e il capunsei di Solferino. Si prosegue attraversando “Cibaria”, mercatino dei prodotti enogastronomici di eccellenza, per arrivare nei giardini della settecentesca Villa Mirra con la “Piazza del Secondo” e il classico piatto di Cavriana: il capretto con polenta. Il percorso termina in Villa Mirra con “Dulcissima”, rassegna dei dolci artigianali della tradizione. Da non perdere la torta di San Biagio, nata oltre 450 anni fa e la cui ricetta si è tramandata con sapienza fino ai giorni nostri. Non mancherà la “Piazza del Vino” con nettari del territorio dalle cantine locali. Per chi lo desidera, è possibile acquistare un ticket menù enogastronomico entro il 3 febbraio presso le filiali di Cassa Padana Bcc e previa richiesta di disponibilità al numero 030 9040334. L’iniziativa è organizzata dal Comune di Cavriana con la collaborazione della Fondazione Dominato Leonense e di Cassa Padana Bcc.

Info www.dulcissima.it

Il Teatro di Desiderio Nuovi Laboratori per nuovi appassionati

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ontinuano i laboratori della Scuola di Teatro. Si tratta di incontri organizzati per offrire una panoramica completa delle diverse fasi della creazione di uno spettacolo scenico, dall’analisi di un testo, alla scenografia, alla recitazione. Le iscrizioni sono sempre aperte ed è possibile iscriversi ad ogni singolo seminario fino a 15 giorni prima della data di inizio del laboratorio. Non è obbligatorio iscriversi a tutto il percorso: viene lasciata ad ogni persona la scelta di partecipare al singolo laboratorio, a seconda dell’interesse del partecipante. Per chi si iscrive a più seminari sono previste delle agevolazione economiche: singolo laboratorio al costo indicato nel programma; pacchetto da 3 laboratori: sconto del 10% sul totale; pacchetto da 7 laboratori: uno in omaggio - 670 euro anziché 770 euro (in quest’ultimo caso possibilità di pagamenti rateali). Ad aprile, terminato il ciclo di incontri, chi vorrà proseguire il percorso potrà accedere ad una seconda fase che prevede la produzione di uno spettacolo. I laboratori: • Il corpo specchio dell’anima: laboratorio di espressione corporea con Stefania Talia 3, 4, 5 febbraio

•L a luce racconta: laboratorio di illuminotecnica/lighting design con Stefano Mazzanti 18,19 febbraio •L ’anima dell’attore - il suo corpo espressivo: laboratorio di espressione attoriale con Valentina Salerno 2, 3, 4 marzo • Laboratorio di scenografia: analisi della scenografia teorica e pratica con Silvio Motta 16, 17, 18 marzo •M edea/frammenti di un atto tragico: laboratorio di analisi del testo con Pietro Arrigoni 30, 31 marzo e 1 aprile • I l suono del silenzio: laboratorio di composizione scenica di Fabrizio Visconti 13, 14, 15 aprile

Info Associazione Teatrale Culturale “CaraMella” tel. 339 7299337 www.teatrocaramella.it

Fai parte della Fondazione Dominato Leonense! Avrai diritto a sconti e agevolazioni sulle iniziative culturali da noi organizzate e in altri siti culturali del territorio

Quota socio privato: 100 euro all’adesione e 10 euro annui 14Quota socio istituzionale: 1.000 euro all’adesione e 100 euro annui

Info 030 9038463 info@fondazionedominatoleonense.it www.fondazionedominatoleonense.it


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