Marzo

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L'Azione 5 MARZO 2016

>FABRIANO<

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Giardini del Poio, che look! Un collegamento con il Palazzo del Podestà di DANIELE GATTUCCI

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estauro dei Giardini del Poio e realizzazione della nuova struttura di collegamento tra il Palazzo del Podestà e il Palazzo del Buon Gesù: questo intervento sarà portato a termine entro dicembre 2016 e sarà reso possibile dal sostegno finanziario di 100 mila euro erogato da Veneto Banca, ad integrazione dei 400 mila euro destinati dal comune al nuovo assetto del centro storico della città. Sono stati il sindaco di Fabriano Giancarlo Sagramola e il presidente del Comitato esecutivo di Veneto Banca, Maurizio Benvenuto, a presentare l’azione in favore del Polo delle Arti Visive e dei Giardini del Poio. Incontro al quale hanno preso parte anche gli assessori ai Lavori Pubblici Claudio Alianello e alla Cultura Barbara Pallucca, oltre a Roberto Evangelisti, dirigente del settore Assetto del Territorio e a Fabrizio Mora, responsabile per il centro Italia di Veneto Banca. “Ringraziamo Veneto Banca e il presidente Benvenuto” ha esordito il primo cittadino, “perché grazie

ai 100 mila euro elargiti possiamo portare a termine il piano generale di sistemazione del centro storico che ci permette di evitare il rischio di perdere le risorse ottenute dalla Regione Marche grazie ai fondi europei”. Un ennesimo intervento in favore della città voluto da Veneto Banca che ha sempre sostenuto l’amministrazione comunale nell’impegno di rilanciare cultura e turismo. Di rimando Benvenuto, presidente del Comitato esecutivo di Veneto Banca, ha puntualizzato: “Siamo da sempre impegnati nel rinnovamento e nel rilancio di Fabriano, in particolare abbiamo dedicato attenzione agli ambiti culturali e turistici, in quanto crediamo siano la leva per la ripresa socioeconomica di una realtà che ha subito un pesante ridimensionamento della sua capacità produttiva ed occupazionale. Anche per questo,

nel 2015, Veneto Banca è intervenuta con 600 mila euro, 340 mila destinati alla Fondazione Carifac ed il resto per la realizzazione del Museo Diocesano, oltre a contributi a vari enti. “Straordinaria rispetto ad altre” ha rilevato il responsabile del centro Italia di Veneto Banca

Mora, “l’attenzione verso la vostra realtà che il presidente Benvenuto sta sostenendo con grande determinazione, capacità e caparbietà. Siamo ininterrottamente banca del territorio con l’obiettivo precipuo di leggere, interpretare e sussidiare l’entroterra, vera fucina di idee e iniziative, nei confronti del quale vogliamo risolvere la gravosa crisi industriale. Lo scorso anno ci sia-

mo dedicati a fare da fondamento di interventi tra cui il supporto alla Cassa Integrazione Speciale, anche se in questi ultimi mesi ci è dispiaciuto vederci accomunare a differenti poli bancari, poiché noi abbiamo imboccato un idoneo e confacente percorso di trasformazione. Continuerò a dare l’apporto necessario alle attività del Comune”. A Roberto Evangelisti, dirigente del settore Assetto del Territorio è infine spettato di presentare l’intervento che si propone di dare attuazione all’Accordo di Programma Quadro sottoscritto tra la Regione Marche ed i Comuni di Fabriano, Genga e Sassoferrato per il recupero e la valorizzazione dei luoghi della cultura mediante la costituzione del Polo Bibliotecario e delle Arti Visive. Tale progetto prevede appunto, nel Comune di

Fabriano, la costituzione di un polo dell’Alta Valle dell’Esino che sarà costituito dal Palazzo del Buon Gesù, dal Palazzo del Podestà e dal Palazzo Molajoli, prevedendo la realizzazione di un collegamento tra i primi due all’interno dei Giardini del Poio.

L’area dei Giardini del Poio, delimitata su due lati dagli edifici da collegare e cinta da mura sugli altri due, si trova incastonata all’interno del tessuto urbano del centro storico a due passi da Piazza del Comune e da Piazza Cattedrale, ed è attualmente utilizzata come area esterna a servizio dell’edificio della Madonna del Buon Gesù. Afferma Evangelisti: “Pur mantenendo per buona parte la funzione di prezioso spazio verde all’interno del centro storico, in seguito all’intervento in oggetto potrà assolvere anche alla funzione di collegamento dei due edifici adibiti a spazi espositivi e costituenti un’importante parte del patrimonio monumentale della città. La struttura di collegamento sarà costituita da un tunnel con pareti e copertura di vetro e da uno spazio per eventi di pianta quadrata. Il tunnel e lo spazio per eventi saranno realizzati in piano, alla quota corrispondente all’uscita sul giardino situata al piano terra del complesso del Buon Gesù. La differenza di quota tra questo piano e l’ingresso al Palazzo del Podestà sarà superata grazie ad un impianto di sollevamento di nuova realizzazione rivestito in legno, o per mezzo di una nuova scala, non coperta. Il tunnel vetrato sarà realizzato con una struttura di acciaio inox costituita da telai di montanti e travi orizzontali, con pareti vetrate continue e copertura anch’essa vetrata, con pavimento in pietra bianca locale". Lo spazio per le manifestazioni e gli eventi sarà una zona pavimentata del giardino con solo una parte costantemente coperta, in continuità con il tunnel. La restante parte sarà coperta mediante due pergole bioclimatiche con lame frangisole orientabili che sarà possibile chiudere completamente L’intervento prevede altresì la realizzazione di nuovi impianti di illuminazione, antincendio e fognario.

Due refusi sull'editoriale scorso Nell’ultimo “controcanto-controcorrente” due refusi hanno reso non chiaro il mio pensiero. Primo. All’inizio dell’articolo scrivevo delle “contingenze politiche e mediatiche” (non medio etiche, come invece è venuto fuori). Secondo. Nelle ultime righe affermavo che “non si vede all’orizzonte un Partito Popolare non confessionale e aggiornato rispetto a quello di Sturzo (ma è davvero impensabile?”). E’ saltato il punto interrogativo e quindi l’articolo ha finito per dire il contrario di ciò che volevo dire: che cioè non è affatto impensabile e bisognerebbe discuterne, partendo da un’analisi critica appassionata della sfortunata esperienza del Partito Popolare di Martinazzoli. Il punto centrale della mia riflessine era comunque l’esigenza di rafforzare la presenza dei cattolici a livello culturale e dei mass-media, ora molto debole. E il progetto culturale della Chiesa italiana? Aldo Crialesi

La destra che c’è e la noia che ci sarà La destra fabrianese, affetta da persistente letargia, ha dato un primo, flebile segnale di risveglio: è nata Fratelli d’Italia, ma forse già esisteva come cellula dormiente. La differenza è che ora esprime un direttivo ed è quanto basta perché ciò che conta è maneggiare un marchio che può intercettare un mercato politico. Piccolo o grande che sia. Fratelli d’Italia comunque c’è e oltre a ricostruire un’area elettorale di destra aiuta a tenere desto il teatrino della politica locale. Già perché il voto è uno show in cui ci si divide una torta e chi non partecipa al banchetto lascia di sicuro la sua fetta agli altri. La porzione potenziale della destra è quella ereditata nel 2012: qualcosa in più del 20%. Un valore ormai datato e ridotto dal declino del berlusconismo e dalla crescita del Movimento 5 Stelle che ha fatto romanella pure a destra. Di conseguenza il potenziale verosimile si aggira attorno al 15%, un valore che non porta al ballottaggio ma basta e avanza per trattare con un Pd che ha sdoganato la negoziazione Verdini Style. Per questo Fratelli d’Italia ha bisogno di massa critica e può funzionare solo se si riparano i cocci di Forza Italia - che a Fabriano potrebbe spuntare un 6-7% - e se qualcuno apparecchia una lista della Lega Nord che può attrarre un 5-6% di voti destinati a sparpagliarsi senza il simbolo nordista. Dubito che a Fabriano siano disponibili figure in grado di sostenere un’azione leghista e non credo che possa farlo l’ex Presidente Pariano perché porterebbe nella Lega contraddizioni che il suo stesso elettorato farebbe fatica a tollerare. Ma c’è anche un altro interrogativo da considerare e cioè quale strada intenda percorrere Progetto Fabriano, il raggruppamento che ha preso il posto dell’Ncd nascendo come frattura rispetto ai simboli e alla cultura della destra. Le motivazioni che ne hanno determinato la nascita rendono poco credibile l’ipotesi che Progetto Fabriano possa aggregarsi in uno schema politico che smentirebbe il suo certificato di origine, e ciò significa che si va verso una destra senza il palliativo dell’ammorbidente civico. Una destra prigioniera di un triplice paradosso: essere inscritta in un destino di terza forza senza possibilità di primato, esprimere un’aggregazione passatista e sapere di essere spronata, in funzione antigrillina, dal Pd, che avrebbe un bel tornaconto da una sua presenza in grado di sottrarre all’astensione e alla protesta una fetta di elettorato. Di sicuro il riassestamento politico della destra fabrianese restringe le dimensioni della prateria e dell’elettorato fluttuante. Un processo che taglia le gambe a quegli ambienti cittadini che hanno coltivato una tentazione civica per dare vita una forza di interdizione capace di giocare ai due forni con il Pd e con il Movimento 5 Stelle. Insomma, si profilano elezioni comunali noiose, senza scosse e a risultato quasi scontato. Il contrario di quel che servirebbe.


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