"Il castello" sul Monte Rocca di Caldiero

Caldiero Ipotesi di recupero e riutilizzo del “Castello” sul monte Rocca 1

“Sulla Rocca di Caldiero sono state rinvenute tracce di villaggi preistorici, in particolare dell'età del ferro. I Romani usavano colonizzare e controllare le terre su cui venivano ad insediarsi. Anche a Caldiero i Romani eressero un avamposto fortificato nel Monte Rocca, come risulta dalle tracce di esso e dalla centuriazione del territorio.

Questo avamposto (fortificazione contenente soldati di avanguardia) serviva soprattutto per la vedetta delle vie di comunicazione: controllava infatti l'attuale statale 11 e la strada che, attraverso Belfiore, oggi porta a Legnago.

A partire dal 476 d.C., i popoli barbari (Vandali, Ostrogoti, Unni) invasero Caldiero e assediarono con maggior violenza il Monte Rocca. Da questo periodo la Rocca venne utilizzata come rifugio dagli abitanti delle cittadine circostanti, tanto che intorno al 700-800 d.C. cominciò la costruzione della rocca medievale. Nell'età del Medioevo il Vescovo aveva il potere spirituale e temporale del Castello e della Terra di Caldiero.

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Il Monte Rocca e la sua storia – Istituto Comprensivo “A. Pisano” Caldiero

Nei pressi di quest'ultimo, fra l'autunno del medioevo e la primavera rinascimentale ci furono molte lotte per la successione alla dinastia degli Scaligeri. Verso la fine dell'età Medioevale, precisamente nel 1233, fu dato fuoco più volte alla Rocca di Caldiero, a causa delle continue rivalità tra Guelfi e Ghibellini. Ezzelino da Romano persuase il popolo, che gli era amico, a distruggere il Castello di Caldiero, dicendo che, capitando nelle mani dei Guelfi, sarebbe potuto servire ai danni dei Veronesi. Dopo la distruzione e l'incendio a opera di Ezzelino da Romano nel 1239 e le molte battaglie sostenute successivamente, sino al 1404, a opera di Galeazzo Gonzaga che fu preso prigioniero dai Carrare si, iniziò un periodo di relativa calma durante il quale cominciarono a diffondersi nell'intera area veronese le idee umanistiche, preludio del Rinascimento. Iniziarono a ritrovarsi letterati ed artisti, fra i quali Ermolao Barbaro, si tornò a fare cultura ed arte, seguendo i nuovi impulsi del ritorno all'antico e della letteratura classica. Sappiamo che vennero recuperate e ristrutturate le vasche termali, ma non si hanno notizie sul recupero degli edifici situati sul Colle, come illustrato da un acquerello quattrocentesco di autore ignoto che si trova presso la Biblioteca Comunale di Verona. In questo acquerello si illustra il circolo umanistico di Villa Banda, a Caldiero, con la presenza dell'esimio Ermolao Barbaro. In questa illustrazione si individua nettamente il Colle dove vengono raffigurati un muro di cinta, una fortificazione e una costruzione che sembra una Villa con frontone greco, il tutto in stato di abbandono e rovina. Si deve dedurre quindi che, mentre erano state previste cure al recupero delle terme, il Colle venne lasciato in completo abbandono. Si ritiene che nel 500 la situazione rimase invariata ma si cominciò a pensare al recupero delle costruzioni del Monte Rocca. “

Stato di fatto Durante l'impero Asburgico si censirono gli edifici del Monte Rocca e delle Terme con procedimenti di sanatoria, che però non vennero mai realizzati a causa delle guerre di indipendenza. Per tutto il '700, sotto l'influsso illumini sta, si tentò la realizzazione di un impianto termale e, dopo aver analizzato le acque, si continuò anche con progetti dei primi dell'800. Si deve però attendere sino alla metà dell'800 perché, a opera del Dott. Parisi, si effettuasse il restauro del corpo di fabbrica denominato castello, riportandolo agli originali splendori.

L'intervento comprendeva anche la costruzione in stile goticheggiante neoclassico della villa ottagonale costruita su disegni di Guido Gaspari.

Oltre alla villa, si prevedeva la costruzione di un'ala laterale a un piano, adibita a belvedere e un giardino che univa la villa al castello con un suggestivo percorso.

I lavori furono completati ai primi del 1900 dal banchiere Barni.

“Dal sentiero del parco si nota una costruzione grigia, che pare un castello, e che è effettivamente chiamato “castello”, costruito nella prima metà dell’Ottocento e commissionato dal medico Luigi Parisi sull’esempio del primo castello della collina, quello distrutto da Ezelino da Romano. Vederlo così, non sembra poi tanto interessante.”

Inserimento Dagli interventi effettuati risulta chiaro che, se non si dà una funzione all’edificio e all’intera area, tutto è destinato a degradare e, col tempo, sparire. Le cose rilevanti nell’area del “castello” sono: la posizione, il parco circostante, la vicinanza con le terme.

Questi elementi sono la base per dare nuova vita al luogo, da qui la proposta. L’edificio e l’area di “pertinenza” sono recuperati e destinati a struttura di supporto all’attività termale: ricezione, manifestazioni, mostre, ristorante permanente.

Planimetria

Piano terra

1 – piazzale di arrivo 2 – atrio 3 – guardaroba e servizi 4 – sala degustazioni 5 – scala all’enoteca 6 – sala conferenze 7 – scala della torre 8 – scala al piano inferiore 9 – ristorante all’aperto 10 – pozzo luce 11 - bar all’aperto 12 – scala di sicurezza

Piano interrato

5 – scala all’enoteca 10 – pozzo luce 12 – scala di sicurezza 13 – servizi 14 – cucine 15 – sala ristorante 16 – salottino 17 – ricezione 18 - enoteca

Piano primo

7 – scala della torre 19 – sala a disposizione 20 – copertura vetrata dell’atrio 21 – copertura bar esterno 22 – terrazzo del piano terra

Sezioni

Spaccati

Prospetti

vedute

Immagini