Chailly - Tjeknavorian | Sibelius - Brahms | 29.4 Program Book

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Riccardo Chailly Emmanuel Tjeknavorian 29

aprile 2019


FONDAZIONE DI DIRITTO PRIVATO

S TAG I O N E D I C O N C E R T I 2 018 | 2 019

Lunedì 12 novembre 2018, ore 20 Inaugurazione

M

Maxim Vengerov, violino Šostakovič Concerto n. 1 per violino op. 77 Bartók Concerto per orchestra

Y

CM

MY

CY

CMY

K

Lunedì 29 aprile 2019, ore 20

Sol Gabetta, violoncello Ravel Alborada del gracioso Lalo Concerto per violoncello Wagner Tristan und Isolde, Vorspiel und Liebestod Debussy La mer; Printemps

Emmanuel Tjeknavorian, violino Sibelius Finlandia, poema sinfonico op. 26 Concerto per violino op. 47 Brahms Sinfonia n. 1 op. 68

Lorenzo Viotti

Riccardo Chailly

C

Lunedì 25 marzo 2019, ore 20

Lunedì 4 febbraio 2019, ore 20

Valery Gergiev

Orchestra del Teatro Mariinskij Debussy Prélude à l’après-midi d’un faune Mendelssohn Sinfonia n. 4 op. 90 Italiana Musorgskij - Ravel Quadri da un’esposizione

Lunedì 13 maggio 2019, ore 20

Daniele Gatti

Mozart Sinfonia n. 29 K 201 Šostakovič Sinfonia n. 5 op. 47

Lunedì 1 aprile 2019, ore 20

Fabio Luisi

Weber Oberon, Ouverture Bruckner Sinfonia n. 7

Lunedì 11 marzo 2019, ore 20

Edward Gardner

Riccardo Chailly

Igor Levit, pianoforte Janáček Jealousy, Preludio dall’opera Jenufa Beethoven Concerto per pianoforte n. 4 op. 58 Dvořák Sinfonia n. 7 op. 70

Lunedì 27 maggio 2019, ore 20

Michele Mariotti

Arcadi Volodos, pianoforte Beethoven Concerto per pianoforte n. 3 op. 37 Ives Sinfonia n. 2

Lunedì 15 aprile 2019, ore 20

Domenica 13 ottobre 2019, ore 20

Sergey Khachatryan, violino Bruch Concerto per violino n. 1 Mahler Sinfonia n. 1 Titan

Isabelle Faust, violino Britten Concerto per violino op. 15 Berlioz Symphonie fantastique op. 14

Myung-Whun Chung

Daniel Harding

I programmi possono subire variazioni per ragioni artistiche e tecniche. Si prega di verificare sul sito www.filarmonica.it

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www.filarmonica.it tel. 02 72023671

Impaginazione e stampa Leva srl - Via Arbe 77 - Milano


Teatro alla Scala LunedĂŹ 15 aprile 2019, ore 20 Concerto sinfonico della

Filarmonica della Scala Direttore

Riccardo Chailly Violino

Emmanuel Tjeknavorian

Main Partner

Il concerto sarĂ trasmesso in diretta su Rai Radio3 Siamo lieti di offrire ai nostri abbonati e a tutti gli spettatori questo programma, disponibile anche in digitale sul sito filarmonica.it a partire da una settimana prima del concerto.


PROGR 1

Jean Sibelius [1865 – 1957]

Finlandia poema sinfonico op. 26

2 Concerto per violino e orchestra in re minore op. 47 Allegro moderato Adagio di molto Allegro, ma non tanto

Composizione: 1899 (revisione 1900) Prima esecuzione: Helsinki, 2 luglio 1900 Organico: due flauti, due oboi, due clarinetti, due fagotti; quattro corni, tre trombe, tre tromboni; bassotuba; timpani, percussioni; archi Durata: 8 minuti circa

Composizione: 1903 – 1904 (revisione 1905) Prima esecuzione: Helsinki, 8 febbraio 1904 Organico: due flauti, due oboi, due clarinetti, due fagotti; quattro corni, due trombe, tre tromboni; timpani; archi Durata: 31 minuti circa


AMMA 3

Johannes Brahms [1833 – 1897]

Sinfonia n. 1 in do minore op. 68 Un poco sostenuto; Allegro Andante sostenuto Un poco allegretto e grazioso Adagio; PiĂš andante; Allegro non troppo, ma con brio

Composizione: 1855 - 1876 Prima esecuzione: Karlsruhe, Badisches Hoftheater, 4 novembre 1876 Organico: due flauti, due oboi, due clarinetti, due fagotti, controfagotto; quattro corni, due trombe, tre tromboni; timpani; archi Durata: 45 minuti circa



Essere se stessi

Testi di Sandro Cappelletto Scrittore e storico della musica è nato a Venezia nella seconda metà del Novecento. Autore di numerose pubblicazioni e di testi per il teatro musicale, è stato direttore artistico della Filarmonica romana. Accademico di Santa Cecilia, firma come direttore scientifico il volume "Il contributo della Musica italiana alla storia del pensiero" (Treccani, 2018). Giornalista professionista, scrive per il quotidiano La Stampa.

Akseli Gallen-Kallela Nuvole su un lago, 1904. Olio su tela In copertina: Harald Sohlberg, Notte d'inverno sulle montagne, 1914. Dulwich Picture Gallery, Londra

Rimanere se stessi mentre attorno tutto cambia. Può essere questo il tratto comune che lega le personalità e le poetiche, pur così diverse, di Jean Sibelius e Johannes Brahms? Le opere in programma sono separate da una trentina d’anni, in quel periodo di tumultuosi, fertilissimi mutamenti che la musica europea attraversa tra gli ultimi decenni dell’Ottocento e l’alba del nuovo secolo. Finlandia richiama argomenti tornati di prepotente, anche minacciosa, attualità: la rivendicazione di un’identità e di un’indipendenza nazionali. La patria di Sibelius era allora oppressa dal dominio della Russia zarista e quando questa occupazione intende diventare ancora più soffocante, è proprio il fortunatissimo lavoro di un artista tuttora considerato il compositore nazionale finlandese a dare anima al desiderio di libertà di un popolo che vedeva oppressi i propri ideali. Ma la forza di questa musica travalica presto i confini nazionali e diventa, in modo perfino inatteso per il suo autore, un emblema universale. Da un appunto del Diario di Sibelius: «Vorrei paragonare la sinfonia a un fiume. Esso nasce da diversi ruscelli che si cercano l’un l’altro e così il fiume procede largo e potente verso il mare. Oggi si scava largo e potente il letto del fiume, cioè si costruisce il fiume. Ma da dove si prende l’acqua? In altre parole non si lascia assumere la loro forma ai motivi e alle idee musicali». Anche nell’appassionante Concerto per violino «l’acqua» proviene da diverse fonti, e tutte confluiscono nel ribadire la cifra peculiare di un artista che non si è mai preoccupato di diventare o restare alla moda. Massimo Mila immaginava Johannes Brahms seduto sulla vetta di una montagna mentre contempla il paesaggio sottostante: dietro di lui il rassicurante territorio del classicismo, davanti uno spazio confuso, dove è necessario avventurarsi, ma altrettanto difficile trovare un cammino sicuro. La strada possibile sarà quella indicata dalla sua Prima sinfonia, nata dopo una gestazione lunghissima, che sembrava non dovesse finire mai? Oggi come allora, ascoltare le sinfonie di Brahms rende sensibile il bisogno che abbiamo della loro energia e del loro ordine complesso che sa placare le nostre ansie. 7


Jean Sibelius Finlandia poema sinfonico op. 26 «Volevo diventare un virtuoso del violino»

Il successo di Finlandia era così travolgente che le trascrizioni si moltiplicavano. Per pianoforte, per orchestra d’archi, per banda militare, per marimba e orchestra, per orchestra e coro con l’aggiunta di un testo patriottico non previsto dall’autore: «Non l’ho pensata perché sia cantata. E’ scritta per un’orchestra. Ma se il mondo la vuole cantare, non posso farci niente», commenta Sibelius. Nel 1921 a Bergen, in Norvegia, la ascolta suonata da un trio in versione sottofondo da ristorante: è troppo e, cortesemente, chiede di smettere. A Finlandia è toccata la sorte, rara per un’opera d’arte, di incontrare lo spirito del tempo, di esaltarlo per venirne a sua volta esaltata. Noi italiani conosciamo un esempio simile, forse uno soltanto: il “Va’ pensiero” dal Nabucco di Giuseppe Verdi. Lo spirito del tempo, nella Finlandia di fine Ottocento, parla chiaro. Il territorio è un Granducato compreso nell’Impero russo e lo zar Nicola II accentua una politica di russificazione che culmina nel febbraio del 1899, quando un Manifesto annuncia l’intenzione di stroncare la residua autonomia politica finlandese, di limitare la libertà di parola e di riunione, di esercitare la censura sui giornali. Il proclama ottiene l’effetto di accentuare le rivendicazioni di indipendenza (raggiunta nel dicembre 1917, sull’onda della Rivoluzione sovietica) e di nutrire una corrente di pensiero fortemente rappresentata tra artisti e intellettuali e tesa a rimarcare nella letteratura, nella pittura e nella musica, le radici e i sentimenti dell’identità nazionale. Sibelius crea in quegli stessi mesi delle “marce di resistenza” per coro e il 4 novembre 1899 (perdonerete la pedanteria di qualche data, ma la successione degli eventi è significativa) nel Teatro Svedese di Helsinki, durante un concerto con tableaux vivants in occasione delle Giornate della stampa, viene eseguita Suomi herää (“Destati, Finlandia”). È la prima versione dell’opera che conosciamo oggi come Finlandia e che il compositore rivede 8


Akseli Gallen-Kallela Stockflotte, 1908. Olio su tela

l’anno successivo, segnato da una lunga tournée europea con l’Orchestra Filarmonica di Helsinki. In quei mesi Sibelius visita per la terza volta l’Italia, paese molto amato e che ha saputo contraccambiarlo: nel 1904 Arturo Toscanini dirige la sua musica in un concerto a Bologna, nel 1916 viene nominato Accademico di Santa Cecilia, nel 1923 è all’Augusteo di Roma per condurre un proprio concerto monografico. Nel luglio 1929 il Governo Italiano gli conferisce l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce. Finlandia è «il brano più conosciuto di Sibelius, un simbolo inconfondibile del suo paese. Per quanto riguarda il contenuto politico, non potrebbe essere più facile da afferrare: sottomissione, improvviso risveglio e conflitto, liberazione verso il futuro sottolineata da un carattere innodico» (Daniel Grimley). Egmont di Beethoven, Ouverture 1812 di Caikovskij sono stati spesso citati come i predecessori di quest’opera militante. Va tuttavia evitata la tentazione di circoscriverla all’interno di una contingente circostanza storica: fosse soltanto questo, Finlandia sarebbe da tempo uscita dal repertorio. «Quello che per me è veramente sinfonico è l’imperativo che percorre il tutto, e questo in contrapposizione al pittoresco»: Sibelius ha le idee chiare, il «pittoresco» conduce al bozzettismo e la musica a carattere patriottico può essere rischiosa, se il desiderio di cavalcare l’onda del tempo facilmente deborda nella retorica. Finlandia che pure è indissolubilmente legata alla geografia paesaggistica, poetica e culturale della patria amatissima trasmette, già negli accordi forte – sforzato – fortissimo che scandiscono le prime battute dell’Andante sostenuto, una sensazione di marziale e arcaica prestanza, di forza solenne e inscalfibile: corni, tromboni, tuba, timpani prevalgono, preparando l’entrata prorompente delle trombe. Un inno, un appello, una certezza: la Finlandia si desterà. L’articolazione formale prevede altri due momenti, Allegro moderato e Allegro: lo sguardo rimane fermo, mentre brevemente prevalgono prima un afflitto compianto, poi i ricordi ai quali è dolce abbandonarsi di un tempo perduto ed evocato. Due parentesi utili ad evitare il rischio di una composizione monolitica, prima che ritorni nel finale il motivo dell’avvio, ora indicato forte crescendo possibile, più che fortissimo, fortissimo, rispettando così il principio di costruzione unitaria che caratterizza l’ampia produzione sinfonica del compositore, tuttora considerato un eroe nazionale. 9


Concerto per violino e orchestra in re minore op. 47 «Volevo diventare un virtuoso del violino e l’elemento performativo assume sempre delle strane forme dentro di me», troviamo scritto negli appunti di Sibelius nei giorni che precedono l’inizio della composizione del Concerto per Violino e Orchestra op. 47. La genesi sarà lunga e complessa; la prima esecuzione a Helsinki nel 1904 viene severamente recensita dal principale critico finlandese che rimprovera all’autore le eccessive concessioni ad una scrittura virtuosistica (nel 1991 Leonidas Kavakos ha registrato per la prima volta la versione originale). Sibelius procede allora ad un’ampia revisione, amplia spessore e coerenza dell’orchestra, in vista del secondo e definitivo debutto, a Berlino nel 1905, per la direzione di Richard Strauss, solista Karel Haliř, interprete allora celeberrimo. Da allora, l’opera è stabilmente rimasta in repertorio. Il compositore aveva iniziato lo studio dello strumento a 15 anni e per qualche tempo la sua ferma convinzione fu quella di diventare violinista; sostenne anche un’audizione per entrare nei Filarmonici di Vienna. La giuria apprezzò, ma non lo scelse e, notata una palese iper-sensibilità, gli raccomandò di cessare la pratica dello strumento per non compromettere l’equilibrio nervoso. Sibelius abbandonò quel desiderio per dedicarsi alla composizione. Lo spunto per il motivo d’apertura del primo dei tre movimenti dell’unico concerto da lui composto per strumento solista arriva al compositore durante un soggiorno a Rapallo nel 1901. Sibelius raramente ammette di venire colto da rapinosa ispirazione; ha piuttosto la consuetudine di partire da un’idea germinale, di lavorarci tenacemente, ampliandola e modificandola. Possiamo così seguire, nella stesura dell’Allegro moderato, l’intenzione di preservare la freschezza di un carattere rapsodico pur all’interno di una organizzata cornice formale. Da un appunto del Diario del compositore: «Vorrei paragonare la sinfonia a un fiume. Esso nasce da diversi ruscelli che si cercano l’un l’altro e così il fiume procede 10


Helene Schjerfbeck The Old Manor, 1901. Olio su tela

largo e potente verso il mare. Oggi si scava largo e potente il letto del fiume, cioè si costruisce il fiume. Ma da dove si prende l’acqua? In altre parole non si lascia assumere la loro forma ai motivi e alle idee musicali». Anche in questo concerto «l’acqua» proviene da diverse fonti. Una scrittura violinistica di grande impegno tesa all’espressività e non a un vacuo virtuosismo; il dispiegarsi, in particolare nell’Adagio di molto, di una generosa cantabilità, più intima che esibita; la persistenza, evidente nel conclusivo Allegro ma non tanto, di un dialogo ritmicamente vivace e più solidale che antagonista con l’orchestra; la convivenza di un’atmosfera tardo romantica con il persistere dell’essenzialità della scrittura: «Sibelius si trovò di fronte all'esigenza di conciliare due fattori difficilmente conciliabili; da un lato la lunga e illustre tradizione del Concerto romantico, in cui il virtuosismo doveva trovare il suo spazio adeguato, dall'altro il proprio personale stile compositivo, in cui l'idea del neoprimitivismo, di una sobrietà e profondità di pensiero, rifletteva una rivendicazione di identità culturale per la Finlandia» (Arrigo Quattrocchi). In questa sintesi, e in anni in cui emergeva il nuovo sinfonismo di Gustav Mahler, troviamo l’identità stilistica di Sibelius, tenacemente perseguita anche nei periodi successivi di una lunga e nobile vita d’artista.

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Johannes Brahms Sinfonia n. 1 in do minore op. 68 «Non comporrò mai una sinfonia. Non puoi avere idea di che cosa si provi sentendosi marciare alle spalle un simile gigante»

Van Gogh Salici al tramonto, 1888. Olio su tela

Nel 1933, centenario della nascita del compositore di Amburgo che viaggiò a lungo nel nostro paese e scelse di vivere a Vienna, Arnold Schoenberg tenne una conversazione, raccolta poi nel volume Stile e idea. Il titolo era esplicito, Brahms, il progressivo: «Brahms il classico, il tradizionalista, è stato un grande innovatore nel regno del linguaggio musicale: in effetti, è stato un grande progressista». Attorno alla sua opera, mentre era in vita e per lungo tempo ancora, si è consumata una aspra battaglia. Alla nuova «opera d’arte totale» teorizzata e realizzata da Wagner, Brahms contrapponeva il rifiuto della scena lirica, dell’esteriorità di una rappresentazione di teatro musicale. E mentre il genere del poema sinfonico – con tanto di titolo, racconto esplicativo, immaginifica densità di idee e di situazioni narrative – trovava i propri campioni prima in Franz Liszt poi in Richard Strauss, lui continuava a comporre pure sinfonie in quattro movimenti. Quando aveva appena venti anni Robert Schumann lo indicò come l’atteso giovane genio in Nuove vie, uno degli articoli più ispirati nella storia della pubblicistica musicale: «Attendevamo qualcuno che ci manifestasse la perfezione magistrale non in uno sviluppo graduale, bensì di colpo, come Minerva uscì già interamente armata dal capo del Cronide. Ed eccolo qui: un giovane alla cui culla hanno vegliato Grazie ed Eroi. Il suo nome è Johannes Brahms, è venuto da Amburgo, dove creava in silenziosa oscurità, ma istruito da un insegnante ottimo ed entusiasta (Eduard Marxsen) alle più difficili forme dell’arte, e poco prima del suo arrivo mi era stato raccomandato da un noto e venerato maestro (Joseph Joachim). Anche esteriormente egli presentava tutti quei segni che ci annunciano: ecco un eletto! Seduto al pianoforte, iniziò a svelarci regioni meravigliose. Noi venivamo attirati in cerchi sempre più magici. Si aggiunga un modo 13


di suonare straordinariamente geniale, che del pianoforte faceva un’orchestra di voci ora lamentose, ora esultanti di gioia. Erano Sonate o piuttosto Sinfonie velate, Lieder la cui poesia si potrebbe capire anche senza conoscere le parole, per quanto una profonda melodia vocale li percorra tutti…Ogni brano così diverso dall’altro da sembrare ciascuno sgorgato da un’altra sorgente. E sembrava poi che egli passando come un fiume scrosciante, unificasse tutte queste sorgenti in un’unica cascata, le onde precipiti coronate da un placido arcobaleno e accompagnate sulla riva da svolazzanti farfalle e da canti di usignoli…Quando la sua bacchetta si abbasserà sulle massi orchestrali e corali, noi potremmo allora entrare nel mondo degli spiriti». Schumann intuisce le specificità del giovane musicista: il carattere sinfonico delle composizioni pianistiche, l’aspetto liederistico presente anche quando mancano le parole, la capacità di «unificare tutte queste sorgenti in un’unica cascata». Una simile investitura può anche trasformarsi in uno choc e da allora trascorreranno ventitre anni prima che Brahms prenda il coraggio di «abbassare la bacchetta» su una sinfonia. La Prima delle quattro che comporrà nasce a Karlsruhe nel 1876; Brahms compiva 43 anni, aveva già scritto lavori di grande rilievo per orchestra (le Variazioni su un tema di Haydn), per coro e orchestra (Un Requiem tedesco), per strumento solista e orchestra (il primo Concerto per pianoforte), ma una Sinfonia, il genere che poteva laureare un compositore, ancora no. Schumann aveva composto la sua ultima sinfonia nel 1851, Mendelssohn nel 1842: al momento del debutto, l’attesa nel mondo musicale è grande. Nel 1862 l’impresa era sembrata potersi compiere: Clara Schumann, scrivendo all’amico violinista Joseph Joachim, racconta del vigore dell’Allegro iniziale. Ma anni dopo Bramhs confida al direttore Hermann Levi: «Non comporrò mai una sinfonia. Non puoi avere idea di che cosa si provi sentendosi marciare alle spalle un simile gigante». Beethoven naturalmente, la sua ombra lunga. Wagner parlò a 14

Van Gogh Oliveto con nuvola bianca e rocce, 1889. Olio su tela


proposito della Prima di «celebri compositori che si possono incontrare in concertimascherate…travestiti da ultrasolidi sinfonisti in numero dieci». Lavorare venti anni per creare una nuova sinfonia e sentirsi dire di aver composto nient’altro che un calco beethoveniano. Anche quando fioccavano i complimenti – come quelli del direttore Hans von Bülow: «Finalmente abbiamo la Decima sinfonia!» e del critico Eduard Hanslick: «Non esiste compositore che si sia altrettanto avvicinato alle grandi sinfonie beethoveniane» – la memoria ritornava sempre lì, ingigantendo il peso del confronto. L’avvio cattura subito la nostra attenzione, e questo è un dono che non tutti i compositori possiedono: accordi forte e legato dell’intera orchestra, il ritmo segnato dai colpi dei timpani, la percezione di trovarci non all’inizio ma nel cuore di un percorso già iniziato, che dobbiamo affrettarci a seguire. L’impeto si arresta, il passo rallenta, l’intensità del suono scende, appare il disegno di una melodia lieve, ma con lei, oltre lei si staglia un presentimento ansioso, incombente: un magistrale dominio del teatro del suono – vera e propria dichiarazione poetica e programmatica dell’autore: il suono può esprimere tutto – caratterizza le battute del Un poco sostenuto che precedono l’avvio del vastissimo Allegro. Lo attraversano tre temi principali, che generano cinque idee secondarie: una tale dovizia di materiale emerge e si con/fonde, affiora, scompare, ritorna anche per brevi momenti, per veloci incisi sbalzati in primo piano: «Risultato di questo procedimento è l’attenuazione del nucleo della forma-sonata beethoveniana, dell’impeto dinamico dello sviluppo che ha come meta l’inizio della ripresa» (Christian Schmidt). Il fluire della musica come lo scorrere della vita, dove il presente convive con la memoria, l’attesa con il ricordo. Il rispetto dello schema, antico ormai, della forma sonata si unisce al superamento delle sue schematicità nel sovrapporsi delle idee portanti, nell’alternanza tra la prevalente massiccia densità della scrittura e momenti di abbandono, di alleggerimento, in una concezione unitaria evidenziata nelle ultime battute dal ritorno del primo tema, che si dissolve in un progressivo allentarsi del tempo del racconto e nello sfumare dell’intensità. Non abbiamo l’abitudine di associare Brahms a un’idea di tenerezza; così quando, nell’Andante sostenuto, dopo l’introduzione degli archi, l’oboe, seguito da clarinetti, flauti, fagotti, corni disegna la sua breve melodia, ci aspettiamo che presto di nuovo prevalga lo spessore della tessitura orchestrale, come in effetti avviene; però, quella voce ritorna e schiude il finale del movimento. Il primo violino prende un andamento concertante, spicca come protagonista – espressivo raccomanda Brahms – si abbandona 15


a degli arabeschi, mentre dapprima oboi e corni – anch’essi espressivi – poi tutte le voci dell’orchestra ne assecondano il cammino, che sale e reclina, cresce e diminuisce. Nell’atmosfera conciliata di questo episodio, nel quale la soggettività di uno strumento viene accolta nel fluire dell’insieme, Brahms esprime l’ideale, ora così lontano da noi, di un necessario respiro comune tra l’uomo e la voce della natura. Piano e dolce si avvia il primo tema del terzo tempo, Un poco allegretto e grazioso, affidato al clarinetto. Note legate, accompagnamento degli archi indicato pianissimo sempre: prevale la dimensione dell’idillio, interrotta da un addensarsi della scrittura che precede un danzante passaggio in 6/8: è la Pastorale di Brahms, un’età dell’innocenza legata alla fisicità della terra e insieme sospinta da un afflato cosmico, nella pace di quel poco a poco più tranquillo della coda, quando il suono si dipana piano e dolce come all’inizio, prima che nell’ultima battuta il pizzicato degli archi si incarichi di far svanire il sogno. La più raccolta dimensione di secondo e terzo tempo anticipa l’ultimo movimento, che dall’iniziale do minore passa al conclusivo do maggiore lungo tre episodi successivi - Adagio / Più andante / Allegro non troppo ma con brio - che si snodano senza soluzione di continuità creando un’architettura tanto ampia quanto compatta. Il monumentale tempo di sonata è avviato, con voluta simmetria rispetto al primo movimento, da un’introduzione solenne e ombrosa. La compattezza della scrittura assume un aspetto grandioso e sacrale nel tema del Più andante presentato dai corni e valorizzato nella sua ricchezza melodica dal flauto. «Il Finale, preparato e condotto da una drammatica Introduzione che acuisce l’attesa fino a un livello insostenibile, sbandiera un trionfale corale d’orchestra in 4/4 in do maggiore che pare una parafrasi dell’Inno alla Gioia nella Nona Sinfonia. A chi glielo fece rilevare, Brahms rispose col suo solito bel garbo: «Anche un asino se ne accorgerebbe». Cioè, l’aveva fatto apposta, la somiglianza era cercata. Per un atto di omaggio verso il Grande, o per una franca accettazione della pericolosa eredità?» (Massimo Mila). Mentre l’alba del decadentismo europeo era iniziata, Brahms appare come lo scalatore che, giunto alla vetta della montagna, contempli due paesaggi: la saldezza del classicismo dietro di lui, un orizzonte del tutto incerto davanti a lui. Brahms amava l’archeologia, scienza che nutre il pensiero, lo storicizza. Ascoltare le sue sinfonie rende sensibile la necessità che abbiamo, oggi come allora, della loro energia e del loro ordine complesso. Brahms ha scritto «musica per adulti» (Arnold Schoenberg) e gli adulti hanno bisogno che le proprie ansie vengano placate da alcune, magari poche ma non negoziabili certezze. 16


Sigmund Lipinsky Meeresstille (Calma marina), 1912. Acquaforte e bulino

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Jean Sibelius

1865 Jean (Jan) Sibelius nasce ad Hämeenlinna, in Finlandia, da famiglia di origine svedese. Apprende i primi rudimenti musicali dal direttore della locale banda militare. Studia il pianoforte ma soprattutto il violino, strumento che poteva portare con se’ durante le sue solitarie passeggiate nella natura. 1884 Si trasferisce ad Helsinki, dove si iscrive all’istituto Musicale e inizia corsi regolari di violino e composizione. Conosce Ferruccio Busoni, con cui stringe duraturi rapporti di amicizia. 1890 Ottiene una borsa di studio grazie alla quale si reca per due anni consecutivi a Berlino e a Vienna. Il contatto con gli ambienti musicali delle due capitali risulterà fondamentale nell’aquisizione dello stile compositivo di Sibelius, caratterizzato da un grande rigore formale e da una eccellente abilità di orchestrazione. 1892 Il primo, grande successo ottienuto con il poema sinfonico Kullervo, tratto dal poema nazionale del Kalevala, lo induce a dedicarsi alla composizione di musiche legate alle tradizioni del suo paese, che solo allora stava vivendo il suo periodo risorgimentale. Sono di questo periodo i poemi sinfonici En Saga e Karelia. 1897 Riceve dalla stato una sovvenzione permanente, che gli permette di dedicarsi esclusivamente alla composizione e che lo lega ancora maggiormente al suo paese. 1899 Termina la sua Prima sinfonia e compone il brano Finlandia, che molto contribuirà a stimolare la cultura nazionale e le aspirazioni

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indipendentiste. 1900 Inizia una serie di tournee che lo vedranno presente a Parigi, a Roma, a Berlino, dove, nel 1902, dirige En Saga, riscuotendo un lusinghiero successo, e in Gran Bretagna, paese che accoglierà sempre con molto favore la musica di Sibelius. 1903 Si trasferisce in una casa di campagna a Järvenpää, poco a nord di Helsinki. Nella tranquillità del suo rifugio in mezzo alla natura nascono alcuni tra i più importanti capolavori di Sibelius: il concerto per violino, le musiche di scena per La morte, che contengono il celebre Valse triste, Pelléas et Melisande e la Terza sinfonia. 1914 La sua fama giunge fino nel nuovo continente. Il festival di Norfolk gli commissiona un poema sinfonico, Le Oceanidi. In quell’occasione riceve la laurea honoris causa della Yale University. I progetti di ulteriori viaggi in America vengono però interrotti dallo scoppio della guerra. 1919 Termina la sua Quinta sinfonia. 1926 Dopo la composizione della Settima sinfonia e del poema sinfonico Tapiola, Sibelius chiude volontariamente la sua parabola creative, complice anche un forte tremore alle mani, e si isola in quello che viene definito “il silenzio di Järvenpää”. 1957 Muore di emoragia celebrale, mentre a Helsinki viene eseguita la sua Quinta sinfonia.


Johannes Brahms

1833 1854 1855

1856

1859 1862

Johannes Brahms nasce ad Amburgo il 7 maggio. Il padre è un contrabbassista e Johannes viene avviato allo studio della composizione da E. Marxsen. Pubblica il Trio in si maggiore op. 8, che verrà poi completamente rielaborato 37 anni più tardi. Presenta al pubblico le sue prime composizioni. Fondamentali gli incontri con Joseph Joachim e Robert Schumann. Il primo, già affermato violinista, lo introduce nei più influenti circoli musicali tedeschi; Schumann invece lo presenta al pubblico in un importante articolo sulla "Nuova Rivista Musicale", come una promessa della nuova generazione. Schumann vede in Brahms una sorta di antidoto alla corrente progressista rappresentata da Liszt e Wagner. Nell’estate muore Schumann, e Brahms si trasferisce a Düsseldorf, dove si era recato per restare accanto a Clara durante la malattia del marito Robert. Incoraggiato e affiancato da Joachim, per circa dieci anni studia contrappunto; si accosta alla tecnica degli strumenti in orchestra ed esplora a fondo le opere di Bach e le polifonie del Cinquecento. È di questi anni una copiosa produzione di opere corali e per organo di notevole complessità tecnico-formale. Viene eseguito a Lipsia, e ottiene un clamoroso insuccesso, il Primo Concerto per pianoforte in re minore. A Vienna diviene amico del critico Eduard Hanslick e accetta l'incarico di maestro del coro dell'Accademia di canto e di direttore dei concerti della “Società degli Amici della Musica”. La vita musicale viennese offre a Brahms le giuste condizioni per farsi sentire e imporre all’attenzione

1864

1868 1876 1883

1885

1887 1891

1896

del pubblico. Vienna rimarrà, salvo brevi interruzioni, il suo quartiere generale per il resto della sua vita. Prima esecuzione del Quintetto in fa minore con pianoforte. Nella sua attività creativa la musica da camera riveste, con il pianoforte, un ruolo centrale: un banco di lavoro su cui prepararsi per affrontare altri generi più complessi. L’esecuzione del Deutsches Requiem, la più monumentale delle sue opere, lo pone al centro dell’interesse generale. Prima esecuzione della sua Sinfonia n°1 in do minore, cui segue subito la Seconda in re maggiore e il Secondo Concerto per pianoforte op 83. Pubblica la Terza Sinfonia in fa maggiore. Dopo la morte di Wagner, Brahms viene considerato il più grande maestro vivente di lingua tedesca. Ama molto viaggiare, soprattutto in Italia. Il paesaggio, la gente e i tesori artistici italiani saranno per lui fonte perenne di ispirazione e di gioia. Quarta Sinfonia in mi minore, da molti considerata l’ultima sinfonia del genere classico iniziato da Haydn e culminato nelle nove sinfonie beethoveniane. Prima esecuzione del Concerto per violino, violoncello e orchestra in la minore. Negli ultimi anni della sua vita si dedica intensamente alla musica da camera e realizza capolavori come il Quintetto con clarinetto op. 115 e le due Sonate op. 120 per clarinetto e pianoforte. Brahms si spegne a Vienna il 3 aprile 1897.

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Riccardo Chailly Direttore Riccardo Chailly è Direttore Musicale del Teatro alla Scala e Direttore Principale della Filarmonica della Scala. Dal 2016 ha assunto la carica di Direttore Musicale dell’Orchestra del Festival di Lucerna, succedendo a Claudio Abbado. È stato Kapellmeister del Gewandhausorchester di Lipsia, la compagine sinfonica più antica d’Europa, e Direttore Principale dell’Orchestra del Royal Concertgebouw di Amsterdam, che ha guidato per sedici anni. Conduce le principali orchestre internazionali, tra queste Wiener Philharmoniker e Berliner Philharmoniker, New York Philharmonic, Cleveland Orchestra, Philadelphia Orchestra e Chicago Symphony Orchestra. È ospite regolare di festival quali Salisburgo e BBC Proms di Londra. La carriera di Riccardo Chailly in campo operistico registra numerose produzioni al Teatro alla Scala, alla Staatsoper di Vienna, al Metropolitan di New York, all’Opera di San Francisco, al Covent Garden di Londra, alla Bayerische Staatsoper di Monaco, all’Opera di Zurigo. 20

Riccardo Chailly è da oltre trent’anni artista esclusivo Decca. Tra i riconoscimenti più recenti delle sue oltre 150 incisioni si segnalano il Gramophone Award come Disco dell’Anno per l’integrale delle Sinfonie di Brahms e due Echo Classic nel 2012 e nel 2015. L’attività discografica con la Filarmonica della Scala, dopo il disco Viva Verdi realizzato in occasione del bicentenario verdiano, è ripresa nel 2017 con Overtures, Preludi e Intermezzi di Opere che hanno avuto la prima rappresentazione alla Scala. Decca ha appena pubblicato un cofanetto contenente 55 CD di registrazioni con le principali orchestre internazionali per celebrare 40 anni di collaborazione. Con la Filarmonica della Scala è in uscita nel 2018 un nuovo CD dedicato a Nino Rota.


Emmanuel Tjeknavorian Violino Nato a Vienna nel 1995 in una famiglia di musicisti di origine armena, Emmanuel Tjeknavorian inizia lo studio del violino all’età di cinque anni. Due anni dopo si esibisce per la prima volta in pubblico con un’orchestra e dal 2011 studia sotto la guida di Gerhard Schulz, ex membro del celebre Alban Berg Quartet, presso la Universität für Musik und darstellende Kunst di Vienna. Dal 2015, anno in cui ha ricevuto il premio per la migliore interpretazione del Concerto per violino di Sibelius e il secondo premio al Concorso omonimo, Emmanuel Tjeknavorian si è guadagnato l’attenzione del panorama musicale internazionale. È stato selezionato per partecipare alla serie Rising Stars 2017-2018 della European Concert Hall Organisation. Ha debuttato come solista con la Deutsches SymphonieOrchester e con la Tonhalle di Zurigo. Collabora con le più importanti orchestre austriache e con Frankfurt Radio Symphony, Linz Bruckner Orchestra, Finnish Radio Symphony Orchestra, Camerata Salzburg e Munich

Chamber Orchestra sotto la direzione, fra gli altri, di Adam Fischer, Cornelius Meister, Andrés Orozco-Estrada, Kristiina Poska e John Storgårds. Tra le novità di questa stagione vi sono i debutti con Gewandhaus Orchestra, Filarmonica di San Pietroburgo, Mahler Chamber Orchestra, Filarmonica della Scala e London Symphony Orchestra, con i direttori Semyon Bychkov, Riccardo Chailly e Yuri Temirkanov. Solo, il suo primo album classico pubblicato da Sony nel 2017, ha suscitato grande attenzione ricevendo il premio Opus Classical Prize nell'ottobre dell'anno successivo. Da settembre 2017 Emmanuel Tjeknavorian presenta un proprio programma sull’emittente privata austriaca “Radio Klassik”. Nel marzo 2018 è apparso con Rolando Villazón alla trasmissione “Arte TV” Stars von morgen (Stelle di domani). Emmanuel Tjeknavorian suona un violino Stradivari “Cremona” del 1698.

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Filarmonica della Scala Orchestra La Filarmonica della Scala viene fondata da Claudio Abbado e dai musicisti scaligeri nel 1982. Carlo Maria Giulini guida le prime tournée internazionali; Riccardo Muti, Direttore Principale dal 1987 al 2005, ne promuove la crescita artistica e ne fa un’ospite costante nelle più prestigiose sale da concerto internazionali. Da allora l’orchestra ha instaurato rapporti di collaborazione con i maggiori direttori tra i quali Leonard Bernstein, Giuseppe Sinopoli, Seiji Ozawa, Zubin Mehta, Esa-Pekka Salonen, Riccardo Chailly, Yuri Temirkanov, Daniele Gatti, Fabio Luisi, Gustavo Dudamel. Profonda è la collaborazione con Myung-Whun Chung e Daniel Harding. Daniel Barenboim, Direttore Musicale del Teatro dal 2006 al 2015, e Valery Gergiev, sono membri onorari, così come lo sono stati Georges Prêtre, Lorin Maazel, Wolfgang Sawallisch. Nel 2015 Riccardo Chailly ha assunto la carica di Direttore Principale. La Filarmonica realizza la propria stagione di concerti ed è impegnata nella stagione sinfonica del Teatro alla Scala. Sono oltre 800 i concerti all’estero tenuti durante le numerose tournée. Ha debuttato negli Stati Uniti con Riccardo Chailly nel 2007 e in Cina con Myung-Whun Chung nel 2008.

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È ospite regolare delle principali istituzioni concertistiche internazionali. Da cinque anni è protagonista del Concerto per Milano, il grande appuntamento sinfonico gratuito in Piazza Duomo, tra le iniziative Open Filarmonica nate per condividere la musica con un pubblico sempre più ampio, di cui fanno parte anche le Prove Aperte, il cui ricavato è devoluto in beneficenza ad associazioni non profit milanesi che operano nel sociale, e il progetto didattico Sound, Music! dedicato ai bambini delle scuole primarie milanesi. Particolare attenzione è rivolta al repertorio contemporaneo: la Filarmonica della Scala commissiona ogni anno un nuovo lavoro orchestrale ai compositori del nostro tempo. Consistente la produzione discografica per Decca, Sony ed Emi. Da gennaio 2017 è disponibile il nuovo CD Decca diretto da Riccardo Chailly con Ouvertures, Preludi e Intermezzi di Opere che hanno avuto la “prima” al Teatro alla Scala. Un nuovo CD diretto da Chailly e dedicato a Nino Rota è in uscita nel 2019. L’attività della Filarmonica della Scala non attinge a fondi pubblici ed è sostenuta da UniCredit, Main Partner istituzionale dell’Orchestra, e dallo Sponsor Allianz.


Musicisti Violini Primi Francesco Manara (Spalla) Fulvio Liviabella* Suela Piciri* Rodolfo Cibin Alessandro Ferrari Alois Hubner Damiano Cottalasso Antonio Mastalli Estela Sheshi Francesco Tagliavini Francesco Borali Elitza Demirova Claudio Mondini Francesca Monego Enrico Piccini Gabriele Schiavi Violini Secondi Giorgio Di Crosta* Anna Salvatori Emanuela Abriani Stefano Dallera Silvia Guarino Stefano Lo Re Roberta Miseferi Leila Negro Gabriele Porfidio Alexia Tiberghien Olga Zakharova Rita Mascagna Susanna Nagy Andrea Pellegrini

Viole Simonide Braconi* Matteo Amadasi Carlo Barato Maddalena Calderoni Thomas Cavuoto Filippo Milani Giuseppe Russo Rossi Luciano Sangalli Federica Isidori Mario Leotta Federica Mazzanti Marcello Schiavi Violoncelli Massimo Polidori* Jakob Ludwig Simone Groppo Gianluca Muzzolon Marcello Sirotti Massimiliano Tisserant Adriano Melucci Costanza Persichella Livia Rotondi Andrea Scacchi Contrabbassi Giuseppe Ettorre* Omar Lonati Claudio Nicotra Claudio Pinferetti Alessandro Serra Francesco D’Innocenzo Luis Angel Martinez Perez Claudio Schiavi Jacopo Tarchini

Flauti Andrea Manco* Massimiliano Crepaldi Oboi Fabien Thouand* Gianni Viero Clarinetti Fabrizio Meloni* Christian Chiodi Latini Fagotti Valentino Zucchiatti* Nicola Meneghetti

Tuba Javier Castano Medina Timpani Daniel Martinez* Percussioni Gianni Arfacchia

* prima parte

Controfagotto Marion Reinhard Corni Jorge Monte De Fez* Roberto Miele Piero Mangano Claudio Martini Stefano Curci Giulia Montorsi Trombe Francesco Tamiati* Mauro Edantippe Gianni Dallaturca Nicola Martelli Tromboni Edvar Torsten* Renato Filisetti Riccardo Bernasconi

I contrabbassi della Filarmonica montano corde

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Parigi, 25 gennaio 2019 Filarmonica della Scala Riccardo Chailly Tournée Ph. G.Hänninen



UniCredit & Filarmonica della Scala un comune impegno per la musica a shared commitment to music UniCredit sostiene la cultura, e la musica in particolare, perché crede nel loro valore e considera fondamentale il loro apporto per favorire il dialogo e lo sviluppo economico e sociale sostenibile delle comunità.

UniCredit supports culture – and music in particular – because it believes in their importance and feels that they make a significant contribution to community spirit and sustainable economic and social development.

Con questo spirito, UniCredit affianca come Main Partner la Filarmonica della Scala e l’accompagna in tutte le sue attività, dalla Stagione di concerti in Teatro, alle tournée in Italia e all’estero, ai progetti di Open Filarmonica, alla produzione discografica.

In keeping with this belief, UniCredit is proud to be the Main Partner of the Filarmonica della Scala and supports all its activities: from the concert season at La Scala, to tours in Italy and abroad, and from Open Filarmonica projects to record production.

Grazie alla condivisione di importanti obiettivi, la Banca e la Filarmonica hanno costruito nel tempo una solida partnership, che ha coinvolto un pubblico sempre più ampio e nuovo in esperienze musicali di grande impatto e in rilevanti progetti di solidarietà.

UniCredit and the Filarmonica have built a strong partnership over the years thanks to their shared objectives, working together to engage a new and broader audience in exciting musical experiences and major charity initiatives.

Attraverso le attività della Filarmonica, Orchestra d’eccellenza, impegnata nel sociale e molto presente anche sulla scena internazionale, UniCredit esprime, in linea con la sua natura paneuropea, la vicinanza alle persone e promuove il benessere e la coesione delle comunità per cui opera.

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The world-class Filarmonica orchestra is deeply committed to social issues and also has a significant profile on the world stage. Its activities embody UniCredit’s aim of building close bonds with the people it serves as a pan-European bank and help it to improve the quality of life and togetherness of the communities where it operates.


Associazione Filarmonica della Scala

Fondatore Claudio Abbado Presidente Fabrizio Saccomanni Presidente onorario Alexander Pereira Sovrintendente del Teatro alla Scala

Coordinatore artistico organizzativo Damiano Cottalasso Comunicazione e edizioni Marco Ferullo Segreteria artistica Alessandra Radice

Direttore principale Riccardo Chailly

Coordinamento generale Hetel Pigozzi

Soci onorari Daniel Barenboim Valery Gergiev

Organici e coordinamento della produzione Renato Duca

Consiglio di Amministrazione Fabrizio Saccomanni, Presidente Renato Duca, Vicepresidente Carlo Barato Damiano Cottalasso Maurizio Devescovi Carla Mainoldi Andrea Manco Piero Mangano Francesco Micheli Daniele Morandini Roberto Parretti Luisa Prandina Cesare Rimini Severino Salvemini Ernesto Schiavi Gabriele Screpis Francesco Tagliavini

Collegio dei revisori dei conti Tullio Turri, Presidente Giovanni Cucchiani Paolo Lazzati

Soci Orchestra Filarmonica Emanuela Abriani, Matteo Amadasi, Gianni Arfacchia, Giorgio Baiocco, Carlo Barato, Duccio Beluffi, Riccardo Bernasconi, Andrea Bindi, Lorenzo Bonoldi, Simonide Braconi, Giuseppe Cacciola, Maddalena Calderoni, Gerardo Capaldo, Alice Cappagli, Stefano Cardo, Javier Castano Medina, Cavuoto Thomas, Christian Chiodi Latini, Rodolfo Cibin, Attilio Corradini, Damiano Cottalasso, Massimiliano Crepaldi, Stefano Curci, Gianni Dallaturca, Stefano Dallera, Francesco De Angelis, Giorgio Di Crosta, Renato Duca, Brian Earl, Mauro Edantippe, Torsten Edvar, Giuseppe Ettorre, Alessandro Ferrari, Agnese Ferraro, Renato Filisetti, Gabriele Garofano, Marco Giubileo, Olga Gonzalez Cardaba, Giuseppe Grandi, Simone Groppo, Silvia Guarino, Francesco Guggiola, Alois Hubner, Joel Imperial, Sandro Laffranchini, Francesco Lattuada, Fulvio Liviabella, Stefano Lo Re, Omar Lonati, Anna Longiave, Martina Lopez, Jakob Ludwig, Paola Lutzemberger, Francesco Manara, Andrea Manco, Piero Mangano, Nicola Martelli, Claudio Martini, Laura Marzadori, Antonio Mastalli, Olga Mazzia, Fabrizio Meloni, Nicola Meneghetti, Michelangelo Mercuri, Augusto Mianiti, Roberto Miele, Filippo Milani, Roberta Miseferi, Jorge Monte De Fez, Daniele Morandini, Francesco Muraca, Gianluca Muzzolon, Pierangelo Negri, Leila Negro, Claudio Nicotra, Roberto Nigro, Kaori Ogasawara, Maurizio Orsini, Giovanni Paciello, Roberto Parretti, Daniele Pascoletti, Tatiana Patella, Andrea Pecolo, Emanuele Pedrani, Alfredo Persichilli, Suela Piciri, Massimo Polidori, Cosma Beatrice Pomarico, Gabriele Por dio, Luisa Prandina, Marion Reinhard, Danilo Rossi, Emanuele Rossi, Giuseppe Russo Rossi, Anna Salvatori, Luciano Sangalli, Gianluca Scandola, Gabriele Screpis, Alessandro Serra, Enkeleida Sheshaj, Estela Sheshi, Eugenio Silvestri, Francesco Siragusa, Gaetano Siragusa, Marcello Sirotti, Dino Sossai, Danilo Stagni, Evgenia Staneva, Francesco Tagliavini, Francesco Tamiati, Fabien Thouand, Alexia Tiberghien, Massimiliano Tisserant, Marco Toro, Eriko Tsuchihashi, Gianluca Turconi, Corinne Van Eikema, Gianni Viero, Olga Zakharova, Lucia Zanoni, Marco Zoni, Valentino Zucchiatti.

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Mecenati Atelier Emé Esselunga S.p.A. Etro Fondazione Bracco Fratelli Prada S.p.A. Heracles Srl Rosetti Marino S.p.A.

Sostenitori *promotore Mario Joseph Abate Carlo Luigi Acabbi Ludovica Acerbi Camilla Achilli Emilia Acquadro Folci Noris Agosta Emilio Aguzzi de Villeneuve Carlo Giuseppe Aguzzi de Villeneuve Giuliana Albera Caprotti Adalberto e Anna Alberici Simona Alberizzi Fossati Luigi e Juliana Albert Stefano Alberti de Mazzeri Alberto Albinati Alberto Alemagna Ali Group Srl Guido Carlo Alleva Alvise Alverà Silvia Amati Bassani Amici della Scala Ennio Amodio Emilia Amori Mosca Steel Consulting Amulio Cipriani Lamberto Andreotti Cristina Angé Festorazzi Annas Srl Elisabetta Arrigoni Erica Astesani Anna Maria Aureli Rina Baderna Francesco Baggi Sisini Stefano Baia Curioni Giovanna Balestreri Carla Ballabio Gian Piero Bandera

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Paola Banducci Antonio Banfi Nice Barberis Gianni Barberis Canonico Antonella Barbier Randolfi Giuseppina Barbier Meroni Jenny Barbieri Milena Barbieri Oppizzio Giuseppina Barboni Rocca Orsina Baroldi Ignazio Giorgio Basile Andreina Bassetti Rocca Nicolò e Maria Vittoria Bastianini Carnelutti Fabrizio Battanta Matteo Bay Lucia Beato Borradori Rosa Bedoni Antonio Belloni Enrico Belloni Giancarlo Belloni Giulia Barbara Belloni Massimo Belloni Giorgio Giovanni Bellotti Carla Beltrami Zasso Jacob Benatoff Giuseppe Bencini Enrica Bencini Ascari Dina Berardi Terruzzi Paola Berardo Castelli Ernesto Beretta Roberto Beretta Camilla Beria di Argentine Paolo Berlanda Lina Bruna Bernardini Fabio Bernasconi Fabrizio Bernasconi Mercedes Bernasconi Mirella Bernasconi Vivante Maria Luisa Bernini Giuseppe Bernoni Maria Luisa Bertacco Umberto Bertelé Marina Bertoli Sirtori Milena Bertuzzi Rustioni Allegra e Dino Betti van der Noot Gloria Biagi Francesca Bianchi Barbara Bianchini Anna Bianchini d’Alberigo Luigi Binaghi Roberta Binda Nicole Blanga Fouques Daniele Blei Stefano Boeri Silvia Bohm

Giovanna Bologna Marina Bonacina Sciake Bonadeo Cesare Bonadonna Lidia Bonatelli Enrico Bonatti Kinina Bonatti Maria Enrica Bonatti Giuseppe Bonfardeci Giancarlo Bongioanni Maria Pia Bonomelli Ada Borella Federica Borella Emilio Borra Giuliana Bortolazzi Andrea Bosetti Luciana Bottoli Stefano Bottoli Amelia Boveri Puni Andrea Bracchetti Marco Bracchetti Roberto Bracchetti Alvise Braga Illa Gerardo Braggiotti Sebastiano e Bianca Maria Brenni Corinna Brenta del Bono Guido Brignone Ennio Brion Francesco Roberto Riccardo Brioschi Roberta Brivio Sforza Christopher Broadbent Maria Grazia Brunelli Pizzorno Titta Bruttini Carlo Buora Claudio Emilio Buzzi Cesare Buzzi Ferraris Gregorio Luigi Maria Caccia - Dominioni Giovanni Caizzi Gabriella Calabrese Gabriella Calori Vincenzo Caltabiano Antonietta Calvasina Vittoria Calvi Laura Camagni Claudio Camilli Maria Teresa Camisasca Lucia Campisi Borra Silvana Cannavale Viola Gregorio Cappa Luisa Cappelli Emilia Capponi Francesco Arnaldo Caridei Antonella Carnelli de Micheli Camerana Dora Carpaneda Silvia Casalino Rivetti


Lucia Cassani Arrigoni Guglielmo Castelbarco Albani Verri Laura Castelli Rebay Gigliola Castellini Curiel Maria Pia Cattaneo Mario Cattaneo Enzo Sergio Antonio Cattaneo Lidia Cavaggioni Gisella Cavaggioni Introini Giovanni Cavalli Tommaso Cavallini Enrica Cebulli Achille Cecchi Adolfo Cefis Luigi Cella e Piera Ferraris Centro del Funerale di Gheri Merlonghi Srl Carlo Cerami Lionel Ceresi Elisabetta Ceschi Caprotti Matteo Francesco Enrico Chiapasco Elisabetta Chiesa Enrico e Alessandra Chiodi Daelli Sergio Chiostri Simonetta Ciampi Gianfranco Ciboddo Anna Cima Cima 1915 Srl Marina Cimbali Giovanni Ciocca Letizia Cipolat Franca Cocchetto Emilio Cocchi Vittorio Codecasa Giulia Maria Teresa Cogoli Mario Colasurdo Liliana Collavo Valeria Collini Laura Franca Colombo Giulio Federico Colombo Colombo E C. Ascensori Srl Renata Colorni Comitalia – Compagnia Fiduciaria Fedele Confalonieri Luigi Consiglio Monica Coretti Elisa Corsi Tettamanti Carlo e Angela Corsi Maura Cortese Pacchioni Maurizio Corvi Mora Maria Laura Cozzi Lazzati Bianca Maria Cozzi Luzzatto Adolfo Cremonini Alfredo e Marialuisa Cristanini Cristina Cristiani Giovanni Cucchiani

Gianfilippo Cuneo Anna Cuppini Vittore Curti Antonella Dainotto Maria Danielli Brambilla Andrea Daninos Gianfranco De Giusti Elena Maria Giuseppina De Hierschel de Minerbi Vincenzo De Luca Giacomo De Marini Margot De Mazzeri Lorenza De Medici Sergio De Micheli Anna De Simone Margherita Del Favero Gianni e Rita Ostini Dell’Orto Giovanni Desimoni Marco Di Guida Leda Di Malta Demuru Maria Carla Discalzi Rosanna Dompieri Donatella Donati Maria Grazia Donelli Elena Du Chéne de Vére Maria Caterina Du Chéne de Vére Anna Du Chéne de Vére Margherita Du Chéne de Vére Villa Lorenzo e Anna Enriques Adriana Ercole Bruno Ermolli Giuseppe Faina Marco Fantini ed Ermella Zanieri Giorgio Fantoni Rita Farina Enrico Farsura Ariberto Fassati Gian Giacomo Faverio Gloria Favretti Grazia Fedi Gariboldi Anna Feltri Maria Pia Ferrari Paolo Ferrario Silvia Ferriani Giuliana Ferrofino Cesarina Ferruzzi Anna Maria Fiorelli Mariani Riccardo Fiorina Maria Cristina Fioruzzi Adriana Florit Respublica Fondazione Fiera Internazionale Milano Fondazione E.A. Alberto Fontana Maria Luisa Fontana Paola Maria Formenti Mirella Formenti Pio

Paola Formenti Tavazzani Alberto Fossati Maurizio Foti Cesare Pietro Franzi Laura Frassani Catanese Letizia Frezzotti Maria Frosi Merati Giulia Frosi Venturini Simone Fubini Carla Melissa Gabardi Irene Gaetani D Aragona Giorgio Gagliardini Fiorenzo Galli Elvira Gamba Busnelli Antonio Gandolfi Carlo Garbagnati Gian Maria e Anna Garegnani Mario Garraffo * Carla Gaslini Trotter Marina Gasparotto Curti Romolo Genghini Francesco Gerla Elena e Angela Gerosa Gustavo Ghidini Ambretta Ghio Federico Ghizzoni Roberto Giacomelli Bianca Maria Giamboni Paolo Giannini Mochi Camilla Ginori Conti Alberto Giordanetti Antonio Eugenio Giuliani Fernanda Giulini Vittorio Giulini Marina Gnecchi Ruscone Agostini Paola Gnesutta Nicoletta Gola e Giulia Larrieu Gaetana Gola Jacono Silvio Golia Marino Golinelli Micaela Goren Monti Tiziana Gosce Alessandra Greco Claudio e Luisa Grego Marva Griffin Wilshire Milvia Groff Stefania Grunzweig Patrizia Gualtieri Federico Guasti Francesca Maria Guidobono Cavalchini Massimo Guzzoni Jacopo Guzzoni Enrique e Maria Luisa Hausermann Alessandra Maria Heukensfeldt Slaghek Fabbri Mania Hruska

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Alberta Bianca Imperiali Investitori Sgr S.p.A. Giovanni Iudica e Maria Lorenza Sibilia Giustina Jaeger Victoria Josefowitz Giacomo Jucker Annalisa Kahlberg Francesca King Carla Klinghofer Enrico Lainati Giovanni Lalatta Paolo Alberto Lamberti Guido Landriani Pier Luigi Lanza Neda Lapertosa Antonia Lareno Faccini Mariateresa Lazzari Giorgetti Paolo Lazzati Elisabeth Le Van Kim Augusta Lebano Filippo Lebano e Maria Debellich Goldstein Pasquale Lebano e Bianca Maria Ranzi Viviana Lecchi Benjamin Lerner Elisabetta Levoni Graziella Levoni Libreria Antiquaria Mediolanum Bianca Lisi Lanzoni Cristina Litta Modigliani Franca Lo Bianco Claudio Locatelli Flavio Locatelli Pompeo Locatelli Maria Giovanna Lodigiani Giampaolo Longhin Marzio Longo Giampaolo Lottaroli Pietro Stefano Lucchini Ester Luciano Codagnoni Giacomo Umberto Lunghini Laura Lungo Riccardo Luzzatto Elio Maestri Carla Magnoni Pessina Umberto Maiocchi Guglielmo Maisto Luigi Majnoni D Intignano Maria Pia Malugani Giovanni Mameli Adriana Manara Guglielmo Manetti Rocco Mangia Silvana Mangiameli Beatrice Mangiameli Molinari Michele Mantero

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Roberto Marchesi Josepha Marchetti Piergaetano Marchetti Angelo e Alessandra Marchiò Alessandra Marcora Daniela Mari Floriana Maris Fernanda Marzoli Guy Andrea Attilio Cesare Marzorati Mario Marzorati Paola Marzorati Polar Gianni e Marialuisa Massardo Antonella Massari Maria Consolata Massone Silvana Mattei Maria Pia Matteoni Donatella Maveri Corrado Franco Maveri Gaia Maveri Maura Maveri Rota Roberto Mazzotta Mediaset S.p.A. Maria Pia Medolago Albani della Beffa Jacques Megevand Filippo Menichino e Orietta Tonini Brunella e Andrea Mennillo Massimo Menozzi Anna Rosa Meoni Merati Cartiera di Laveno S.p.A. Hillary Mary Merkus Srl Mia Francesco Micheli Paolo Vittorio Michelozzi Francesco Migiarra Mario e Lisetta Miglior Rosa Milesi Alberto Milla Carl Emil Minder Marco e Letizia Mirabella Roberti Luigi Augusto Miserocchi Rosita Missoni Jelmini Vittorio Moccagatta Ermete Molinari Alfredo e Isabella Molteni Corbellini Vincenzo Monaci Renata Monico Maddalena Montagnani Marina Montel Matilde Monti Michele Monti Fosca Montibelli Giovanni Morandi Noris Morano Orsi Warly Moreira Tomei Valentina Ippolita Moretti

Albino Moretti Giovina Moretti di Noia Tono Morganti Marzia Mori Ubaldini Alberto Moro Alberto Moro Visconti Franco Mosca Liliana Moscheri Claudio Murgia Musical Viaggi Sas Massimo Napolitano Delly Napolitano Perenze Giulia Natoli Federico Nordio Mario Notari Nucci Notari Lanzi Gian Battista e Chiara Origoni della Croce Francesco Orombelli Roberto Orsi e Bianca Maria Giamboni Giovanni Ortolani Thierry Oungre Gasparino Padovan Paolo Pagliani Gabriella Pagliani Torrani Roberto Pancirolli e Simona Valsecchi Angela Panzeri Roberto Paoli Maria Luisa Paolucci Vittorelli Giancarla Papa Angelo Pasini Maria Luisa Pasti Michelangelo Pastore Giovanni Pavese Laura Pavese Elena Pavesi Tegami Marco Pecori e Carla Comelli Pascale Pederzani Valeria Pella Maria Amedea Pelle Bruno Pennino Linda Perini Silvia Peruzzotti Marino Piacitelli Maria Piera Pigorini Carlo Piona Cecilia Pirelli Ferruccia Plaj Caldana Roberto Poli Francesco Pomati Alessandro Pontiggia Janine Simone Potherat Roberto Pratesi Stefano Preda e Elena Gambini Adalberto Predetti e Paola Caprotti Emanuela Predetti


Santina Prina Mariani Giorgio e Anita Quagliolo Riccardo Quarti Liliana Querci Innocenti Brunella Radici Marcella Raggi Carla Ratti di Desio Pragliola Marco Rayneri Dino Rebay Giovanni Rebay Antonio Recalcati Angelo Recalcati Beno Antonio Reverdini Emma Ricci Saraceni Cesare Rimini Luigi e Teresa Rinaldi Fabrizio Rindi Pia Ripamonti Gilda Ripamonti Giovanna Risso Bianchi Flavio Riva Emma Rivolta Sala Carla Bruna Rizzani Gabriella Annunziata Rizzi Gianni Rizzoni e Carla Ghellini Sargenti Luisa Robba Maria Antonia Robbiani Giorgio Rocco Ghilla Roditi Roberta Rodolfi Gabaldo Silvia Maddalena Romagnoli Patrizia Romani Cesare Romiti Federico Ronzoni Carol e David Ross Maria Angela Rossi Boccalero Mercedes Rossi Sandron Maria Angela Rossini Morini Anna Rosso Annamaria Rota Luigi Roth Maria Cecilia Rovetta Roberto Ruozi Elisabetta Rusconi Clerici Bassetti Virginia Russo Renzo Rustici Juanita Sabbadini Emilia Sacchi Spinelli Rossana Sacchi Zei Giovanni Saibene Paolo Saibene Floreana Saldarini Elsa Saltamerenda Severino Salvemini Stefano Salvetti

Claudia Salvi Henry Marialuisa Sangalli Stefano Sangalli Studio Legale Associato Santa Maria Barbara Santoli Carlo Sarasso Silvia Sardi Srl Sarge Gabriella Sarogni Gianluca Sarto Laura Sartori di Borgoricco Giuseppe Sbisà e Valentina Favretto Sbisà Iris Scaccabarozzi Tarter Luciana Scaramella Guglielmo Scattaro Manuela Vicky Schapira Carlo Schiavoni Peter Antonio Schilling Giuseppe e Giovanna Scibetta, Lucia Pamara Carlo Luigi Scognamiglio Pasini Daniela Scolari Codecasa Giuliana Seccafieno Dall’Ora Liliana Servi Sandra Severi Sarfatti Anna Sikos Silvio Fossa S.p.A. Paola Siniramed Antonio Somaini Massimo Sordi Luisa Sormani Cortesi Giuseppe e Giovanna Spadafora Mirella Sparaci e Lucia Formenti Decio e Cristina Spinelli Ressi Monica Cristiana Maria Staffico Stanza del Borgo Srl Lionello Stock Vlasta Strassberger Blei Lorenzo Stucchi Studio Giovanni Terruzzi Studio Associato Rovella Studio Legale Discepolo Studio Legale Majorana Studio Legale Zambelli - Luzza Federico Sutti Rosalba Tabanelli Mariani Boguslawa Targetti Kinda Giorgio Tarzia Tecnet S.p.A. Anna Laura Tedeschi Somaini Giuseppe Tedone Marco Francesco Testa Eugenio Tettamanti Daria Tinelli di Gorla Carlo Tivioli Francesca Torelli

Emanuele Torrani Flavio Torrini Albert Totah Roberto Tramarin Laura Tremelloni Giovanni Trocano Francesca Trucchi Annamaria Turri Tullio Turri Alessandro Turri Marina Vaglio Alberto Valentini Olivia Valli Collini Ombretta Valli Musiani Maria Luisa Vanin Tarantino Attilio Ventura Franco e Marialuisa Veroner Giovanni Viani Miriam Vicentini Rusconi Maria Savina Vigilante Roberto ed Elda Villani Piera Visconti Luchino Visconti di Modrone Antonio Visentin Vitale&Co. S.p.A. Enrico Vitali Franca Vitali Camillo Vitali Mazza Paolo Vitali Mazza Michela Vitali Scarpa Karin Wachtel Weber Shandwick Srl Ruth Westen Carlo Winchler Gianbruno Zamaretti Paolo M. Zambelli e Giulia Cocchetti Zambelli Chiara Zambon Margherita Elena Maria Zambon Marta Zambon Ghirardi Claudio Zampa Annalisa Zanni Franco Zanoletti Alberto e Nadia Zanolla Annalisa Zanotti Umberto Zanuso Elisabetta Zevi Franco Zito Chiara Zoppelli Cenzi Zorzoli Pigorini

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CREAZIONE DI VALORI E MULTIDISCIPLINARITÀ PROFESSIONI DELLO SPETTACOLO Supporto all’Accademia Teatro alla Scala nell’ambito dei progetti formativi di Fondazione Bracco dedicati ai giovani.

ARTE E SCIENZA Il “Piccolo” violino costruito nel 1793 da Lorenzo Storioni è oggetto di un complesso intervento di studio scientifico e di restauro. Entrerà nel 2019 nelle collezioni civiche liutarie del Museo del Violino di Cremona.

ARTE E GIOVANI In partnership con il Museo Poldi Pezzoli rivisitazione del dipinto Ritratto di donna di Piero del Pollaiolo, nell’ambito di un progetto di alternanza scuola-lavoro con il Liceo Artistico Boccioni di Milano.

#ViolinoStorioni / Arte e Scienza / Accademia Teatro alla Scala / Formazione / Fondazione Bracco


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Per la cultura insieme alla Filarmonica della Scala.

Š Filarmonica della Scala | S. Lelli

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Siamo main partner della Filarmonica della Scala dal 2003. Perché crediamo nel valore della musica, nella sua capacità di unire le persone e nella magia di avvicinare le nuove generazioni a un patrimonio culturale unico. Perché la cultura conta.

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Ph. Filarmonica della Scala ©G.Gori

Le grandi emozioni meritano un grande palcoscenico.


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