Stazioni impresenziate. Un riuso sociale del patrimonio ferroviario

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GONARS SAN VITO AL TORRE

16.530 MQ

PUBBLICO

1 VOLONTARIO

I L M E M O R I A L E D I U N A S T O R I A D I M E N T I C ATA Nell’area dove la stazione non fu mai costruita, sorge un monumento che ricorda i 500 slavi (di cui 71 bambini) morti nel campo di concentramento fascista. I campi ordinatamente coltivati della provincia di Udine sono interrotti, nel territorio della cittadina di Gonars, da una spianata coperta solo di prato su cui si intravede una piattaforma di cemento: sono i basamenti della stazione che non fu mai terminata. Al suo posto, nel 1941 le autorità fasciste costruirono un campo di concentramento in cui internarono oltre 10mila dei circa 150mila jugoslavi - rastrellati dopo la conquista dei territori di Lubiana, Fiume e Cattaro e deportati in Italia. Oggi li ricorda un “Parco della Memoria” realizzato dal Comune di Gonars nell’area dell’ex campo di concentramento - 16.530 metri quadrati concessi in comodato gratuito da RFI - che è meta di pellegrinaggi e visite delle scuole. “È un episodio del conflitto mondiale raramente ricordato”, afferma Alessandra Kersevan, storica di queste terre che ha contribuito alla ricostruzione delle vicende del campo di Gonars e oggi come volontaria guida i gruppi scolastici in visita al monumento del Parco della Memoria. Dei 14 campi di internamento fascisti costruiti in Italia e nei territori annessi dopo l’occupazione della Jugoslavia, solo nel luogo in cui sorgeva quello di Gonars è presente un monumento che

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