Stazioni impresenziate. Un riuso sociale del patrimonio ferroviario

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NORD VENETO PRIMOLANO (VI)

altri pezzi di storia rimessi a nuovo con i fondi ODI: una carrozza Tipo 1951R, denominata “Corbellini” e una Tipo 1936. Sui binari esterni: due carri merci revisionati. “Vernici, rivestimenti e tessuti sono ignifughi”, ci spiega Scoizzato a bordo di una delle due carrozze restaurate da una ditta di Caserta. “Sono state fatte tutte le revisioni previste dalle normative attuali perché questi rotabili possano circolare in piena sicurezza”. Le due carrozze saranno agganciate alla 880 per il trasporto dei turisti. E i carri merci, in coda al treno, per il trasporto bici. Al progetto è infatti collegato anche quello per il miglioramento della ciclabile del Brenta, in un’ottica di riqualificazione e sviluppo sostenibile del territorio. Prossima tappa, attesa per fine 2018, è riempire la locomotiva di acqua e carbone, le carrozze di turisti e partire. Di questo si occuperà la Regione Veneto. Dieci anni dopo aver maturato il loro sogno d’acciaio, i soci di SVF non hanno dubbi che lo vedranno pienamente realizzato: “Conosciamo esperienze europee di viaggi su treni storici e sappiamo che generano un indotto interessante: per ogni euro speso su un treno si producono 2,4 euro sul territorio. Sono progetti che non comportano la costruzione di nuovi fabbricati né l’uso di nuovo territorio, bensì la riqualificazione, anche culturale, del patrimonio esistente. Perché non si dovrebbe fare?” Foto: Marco Bruzzo

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