CORRIERE DELLE OPERE IX

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Innovazione CASE HISTORIES Nella Dell’Orco & Villani, azienda toscana che produce impianti per il recupero degli scarti di produzione tessile, tre generazioni dimostrano come “innovare” sia un processo ininterrotto

Creare valore dagli scarti tessili

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uando ci si riferisce al tessile pratese, viene in mente uno dei distretti italiani più noti nel campo dei tessuti per abiti. E questo anche grazie al libro di Edoardo Nesi, Storia della mia gente, Premio Strega 2011. Ma il settore è più ampio, come dimostra la Dell’Orco & Villani di Campi Bisenzio, a pochi chilometri da Prato. Nata nel 1964, l’azienda produce macchine e impianti completi per la ri-trasformazione in fibra degli scarti della produzione e confezione dei tessuti e la mescolatura delle fibre utilizzate nella produzione di filati, tessuti-non-tessuti, ovatte, feltri, e per la produzione di pannelli termo-isolanti e fono-assorbenti per l’industria dell’auto, dell’edilizia e del geotessile. Inoltre, gli impianti realizzati dall’impresa toscana vengono utilizzati nel riciclaggio e nel recupero degli scarti di produzione di tappeti e moquette, carta, materassi, e dell’interno dei sedili auto. Con 24 addetti e un fatturato che si aggira intorno ai tre milioni e mezzo di euro, è presente in buona parte dei mercati mondiali (Russia, Usa, America Latina, Sud Africa, Europa). «L’inizio della crisi dell’industria tessile tradizionale - dice Sara Dell’Orco, classe 1977, ingegnere meccanico, responsabile ricerca e sviluppo in azienda - ci ha spinti, fin da subito, a cercare nuovi

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CORRIERE DELLE OPERE N. 9 Marzo 2012

Nella foto di gruppo, le tre generazioni dell’azienda Dell’Orco & Villani: Giovanni Dell’Orco, il fondatore (quarto da sinistra nella prima fila), Sergio (terzo da sinistra) e Sara (prima a destra)

settori, primo fra tutti l’automotive, con cui già da tempo stiamo cooperando attraverso i più grandi produttori di componentistica auto. Questo ci ha permesso di uscire dai confini del tessile pratese, andando a occupare mercati a livello internazionale. Da qui, poi, abbiamo ampliato anche ad altri settori l’utilizzo dei nostri impianti, come quello dell’edilizia, dell’igiene e pulizia e del geotessile». Recentemente Sergio Dell’Orco, figlio di Giovanni, uno dei due fondatori (l’altro è Silvano Villani), e padre di Sara, ha sviluppato un progetto di riciclaggio in grado di separare il nylon e il polipropilene presenti nella moquette. E visto l’utilizzo massiccio dei tappeti e delle moquette negli Stati Uniti, è lì che il nuovo macchinario ha riscosso grande successo, togliendo questi prodotti post consumer dalle discariche.

Una predisposizione nel Dna

La vocazione innovativa è proprio nel Dna di famiglia. Sara Dell’Orco, la terza generazione, sta cercando nuove strade che valorizzino un’attività per adesso marginale del processo produttivo. «La mia idea - spiega - è quella di utilizzare i nostri impianti per produrre prodotti innovativi utilizzando gli scarti di produzione presenti sul mercato e che attualmente vengono eliminati con elevati costi di smaltimento. Da qualche anno abbiamo allestito una sala prove con una piccola linea pilota, che viene usata per creare e testare nuovi prodotti, quali pannelli isolanti di vari spessori e densità per l’edilizia e l’arredamento, prediligendo materiali in fibra naturale e vegetale, ecosostenibili, che possono sostituire la lana di roccia o la lana di vetro». Per dare corpo a questa idea Sara Dell’Orco ha già steso un business plan e si è messa in cerca di eventuali partner disposti a investire nel progetto. Anche se in questo periodo, dentro una crisi che non incoraggia ad avventurarsi in terreni sconosciuti, non è facile spostare in un’altra direzione il core business dell’azienda di famiglia. Ma, se buon sangue non mente, è solo questione di tempo. n


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