FIPT - Notizie e Curiosità. E un po' di Storia

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NOTIZIE CURIOSITÀ

e un po’ di storia

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Le origini del tamburello Ricercare nei giochi con la palla degli antichi Greci o dei Romani le origini degli sports moderni è una notevole forzatura e sembra più corretto, per gli attuali giochi con la palla, iniziare da quando, tra il ‘400 ed il ‘500, ci furono tramandate le prime notizie sui giochi con la palla e con il pallone in Italia e in altri Paesi europei. Il primo a dare informazioni dettagliate e precise sui giochi della palla fu Antonio Scaino, autore del “Trattato del giuoco della palla”, stampato a Venezia nel 1555. Per restare alle similitudini con l’attuale gioco del tamburello, si può dire che il gioco più vicino a questo era probabilmente il gioco con lo scanno. Si giocava con un attrezzo, lo scanno, in legno, normalmente di frassino, con un manico per l’impugnatura ed un corpo trapezoidale. La palla con cui si giocava era gonfiata ad aria, con cinque spicchi. Ancora più simile al tamburello era forse la “paletta”, che chi non poteva permettersi una regolare “rachetta” con corde (“...perché la rachetta è di spesa e di costo maggiore di quello che la borsa d’ognuno possa sopperire…”) utilizzava per il gioco della “palla con rachetta”. Con la “paletta” si utilizzavano palle molto piccole.

Trattato del Giuoco della Palla di Antonio Scaino da Salò. Venezia, 1555.

Nella pagina a fianco: palla da gioco del Cinquecento in cuoio dipinto ritrovata in una cavità nella Basilica palatina di Santa Barbara a Mantova, dove in antico c’era il campo dei Giochi con la Palla.

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‘60 60 00 0 ‘800 0

I gioco del pallone e della palla Il dal Seicento all’Ottocento

Per tutto il Seicento ed il Settecento si continuò a giocare alla palla. Un grande sviluppo ebbe il pallone con il bracciale, che fu certamente lo sport più popolare di questi due secoli. Furono anche costruiti grandiosi sferisteri, soprattutto in Toscana e nello Stato Pontificio. Il gioco della palla colpita con la mano, con il pugno o con una paletta di legno, restò l’alternativa “povera” al gioco del bracciale, praticato prevalentemente da nobili o ricchi che potevano permettersi un’attrezzatura più costosa. Diverso era anche l’atteggiamento pubblico verso i praticanti gli sports del pallone e della palla. I campioni del bracciale erano osannati e premiati come i moderni idoli sportivi, i ragazzi che nei paesi giocavano alla palla nelle vie o nelle piazze erano spesso consederate perditempo sfaccendati.

Il tamburello

“I campioni del bracciale erano osannati e premiati come i moderni idoli sportivi”

Notizie di giochi con la palla colpita con attrezzi in “cartapecora”, con telaio in legno, compaiono sporadicamente nel Seicento e nel Settecento, in particolare in Toscana e a Roma, ma fu intorno alla metà dell’Ottocento che il tamburello inizia la sua storia agonistica. L’onore della primogenitura è conteso da varie zone d’Italia. Il gioco divenne popolare nella provincia di Verona ed in quella limitrofa di Mantova, passando nel 1850 in Liguria e Toscana e successivamente in Piemonte e Lombardia, estendendosi poi in altre regioni italiane. Esaminando alcuni documenti di inizio ’800 si tende anche ad avvalorare la tesi che il gioco fosse nato in Toscana ed in particolare nella zona di Arezzo, mentre è certo che nel 1860, a Roma, lo giocavano quei giovani che non potevano permettersi un bracciale. Nell’Ottocento lo sviluppo proseguì sino agli anni ‘80 del secolo, in particolare in Veneto e Friuli, Toscana-Lazio, Marche e Liguria.

L’evoluzione degli attrezzi e delle palline

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Gli attrezzi usati nell’Ottocento erano simili tra loro nella forma, e con un’evoluzione per ciò che riguardava le pelli. Dapprima queste, di vitello o maiale, erano tese sul telaio di legno; più sottili quelle per i tamburelli di battuta. A fine secolo, con l’avvento delle palle in gomma, si diffuse la pelle di cavallo, che resisterà fino all’avvento dei materiali sintetici, una quarantina di anni fa.


Prima della definitiva consacrazione della pelle di cavallo, a inizio Novecento, in Veneto, furono talora utilizzate anche pelli di mulo, mentre in Toscana si usarono anche quelle di bufalo. Dalla fine del Settecento, anche per il tamburello, si adoperarono palle in cuoio a 4 settori, ripiene di crine di cavallo e terra, del diametro di mm 38 e del peso di gr 50. Alla fine dell’Ottocento, con l’avvento della gomma - la prima fabbrica italiana iniziò la produzione nel 1879 - si cominciarono ad usare palle di gomma, il cui peso, diametro e colore fu nel tempo stabilito a seconda delle dimensioni dei campi e dell’evoluzione dei regolamenti.

Le società ginnastiche, la Federazione Ginnastica e il tamburello Un evento decisivo è l’inserimento del “gioco del tamburello” tra quelli riconosciuti dalla Federazione Italiana Ginnastica (F.G.N.I.). La prima società italiana di ginnastica è la Società Ginnastica di Torino, costituita nel 1844. Ne seguono molte altre (Padova nel 1863, Este nel 1863, Colombo a Genova nel 1864, Firenze nel 1865, Mantova nel 1869, Milano nel 1870 e così via). Nel 1869 a Venezia un comitato, di cui fanno parte Costantino Reyer di Trieste, Pietro Gallo e Domenico Pisoni di Venezia, dà vita alla Federazione Ginnastica Italiana, che tiene il primo convegno a Venezia nello stesso anno. Nel 1874 avviene una scissione nella federazione ed accanto alla F.G.I. sorge la F.S.G.I. (Federazione delle Società ne). Per alcuni anni le due federazioni Ginnastiche Italiane). utonomamente, poi attraversano agiscono autonomamente, be una grave crisi che spinge la entrambe maggior partee delle società ginnastiche ad abbandonarle e ad agire autonomamente. mparsa la F.G.I. e ridotto al Finalmente, scomparsa ito della F.S.G.I., un gruppo lumicino il seguito di appassionati indice nel 1887 a Roma un congresso che il 19 dicembre 1887 porta alla ederazione Ginnastica fondazione della Federazione ana, di cui viene Nazionale Italiana, eletto presidente il generale Pelloux.

“... già nel 1848 il tamburello è consigliato da un istitutore delle Regie Scuole Pie di Savona, come attività adatta ad elevare il corpo e lo spirito.”

Tamburelli utilizzati nell’Ottocento. Nella pagina a fianco: palla da gioco in cuoio ritrovata in una cavità nella Basilica palatina di Santa Barbara a Mantova, dove in antico c’era il campo dei Giochi con la Palla.

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La FGNI diviene F.G.I. nel 1901, per tornare alla denominazione F.G.N.I. nel 1909 e quindi all’attuale F.G.I.. Alla F.G.N.I. si iscrivono ben presto diverse società ginnastiche, in seno alle quali si pratica con continuità il gioco del tamburello: la Reyer di Venezia e la Colombo di Genova si iscrivono nel 1888; la Petrarca Arezzo e la Società Ginnastica Roma nel 1890; negli anni immediatamente successivi la Sampierdarenese, la Rubattino, la Niccolò Barabino, la Palestra Fiorentina e nei primi del ‘900 il C.S. Firenze, il Palloncino Pisa, la Mameli Voltri. Nel 1891 la pratica del tamburello nelle scuole è raccomandata dal Ministero della Pubblica Istruzione. Ma già nel 1848 il tamburello è consigliato, da un istitutore delle Regie Scuole Pie di Savona, come attività adatta ad elevare il corpo e lo spirito.

189 96 “...il tamburello è conosciuto e comune, non di meno la partita disputata interessò e piacque per la bellezza di alcuni colpi.”

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Al concorso di Treviso assegnati i primi titoli a Calcio e Tamburello

Il tamburello, con il calcio e la palla vibrata è già negli anni ’90 dell’Ottocento riconosciuto appunto come “giuoco” dalla F.G.N.I. ed inizia ad apparire nel programma ufficiale di molti concorsi ginnici, provinciali e interprovinciali, come quello importantissimo di Treviso del 1896. La Federazione Ginnastica Italiana, che contava su decine e decine di società in Italia, aveva invitato nel 1895 i propri affiliati ad aprire sezioni di calcio, tamburello e palla vibrata. Si pensava che queste discipline fossero adatte ai giovani, agli studenti dei licei e degli istituti tecnici. I giochi di squadra all’aperto, poi, favorivano la socializzazione e contrastavano la ritrosia in quel tempo a frequentare le società di ginnastica che svolgevano la propria attività al chiuso. Sul concorso ginnico di Treviso ci si deve soffermare brevemente. Disputato dal 5 all’8 settembre 1896, in Piazza d’Armi ed al Velodromo, ha una notevole importanza per la storiografia sportiva, non solo quella calcistica. Qualcuno vorrebbe addirittura riconoscere in esso il primo campionato italiano di calcio e quindi assegnare all’Udinese, vincitrice in quella competizione, il primo scudetto del football. In effetti è questo il primo concorso ginnico in cui sono organizzate “gare nazionali di giochi” e – nel loro ambito – anche un “campionato di football”. La Società Ginnastica Udinese, che vinse il campionato di calcio battendo in finale la squadra di Ferrara, si aggiudicò anche il trofeo per la gara nazionale di tamburello e venne premiata con medaglia d’argento per il tamburello e corona di quercia e diploma per il calcio.


Nei giornali udinesi di allora - Giornale di Udine e la Patria Furlan - sulla Tribuna di Treviso e sulla Gazzetta dello Sport si legge che il “football ed il tamburello sono giochi che in pochi anni sono diventati popolari in gran parte d’Italia, così da giustificare lo svolgimento di un campionato nazionale” ed “il tamburello è conosciuto e comune, non di meno la partita disputata interessò e piacque per la bellezza di alcuni colpi”.

Primo scudetto della Società Nicolò Barabino di Sampierdarena (Ge)

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Nel 1898 il gioco del tamburello fa per la prima volta comparsa a livello di manifestazione nazionale. In occasione della festa del 50° anniversario dello Statuto, la Federazione Ginnastica Italiana assegna alla Società Ginnastica Torino l’organizzazione del IV Concorso federale. La società più impegnata, anche a livello organizzativo, è la Niccolò Barabino di Sampierdarena (Genova) che, sorta l’anno prima per commemorare un artista genovese morto nel 1891, sviluppa accanto alle sezioni di nuoto, ginnastica e podismo, una vivacissima sezione di tamburello. Leader indiscusso è Attilio Bagnasco, allora giovanissimo – era nato a Varazze nel 1881 – personaggio fondamentale nella promozione del gioco e primo grandissimo campione del tamburello italiano. Oltre alla Niccolò Barabino, anche la Sampierdarenese e la Ginnastica Arezzo chiedono che nel programma del Concorso federale di Torino sia incluso il campionato di tamburello. La F.G.I. accoglie queste richieste ed inserisce nel programma i campionati di tamburello, di calcio e di palla vibrata. Il regolamento tecnico è opera di Francesco Gabrielli, consigliere F.G.I., da lui codificato alcuni anni prima in una serie di pubblicazioni: lo stesso Gabrielli è designato come direttore delle gare di he si tamburello che svolgono a Torinoo in a. Piazza Venezia.

Palle da gioco del Cinquecento in cuoio dipinto ritrovate in una cavità nella Basilica palatina di Santa Barbara a Mantova, dove in antico c’era il campo dei Giochi con la Palla.

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“...nei locali di via degli Astalli (a Roma) si è tenuta una importante riunione per la costituzione di una Federazione Nazionale delle Società che praticano il giuoco del Tamburello.”

Partecipano quattro squadre: la Niccolò Barabino A e B, la Sampierdarenese e la Ginnastica Arezzo. Le finali iniziano il 14 agosto alle 17 e proseguono il giorno dopo alle 7 del mattino: la vittoria alla Barabino B, seconda Sampierdarenese, terza la Ginnastica Arezzo, quarta la Barabino A. La società Niccolò Barabino è premiata con “corona d’alloro, medaglia d’argento e diploma di Campione Italiano al Tamburello” dalla F.G.I.. Il campionato di Torino non è il solo avvenimento importante del 1898, perché in quello stesso anno a Roma è organizzato, non incluso nelle manifestazioni ufficiali della F.G.I., un “Campionato centro-meridionale di tamburello” vinto da Ettore Nunzi, curioso personaggio bolognese, giornalista e letterato. Il 1903 è per il tamburello l’anno di un sogno non realizzato: il riconoscimento come disciplina olimpica. Deluso dalle Olimpiadi di Parigi del 1900 e non convinto dell’organizzazione di quelle di Saint Louis del 1904, Pierre de Coubertin pensa di organizzare a Roma le Olimpiadi del 1908. I contatti che ha con il Re Vittorio Emanuele e con Papa Pio X lo convincono che l’idea è realizzabile. Nel corso del XVI Consiglio Federale della F.G.I., tenuto a Roma il 16 marzo 1903, il segretario della F.G.I. Ballerini presenta una relazione con il progetto di organizzazione della IV Olimpiade internazionale da tenere a Roma nel 1908. Il progetto contiene anche un programma delle manifestazioni sportive previste nell’ambito delle Olimpiadi: Aeronautica, Alpinismo, Atletica, Automobilismo, Caccia, Canottaggio, Colombofila, Equitazione.

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La Federazione Italiana del Giuoco della Palla

“Per iniziativa dell’Istituto Nazionale per l’incremento dell’Educazione Fisica - la notizia è riportata da Lettura Sportiva, rivista settimanale di tutti gli sport su cui scrivevano pionieri del giornalismo come Emilio Colombo ed Ermete della Guardia - la rivista nacque nel 1911 in concorrenza al supplemento illustrato domenicale della Gazzetta dello Sport – ieri nei locali di via degli Astalli (a Roma) si è tenuta una importante riunione per la costituzione di una Federazione Nazionale delle Società che praticano il giuoco del Tamburello. Erano presenti i rappresentanti delle seguenti Società: Società del Palloncino di Pisa, Società Forza e Libertà, Club Sportivo di Firenze, Società Urania per il Gioco con la Palla in Roma, Audace Club Sportivo di Roma, Mens Sana in Corpore Sano di Siena, Società del Tamburello di Grosseto, società Lazio di Roma, Società Robur di Roma, Scuola di Educazione Fisica di Osimo. Altre Società hanno inviato la loro adesione in scritto plaudendo alla lodevole iniziativa. La seduta si è svolta sotto la presidenza dell’on. Sanarelli, il quale dopo aver salutato e ringraziato a nome dell’Istituto Nazionale gli intervenuti, ha spiegato l’importanza di una Federazione del Tamburello per ridare a questo gioco,

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eminentemente italiano, il primato tra i giuochi sportivi nazionali. Il prof. Guerra ha presentato proposte concrete per la costituzione del nuovo ente e su di esse ha avuto una amplia ed ordinata discussione. E’ stata deliberata all’unanimità la costituzione della nuova Federazione alla quale è stato dato il nome di “Federazione Italiana del Giuoco della Palla”, e sono state votate le norme costitutive sulle quali si baserà la nuova Federazione. Infine è stato nominato un Comitato direttivo che è risultato così composto: comm. Prof.

“Villa Borghese ora Umberto I - Il giuoco della tamburella” da L’Illustrazione Italiana, n. 22 del 29 maggio 1904

Giuseppe Sanarelli presidente; avv. Enrico Valentini, vice Presidente; prof. Schiavetto Graziano di Roma, avv. Gioacchino Cruciani di Roma, Perfetti Guido di Roma, prof. Cav. Eugenio Benussi di Rieti, avv. Giulio Zanchi di Firenze, prof. Ugo Malageli di Siena, prof. Alberto Nicolini di Pisa, prof. Giuseppe Falcini di Mestre, Attilio Bagnasco di Varazze, e avv. Luigi Barine di Vercelli. Il nuovo Comitato dovrà per incarico dell’Istituto Nazionale per I’incremento dell’Educazione Fisica, organizzare i Campionati nazionali che si svolgeranno in Roma nel 1911 in occasione delle Feste Giubilari”. La Federazione cessò la sua attività nel 1914, ai primi venti di guerra. In quello stesso anno però continua ad avvertirsi e poi a prendere corpo l’esigenza di un organismo che curi l’organizzazione del gioco del tamburello e degli altri sport del pallone, indipendentemente dalla Federazione Ginnastica.

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La nascita della F.I.G.T.

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La Federtamburello Federazione effettiva CONI

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La F.I.P.T. ritenta l’avventura olimpica

“Il 14 novembre 1926 a Firenze si radunarono le 39 maggiori società tamburellistiche che fondarono la Federazione Italiana Gioco Tamburello (F.I.G.T.).”

Il 1926 è un anno importante per il tamburello italiano. L’esigenza di avere una organizzazione efficiente che regolamentasse l’attività, si concretizzò in un appello di alcuni appassionati fiorentini a “tutte le società sportive italiane interessate al tamburello per fondare una federazione dedicata a questo sport, per favorirne lo sviluppo e promuovere le manifestazioni, tutelando e coordinando le varie società e i vari giocatori”. L’appello suscitò consensi e il 14 novembre 1926 a Firenze si radunarono le 39 maggiori società tamburellistiche che fondarono la Federazione Italiana Gioco Tamburello (F.I.G.T.). La sede della Federazione venne fissata a Firenze e primo Presidente fu eletto l’avvocato Pietro Pucci.

È un successo. Il nuovo organismo è apprezzato al punto che il CONI decise di incorporargli la Federazione del Pallone, nata nel frattempo a Torino. Vede così la luce il 28 marzo 1927 la F.I.P.T. (Federazione Italiana Pallone e Tamburello), che divenne la trentatreesima Federazione del CONI. Per la cronaca le primissime società iscritte furono la SPA di Torino, la Arno di Firenze, la Petrarca di Arezzo, la Legione Mincio di Mantova, la Sampierdarenese e la Officine San Giorgio di Genova. Poco dopo si aggiunsero l’US Ovadese ed altre ancora, sino a raggiungere nel 1927, il numero di 35 società e di circa 300 tesserati.

L’attività ’ i promozionale della FIPT è notevole, molti sono i tornei nazionali, interregionali e locali organizzati e a fine anno le società affiliate furono 124 (35 in Piemonte, 26 in Toscana, 21 in Lombardia, 19 nelle Venezie, 17 in Liguria, 5 in Emilia Romagna e 1 nel Lazio). La FIPT tentò anche l’avventura olimpica, chiedendo ufficialmente al CONI di proporre il tamburello come sport dimostrativo alle Olimpiadi di Amsterdam. Il tentativo, però, non ebbe esito. Il CIO proprio in occasione delle Olimpiadi del 1928 ridimensionò drasticamente il numero degli sport e delle gare ammesse alle Olimpiadi. Scomparvero così cricket, tiro, tennis, croquet, rugby, motonautica, polo ed altri sport; altre discipline ridussero il numero di gare disputate (nell’atletica, per esempio, scomparvero molte gare di marcia, i salti da

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La formazione del Verona, terza ai Campionati Italiani del 1928

fermo ed il tiro alla fune). Anche gli sport dimostrativi furono limitati, nonostante la bocciatura del tamburello, accanto al korfbal (una specie di basket olandese) fu accettato il jeu de paume che, praticato nel nord della Francia, in Belgio ed Olanda, del tamburello è stretto parente.

Commissariamento del CONI Il Tamburello nell’Opera Nazione Dopolavoro

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Le Olimpiadi di Amsterdam furono indirettamente causa delle successive vicende: la spedizione italiana tornò dall’Olanda con sette medaglie d’oro, cinque d’argento e sette di bronzo, le attese degli sportivi – e di Mussolini in particolare - erano ben diverse. Al ritorno da Amsterdam il duce convocò il presidente del CONI Ferretti e lo sostituì immediatamente con il commissario Augusto Turati, Segretario del P.N.F.. Appena designato, Turati stralciò dall’elenco degli sport organizzati in federazioni “riunite nel CONI” quelli che “dovevano tendere non tanto alla creazione del campione per schierarlo nelle competizioni internazionali, bensì a contribuire al miglioramento etico e morale della razza”, tra questi anche il Tamburello e la FIPT, che dal 1° gennaio 1929 si trovò inserita nell’Opera Nazionale Dopolavoro (O.N.D.). A quei tempi l’inserimento nel CONI non comportava per le federazioni sportive vantaggi sportivi, tecnici ed economici comparabili a quelli di oggi; indubbiamente però la scelta dopolavoristica del 1929 ebbe riflessi importanti per la storia del tamburello.

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Il Dopoguerra, l’ENAL e la F.I.P.T.

Dopo la parentesi bellica il tamburello fu uno dei primi sports a riaffacciarsi D alla ribalta della nuova Italia. Già nell’estate del 1945 ricominciarono le sfide ed i tornei mentre, con lo scioglimento dell’OND, si creò la necessità di un nuovo inquadramento della FIPT. Il 12 maggio 1946 al Teatro Gobetti di Torino si riunirono alcuni ex-dirigenti della F.N.G.P. con altri appassionati di pallone elastico, per ricostituire la Federazione e chiedere l’affiliazione al C.O.N.I.. Si rivolsero al Presidente del Consiglio De Gasperi, che intervenne presso Giulio Onesti, ma la richiesta non ebbe esito. Nel frattempo però, l’E.N.A.L. (Ente Nazionale Assistenza Lavoratori) aveva sostituito l’OND e il 15 e 16 dicembre 1946, con il congresso di Bologna, inquadrò nel proprio ambito la ricostituita F.I.P.T.. L’attività agonistica riprese con nuovo entusiasmo. I primi risvegli si ebbero nei luoghi classici del tamburello: Genova, Ovada, Goito e nel veronese, mentre a Milano riprese l’attività allo Sferisterio Diana e da Castel Goffredo giungevano i primi echi delle gesta di un nuovo promettentissimo campione: Marino Marzocchi, detto Mara.

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“...in tutti i Paesi del mondo gli sport tradizionali sono tenuti in grande considerazione sotto ogni profilo in quanto patrimonio storico, culturale e sportivo della Nazione”.

La FIPT nuovamente associata al CONI

Alla soppressione dell’ENAL, la F.I.P.T. è nuovamente nel CONI con lo status di “disciplina associata”. Il CONI è ora “la Confederazione delle Federazioni Sportive Nazionali e delle Discipline Sportive Associate”: alla luce di questo la Federtamburello acquisisce una sostanziale parità con le Federazioni Sportive Nazionali sul versante dei doveri, anche se permane tanta distanza da queste per la fruibilità dei servizi e l’entità dei contributi. Malgrado i 33 anni trascorsi e il possesso dei requisiti sportivi, alla FIPT è stata finora preclusa la possibilità di compiere il “salto” istituzionale a Federazione effettiva. Non si è fino ad oggi tenuto conto non solo dei tanti anni trascorsi nello status di disciplina associata, dell’essere uno sport con una ampia diffusione a livello nazionale e internazionale ed una presenza importante nel mondo della scuola. È noto che in tutti i Paesi del mondo gli sport tradizionali sono tenuti in grande considerazione sotto ogni profilo in quanto patrimonio storico, culturale e sportivo della Nazione.

20 012

I° I Campionato del Mondo Open

Il primo Campionato Mondiale Open si svolge a Gignac in Francia e vede vincitrici le squadre maschili e femminili francesi.

20 013

I° Campionato del Mondo Indoor

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ll primo prim Campionato Mondiale Indoor si svolge a Castel Goffredo, Asola, Casalmoro e Guidizzolo - Terre dell’Alto Mantovano - Italia.



Una partita di Tamburello allo Sferisterio di Castel Goffredo (Mn), anni Cinquanta


Udine

1

1

Genova

18

12

Udinese (1896)

4 1 1

Nicolò Barabino Sampierdarena (1898 - 1899 - 1902 - 1904 - 1906 - 1907) Sampierdarenese (1908 - 1909 - 1910 - 1911 - 1912 - 1920) Sestrese (1927 - 1928 - 1948 - 1949) Palazzo Genova (1955) Rivarolese (1905)

Scccud ud de d ett e ttttii dal a 1896 8 6a all 20133

Scudetti assegnati dal 1896 al 2013: 101

Savona

1

1

Savona (1939)

Torino

4

3 1

Torino (1914 - 1919 - 1921) Fiat Torino (1960)

Asti

13

2 1 10

Alessandria

10

2 1 7

Murisengo (1969 - 1973) Ovada (1979) Castelferro (1992 - 1993 - 1994 - 1995 - 1996 - 1997 - 2000) 0)

Pisa

2

2

Pisa (1922 - 1923)

Firenze

4

1 2 1

Firenze (1924) Empoli (1931 - 1932) Prato (1954)

Arezzo

1

1

Petrarca Arezzo (1901)

Milano

6

6

A.T. Milanese (1933 - 1934 - 1935 - 1936 - 1937 - 1938)

Bergamo

1

1

San Paolo d’Argon (1999)

Brescia

1

1

Borgosatollo (2001)

Mantova

12

2 2 2 2 4

Castel Goffredo (1950 - 1951) Castellaro (1956 - 1998) Goito (1952 - 1959) Marmirolo (1971 - 1981) Medole (1987 - 1988 - 1989 - 2012)

Verona

24

4 2 6

1

Verona (1925 - 1926 - 1930 - 1953) Virtus Bussolengo (1957 - 1958) Belladelli Quaderni (1961 - 1962 - 1963 - 1964 - 1965 - 1966) Salvi S. Massimo Verona (1967 - 1968) Lonardi S. Floriano (1975 - 1976 - 1977 - 1978) Maria Pia Bussolengo (1980 - 1982 - 1983 - 1985 - 1986) Valgatara (1984)

2

Aldeno (1990 - 1991)

2 4 5

Trento

2

Castell’Alfero (1970 - 1972) Viarigi (1974) Callianetto (2002 - 2003 - 2004 - 2005 - 2006 62007 - 2008 - 2009 - 2010 - 2011 - 2013)

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&

NOTIZIE CURIOSITÀ 18831

15 luglio, singolare disfida di tamburello

Dal diario “Miscelanea Veritas” di Francesco Procaccini, un signorotto di campagna che annotò tutti i fatti e fatterelli che accadevano a Montenovo, attuale Ostra Vetere di Ancona, nel secondo ventennio dell’Ottocento. Nella sua cronaca si trovano notizie sul gioco del pallone col bracciale ma anche una singolare partita di palla tamburello disputata il 15 luglio 1831. “... Circa l’ore 22, vi è stata disfida del Giuoco della Palla a Tamburello al Borgo trà li Sig.i Anto.o Innocenzj, e Diego Lozzi (ora qui) alli trè giuochi, di scomessa libre sette sfoglie a godere. In succinto dirrò. Innocenzj dopo trè Anni circa di profonda ipocondria solitaria, riautosi circa sei giorni, oggi ha giuocato, ed ha fatto una sollenne caduta, ma nulla si fece di male; Lozzj poi vi era di bello assai il vestiario, con Fascia alla Pancia, gran fiocchi alla bracci e faraglioletto. Circa Minuti 12: durò q.to divertimento facendo entrambi quasi tutti Falli di battuta, e mai toccarono la Palla di ribattuta. Restò vincitore Innocenzj. Età di questi Due Giocatori Anni 63: a Testa, veri ragazzi”.

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Castellaro Lagusello (Mn): i diktat del Reverendo Parroco e il buon senso della Pubblica Amministrazione

18856

Monzambano Polizia n. 3443 Volta, lì 9 agosto 1856

Alla Imperiale Regia Delegazione Provinciale Mantova Muove lamento il Reverendo Parroco di Castellaro contro l’uso del gioco della palla con il tamburino che si tiene sulla Piazza pubblica dai giovani di quella frazione, comunicando, nel suo foglio 8 andante che si rassegna, i disordini che ne derivano anche a danno del Culto, chiedendo che sia vietato il gioco nei giorni festivi anche dopo le sacre funzioni vespertine. Poiché la scrivente non conosce disposizioni superiori che vietino tali giochi sulla pubblica Piazza nelle ore fuori dei divini Uffici e perché non richiedendosi alcun apparato non può esserne impedito il libero passaggio, sarebbe trattenuta dall’assecondarne la domanda del Parroco nella vista di non distogliere da un innocente passatempo la gioventù di quella frazione che altrimenti passerebbe le ultime ore dei dì festivi nell’osteria, nelle vendite di liquori od in altri giochi meno onesti. Per tali riflessi, anziché prenderne alcuna disposizione esecutiva sulla domanda del Parroco di Castellaro ama sottoporla alle savie determinazioni di codesto Magistrato non omettendo di subordinarne che frattanto la scrivente diede alla Gendarmeria opportuni ordini perché durante il tempo dei Divini Uffici si ......... quei frazionisti.

New York, sfida tra giocatori di Tamburello e giocatori di Racchetta (Tennis)

18877

Salpata dall’Italia con belle speranze, con sogni di gloria e di …cassetta, la compagnia di giocatori di pallone col bracciale toscani e romagnoli - una sorta di nazionale di atleti professionisti - non avrebbe mai immaginato una stagione sfortunata e fallimentare come quella iniziata il 6 giugno 1877 a New York. Ingaggiati da Cesare Orsini, un italiano residente nella Grande Mela, i giocatori, diretti da Antonio Maestrelli, un campionissimo della metà del secolo, rimasero delusi, fin dalla prima uscita sul campo di gioco realizzato tra la 16esima Strada, l’incrocio della Quarta e Madison Avenue, dall’indifferenza degli americani per il pallone. In verità, qualche incontro aveva richiamato un discreto pubblico, ma composto prevalentemente dai

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cosiddetti “portoghesi” che, invece di entrare nel recinto del campo di gioco e pagare il biglietto d’ingresso, assistevano al gioco affacciati alle finestre o seduti sui muretti delle abitazioni. Per aiutare i giocatori, si pensò quindi di organizzare uno spettacolo di beneficenza consistente in una partita “sui generis”: quattro giocatori di pallone con il tamburello e precisamente Bazzanti, Baroni e fratelli Maestrelli, Egidio e Damaso, avrebbero sfidato altrettanti campioni di racchetta (tennis), i fratelli MacQuade e i fratelli Casey. Il giorno della sfida, il 20 luglio, piovve e, pertanto, fu concordato di rinviarla al 23 dello stesso mese. Quel giorno, poco prima dell’atteso confronto, un’altra tegola cadde sulla testa degli sfortunati organizzatori: un telegramma di B. McQuade li informava che, causa malattia, non avrebbe partecipato alla sfida e di conseguenza anche gli altri racchettari. “Per non deludere i presenti, James Keating, il campione di racchetta inglese” e John Lenihan, un noto amatore della racchetta newyorchese, accettarono di misurarsi contro Morfeo Bazzanti ed Egidio Maestrelli. Il quotidiano The New York Times così commentò la singolare sfida il giorno seguente: “L’attrezzo [tamburello] usato dagli italiani essendo molto elastico, ha permesso loro di lanciare la palla più lontano rispetto ai loro avversari, avendo di conseguenza un certo vantaggio durante la partita. Due riprese da 7 punti ciascuno sono stati giocate, ed entrambe vinte dai giocatori di pallone col tamburello. Il punteggio nel primo gioco è stato di 4 a 3, e nel secondo di 5 a 2. Una volta finita la partita Linihan e Keating hanno fatto un po’ di pratica con il tamburello contro i loro avversari”.

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Concorso Ginnico di Treviso, i premiati

Palestra Marziale di Venezia: Medaglia grande d’argento pel giuoco delle bandiere e corona di quercia per la palla vibrata; Udine: medaglia argento media per il tamburello e corona di quercia (oltre il campionato) per il calcio; Ferrara: dure corone d’alloro per la palla vibrata e per il calcio. Istituto Torazza: medaglia grande d’argento per il calcio, medaglia di bronzo per la corsa volteggio di gara, medaglia media d’argento per la palla vibrata. Padova: medaglia grande d’argento per la palla vibrata. Premi speciali d’incoraggiamento per numero e distanza: 1° Società Ginnastica di Udine - 2° Palestra Marziale di Venezia - Società di Ferrara. dalla Gazzetta dello Sport del 14 settembre 1896


La squadra tedesca femminile di tamburello di Kreismeister

La Gi Giocatrice di Tam Tamburello di Michelangel Michelangelo Monti

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Pietro Mascagni e il Tamburello

Il musicista giocava volentieri a biliardo, che in ogni sua abitazione era d’obbligo e, appena poteva soprattutto nella villa di Livorno, disputava giornalmente una partita di tamburello, “la figlia era sempre tra le sue vittime preferite”.

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Adolfo Consolini battitore di Tamburello

“Era nato a Costermano, un piccolo paese della provincia di Verona, il 5 gennaio 1917. Ultimo di cinque figli di contadini, cadde da cavallo e si uppe il braccio destro. Ma lui reagì, scelse il tamburello per rinforzare l’arto e tirava sventole, in particolare come battitore, da far paura. Lo notò il Maresciallo della Finanza Carlo Bovi, che lo portò nel mondo dell’atletica. Nel 1938 era già in Nazionale e fu quinto agli europei nel lancio del disco. Nel 1948, a Londra, in occasione delle Olimpiadi conquistò l’oro. Quattro anni dopo, ad Helsinki, fu argento”.

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“Pepu e Dolfo L’esemplare amicizia fra i due famosi discoboli Adolfo Consolini e Giuseppe Tosi”. Gianni Brera su La Gazzetta dello Sport del 20 ottobre 1947: “Borgo Ticino 19. Questo paese ha 1600 anime, l’onore di aver dato i natali a Beppone Tosi che qui è chiamato Pepu, e un campo sportivo nuovo, novissimo. Il campo sportivo è stato inaugurato oggi dal parroco in un latino di stile classico alla San Girolamo, che l’altoparlante rendeva più attuale e dinamico. E’ una spianata sterposa e molto elastica: sotto, gli strati ghiaiosi del padre Ticino; intorno, 1600 anime per la maggior parte candide, dunque buone e generose, dunque sportive al cento per cento. Guido Ballerini, apostolo paziente, ha segnato la pista su questo campo sterposo. Hanno erudito i borgoticinesi sui misteri dell’atletica l’immancabile Tonino Siddi, amorosamente assistito dal buon Donati; i gallaratesi Moretti, Piotti, Tonelli, Mira, Lombardi e Gelati; i milanesi Gabbiazzi e Mondani. Risultati 80, 400 e lungo a Siddi, alto a Gabbiazzi. Poi i due giganti del disco, rinforzati da Antonio Kenk. Consolini è molto piaciuto ai borgoticinesi “perché ‘l tirava dritt”. I borgoticinesi sono ottimi tecnici in potenza; hanno capito che per tirare diritto bisogna chiudere bene. Tosi non ha avuto oggi questa virtù. La kermesse è finita in gloria con le sparate titaniche, ma non sempre felici, dei due omaccioni: Consolini 50.45, Tosi 49.50, Kenk 41.50. niente di tecnicamente serio, ha detto Ballerini, in ogni modo buona propaganda”.

Manifesto dell’amichevole riunione di atletica disputatesi a Costermano il 12 ottobre 1947 e imperniata sul confronto Consolini-Tosi.

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Aldo Ballarin e il suo amore per il tamburello

La foto qui riprodotta ritrae il calciatore Aldo Ballarin, terzino destro della Nazionale di calcio e del grande Torino, morto nel disastro di Superga. Ballarin è fotografato sulla spiaggia di Sottomarina Lido nell’estate del 1948. Gli è accanto il figlio Antonio, che tiene stretta in mano una pallina. Molte persone, a Chioggia, ricordano con simpatia e nostalgia il famoso e popolare calciatore mentre insegnava ai bambini, oltre che i fondamentali del calcio, anche le prime rudimentali posizioni del tamburello. Il Prof. Angelo Ciscenti rammenta perfettamente, aveva nel 1948 nove anni, che il Ballarin gli insegnava l’impugnatura del tamburello, il lancio della pallina, il colpo teso ed il colpo alto. A quei tempi si giocava senza alcuna regola e per lo più in spiaggia; ci si metteva uno di fronte all’altro, o al massimo due a due, per palleggiare da distanza ravvicinata per i principianti, a distanze sempre maggiori per i più esperti, sino a lunghissime distanze per i più bravi, come appunto il Ballarin.

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L’Inter vinse gli scudetti 1953 e 1954 ma “per mantenere la forma si giocava a Tamburello”

Dal testimonianza di Maino Neri (da L’Adige di Trento - giugno 1983): Dalla “Di quell’attrezzo in pelle e delle palline rosse federali serbo un ottimo ricordo: era stato l’allenatore Alfredo Foni ad imporci l’uso. Noi giocatori dell’Inter ci allenavamo tutti i giorni all’Arena, mentre solo il Milan entrava a San Siro e, dopo una preparazione densa di fondo ed esercizi ginnici che perdurava fino a tutto il mese di febbraio e con la quale acquisivamo una forma perfetta, il problema di ogni squadra era poi quello di mantenerla. Perciò da marzo fino al termine del campionato compivamo una sola seduta specifica di calcio alla settimana, il giovedì, mentre tutti gli altri giorni si giocava a pallavolo e tamburello. Gli amici più affezionati al tamburello erano anzitutto lo stesso allenatore Foni, poi il sottoscritto, quindi Ghezzi, Giovannini, Blason, Fattori e Padulazzi. In quel periodo vincemmo due scudetti nel 1953 e 1954.

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Il tamburello certamente rafforza i muscoli delle gambe e braccia e aumenta la concentrazione. Ricordo tuttavia che ancora quando giocavo nel mio Modena nel 1948-49 l’allenatore Marini fra gli esercizi così detti di completamento, ci aveva introdotto il tamburello. Ma certamente con una cadenza superficiale rispetto a quella dell’Inter nel periodi di Foni, dove giocavamo per delle ore, magari per quattro giorni alla settimana, risultando io modestamente il più bravo”.

Lo Sferisterio Alhambra di Firenze

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Lo Sferisterio al “chiuso” in due foto degli anni Trenta. Costruito tra le due guerre, aveva l’ingresso da Via Borgo la Croce n. 5 e fu demolito nel 1961 assieme al Teatro all’aperto dell’Alhambra.

Giovanni Paolo II e il Tamburello Fausto Bettinazzi, di Mantova, consegna il suo tamburello a Papa Giovanni Paolo II in occasione dei Giochi della Gioventù

Damiano Tommasi La mia passione per il Tamburello ”In famiglia si respirava aria di sport. Il tamburello è il più vissuto, vista l’attività agonistica di papà. Il tempo che trascorro lontano da Vaggimal è sempre di più e questo non fa che aumentare il mio amore per quei luoghi.

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Scuola e calcio non lasciano spazio allo sci e al tamburello, che ho dovuto abbandonare… temporaneamente. Tornerò a praticare questi sport non appena cambierò lavoro!”.

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Il Saluto del Presidente del CONI Mario Pescante alla XXXII Assemblea della FIPT

“Ho scoperto così che avete 100 anni: è una cosa che mi ha sbalordito, ma nello stesso tempo il piacere è stato grandissimo e Vi dirò anche perché. Innanzitutto perché mi da modo di rendere omaggio a questo Vostro Sport, che ha cento anni di attività agonistica ufficiale, cento anni come le Olimpiadi, dieci più del CONI. È stato quindi con grande meraviglia che ho preso atto di questo dato e volevo di persona portare l’omaggio dello Sport Italiano alla Vostra storia, esprimendo il riconoscimento a questa federazione, a chi la dirige, al Consiglio, a tutta la dirigenza di base oltre che di vertice, per i grandi progressi fatti. Io non so quante federazioni possano essere prese ad esempio: ebbene, quando si parla di esempi le dimensioni non servono, l’esempio è a volte la bandiera, un’immagine. Ebbene, devo dire con molta onestà, che la vostra Federazione, con le sue migliaia di tesserati, con le sue poche centinaia di società, è un grandissimo esempio. La vostra Federazione, con i suoi dodicimila praticanti, con i suoi dirigenti, la sua storia, il suo passato, il suo presente, rappresenta un esempio bello, una immagine dignitosa, uno specchio al quale guardare per continuare in questo nostro impegno, per far si che lo sport italiano resti quello che soprattutto era nel passato, pur con delle modifiche, che dovranno esserci perché andiamo verso il 2000. Ci dobbiamo muovere sempre nel rispetto degli ideali, della passione, dell’impegno che nello sport i dirigenti sportivi in genere mettono e soprattutto mettete Voi, Voi dirigenti di società, Voi dirigenti di vertice, Voi dirigenti tutti del mondo del tamburello…”.


Federazione Italiana Palla Tamburello Piazza Lauro de Bosis, 15 00135 Roma Tel. 06.36854137 Fax 06.36854134 e-mail: federtamburello@federtamburello.it

Centro Operativo Commissioni FIPT Via Principe Amedeo, 29 46100 Mantova Tel. 0376.363325 Fax 0376.368246 e-mail: info@federtamburello.it Sito internet www.federtamburello.it FedertamburelloTV www.atleticomtv.it/fipt

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Grafica e impaginazione Corrado Bocchi e Lara Fezzardi Stampa Grafiche Tagliani, Calcinato


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