crescere neLL’era DeLL’IncerTeZZa
DeMOGraFIcO,
Rischi, tanti e di natura diversa, ma anche qualche ragione di moderato ottimismo. Il fuori casa deve fare i conti con un futuro in cui l’unica certezza sembra essere l’incertezza, così diffusa da accomunare il quadro economico a quello geopolitico. Uno scenario ben descritto da Benedetta Brioschi , Partner e responsabile Food&Retail e Sustainability The European HouseAmbrosetti, che nel corso dell’International Horeca Meeting 2025 ha presentato un’anticipazione dello studio realizzato dalla società di consulenza per conto di AFDB e Italgrob e che verrà presentato a Roma a maggio. Una riflessione partita dall’esame di alcuni dei fattori, definiti di disruption da Brioschi, che possono impattare pesantemente sull’intera filiera agroalimentare, compreso il fuori casa: “Partiamo da
DI DOMenIcO aPIceLLa
un dato: il debito globale è aumentato del 48,7% nell’ultimo decennio, fino a raggiungere nel 2023 il record storico di 313 trilioni di dollari , cioè il 330% in rapporto al Pil globale. Altro aspetto sono le restrizioni sulle attività commerciali: Goldman Sachs ha stimato che, se fossero introdotte quelle annunciate dal Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, l’impatto per l’Italia si tradurrebbe in un -0,2% sul Pil nel 2025 e un -0,7% nel triennio successivo, perché siamo il secondo paese manifatturiero europeo più esposto commercialmente verso gli Usa. Poi ci sono gli eventi climatici estremi: il 2024 è stato l’anno più caldo di sempre, inoltre l’Italia è il terzo paese dell’Unione europea per perdite economiche legate al clima, calcolate in 266,8 euro pro capite annui . Infine, l’inverno demografico: la popolazione mondiale è in crescita, tanto che dagli 8
miliardi di persone di oggi arriveremo a superare i 10 miliardi nel 2070, ma questo incremento è profondamente asimmetrico. Da qui al 2050 si stima 1 miliardo in più di abitanti in Africa, 40 milioni in meno nella Ue, 6 milioni in meno in Italia, che per dare un termine di confronto, equivalgono alla popolazione del Lazio. La dinamica demografica attuale porterà la forza lavoro del nostro Paese a ridursi di un quinto, sempre nel 2050 . In uno scenario previsionale volutamente distopico, da noi realizzato, l’ultimo italiano nascerebbe nel 2225 e la popolazione italiana cesserebbe di esistere nel 2307”.
I MOTIVI DI OTTIMIsMO
A questi fattori negativi, The European House - Ambrosetti ne contrappone di positivi, a cominciare dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Lo stanziamento di
807 miliardi di euro nell’Unione europea192 dei quali per l’Italia - è pari secondo la società di consulenza a 6,3 volte il Piano Marshall, l’iniziativa condotta dagli Stati Uniti per la ricostruzione dell’Europa dopo la Seconda guerra mondiale. “Anche se molto dipenderà dal rispetto dei tempi di attuazione - premette Brioschi - non possiamo non considerarla come un’iniezione di ottimismo per il nostro Paese, che ha prospettive di crescita economica contenute, ma su valori superiori alla media del decennio precedente. Tra il 2012 e il 2022, il
l’effetto dell’inflazione, è aumentato dello 0,18% mediamente. Poco rispetto al +1,11% della Germania o al +1,06% della Francia. La parziale buona notizia è che la stima per il 2024 è +0,6% e quella del 2025 è pari a +0,7%, quindi più di tre volte e mezzo quel +0,18% indicato in precedenza. E nell’ipotesi di un alto assorbimento dei fondi del Pnrr, gli incrementi del Pil sosterranno la crescita dell’Italia nel medio termine, per un differenziale di 360 miliardi di euro dal 2024 al 2030”.
Un contenuto ottimismo emerge altresì da una ricerca realizzata periodicamente
Var. % 2012-2022 a prezzi costanti
da Ambrosetti sentendo circa 400 top manager dell’industria. L’analisi si traduce in un indicatore in cui i valori negativi testimoniano un sentiment pessimista, mentre quelli positivi segnalano un umore opposto. Rispetto al -60,8 registrato a marzo 2020 - in piena crisi pandemica - il 19,2 dello scorso dicembre rappresenta un dato migliore del 15,1 di settembre e del 6,1 di giugno sempre del 2024, seppure inferiore rispetto al 36,2 di dicembre 2023. Come a dire che, con riguardo alla situazione attuale del proprio business, il sentiment dell’industria è moderatamente positivo.
LA SPESA PER CONSUMI ALIMENTARI
Miliardi di euro - valori concatenati anno 2020
Fonte: elaborazione TEHA Group su dati Istat
I nUMerI
DeLL’aGrOaLIMenTare
In questo scenario si inserisce la filiera agroalimentare, di assoluto rilievo per il sistema Paese, con 261,4 miliardi di euro di fatturato, ben 1,2 milioni di imprese e 3,4 milioni di occupati, oltre a 69,2 miliardi di euro di export. Altro dato interessante sottolineato da Brioschi è relativo al valore aggiunto: “Parliamo di 72,2 miliardi di euro nel 2023, che rendono quella agroalimentare,
L’INCIDENZA DEI CONSUMI ALIMENTARI
CASA SUL BUDGET FAMILIARE
Consumi alimentari
Consumi alimentari in casa
Consumi alimentari fuori casa
LA SPESA ALIMENTARE FUORI CASA
DELLE FAMIGLIE PER AREA
Dato medio mensile 2023
intesa come somma di settore primario e industria di trasformazione, la prima filiera manifatturiera italiana. Per dare qualche termine di confronto, dobbiamo mettere insieme due volte l’automotive di Francia e Spagna oppure più di due volte l’aerospazio di Francia, Germania e Regno Unito per arrivare al valore aggiunto prodotto dal nostro agroalimentare. Comparto che primeggia a livello nazionale anche per investimenti, pari a 17,2 miliardi di euro, e che attiva a monte
e a valle altri 30 settori economici, tra cui la distribuzione Horeca. Se sommiamo tutto questo, la filiera agroalimentare estesa sostiene la generazione di 371,2 miliardi di euro di valore aggiunto, cioè il 19,4% del Pil italiano”.
Una leadership confermata anche sotto il profilo qualitativo: sono 856 i prodotti certificati italiani, suddivisi tra 328 food (per un valore della produzione pari a 9,1 miliardi di euro) e 528 nel vino (11 miliardi di euro di valore della produzione). Seconda nell’Unione europea è la Francia, con 717 prodotti certificati, mentre la Spagna completa il podio con 366. “A marzo 2023 - riprende Brioschi - la cucina italiana è stata candidata per diventare patrimonio culturale immateriale dell’Unesco. Il suo successo è testimoniato da un altro dato, che rileviamo mensilmente: nelle grandi capitali mondiali, i



Benedetta Brioschi, Partner e responsabile Food&Retail e Sustainability
The European House - Ambrosetti
ristoranti italiani sono sempre i più diffusi e sono anche quelli che in termini numerici registrano la crescita maggiore anno su anno. A riprova della straordinaria voglia d’Italia che c’è nel mondo e della capacità di attrazione che il nostro Paese esercita a livello internazionale. In una ricerca da noi condotta in Austria, Belgio, Germania, Paesi Bassi, Regno Unito e Stati Uniti, le produzioni agroalimentari e la tradizione culinaria si sono posizionate al primo posto tra i fattori di attrazione per i turisti stranieri che vengono in Italia, seguite da architettura e storia, paesaggi e ambiente”.
L’anDaMenTO DeI cOnsUMI
Gli afflussi dall’estero sono indubbiamente determinanti per le sorti del fuori casa, ma più in generale la voce consumi è vitale per la tenuta economica dell’intero Paese. Ancora una volta, i dati forniti da The European House - Ambrosetti fanno piena luce sul tema: se i consumi nel loro insieme hanno pesato per il 58,6% sul Prodotto interno lordo nel 2023, quelli alimentari e non alimentari hanno inciso per il 33,6% nello stesso anno. C’è però un ulteriore
I VALORI DI VENDITA POST-COVID DELLA DISTRIBUZIONE HORECA
Risposte degli associati di Italgrob alla domanda: “I valori di vendita della sua azienda hanno raggiunto i livelli prepandemici?”
Sì, hanno raggiunto e superato i livelli pre-pandemici
la crescita dell’incidenza del fuori casa sul budget familiare: la spesa media mensile per consumi alimentari out of home è passata dal 4,5% del 2014 al 5,7% del 2023. C’è però un’enorme eterogeneità tra le diverse regioni: una famiglia in Trentino-Alto Adige spende 192 euro al mese per consumi fuori casa, pari al 30% del totale della spesa alimentare; una della Calabria destina all’out
Sì, hanno raggiunto i livelli pre-pandemici
No, sono ancora a livelli inferiori
Fonte: THEA Group - dicembre 2024
punto di attenzione, evidenziato dall’anda mento della spesa complessiva per consu mi alimentari - domestici e fuori casa - tra il 2014 e il 2023, calcolata con un indice di prezzo fisso e quindi non considerando gli aumenti nominali derivanti dall’inflazione.
Dall’analisi emerge uno scarso dinamismo, ben sintetizzato dalla ridotta differenza tra il dato del 2014 (240 miliardi di euro di consumi alimentari) e quello del 2023 (242 miliardi di euro), pur in una sequenza di anni che ha visto delle oscillazioni, a causa anche della crisi pandemica.
“Un effetto lo hanno di sicuro avuto la con trazione del potere d’acquisto - argomenta Brioschi - e l’inverno demografico, ma è e vidente che, se non sosteniamo i consumi, mettiamo a rischio una fetta importante della nostra economia. La buona notizia è
