l'Industria Meccanica 705 - settembre-ottobre 2016

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Pensare globalmente e agire localmente. La ricetta del successo dei Fratelli Pettinaroli D

a 70 anni, Laura Fortis Pettinaroli, presidente della Fratelli Pettinaroli Spa, varca i cancelli dell’azienda di San Maurizio d’Opaglio, uno dei punti luce della produzione di valvole e rubinetteria in Italia. Le valvole Pettinaroli per acqua, riscaldamento, gas e vapore sono ambasciatrici del made in Italy. I fratelli Ugo, Giulio e Maria Pia ricoprono compiti diversi all’interno del gruppo. «Continuiamo a pensare globalmente e agire localmente», conferma Ugo Pettinaroli, amministratore delegato della società. Oggi l’azienda è costruita anche dalla terza generazione: Francesca, Luca e Marco stanno condividendo le proprie competenze all’interno degli uffici amministrativi, marketing e produttivi rispettivamente. «Siamo tre generazioni a confronto e questa è anche la nostra forza. Sappiamo che i nostri valori permeano il quartier generale italiano e ognuna delle nove filiali». Valori visibili dalla qualità del manufatto e dal rispetto per l’ambiente, criterio che la famiglia ha assimilato dall’affezione alla cornice stessa in cui è situata la fabbrica, il lago d’Orta. L’impegno sociale della famiglia Pettinaroli riluce anche nell’iniziativa del Museo del rubinetto, divenuto meta di conoscenza per scolaresche, imprendito-

ri e istituzioni. Lo sguardo è sempre attento al presente e rivolto al futuro che, per le valvole, riveste i panni dell’Industria 4.0. «Nella supply chain la flessibilità con doppi turni e il lavoro dei giovani interinali sono due innesti necessari nel processo aziendale», unitamente alle maestranze e alla continua ricerca dei tecnici e degli ingegneri. Sono anche queste le misure adottate dalla Pettinaroli per far fronte a commesse improvvise con tempi di consegna sempre più stretti, come l’ultimo ordine da Dubai. Le richieste dall’estero, infatti, sono in continuo aumento perché i prodotti sono valutati innovativi e tecnologicamente avanzati. Oggi il fatturato della filiale americana è cresciuto superando persino la quota di fatturato dall’Italia. «È stato lo stesso impegno familiare e di squadra», continua Ugo Pettinaroli, «a consentirci di aprire le porte al mercato americano. Quello è stato uno dei momenti importanti in cui, laddove l’analisi non è sufficiente a fare il salto di qualità, arriva in soccorso la passione». Nel 1954, l’azienda avvia i primi rapporti commerciali con l’America con Giuseppe Pettinaroli. Ma era necessaria una logistica adeguata. La Fratelli Pettinaroli era in difficoltà per la mancanza di una strada indispen-

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sabile per l’accesso degli autocarri allo stabilimento. La realizzazione viene approvata e il costo dell’opera, cinque milioni dell’epoca, è sostenuto da Comune, Prefettura e, soprattutto, dai Fratelli Pettinaroli. Possono così partire i primi container con destinazione Usa. La Fratelli Pettinaroli ha tessuto la sua storia di pari passo con la storia Italiana. Basti ricordare che nel luglio del 1956 la piccola azienda vive in prima persona la tragedia dell’Andrea Doria, che affonda con trecento quintali di rubinetti Pettinaroli destinati all’America. L’acquirente americano, che aveva assicurato il carico, dopo la notizia scrive un telegramma a San Maurizio d’Opaglio: “preparare altro carico, urgono vostri rubinetti, stop”. E pensare che tutto iniziò in un appezzamento di soli 250 metri quadrati, dai due fratelli Pettinaroli, Giuseppe e Mario. Le prime assunzioni, tanti rischi intrapresi fino agli importanti e moderni stabilimenti. Negli anni l’espansione non si è mai arrestata fino a triplicare l’area produttiva attuale. La storia insegna che nulla di quel che vediamo nasce come un successo scontato. Fare impresa cosa significa? «Per la nostra famiglia coincide con il mettere l’azienda al centro della nostra vita». □ l.a.


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