Milkcoop magazine n.7 2018

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Milkcoop magazine - Il mensile delle filiere cooperative lattiero-casearie n.7_2018_Luglio

Il mensile delle filiere cooperative lattiero casearie

6 GRANA PADANO

TOP “INFLUENCER”, CONQUISTA GIOVANI E MENO GIOVANI

9

IL CREDITO IN AGRICOLTURA 14 COOPERFIDI ITALIA SOC.COOP.

16

40

HUMAN TECHNOPOLE:

POLONIA

PRIMO PIANO

Mattaj il nuovo Direttore per gestire lo sviluppo dell’ex area EXPO di Milano

INTERNAZIONALIZZAZIONE Ampi margini di crescita dei formaggi italiani in Polonia

22

42

Firmato Accordo commerciale e strategico tra UE e Giappone

SCEGLIERE DI FARE INVESTIMENTI NON E’ UNA SCELTA FACILE

PRIMO PIANO

PERFORMANCE COOPERATIVE

24

50

CON LA NUOVA PAC

MENO EMISSIONI DI METANO DALLE VACCHE

BRAINSTORMING possibili finanzaimenti alle OP LATTTE a cura di Ermanno Comegna

BEST PRACTICE

in arrivo dalla California una nuova miscela di mangimi a base di alghe e melassa


SOMMARIO 4

EDITORIALE di Fabio Perini

GRANA PADANO TOP “INFLUENCER”, CONQUISTA GIOVANI E MENO GIOVANI

6

Consorzio Grana Padano

9

IL CREDITO IN AGRICOLTURA

14

COOPERFIDI ITALIA SOC. COOP. ANDAMENTO MERCATI

PRIMO PIANO 16 HUMAN TECHNOPOLE

Mattaj, il nuovo Direttore per gestire lo sviluppo dell’ex area EXPO di Milano

1 8 LE LINEE PROGRAMMATICHE DEL NUOVO MINISTRO CENTINAIO 20 BILANCIO UE 2019

approvato dal Consiglio europeo

2 2 Firmato Accordo commerciale e strategico tra UE e Giappone

BRAINSTORMING DI FILIERA 24 CON LA NUOVA PAC

possibili finanziamenti alle OP LATTE

di Ermanno Comegna

28 CEREALS & OILSEEDS

Cresce il prezzo del petrolio nel 2018 Un rallentamento della crescita economica UE Il mercato delle principali commodity agricole Superfici e Produzioni Prezzi Importazioni ITALIA

3 6 LATTE E DERIVATI

Latte raccolto nel 2018 I prezzi del latte alla stalla nel 2018 Il mercato dei prodotti derivati Commercio estero UE

INTERNAZIONALIZZAZIONE 40 POLONIA Ampi margini di crescita dei formaggi italiani in Polonia

Consumi in aumento e migliore percezione delle qualità da parte dei consumatori polacchi

CONTESTO MACRO-ECONOMICO 2 6 Petrolio e Cambio euro/dollaro 2 7 Dall’eurostat:

la strategia Europa 2020

2

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PERFORMANCE COOPERATIVE 4 2 SCEGLIERE DI FARE INVESTIMENTI NON E’ UNA SCELTA FACILE

NEWS 48 EMMI

INVESTE NEI PRODOTTI OVINI E CAPRINI

48 Partnership tra Arla Foods e Yeo Valley sulla commercializzazione di prodotti biologici

49 Campagne de promotion d’envergure

al via una campagna di comunicazione sui prodotti DOP e IGP in Francia, Belgio e Germania

BEST PRACTICE 50 Meno emissioni di metano dalle vacche

in arrivo dalla California una nuova miscela di mangimi a base di alghe e melassa

5 2 SMART FARMING

la nuova iniziativa sviluppata in Finlandia per monitorare i processi produttivi agricoli delle stalle da latte

AVVISI E BANDI 54 CREDITO D’IMPOSTA - ricerca e sviluppo

APPENDICE DATI 5 7 Appendice dati

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L’EDITORIALE

L’ACCESSO AL CREDITO:

UN FATTORE STRATEGICO PER LE IMPRESE AGRICOLE per gestire le attività produttive, i percorsi di sviluppo e innovazione e garantire un’adeguata redditività alle cooperative e ai loro soci

di Fabio Perini Prima di augurarvi delle meritate vacanze, vi lanciamo qualche spunto di riflessione con questo ultimo numero di Milkcoop, prima dell’interruzione estiva del mese di Agosto.

In particolare mi piacerebbe segnalarvi l’approfondimento che si trova in apertura sul tema dell’accesso al credito in agricoltura, che, come si può leggere dai dati raccolti nel corso degli ultimi anni da parte della Banca d’Italia e a seguito di un’analisi puntuale di Ismea, rappresenta un tema molto delicato e strategico per il settore agricolo. L’agricoltura in quanto tale è molto dipendente e influenzata dalle condizioni esterne, che possono riguardare l’andamento climatico, la disponibilità delle risorse naturali, ma anche le dinamiche dei prezzi di mercato e della domanda dei consumatori. Tutti aspetti che rendono il settore agricolo più vulnerabile rispetto ad altri comparti dell’economia, e di conseguenza molto dipendente dal credito esterno; e per le aziende può risultare più complesso e difficile fare previsioni sul futuro e quindi pianificare interventi e fare strategie nel medio-lungo termine. Le nostre imprese, per affrontare le complessità del settore, hanno sempre beneficiato di diversi finanziamenti esterni (derivanti sia da contributi pubblici che da istituti privati di credito) per svolgere sia le attività produttive ordinarie sia intraprendere percorsi di crescita e sviluppo, ormai essenziali per riuscire a stare al passo con i tempi e dare risposta a quello che chiedono i cittadini e i consumatori. Oggi siamo in una fase di transizione in cui da una parte si stanno riducendo sempre più i finanziamenti pubblici, soprattutto di origine comunitaria, ma dall’altra ci viene sempre più richiesto di essere all’avanguardia sotto tutti i punti di vista, di innovare, produrre cibo sano e salubre, ma salvaguardare anche le risorse naturali, il benessere degli animali e l’ambiente, e in generale essere promotori di uno sviluppo sostenibile nel territorio in cui lavoriamo. Non è quindi facile riuscire a trovare il giusto equilibrio tra la gestione delle nostre attività produttive, i percorsi di innovazione e sviluppo richiesti e il mantenimento di alti livelli di competitività e redditività, soprattutto quando parte dei contributi pubblici vengono meno. In tutto questo, le imprese cooperative, come si può vedere anche nell’analisi fatta nella sezione delle “Performance” riescono a gestire tutti questi elementi, garantendo anche il fine ultimo di massimizzare il beneficio per il socio, attraverso, al netto delle altre spese e investimenti necessari, la migliore remunerazione possibile del latte conferito. Nonostante l’evoluzione che ci sarà nell’accesso al credito, dobbiamo quindi continuare in questa direzione e percorso virtuoso di crescita e sviluppo e riuscire a comunicare anche verso i cittadini e consumatori il valore aggiunto che generiamo con le nostre attività sia in termini di cibo prodotto, ma anche di valore socio-economico-culturale per il territorio. Buona lettura e ci rivediamo a settembre.

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GRANA PADANO DOP

Il prodotto DOP più consumato al mondo ‘influente’ soprattutto sugli italiani tra 52 e 70 anni

GRANA PADANO TOP "INFLUENCER”, CONQUISTA GIOVANI E MENO GIOVANI

Cresce ancora la reputazione del Grana Padano, il formaggio DOP più consumato in Italia e nel mondo. IPSOS: Grana Padano è al 2° posto nella categoria dei Boomers, la più alto spendente, fra i marchi food.

“Siamo molto orgogliosi del risultato ottenuto quest’anno nel report di IPSOS, riuscendo a migliorare quello del 2017. Crediamo fortemente nell’importanza del made in Italy ed essendo Grana Padano il prodotto DOP più consumato al mondo, ci sentiamo ambasciatori della qualità e del saper fare italiano a livello internazionale. Siamo convinti, e i risultati lo confermano, che i nostri connazionali capiscano questo nostro ruolo e che condividano i nostri valori. La strada che abbiamo intrapreso è decisamente quella giusta e, dopo aver conquistato il popolo dei Boomers, ora puntiamo ad appassionare sempre più anche i Millennials, che rappresentano il futuro sia per il mercato che per la società in generale”.

Con queste parole Nicola Cesare Baldrighi, Presidente del Consorzio Grana Padano, commenta i risultati dell’indagine “The Most Influential Brands in Italia” condotta da IPSOS, sulla base delle risposte di 4552 adulti residenti in Italia nel dicembre 2017, per valutare la capacità d’influenza dei marchi (italiani e non) sui consumatori. I risultati si sono basati su un campione ponderato per garantire la rappresentatività dell’intera popolazione italiana.

Con queste parole Nicola Cesare Baldrighi, Presidente del Consorzio Grana Padano, commenta i risultati dell’indagine “The Most Influential Brands in Italia” condotta da IPSOS, sulla base delle risposte di 4552 adulti residenti in Italia nel dicembre 2017, per valutare la capacità d’influenza dei marchi (italiani e non) sui consumatori. I risultati si sono basati su un campione ponderato per garantire la rappresentatività dell’intera popolazione italiana.

le preferenze di questo gruppo. Questa fascia, che comprende gli italiani, uomini e donne, di età compresa fra i 52 e i 70 anni, è considerata quella con la maggiore capacità di spesa, che custodisce la memoria storica delle marche e che mantiene con esse delle relazioni altamente emozionali. Rientra, inoltre, nella top 20 della classifica generale posizionandosi al 17o posto rispetto al panel di 100 brands.

Nel report annuale dell’istituto di ricerca, Grana Padano conquista il 2° posto prendendo in considerazione lo spaccato generazionale dei Boomers con focus sulle aziende food, mentre si posiziona al 9° nella top 20 generale del-

Per determinare il grado d’influenza del brand concorrono principalmente due fattori: la Trustworthy e la Corporate Citizenship, a loro volta divisi in due sottocategorie. La Trustworthy è la fiducia, ovvero quanto la gente crede in una mar-

ca, quanto è disposta a parlarne bene agli altri e quanto è disponibile ad ascoltarla. Rispetto a questo fattore il 57% dei Boomers (a fronte del 26% della media italiana) ritiene Grana Padano un marchio affidabile e il 56% della fascia considerata (a fronte del 23% della media nazionale) ha fiducia piena nella marca. La Corporate Citizenship rappresenta, invece, quello che la gente si aspetta dal brand. Infatti, il consumatore confida nel fatto che un marchio possa offrirgli qualcosa in più rispetto ad un prodotto, ovvero che riesca a farlo sentire parte di qualcosa di più grande e che, giocando la propria parte nella società, riesca a ispirate un insieme di norme e valore nei quali potersi rispecchiare. Rispetto a que-


sto aspetto il 61% dei Boomers (a fronte del 14% della media italiana) pensa che Grana Padano riesca a farlo sentire italiano, mentre il 22% del gruppo (rispetto al 6% della media nazionale) crede che l’azienda si prenda cura in modo attivo della propria comunità di riferimento. “Il settore food in Italia – commenta Nicola Neri, Amministratore Delegato IPSOS– ha un particolare

valore, forse unico rispetto al resto del mondo. La forza del “made in Italy” e la qualità sono concetti che nel mercato globalizzato devono continuamente essere stressati e sostenuti. Per questo un brand come Grana Padano risulta influente su due dimensioni fondamentali per l’agroalimentare: Trustworthy e Corporate Citizenship, grazie ai quali viene percepito da un lato affidabile e meritevole di

fiducia e dall’altro capace di stimolare un senso d’appartenenza nazionale e di prendersi cura attivamente della sua comunità. La difesa delle eccellenze agroalimentari attraverso i consorzi, come quello di Grana Padano, è la strada corretta per costruire una forte identità di marca e uno stretto legame con il consumatore”.

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IL CREDITO IN AGRICOLTURA L’accesso al credito è un fattore strategico e vincolante per le imprese agricole. E oggi lo è più che mai, per la rapidità e la profondità dei cambiamenti che si susseguono a ritmi crescenti e che riguardano i diversi mondi interessati: da un lato quello articolato del sistema bancario, dall’altro quello dei moderni sistemi produttivi agroalimentari.

Perché il sistema agricolo ha bisogno di finanziamenti esterni?

L’agricoltura è sempre stato considerato uno dei settori più vulnerabili, rispetto al sistema economico nel suo insieme. E nonostante gli sviluppi tecnologici e i miglioramenti produttivi, continua ad esserlo. Questo è dovuto a ragioni di carattere strutturale e economico-produttivo.

Innanzitutto, bisogna considerare che si tratta di un settore intrinsecamente influenzato da fattori esterni che non sono facilmente gestibili. I processi produttivi dipendono direttamente dalla disponibilità e produttività delle risorse naturali e dall’andamento delle stagioni e delle condizioni climatiche che sono molto variabili. Questo può determinare annate particolarmente favorevoli e annate negative. Il tutto andrà così ad influire sul livello di redditività e capacità economico-finanziaria delle aziende. Si deve poi considerare che il valore aggiunto generato dall’agricoltura, anche per questi motivi, è in media di entità inferiore rispetto a quello dell’industria, quindi, in termini generali, non è sempre possibile contare sulla redditività delle attività agricole per sostenere le spese ordinarie

Tassi di interesse bancari in depositi e prestiti nell’area EURO per aziende e famiglie (% all’anno , fonte BCE)

e fare gli investimenti programmati nel tempo, ma è quasi sempre necessario fare ricorso a finanziamenti esterni. Secondo un’indagine dalla Banca d’Italia (2010) si stima che il comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca contribuisce per circa l’1,6% alla formazione del valore aggiunto dell’economia italiana, occupa il 5,2% delle unità di lavoro e ad esso è destinato il 4,1% del credito concesso alle imprese dagli intermediari finanziari. Ulteriore elemento: gli agricoltori devono fare i conti con una domanda di consumo molto rigida e con prezzi che dipendono fortemente da dinamiche internazionali dei mercati. Quindi l’andamento domanda/offerta e il livello dei prezzi dei prodotti è difficilmente modificabile e influenzabile. Bisogna poi considerare che i produttori agricoli, all’interno dell’intera filiera agroalimentare hanno un limitato potere, scarsa capacità negoziale nella definizione dei prezzi e degli aspetti contrattuali; e le loro scelte strategiche imprenditoriali dipendono da quello che viene richiesto dall’industria e dalla distribuzione. Tutti questi aspetti portano le imprese agricole ad essere fortemente dipendenti da finanziamenti esterni, funzionali per far fronte alle attività ordinarie e agli eventuali imprevisti, ma anche per pianificare investimenti a medio-lungo termine. Avere quindi un facile accesso al credito è essenziale per garantire competitività e sostenibilità alle imprese.

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TUTTI COMPARTI

di cui AGRICOL-

di cui INDUSTRIE

ALIMENTARI, DELLE TURA, SILVICOLBEVANDE E DEL TATURA E PESCA BACCO

STOCK (milioni di euro) 2010

960.651

40.868

30.673

2011

992.822

43.786

32.023

2012

958.304

44.210

31.755

2013

905.216

44.096

30.084

2014

895.146

44.420

31.250

44.348

31.356

2015 880.656 Fonte - Dati Banca d’Italia e Ismea

osto unitario del debito (dei tassi di interesse richiesti dalle banche), sia per la possibilità di stabilizzare le fonti di finanziamento attraverso un allungamento delle scadenze del debito. Per le imprese agricole i tassi di interesse sui prestiti a breve termine sono stati, in media, prossimi all’8% e alla fine del 2009 hanno raggiunto il 6% (oggi sono ancor più bassi). Da ricordare po che a partire dal 2008-2009 è iniziata una generalizzata crisi finanziaria che ha in-

FINANZIAMENTI A MEDIO-LUNGO TERMINE IN AGRICOLTURA (milioni di euro) COSTRUZIONE FABBRICATI RURALI

MACCHINE E MEZZI DI TRASPORTO

ACQUISTO IMMOBILI RURALI

2010

8.126

4.909

2.943

2011

7.950

5.247

2.909

2012

6.838

5.407

2.779

2013

6.261

5.087

2.722

2014

5.724

4.926

2.604

2015

5.261

4.779

2.631

2016

4.855

4.405

2.627

Fonte - Dati Banca d’Italia e Ismea

L’evoluzione dell’accesso al credito in agricoltura

Se si osservano i dati storici dell’acceso al credito da parte delle imprese agricole, emerge che tra il 1999 e il 2009 il tasso di crescita annuo dei prestiti è stato approssimativamente del 7%. Si è però ridotto il valore aggiunto generato. Il risultato è stato un forte incremento del volume di debito per unità di prodotto. Seguendo poi una tendenza generale che ha interessato l’intero sistema produttivo italiano, si osserva che si è ridotto il peso dei prestiti a breve termine, a vantaggio di un maggior equilibrio nello stato patrimoniale delle imprese. Studi condotti dalla Banca d’Italia mostrano che nonostante le piccole dimensione e elevata frammentazione, le imprese agricole sono riuscite ugualmente ad avere accesso al credito grazie soprattutto alla presenza di diversi strumenti e attività svolte da ope10

ratori che favoriscono l’incontro tra domanda e offerta di credito, quali ad esempio i consorzi fidi. Alla crescita dei finanziamenti bancari hanno contribuito fattori di contesto economico che hanno portato molte aziende a chiudere, alla progressiva concentrazione della produzione nelle imprese a più alta intensità di capitale, alla riduzione del volume dei contributi pubblici e alla rimodulazione di numerosi strumenti di sostegno al settore. Tutti questi fattori possono aver accresciuto l’esigenza di fare un maggior ricorso ai finanziamenti bancari. Dall’altra parte, si assiste anche ad una situazione più favorevole del mercato del credito e da cambiamenti strutturali intervenuti nel settore bancario, che hanno innalzato la concorrenza tra gli intermediari. Di questa situazione, le imprese italiane ne hanno beneficiato sia per il basso e stabile

vestito progressivamente tutti i comparti dell’economia mondiale, incluso anche quello agricolo. Questa crisi, che ha portato a forte instabilità e incertezza dei mercati, si sente ancora oggi. E queste dinamiche hanno avuto impatto anche sull’accesso al credito per le imprese. Per approfondire lo stato dell’arte dell’accesso al credito in agricoltura, ISMEA ha condotto nel 2017 uno studio, elaborato a partire da dati della Banca d’Italia e dai risultati di un’indagine condotta su un campione rappresentativo di imprese (panel). Un primo dato che emerge è che lo stock di prestiti bancari, nell’anno 2016, è stato inferiori del 2%, rispetto all’anno precedente. Questo dato si inserisce in un contesto generico di rallentamento complessivo della richiesta di

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OSSERVATORIO SUL CREDITO prestiti bancari, iniziato nel 2011. Le consistenze del credito banca- Evoluzione del tasso di decadimento per settore rio concesso al settore dell’agricol- di attività economica (%) Fonte: elaborazione ISMEAper dati Banca 5 – Evoluzione del tasso di decadimento settore di attivitàd’Italia economica (%) tura, silvicoltura e pesca nel 2015 Fig. sono state pari a circa 44,4 miliardi di euro (-0,1% rispetto al 2014, a fronte di un calo medio degli altri comparti economici del -1,6%). In generale, pur in presenza di variazioni negative è possibile leggere questi dati come segnali di ripresa dell’accesso al credito per il totale dell’economia, dopo le forti riduzioni del 2012 e 2013. Per quanto riguarda la composizione Fonte: Elaborazioni ISMEA dati Banca d’Italia

3, sul L’incidenza dei finanziamenti deteriorati, ossia ledel sofferenze deialla finanziamenti debito incomplesso relazione durata,

delle imprese italiane è aumentata, attestandosi a una quota pari al 18% a fine 2016, contro il Valutazione delle condizioni di accesso al credito si registra negli ultimi anni, la pre6% di fine 2011. Il focus sull’agroalimentare indica un deterioramento simile a quello del nell’ultimo triennio valenza componente a brecomplesso dei settori economici, ma con minore intensità:della il rapporto tra le sofferenze e gli

Fonte ISMEA

impieghi bancari in agricoltura è passato dal ve, 7% a finecirca 2011,ilal 14% dei a fine 2016,totali) quello. (per 70% debiti dell’industria alimentare dal 6% al 12%. L’incidenza delle sofferenze di quest’ultimo segmento La rispetto prevalenza ha però invertito la tendenza, diminuendo nel 2016, al 2015. della componente

45%

a breve può essere giustificata sia

40%

Fig. 6 – Evoluzione del rapporto tra sofferenze e impieghi bancari per settore di attività dal minor costo dei debiti a breve economica (%)

35% 30% 25% 20% 15% 10% 5% 0%

più favorevoli

uguali 2014

Come vengono impiegati i finanziamenti richiesti?

L’indagine svolta da ISMEA sul panel di aziende intervistate, mostra che nel 2016, la maggior parte delle richieste di finanziamento sono state in primo luogo per sostenere l’attività ordinaria dell’impresa e in secondo luogo per fare investimenti a medio-lungo termine. In particolare si evince che nel 2016, rispetto al 2015, è cresciuto il numero di imprese che hanno fatto ricorso a finanziamenti per investimenti a medio-lungo termine (46% nel 2016 rispetto al 44% nel 2015). Bisogna considerare che tra il 2014 e il 2016 è iniziato l’iter di attuazione dei Programmi di Sviluppo Rurale regionali. Questo ha determinato sicuramente una spinta da parte

meno favorevoli 2015

2016

non sa

rispetto quelli a medio-lungo termine, ma anche da ragioni di tipo strategico e imprenditoriale delle imprese. Infatti, in situazioni di crisi e di forte incertezza di mercato, risulta più sicuro e prudenziale per le imprese fare ricorso a debiti da restituire in breve tempo e rappresentati da piccoli importi.

delle imprese a ricominciare a fare so di decadimento, cioè l’incideninvestimenti e a fare ricorso anche za dei nuovi prestiti che entrano Elaborazioni ISMEA dati Banca d’Italia aFonte: finanziamenti esterni. Questo in sofferenza rispetto allo stock è un elemento che in parte può di prestiti di inizio periodo. Come giustificare la graduale ripresa delsi vede dal grafico, si evidenzia le richieste di credito alle banche una situazione sempre migliore da parte delle imprese agricole. Se si guarda nel dettaglio le diver- per il settore agricolo, rispetto al 3 Sofferenze: comprendono la totalità dei rapporti per cassa in essere con soggetti in stato d'insolvenza o in situazioni complesso deidelle settori economici. sostanzialmente equiparabili, a prescindere dalle garanzie che li assistono, al lordo svalutazioni e al netto dei se destinazioni d’uso del credito passaggi a perdita eventualmente effettuati (Glossario Banca d’Italia). Anche dall’indagine ISMEA, nea lungo termine, emerge che la 5 maggior parte di essi sono sta- gli ultimi 3 anni, risulta in diminuti26 aprile impiegati dalle aziende per le zione la quota di aziende agricole 2017 spese relative alla costruzione di che percepisce un peggioramento fabbricati rurali (nel 2015, pari al delle condizioni di accesso al cre41,5%del totale). Seguono quelli dito. E le imprese che hanno riper l’acquisto di macchinari, mezzi scontrato un miglioramento nelle di trasporto e attrezzature; e infine per l’acquisto di immobili rurali. condizioni di accesso al credito, Per valutare le dinamiche di ac- sostengono che sia dovuto in gran cesso al credito per le imprese, è parte alla riduzione delle garanzie stato usato come indicatore, il tas- e del tasso di interesse richiesti.


QUALI PROSPETTIVE PER IL FUTURO?

Probabile aumento tassi di interesse nel 2019, secondo Jens Weidmann Ad oggi il livello di tassi di interesse e le condizioni bancarie per erogare finanziamenti sono particolarmente favorevoli per le imprese. Ma questa situazione non è detto che si mantenga a lungo. “Le aspettative di un ritocco all’insù dei tassi di interesse nell’Eurozona, da parte della BCE, verso la metà del 2019 non sono completamente irrealistiche”. Questo è quanto afferma il numero uno della Bundesbank, Jens Weidmann, e consigliere della Banca Centrale Europea, sottolineando che, nel 2020 l’inflazione dovrebbe attestarsi a un livello più o meno in linea con quello dell’obiettivo dell’istituto guidato da Mario Draghi. Weidmann, che molti indicano come il più probabile successore di Mario Draghi alla guida della BCE, ha spiegato che “il processo di normalizzazione dell’Eurotower, dovrebbe iniziare presto”.

Il ruolo della BCE

L’obiettivo primario della BCE è mantenere la stabilità dei prezzi. Ciò significa che i prezzi non dovrebbero aumentare (inflazione) in misura significativa, né al tempo stesso diminuire (deflazione) in maniera prolungata. Il motivo è che lunghi periodi di eccessiva inflazione o deflazione possono avere effetti negativi sull’economia generale. Se aumenta il prezzo dei beni e servizi che compriamo, ne conse12

gue che perdiamo potere di acquisto. In altre parole, con il denaro di cui disponiamo (reddito e risparmio) non riusciamo più a ottenere tutto ciò che potevamo acquistare in passato. Questo fenomeno può innescare una spirale ascendente dei prezzi. Se tutto diventa più costoso, è infatti possibile che finiremo per richiedere un aumento di stipendio al nostro datore di lavoro. Per finanziare l’incremento delle retribuzioni al personale, l’impresa può reagire aumen-

tando i suoi prezzi sul mercato. Se il fenomeno interessa molte imprese, il risultato sarà un ulteriore rincaro di beni e servizi, che alimenterà la spirale. Una situazione simile rende più difficile per lavoratori e imprese pianificare il risparmio e gli investimenti. Dinanzi alla sua rapida svalutazione, i cittadini possono perdere fiducia nella moneta. Questi sono soltanto alcuni esempi degli effetti collaterali di elevati tassi di inflazione. Al contrario, se si verifica una si-

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Andamento inflazione

tuazione di deflazione, si rischia che si inneschi una spirale discendente dei prezzi. L’economia inizierà a rallentare nel momento in cui i consumatori e le imprese limiteranno la spesa e gli investimenti. Potrebbe anche diventare più difficile rimborsare eventuali debiti, come ad esempio i mutui ipotecari, poiché questi non diminuirebbero anche se il reddito personale si dovesse ridurre. Lo stesso vale per le finanze pub-

bliche. Il gettito fiscale si contrae in seguito a un calo dei redditi e della spesa, ma il debito pubblico va comunque rimborsato. La conseguenza potrebbe essere, ad esempio, che lo Stato si vedrà costretto a ridurre la spesa pubblica per le infrastrutture e la sanità. Il mantenimento della stabilità dei prezzi è il migliore contributo che le banche centrali possono offrire per accrescere il benessere individuale dei cittadini: per

tale motivo il Trattato sul funzionamento dell’Unione europea assegna questo obiettivo primario alla Banca centrale europea. Per conseguire questo obiettivo, la BCE ha adottato una definizione quantitativa della stabilità dei prezzi. La BCE si prefigge di mantenere l’inflazione, misurata dall’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IAPC), su livelli “inferiori ma prossimi al 2% nel medio periodo”. Questo valore è stato definito per 3 principali ragioni: - Margine di misurazione, per tenere conto della possibilità che i dati sull’inflazione possano essere leggermente sovrastimati, a causa delle modalità di misurazione. - Margine di sicurezza: un tasso inferiore ma prossimo al 2% offre un margine di sicurezza rispetto a potenziali rischi di deflazione. - Differenze fra i paesi dell’area dell’euro: la BCE mantiene la stabilità dei prezzi per l’intera area dell’euro.


COOPERFIDI ITALIA SOC. COOP. CHI E’ COOPERFIDI ITALIA?

Cooperfidi Italia è l’organismo nazionale di garanzia della cooperazione italiana, nato dalla fusione dei confidi regionali cooperativi. È sostenuto dall’ Alleanza delle Cooperative Italiane (AGCI, Confcooperative e Legacoop), dalla CIA - Confederazione Italiana Agricoltori – e da Federpesca (aderente a Confindustria). Cooperfidi Italia è sottoposto alla vigilanza di Banca d’Italia e dal 23 agosto 2016 risulta iscritto al nuovo Albo Unico Intermediari Finanziari art. 106 TUB. Eroga garanzie eligibili a prima richiesta, e nei limiti previsti dalla legge può svolgere le attività riservate agli intermediari finanziari. Cooperfidi Italia è ente autorizzato dal MISE a certificare il merito di credito delle PMI ai fini dell’accesso al Fondo di Garanzia ex L. 662/96. In seguito all’incorporazione di “Agriconfidi” – il confidi nazionale promosso dalla Confederazione Italiana Agricoltori (CIA) – (a seguito di un progetto di scissione di tale società deliberato dalle assemblee dei soci), all’acquisizione del ramo di azienda di “Solidarfidi” (confidi specializzato nell’erogazione di garanzie alle cooperative sociali), e alla fusione per incorporazione di Fidipesca Italia (il confidi unitario del settore della pesca), Cooperfidi si candida ad essere il confidi di riferimento non solo della cooperazione italiana ma anche delle imprese agricole, della pesca e del terzo settore non profit. Cooperfidi Italia opera sul tutto il territorio nazionale, mediante le proprie filiali e mediante l’ausilio della rete delle sedi locali delle associazioni di categoria di riferimento. 14

Nel corso del 2013 Cooperfidi Italia è stata sottoposta, per conto della Regione Lombardia, ad un impegnativo controllo (due diligence), sul patrimonio e sull’organizzazione interna, insieme a tutti gli altri confidi operanti nel territorio della Lombardia: è risultato essere tra i primissimi in graduatoria, ottenendo un lusinghiero giudizio che la pone tra i meglio attrezzati competitor del settore. In data 6 ottobre 2015 Banca d’Italia ha consegnato al Consiglio di Amministrazione, al Collegio dei

QUALCHE NUMERO

Sindaci ed alla Direzione Generale di Cooperfidi Italia il Rapporto Ispettivo, a seguito della verifica effettuata e durata due mesi. Il verbale si chiude con un esito “punteggio 2”, un buon risultato se si considera che il punteggio complessivo è compreso in una scala da 1 (il migliore, peraltro mai assegnato ad alcun confidi) a 4 (il peggiore che determina la liquidazione dell’intermediario). Dal 23 agosto 2016 risulta iscritto al nuovo Albo Unico Intermediari Finanziari art. 106 TUB.

Capitale sociale* : 10.372.890,49 euro Numero soci* : 6023 Valore delle garanzie rilasciate*: 120.826.853 euro Totale Fondi Propri*: 22.897.396 euro Total Capital Ratio*: 22,75% * Valore al 31 dicembre 2017

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CHE COSA PUO’ ESSERE GARANTITO DA COOPERFIDI?

PROCESSO E TEMPI DI VALUTAZIONE

Cooperfidi Italia può garantire:

Cooperfidi Italia garantisce la massima celerità nella risposta alle richieste di garanzia: dal momento della consegna della documentazione completa i tempi per l’esito della pratica possono variare tra un minimo di 5 giorni e un massimo di 20 giorni, a seconda dell’importo e della complessità della richiesta.

- tutte le imprese cooperative; - le imprese (società di capitali) controllate da imprese cooperative; - le imprese (imprese individuali, società di persone e di capitali) socie di cooperative o di consorzi cooperativi (ad esempio: artigiani soci di cooperative operanti nel settore trasporto … etc..); - gli enti del ‘terzo settore’ (associazioni, fondazioni etc…); - le imprese agricole: in qualsiasi forma giuridica (ditta individuale, soc. semplice, soc. di persone, soc. di capitali, consorzi) - le imprese del settore pesca: in qualsiasi forma giuridica (ditta individuale, soc. semplice, soc. di persone, soc. di capitali, consorzi) - le imprese che rivestano importanza strategica per il movimento cooperativo. Cooperfidi Italia può erogare garanzie a valere su: - finanziamenti bancari di qualsiasi natura (comprese le fideiussioni bancarie a favore di terzi ed escluse le operazioni di leasing e di factoring pro soluto); - fideiussioni commerciali (ad esempio fideiussioni richieste per contratto di fornitura o prestazione servizi, oppure del contratto di locazione); - fideiussioni a favore di enti pubblici (le richieste saranno esaminate caso per caso).

Il costo della garanzia è distinto per tipologia di forma tecnica e per classe di merito. Per una puntuale informativa sui costi occorre consultare i fogli informativi disponibili sul sito istituzionale della società.

ASSISTENZA DELLE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA Per ottenere il massimo vantaggio dalle prestazioni di Cooperfidi Italia e per facilitare le procedure di accesso le imprese cooperative e i soci possono rivolgersi alla propria associazione territoriale di riferimento, che saprà accompagnare il proprio assistito ai servizi di Cooperfidi Italia.

CONTATTI Sede legale e direzione generale: via A. Calzoni 1/3, 40128 Bologna; Tel. 051/0956816 - Fax 051/0956899 E-mail: info@cooperfidiitalia.it

COSTI

Area Nord (Lombardia, Piemonte, Valle D’Aosta, Veneto, Liguria, Friuli): via Filzi 17, 20124 Milano; Tel. 02/89054510 - Fax 02/89054540 E-mail: areanord@cooperfidiitalia.it

La particolarità di Cooperfidi Italia è che, a differenza degli altri confidi ex art. 107, applica le commissioni su quanto garantisce e non sul finanziato.

Area Emilia Romagna: via A. Calzoni 1/3, 40128 Bologna; Tel. 051/0956824 - Fax 051/0956899 E-mail: emiliaromagna@cooperfidiitalia.it

Inoltre, alle ‘commissioni di garanzia’ viene applicato uno sconto pari:

Area Centro Nord Italia (Toscana, Marche e Umbria): Via Giovanni del Pian dei Carpini n. 88/90 - 50127 Firenze;

- al 25% quando Cooperfidi Italia ottiene, a valere sul finanziamento garantito a favore dell’impresa, la controgaranzia del fondo di garanzia per le PMI previsto dalla legge 662/96

Tel. 055/2302878 Fax 055/2646028 E-mail: areacentronord@cooperfidiitalia.it

- al 15% nel caso di operazioni supportate da garanzie ipotecarie Sul sito di Cooperfidi e al seguente indirizzo: http://www.cooperfidiitalia.it/it-it/trasparenza/documenti-trasparenza.aspx?idC=61983&LN=it-IT è possibile calcolare il costo della garanzia (preventivo)

Area Centro Sud Italia (Lazio, Abruzzo, Molise e Sardegna): Via Nazionale, 243 - 00184 Roma; Tel. 06/47824747 - Fax 06/92943184 E-mail: areacentrosud@cooperfidiitalia.it Area Sud (Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia): via Aulisio Is. E/5 scala B (Centro Direzionale), 80143 Napoli; Tel. 081/19562235 - Fax. 081/19361845 - E-mail: areasud@cooperfidiitalia.it Gli indirizzi e i contatti sono riportati, oltre che su questo foglio, nel nostro sito internet www.cooperfidiitalia.it.

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PRIMO PIANO HUMAN TECHNOPOLE: parte il progetto Mattaj, il nuovo Direttore per gestire lo sviluppo dell’ex area EXPO di Milano Lo scozzese Mattaj, già Direttore dell’European Molecular Biology Laboratory di Heidelberg, è stato nominato Direttore dell’Human Technopole. Il progetto è quindi pronto per partire, con l’ambizioso obiettivo di far diventare l‘ex area EXPO di Milano un grande polo di ricerca multidisciplinare focalizzato sulle scienze

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della vita, che a regime, nel 2024, ospiterà 1.500 persone tra ricercatori e amministrativi e circa 100 gruppi di ricerca. Un punto fondamentale sarà la capacità di portare a Milano i migliori scienziati e ricercatori negli ambiti coinvolti , premessa indispensabile per

attrarre gli investimenti privati. “Ci sono già importanti istituzioni private che hanno manifestato interesse – ha spiegato il presidente Simoni. La mia ambizione è di avere un grande numero di soci partecipanti: ciò dipenderà dalla reputazione scientifica che l’HT saprà costruire.”


Dopo la sua nomina a Direttore, Mattay ha rilasciato un’intervista telefonica al Sole24Ore che viene qui brevemente ripresa. Perché ha deciso di partecipare al bando e di accettare la proposta dello Human Technopole? Sono impegnato da sempre nello sviluppo della ricerca in Europa e dopo tanti anni all’Embl ero in cerca di nuove opporcontatti con l’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, ho conosciutunità e sfide che mi consentissero di avere un’influenza nella to il loro modo di lavorare e ritengo che si tratti di un modello di comunità scientifica europea. In questi anni ho avuto diversi successo. Perciò, quando ho saputo del progetto di un istituto di ricerca sulle neuroscienze realizzato con un modello simile, ho deciso di partecipare al bando. Penso sia un piano molto ambizioso e sfidante, oltre che una opportunità importante per lo sviluppo delle scienze in Italia e in Europa.

A che punto è la formazione della squadra?

Ci sono ancora alcuni passaggi formali da completare per nominare tutte le persone e gli organismi della Fondazione, ma ormai ci siamo. A settembre pubblicheremo i bandi per selezionare i membri del Consiglio di gestione e il Chief Operating Officer, poi quelli per i direttori dei centri di ricerca.

Che cosa la convince del progetto e in che cosa deve invece essere potenziato?

È una bozza di programma estremamente valida ma è, appunto, una bozza. Come sa, ci sono sette centri di ricerca su sette aree differenti: per ottenere risultati in ogni ambito è necessario reclutare i migliori scienziati per ciascuno di essi. Inevitabilmente apporteremo qualche modifica al piano originario, valutando quali sono le aree più importanti e in quali ambiti possiamo portare a Milano i migliori ricercatori, ma la bozza è molto buona.

E come pensa di portare qui i migliori cervelli? L’Italia non è un Paese particolarmente attrattivo...

Mi permetta di risponderle con una battuta: io sono uno dei migliori scienziati al mondo e io sono interessato a questo progetto! Mi ha convinto il modello scelto, quello di una Fondazione, che penso potrà proteggere l’HT da molti dei problemi che sono endemici ad altri ambiti della comunità di ricerca italiana. In Italia ci sono eccellenti istituti di ricerca dedicati alle scienze, sostenuti da organismi di Charity o da Fondazioni. Inoltre, trovo che il progetto di sviluppo non solo dell’HT, ma di tutta l’ex area Expo di Milano, sia estremamente affascinante per gli scienziati: un sito dove coesisteranno le facoltà scientifiche dell’Università Statale, un ospedale e le divisioni di ricerca di aziende private, tra cui IBM, è un’occasione unica.

Che cosa porterà a Milano della sua esperienza all’Embl?

A Heidelberg ho imparato che la ricerca deve essere multiculturale, multidisciplinare e collaborativa. Vorrei che anche l’HT sappia interagire con la comunità scientifica, italiana e internazionale.

IlSole24Ore, Mattaj direttore dello Human Technopole: «Una


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Le linee programmatiche del nuovo Ministro CENTINAIO

Il Ministro Gian Marco Centinaio ha presentato le linee programmatiche davanti alle Commissioni Agricoltura di Camera e Senato. Di seguito si riportano i principali punti enunciati dal Ministro.

Semplificazione e Organizzazione

Semplificare significa liberare risorse ed energie da destinare allo sviluppo di un’agricoltura sempre più di qualità e di eccellenza. A tal fine, intendo innanzitutto adotta18

re un metodo di lavoro nuovo, fondato sulla più ampia collaborazione tra Governo e Regioni, indispensabile per raggiungere risultati tangibili: un vero e proprio “patto per la semplificazione”, da sancire in sede di conferenza Stato-Regioni, che indichi i risultati attesi e i tempi per la loro realizzazione. Anche i rapporti con l’Europa vanno semplificati, resi più snelli e, soprattutto, realmente funzionali al sostegno alle politiche agricole, secondo una logica più sostanzialista e meno formalista.

L’ascolto delle imprese agricole e delle loro associazioni dovrà essere rinnovato e diventare parte di un nuovo metodo di lavoro “circolare”, che muove dalle loro istanze e a queste da risposte.

Agricoltura, ricerca e formazione

L’agricoltura in questi anni ha subito processi di trasformazione legati non soltanto alle mutate condizioni climatiche, che hanno acuito i fenomeni di ciclicità dell’offerta, ma anche

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no primo piano primo pia primo pian o O PRIMO PIAN PRIMO PIANO alla necessità di rendere la produzione più sostenibile dal punto di vista ambientale e alla domanda crescente di prodotti alimentari sempre più salubri e di qualità. Questi motivi inducono a inaugurare una nuova stagione di sostegno all’innovazione, accompagnata da una visione operativa del sistema della ricerca, con l’obiettivo ultimo di aumentare la capacità di accesso all’innovazione degli imprenditori agricoli. In questo scenario, non si può sottacere l’importanza dell’agricoltura di precisione, sempre più destinata a diventare un vero e proprio asset strategico per il nostro sistema Paese, per le potenzialità di sviluppo che essa possiede e per l’attrattività degli investimenti che può convogliare. Strumentale all’innovazione e parte integrante del suo sviluppo è la formazione professionale, necessaria in presenza di tecniche produttive sempre più complesse e specifiche. In questo senso, ritengo fondamentale promuovere protocolli di cooperazione tra gli enti di ricerca, il mondo produttivo e gli istituti di formazione.

La Politica agricola comune

La sfida principale dei prossimi mesi è rappresentata dalla prossima riforma della PAC su cui la Commissione ha presentato le prime proposte di regolamento il 1° giugno scorso. Un negoziato complesso e articolato, le cui discussioni si svolgeranno in parallelo con quelle sul prossimo quadro finanziario pluriennale 2021-27 e sulla Brexit, a cui la riforma sarà strettamente legata. Il taglio dei fondi alla rubrica agricola è eccessivo ed è necessario ristabilire una situazione di maggiore equità, soprattutto se si considera che la Politica agricola comune avrà un ruolo ancora più importante nel raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dall’Agenda 2030.

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Il Made in Italy e le altre politiche

Il Made in Italy agroalimentare nel suo complesso rappresenta uno dei motori dell’economia nazionale, attivando a livello di sistema circa il 17% del Pil nazionale. L’export rappresenta una voce fondamentale: nel 2017 si sono registrati 41 miliardi di euro di vendite all’estero. Per promuovere e valorizzare il Made in Italy, si intende lavorare su un approccio sistemico, che enfatizzi i punti di forza dell’agroalimentare italiano: ricchezza di biodiversità, tradizione enogastronomica, patrimonio paesaggistico e culturale, capacità di innovare e di produrre cibi e vini unici al mondo. Per questo la nostra azione si concentrerà su alcune linee strategiche da mettere in campo fin da subito per tutelare meglio il reddito di agricoltori, allevatori e pescatori italiani. Lavorare sul marketing territoriale: intendo scelte che possano togliere il freno alla crescita dei nostri territori dal punto di vista produttivo, occupazionale, turistico. Rafforzare le politiche di filiera e l’integrazione tra agricoltura e trasformazione: dire “prodotto in Italia” non basta. Per noi è prioritario riuscire a garantire rapporti migliori tra produttori agricoli e trasformatori, favorendo un aumento dell’utilizzo di materie prime nazionali da parte di questi ultimi. In quest’ottica vogliamo lavorare con strumenti che possano agevolare rapporti più forti, come i contratti di filiera e il sostegno ad alcune aree produttive che attraversano fasi difficili dal latte, al riso, alla carne, fino al pomodoro, agli agrumi, allo zucchero e al grano. Garantire un percorso trasparente di formazione dei prezzi e di tracciabilità dei prodotti: su questo intendiamo lavorare per accorciare la filiera, far rispettare le norme contro le pratiche commerciali sle-

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ali, ridurre i tempi dei pagamenti. Difendere la ricchezza e la varietà delle produzioni italiane a denominazione d’origine dalla concorrenza sleale estera e dalla contraffazione: sono circa 900 le indicazioni geografiche protette italiane relative a cibi e vini. Nessun altro Paese al mondo può vantare un patrimonio simile. Si tratta di un valore non solo commerciale, ma identitario, culturale. Dobbiamo fare i conti anche con la necessità di ampliare la capacità dei prodotti Dop e Igp di guardare al mercato, di conquistare nuovi spazi. Potenziare il settore del biologico e della sostenibilità ambientale: la sostenibilità ambientale è ormai una premessa necessaria in qualsiasi settore. Nel comparto primario a maggior ragione serve un’attenzione particolare al tema ambientale, proprio perché parliamo dei prodotti che arrivano sulle nostre tavole. Penso anche alla necessità di rafforzare il Piano strategico nazionale sul biologico, all’avvio delle mense biologiche certificate nelle nostre scuole, e ad un’attenta attuazione delle nuove regole europee. Puntare sulle agroenergie come fonte di integrazione al reddito delle imprese agricole: la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, comprese quelle agricole derivanti dalla valorizzazione delle biomasse e del biogas (le cosiddette agro-energie), è incentivata dal 2008 con delle tariffe ad hoc, differenziate per tipologia e corrisposte dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE). È necessario ora pianificare l’intervento fino al 2020 di concerto con il Ministero dello Sviluppo economico e proseguire nello sviluppo delle agro-energie, sfruttando il potenziale di valorizzazione degli scarti e residui delle produzioni agricole e della gestione forestale sostenibile.

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Bilancio UE 2019

approvato dal Consiglio europeo L'11 luglio 2018 è stata approva- gli anni precedenti, il Consiglio auto da parte degli Stati membri la spica l’aumento del sostegno a faposizione del Consiglio europeo vore di programmi chiave dell’UE sul progetto di bilancio dell'UE nei settori della ricerca e dell’inper il 2019 in vista dei negozia- novazione, riguardanti gli scambi ti con il Parlamento europeo. di giovani e gli investimenti mirati Per il bilancio del prossimo eser- nelle infrastrutture. Si tratterebbe cizio il Consiglio prevede un totale di un aumento, rispetto al 2018, di 164,1 miliardi di EUR in impe- del 5,79% (11,9 miliardi di EUR) per gni e di 148,2 miliardi di EUR in Orizzonte 2020, del 10,37% (2,6 mipagamenti. Rispetto al 2018 si re- liardi di EUR) per il programma Eragistra un aumento del 2,09% per smus+ e del 26,46% (3,5 miliardi di Consiglio dell'Unione europea quanto riguarda gli impegni e del EUR) per il sistema dei trasporti in 2,34% relativamente ai pagamenti. Europa. Anche ilCOMUNICATO programmaSTAMPA LIFE Bruxelles, 11 luglio 2018 Gli Stati membri si sono inoltre as- riceverebbe un aumento dei finan-

la gestione efficiente dei flussi migratori; tale aumento comprende anche maggiori fondi a favore della riforma del sistema europeo comune di asilo. Oltre i confini dell’UE, sono previsti finanziamenti aggiuntivi per la rotta del Mediterraneo centrale e la seconda tranche dello strumento per i rifugiati in Turchia. Il Consiglio ha inoltre appoggiato la proposta della Commissione relativa a un significativo potenziamento del meccanismo di Bilancio dell'UE per il 2019: il Consiglio approva la sua posizione protezione civile dell’UE e la coBilancio UE 2019: Il consiglio approva la sua posizione stituzione di una riserva di risorDescrizione Bilancio 2018 Posizione del Differenza se operative a livello dell’UE (Re(compresi i BR da Consiglio (%) n. 1 a n. 3/2018) sul PB 2019 SI SP SI SP SI SP scEU) al fine di aiutare gli Stati 1 Crescita intelligente e 77,5 66,6 79,1 67,5 +2,07% +1,25% membri ad affrontare le catastrofi inclusiva 1a Competitività per la 22,0 20,1 22,1 20,4 +0,29% +1,62% crescita e l’occupazione naturali e provocate dall’uomo. 1b Coesione economica, 55,5 46,5 57,1 47,0 +2,78% +1,09% sociale e territoriale Viene più che raddoppiato, raggiun2 Crescita sostenibile: 59,3 56,1 59,7 57,5 +0,68% +2,46% risorse naturali gendo i 103 milioni di EUR, il soste3 Sicurezza e cittadinanza 3,5 3,0 3,7 3,5 +5,73% +16,83% 4 Europa globale 10,0 8,9 11,1 9,5 +10,02% +6,25% gno al corpo europeo di solidarietà, 5 Amministrazione 9,7 9,7 9,9 9,9 +2,33% +2,36% Rubriche del QFP 160,0 144,3 163,5 147,8 +2,15% +2,42% che offre ai giovani opportunità di Strumenti speciali 0,7 0,5 0,6 0,4 -13,14% -20,44% Riserva per gli aiuti d'urgenza 0,3 0,3 0,4 0,4 +2,00% +2,00% volontariato o di lavoro nell’amFondo europeo di adeguamento 0,2 0,03 0,2 0,01 +2,00% -60,00% alla globalizzazione bito di progetti in tutta Europa. Fondo di solidarietà dell'Unione 0,1 0,1 0,05 0,05 -66,14% -66,14% europea Stanziamenti totali 160,7 144,8 164,1 148,2 +2,09% +2,34% Sono previsti 245 milioni di EUR per l’istituzione del programma europeo di sviluppo del settosicurati che nel bilancio vi sia un ziamenti, pari al 5,20% (ossia 550 sufficiente margine di manovra milioni di EUR), a sostegno dell’am- re industriale della difesa, come per reagire a esigenze impreviste. biente e dell’azione per il clima. da proposta della Commissione. “Sono lieto che il forte sostegno alla Nel settore della migrazione la po- Inoltre saranno resi disponibili nuoposizione del Consiglio fornisca alla sizione del Consiglio prevede un vi fondi per finanziare la creazione presidenza una base solida per i ne- significativo potenziamento del dell’autorità europea del lavoro e goziati con il Parlamento europeo.” Fondo Asilo, migrazione e integraha affermato Hartwig Löger, mi- zione, che beneficerebbe di un au- la Procura europea, nonché per nistro delle finanze dell’Austria. mento dei fondi del 55,80%, ossia potenziare il mandato del Garante In linea con l’approccio adottato ne- 1,1 miliardi di EUR, per promuovere europeo per la protezione dei dati.

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FIRMATO L’ACCORDO COMMERCIALE E STRATEGICO TRA UE E GIAPPONE Nel corso del 25° vertice UE-Giappone, che si è svolto a Tokyo il 17 luglio, sono stati firmati due importanti accordi: l'Accordo di partenariato economico e l'Accordo di partenariato strategico.

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“La firma odierna dell'accordo di partenariato economico UE-Giappone è un momento fondamentale per il commercio globale e sono anche lieto che abbiamo firmato il primo accordo di partenariato strategico, che porta la nostra cooperazione ad un livello successivo. Insieme, ci stiamo impegnando per garantire un commercio libero ed equo. Stiamo dimostrando che siamo più forti e migliori quando lavoriamo insieme e stiamo dando un buon esempio, dimostrando che il commercio va oltre la mera considerazione delle barriere e delle tariffe. Ma riguarda valori, principi e ricerca di soluzioni vantaggiose per tutti."

L'accordo di partenariato economico tra l'UE e il Giappone è il più grande mai negoziato dall'Unione europea. Creerà una zona commerciale aperta che copre oltre 600 milioni di persone e quasi un terzo del PIL globale. Aprirà il mercato giapponese di 127 milioni di consumatori, alle principali esportazioni agricole

dell'UE e aumenterà le opportunità di esportazione dell'UE in una serie di prodotti di altri settori. L'accordo segue i più alti standard di tutela del lavoro, dell'ambiente e dei consumatori e ha un capitolo dedicato allo sviluppo sostenibile. Al vertice, i leader hanno firmato anche l’Accordo di partenariato strategico UE-Giappone, che fornirà

un quadro generale e vincolante per una cooperazione rafforzata in una serie di settori quali la criminalità informatica, la gestione delle catastrofi, l’energia e la sicurezza, i cambiamenti climatici e l’invecchiamento della popolazione.

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BRAINSTORMING DI FILIERA

CON LA NUOVA PAC possibili finanziamenti alle OP latte di Ermanno Comegna

Da molti anni, gli operatori del settore lattiero-caseario italiano hanno manifestato il desiderio che l'Unione europea introducesse nell'ambito della Pac un sostegno specifico settoriale, avente un funzionamento analogo a quello da diverso tempo vigente per l'ortofrutta. In pratica, si tratta di indirizzare aiuti pubblici a favore delle organizzazioni dei produttori (OP) che elaborano un programma operativo (PO), finanziato in parte (50%) dai contributi degli associati o delle stesse OP e in parte (il rimanente 50%) dai fondi della Pac. Il programma operativo è un pacchetto integrato di interventi di sostegno al settore, contenente azioni di diversa natura che hanno la finalità di migliorare il funzionamento del mercato, aumentare la competitività dei produttori agricoli di base e conferire loro maggiore potere nella filiera. Oltre all'ortofrutta, ci sono interventi analoghi per l'olio di oliva, l'apicoltura ed il vino, anche se il funzionamento non è lo stesso e non sempre si basa sull'intervento delle OP. Ad esempio, per il vitivinicolo c'è un modello che può essere assimilato ad una specie 24

di Psr settoriale, nel quale ogni singola impresa ha la possibilità di scegliere tra diverse misure (promozione, ristrutturazione e riconversione dei vigneti, investimenti in cantina, ecc.). Con le proposte di riforma della Pac per il settennio 2021-207, la Commissione Ue ha coraggiosamente recepito l'istanza a lungo sollecitata, non solo dai rappresentanti del settore latte e derivati (la delegazione dello stato italiano ha spinto in tale direzione) ed ha incluso una sezione dedicata agli interventi settoriali per gli altri comparti e cioè per quelle produzioni che fino ad oggi sono rimaste escluse da tale possibilità. Tutto però è nelle mani del singolo Stato membro che decide se utilizzare o no lo strumento degli interventi settoriali facoltativi. In caso volesse procedere in tale direzione, dovrà necessariamente selezionare uno o più comparti produttivi beneficiari di questa nuova forma di sostegno ed elaborare un piano strategico che individui gli obiettivi da perseguire e selezioni la tipologia di intervento che può essere applicata, scegliendo tra le diverse possibilità incluse nella proposta di regolamento della Commissione. A tale proposito l’articolo 59 contiene l’elenco degli obiettivi e l’articolo 60 riporta la lista degli interventi. Non ci sono dotazioni finanziarie predefinite per attivare tale intervento. Qualora lo Stato membro decidesse ad esempio di elaborare un piano settoriale per uno o più produzioni ritenute meritevoli di attenzione avrebbe a disposizione fino al 3% del massimale finanziario per i pagamenti diretti da destinare a tale scopo. In Italia, tale fondo può arrivare al massimo a 105 milioni di euro, considerato che la dotazione per i pagamenti diret-

ti ammonta a 3,56 miliardi euro l'anno dal 2021 al 2027. Pertanto, ove non dovessero aggiungersi finanziamenti nazionali, sotto forma di aiuto di Stato, gli importi disponibili sarebbero piuttosto limitati, considerando che per il piano di sostegno del vino ogni anno sono a disposizione 324 milioni di euro e per l'ortofrutta, addirittura, non c'è limite alla spesa, poiché per precisa scelta politica, l'Ue intende finanziare le attività delle OP, promuovendo così l'aggregazione e la concentrazione dell'offerta, senza porre vincoli. Attualmente, l'Italia intercetta circa 250 milioni di euro di fondi per l'ortofrutta e, in base alle proposte di riforma in discussione, tale plafond potrebbe benissimo crescere, ove il sistema organizzato subisse un ulteriore consolidamento ed arrivasse ad aggregare più del 50% che è la quota organizzata odierna. Tornando all'intervento per gli altri settori, è opportuno precisare che oltre alle OP, possono partecipare e presentare programmi di attività anche le associazioni di OP (AOP). L’aiuto finanziario comunitario è limitato al 5% del valore della produzione commercializzata. Così ad esempio una OP o una AOP avrebbe a disposizione ogni anno 500.000 euro, per ogni 10 milioni di euro di fatturato e potrà gestire un programma operativo di un milione di euro all’anno, visto che l'altro 50% della spesa programmata deve essere finanziata dai produttori soci o dalla stessa organizzazione proponente. Tra gli interventi che possono esser inclusi nel piano strategico settoriale nazionale ci sono quelli per il finanziamento degli investimenti materiali e immateriali delle aziende e le misure per prevenire le crisi settoriali. Tra quest’ultime si annoverano i fondi di

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mutualizzazione, il magazzinaggio collettivo dei prodotti da parte della OP o della AOP, il ritiro dal mercato, le assicurazioni. La Commissione Ue si è preoccupata di disegnare un modello di attuazione comune a livello europeo, con requisiti minimi riguardanti i contenuti e gli obiettivi che gli interventi settoriali dovrebbero soddisfare, al fine di garantire parità di condizioni nel mercato interno ed evitare con-

dizioni di concorrenza impari e sleale. Gli Stati membri hanno la responsabilità della scelta dei settori destinatari degli aiuti, tenuto conto che le limitate dotazioni finanziarie disponibili impongono di restringere al massimo la lista. Le autorità nazionali dovrebbero adeguatamente giustificare le scelte compiute e garantirne la coerenza con altri interventi a livello settoriale. L'Italia è bene orientata verso l'utilizzo degli

interventi settoriali per produzioni fino ad oggi tagliate fuori. Si è parlato di latte e derivati, di frumento duro, di riso. Purtroppo, oltre alle tante richieste e candidature che sono state prospettate, c'è il nodo critico delle risorse finanziarie. I due menzionati problemi, non dovrebbero però impedire di ricercare qualche originale soluzione specifica per il sistema lattiero-caseario italiano.

Obiettivi (Articolo 59 della proposta di regolamento della Commissione Ue)

Tipi di intervento (Articolo 60 della proposta di regolamento della Commissione Ue)

(a) Pianificazione della produzione, adeguamento della produzione alla domanda (in particolare in termini di qualità e quantità), ottimizzazione dei costi di produzione e della redditività degli investimenti e stabilizzazione dei prezzi alla produzione; (c) Ricerca e sviluppo di metodi di produzione sostenibili, compresa la resistenza ai parassiti, pratiche innovative e tecniche di produzione che diano impulso alla competitività dell’economia e rafforzino gli sviluppi del mercato; (d) Promozione, sviluppo e attuazione di metodi di produzione rispettosi dell’ambiente e delle norme in materia di benessere degli animali, di pratiche colturali, tecniche e metodi di produzione resistenti ai parassiti ed ecocompatibili, dell’utilizzo e della gestione ecocompatibili dei sottoprodotti e dei rifiuti, dell’utilizzo sostenibile delle risorse naturali - in particolare, protezione dell’acqua, del suolo e delle altre risorse naturali; (e) Contributo alla mitigazione dei cambiamenti climatici e all’adattamento ai medesimi, come stabilito all’articolo 6, paragrafo 1, lettera d); (f) Incremento del valore commerciale e della qualità dei prodotti, grazie fra l’altro al miglioramento della qualità e allo sviluppo di prodotti con denominazione d’origine protetta, con indicazione geografica protetta o coperti da regimi di qualità nazionali; (g) Promozione e commercializzazione dei prodotti di uno o più settori di cui all’articolo 40, lettera f);

(a) investimenti in immobilizzazioni materiali e immateriali; ricerca e produzione sperimentale, nonché altre azioni, comprese le azioni finalizzate ai seguenti obiettivi: i. conservazione del suolo, compreso l’aumento del carbonio nel suolo; ii. miglioramento dell’uso e della gestione delle risorse idriche, inclusi il risparmio di acqua e il drenaggio; iii. prevenzione dei danni causati da avversità atmosferiche e promozione dell’uso di varietà e pratiche di gestione adattate a condizioni climatiche in evoluzione; iv. risparmio energetico e aumento dell’efficienza energetica; v. imballaggi ecologici; vi. salute e benessere degli animali; vii. riduzione della produzione di rifiuti e miglioramento dell’uso e della gestione di sottoprodotti e rifiuti; viii. miglioramento della resistenza ai parassiti; ix. riduzione dei rischi e degli impatti dell’uso di pesticidi; x. creazione e mantenimento di habitat favorevoli alla biodiversità; (b) servizi di consulenza e assistenza tecnica, in particolare per quanto riguarda l’adattamento ai cambiamenti climatici e la mitigazione dei loro effetti; (c) formazione, compreso l’orientamento e lo scambio di buone pratiche; (d) produzione biologica; (e) azioni volte a incrementare la sostenibilità e l’efficienza del trasporto e del magazzinaggio di prodotti di uno o più settori di cui all’articolo 40, lettera f); (f) promozione, comunicazione e commercializzazione, comprese azioni e attività volte in particolare a sensibilizzare maggiormente i consumatori sui regimi di qualità dell’Unione e sull’importanza di una dieta sana nonché a diversificare i mercati; (g) attuazione di regimi di qualità dell’Unione e nazionali; (h) attuazione di sistemi di tracciabilità e certificazione, in particolare per quanto riguarda il controllo della qualità dei prodotti venduti ai consumatori finali.

(h) Prevenzione delle crisi e gestione dei rischi, al fine di evitare e affrontare le crisi che sopravvengono sui mercati nell’ambito di uno o più settori di cui all’articolo 39, lettera f);

a) creazione e/o ricostituzione di fondi di mutualizzazione da parte di organizzazioni di produttori riconosciute ai sensi del regolamento (UE) n. 1308/2013; (b) investimenti in immobilizzazioni materiali e immateriali che rendano più efficace la gestione dei volumi immessi sul mercato; (c) magazzinaggio collettivo di prodotti da parte dell’organizzazione di produttori o dei soci dell’organizzazione di produttori; (d) reimpianto di frutteti ove ciò sia reso necessario a seguito di un obbligo di estirpazione per ragioni sanitarie o fitosanitarie stabilito dell’autorità competente dello Stato membro o a fini di adattamento ai cambiamenti climatici; (e) ritiro dal mercato ai fini della distribuzione gratuita o per altre destinazioni; (f) raccolta verde, consistente nella raccolta completa su una data superficie di prodotti acerbi non commercializzabili che non sono stati danneggiati prima della raccolta verde a causa di ragioni climatiche, fitopatie o in altro modo; (g) mancata raccolta, consistente nell’interruzione del ciclo di produzione in corso sulla superficie in questione quando il prodotto è ben sviluppato ed è di qualità sana, leale e mercantile, esclusa la distruzione dei prodotti a causa di avversità atmosferiche o fitopatie; (h) assicurazione del raccolto e della produzione, che contribuisce a tutelare i redditi dei produttori quando si generano perdite causate da calamità naturali, condizioni climatiche avverse, fitopatie o infestazioni parassitarie garantendo al tempo stesso che i beneficiari adottino le necessarie misure di prevenzione dei rischi.

Confcooperative Lombardia - Milkcoop magazine n.7_2018_Luglio

25


CONTESTO MACROECONOMICO PETROLIO E CAMBIO EURO/DOLLARO Andamento quotazioni BRENT 90,00 80,00 70,00 60,00 50,00 40,00 30,00 20,00 10,00 0,00

Andamento cambio EURO/DOLLARO 1,400

1,200

1,000

0,800

0,600

0,400

0,200

0,000

26

Confcooperative Lombardia - Milkcoop magazine n.7_2018_Luglio


lagging behind. The Europe 2020 strategy, adopted by the European Council in June 2010, is the European Union's agenda for jobs and growth for the current decade. As a main objective, the strategy strives to deliver high levels of employment, productivity and social cohesion in the Member States, while reducing the impact on the natural environment. To reach this objective, the EU has adopted targets to be reached by 2020 in five areas: employment, research & development (R&D), climate change & energy, education and poverty reduction. These have been translated into national targets in order to reflect the situation and possibilities of each Member State to contribute to the common goal. A set of nine headline indicators and additional sub-indicators, compiled by Eurostat, give an overview of how close the EU is to its overall targets.

Dall’EUROSTAT

La strategia Europa 2020, adottata sull'ambiente e le risorse naturali. istruzione e riduzione della povertà. dal Consiglio nel giugno Perthe farEuropean ciò, l'UE siUnion, è posta specifiPer monitorare lo stato di attuazioToday Eurostat,europeo the statistical office of issues the 2018 edition of the publication 2010, mira a garantire livelli elevati ci obiettivi da raggiungere entro il ne di tale strategia, Eurostat “Smarter, greener, more inclusive?”, which provides information on past trends and latest statistics useful ha deoccupazione, produttività e targets co- 2020 cinque diversi settori: oc- finito un set di indicatori principali. todimonitor the progress towards the of thein Europe 2020 strategy. esione sociale negli Stati membri, cupazione, ricerca e sviluppo (R&S), contempo l'impatto cambiamenti climatici indicators ed energia, Ariducendo complete al picture of trends in the Europe 2020 headline The analysis in the Eurostat publication is based on the Europe 2020 headline indicators used to monitor progress obiettivo al Indicatori principali 2008 2016 2020 towards the strategy's targets. Other indicators focusing on specific subgroups of society or on complementary issues are used to deepen the analysis present a broader picture. The publication aims to72,2% shed light on the Occupazione totale (% popolazione tra i 20 e iand 64 anni) 70,3% >75% trends in the headline indicators over the past years and helps understand the factors behind the changes Spesa pubblica in R&S (% sul PIL) 1,84% 2,03% >3% observed so far. The radar chart below presents the current situation of the EU by showing the progress made Emissioni gas serra (index 1990=100) 90,6 77,6 <80 since 2008 and the distance still to cover towards the Europe 2020 key targets. Abbandono anticipato dalla scuola (% popolazione di 18-24 anni)

14,7%

Persone a rischio di povertà e esclusione sociale (milioni)

10,7%

116,1 118 Europe 2020 headline indicators: target values and progress since 2008 Employment rate

People at risk of poverty or social exclusion

R&D expenditure

Tertiary educational attainment

Greenhouse gas emissions

Early leavers from education and training

Share of renewable energy in gross final energy consumption

Final energy consumption

2008

Primary energy consumption

Most recent data (2016/2017)

Europe 2020 targets

<10% <96,1

Since 2008, substantial progress has been made in the area of climate change and energy through the reduction in greenhouse gas emissions. In recent years, Avanzamento EUROPA the positive trend has however rispetto slowed down. obiettivi 2020 In the area of education, the EU is within reaching distance of both headline targets. The most recent developments in R&D investment and poverty alleviation are less promising, while the EU’s employment target can be reached if the growth recorded over the past few years continues.

Avanzamento ITALIA rispetto obiettivi 2020

Confcooperative Lombardia - Milkcoop magazine n.7_2018_Luglio

27


ANDAMENTO MERCATI Higher crude oil prices in 2018 1. MACRO-ECONOMIC OUTLOOK1

CEREALS & OILSEEDS

The Brent crude oil price moved up from the low level of around USD 30/barrel in January 2016 to USD 80/barrel in May 2018. The limited fall in prices in the first few months of 2018 was followed by a strong price increase in the spring. By mid-June, the oil2018/19 price was back to its November 2014 level prime stime per stagione - aggiornamento giugno 2018 (19 June: USD 75/barrel,). The recovery in global economic growth created a solid underlying demand A causa delle condizioni siccitose verificatesi in key tarda primavera(e.g. in varie si sono for oil, although estimators the regioni, International riviste - al ribasso - le stime diEnergy produzione europea di cereali per la stagione 2018/19. Agency) recently adjusted the world oil Tuttavia, gli stock europei e globali sono ampi e nonostante la forte domanda a livello demand forecast Thelato sanctions internazionale, è prematuro anticipare qualsiasi slightly aumentodownwards. significativo sul dei prezrecently imposed by the US on Iran itsrispetto nuclearai zi. Anche la produzione di semi oleosi dell'UE probabilmente sarà piùover bassa policy, together with the continued difficulties in raccolti ottenuti lo scorso anno. Venezuelan oil production, have tightened supply. The talks between Russia and Saudi Arabia on loosening the supply restrictions has halted the strong upward price movement, but there is no agreement on the scale of production increases yet. The price increase since summer 2017 continues to trigger investments in US shale oil production and higher production levels are foreseen in 2018-2019. The IHS-Markit forecast for the average Brent crude oil price for 2018 was Cresce il prezzo del petrolio 2018to USD 74/barrel. adjustednel upwards

Il mercato delle principali commodity agricole

Il prezzo del petrolio (Brent) è salito dai bassi livelli di 30 USD/ba- Indice dei prezzi per “food”, fertilizzanti e energia Graph 1 Price indices for food, fertiliser and energy rile nel gennaio 2016 a 80 USD/ (Gennaio 2015=100) barile nel maggio 2018. Ciò è una (January 2015 = 100) conseguenza della ripresa eco175 nomica globale degli ultimi tempi 150 che ha determinato anche una ri125 presa della domanda anche per il petrolio. L’incremento dei prezzi 100 può essere giustificato anche da 75 fattori di carattere economico e 50 geopolitico: a partire dalle san25 zioni recentemente imposte dagli Stati Uniti all'Iran in merito alla sua politica nucleare, fino alle difficoltà di produzione in Venezuela e alle trattative tra Russia e Arabia Saudita sulla gestione dell’offerCrude oil, Brent Natural gas, Europe ta. L'aumento dei prezzi iniziato nell'estate 2017 ha innescato un Food Fertilisers processo di continui investimenti nella produzione di olio di scisto ame- Source: DG Agriculture and Rural Development, based on World Bank ricano e nel 2018/2019 sono previ- (crude oil, natural gas, fertilisers) and FAO (food) sti maggiori livelli di produzione. . The price for natural gas delivered in Europe rose in 28

2017 %). In n.7_2018_Luglio the first Confcooperative Lombardia(+19 - Milkcoop magazine

half of 2018, prices stabilised, but the European natural gas market is


Trend positivi si registrano anche per il gas naturale consegnato in Europa, il cui prezzo è salito nel 2017 del +19%. Nella prima metà del 2018, i prezzi si sono poi stabilizzati. Si prevede che il mercato europeo del gas naturale cresca, seguendo l’andamento del prezzo del petrolio. In particolare, i prezzi sono previsti in aumento del 15% nel 2018 rispetto al

2017 (Fonte Banca Mondiale). Direttamente connesso al costo energetico, c’è l'indice dei fertilizzanti che è aumentato tra dicembre 2017 e maggio 2018 del +5% e che si stima che continuerà ugualmente a crescere (Fonte Banca Mondiale). In particolare, il prezzo per i prodotti a base di potassio e fosforo è aumentato maggiormente (+6%) rispetto a quello per i

fertilizzanti a base di azoto (+2%). Se si osserva poi l’indice della FAO per il food (food index), si osserva che dopo un significativo incremento nel 2016, nel 2017 l’indice è sceso leggermente, per poi risalire a inizio 2018, principalmente a causa dell’aumento dei prezzi dei cereali e dei prodotti lattiero-caseari.

Un rallentamento della crescita economica UE

La ripresa economica a livello mon- zioni di instabilità rispetto al com- de una rallentamento della crescita diale dovrebbe continuare anche mercio internazionale e alle possibi- già nel 2018, principalmente a cauper il 2018, con un ritmo simile a li misure intraprese dagli Stati Uniti sa del calo della domanda interquello registrato nel 2017 (+3,3%). e altri paesi determinano sicura- na e all’incertezza sul futuro delle Short-term Outlook for EU agricultural markets — Summer 2018 La crescita dovrebbe poi rallentare mente incertezza sulle prospettive relazioni tra il Regno Unito e l’UE. leggermente nel 2019-2020. Situa- economiche. A livello UE, si preve-

2. ARABLE CROPS

by somewhat less in the Czech Republic, Slovakia and Hungary. Grains quality was mixed across the EU with good quality in France, while late summer rainfalls in the northern part of the EU impacted negatively the harvest. Durum wheat output decreased slightly compared with last year, but was still significantly the last 5-year average (+13 %). harvest Nel above 2017/2018 in UE sono statiThe raccoltotalled 9.3 million t, with particularly marked ti circa 307,1 milioni di tonnellate di cereaincreases in France, Greece and Spain.

CEREALS Market developments in the EU 2017/2018

2018/2019

+3.5%

-2.5%

Exports

-16%

+29%

Imports

+21%

-16%

Production

Consumption +0.5% agricultural markets — Summer 2018 Compared with previous season

Good recovery of EU cereal OILSEEDS 2017/2018, but falling net exports

li, quasi l'1% in più rispetto agli ultimi 5 anni. L’area complessiva coltivata a cereali è diminuita di olBarley production remained at a high level (which tre ilafter 3% (mentre quella per i semi oleosi è cresciuta). a 6th consecutive year now seems to be Tuttavia, a causa delle condizioni climatiche favorevoli, standard) reaching almost 59 million t. Good harvests le rese sono aumentate 4%arispetto allain media degli in France and the UKdel offset 22 % drop Spain. ultimi 5 anni. In particolare, il grano tenero ha visto vomaize production was slightly above lumi EU aumentati del 2%, il grano duro del 13%average e il maisat 65.5 million t, partly thanks to an excellent harvest del 4% mentre la raccolta dell'orzo è diminuita del 2%.in

+0.4%

harvest

in

Market developments in the EU The 2017/2018 cereal harvest in the EU reached 307.1 million t, almost 1 % above the last 5-year 2017/2018 2018/2019 trimmed average2. Overall cereals harvested area decreased by more than 3 %, while oilseeds gained Production +12% -4.6% area. The drop was particularly marked for wheat (-4 %), while both barley and maize area decreased by 2 %. However, +19% due to favourable weather Exports -9.5% conditions, EU yields increased by 4 % compared with the 5-year average. As regards production, soft wheat Imports volumes increased by 2-4.5% %, durum wheat-1.7% by 13 % and maize by 4 % while barley harvest decreased by 2 %. Consumption +4.7% -3.2% Graph 3 2017/2018 EU cereal area, yield, production Compared with previous season compared with the last 5-year average (%) 20

Romania. Maize output in Romania increased by more than 40 % compared with the last 5-year average, while production in Hungary, Bulgaria, Slovakia and Poland remained stable ormondiale decreaseddi slightly. 2017/2018, il raccolto semi oleosi è

Nel rimasto ad alti livelli per il secondo anno consecutiGraph 4 EU cereal net trade (million t) vo, con una stima di oltre 570 milioni di tonnellate 50 (fonte50USDA). Il significativo calo indotto dalla siccità della 40 produzione di semi oleosi (principalmen40 te di30soia) in Argentina, è stato ampiamente com30 pensato dagli aumenti produttivi negli Stati Uni20 20 ti (+ 2%), Brasile (+ 3%), Cina (+ 10%) e UE (+12%). 10 impedito che i prezzi salissero eccessivamen10 Ciò ha te, nonostante la maggiore domanda internazionale. 0 0 Inoltre, permangono incertezze riguardo all’impatto -10 -10 delle tariffe che saranno imposte, a seguito delle vicis-20 -20 situdini di politica commerciale in atto tra USA e Cina. Soft wheat

Barley

Maize

DG n.7_2018_Luglio Agriculture and Rural Development In 2017/2018, the global oilseed harvest remained Confcooperative Lombardia - MilkcoopSource: magazine at15 a high level for the second year in a row. The USDA

Total cereals

29


mercati

MERCATI

mercati

mercati

MERCATI

TI MERCA

mercati

I T merca ti A C CATI ER I mercati MER M T A C mercati mercati R E M SUPERFICI E PRODUZIONI: CEREALI

MERCATI

SUPERFICIE COLTIVATA A CEREALI IN UE milioni di ha

2016

2017

maggio 2018* fcst

giugno 2018* fcst

VAR. % 18/17

TOTALE

56,8

55,5

54,8

54,9

-1,2%

GRANO TENERO

24,3

23,4

22,9

23,0

-1,7%

GRANO DURO

2,8

2,7

2,5

2,5

-5,7%

ORZO

12,3

12,1

12,2

12,2

0,5%

MAIS

8,6

8,4

8,5

8,5

1,5%

AVENA

2,6

2,7

2,7

2,7

-0,8%

PRODUZIONE CEREALI IN UE 2016/17

2017/18

2018/19* maggio fcst

2018/19* giugno fcst

VAR. % 18/17

TOTALE

296,7

307,1

304,4

299,3

-2,5%

GRANO TENERO

133,9

141,8

140,2

137,6

-3,0%

GRANO DURO

9,6

9,3

8,9

8,8

5,4%

milioni di ton

ORZO

59,4

58,8

61,0

58,4

-0,7%

MAIS

62,8

65,6

63,9

64,0

-2,3%

AVENA

8,0

8,2

8,2

8,2

0%

Produzioni cereali UE (.000 ton) 350.000

331.044

317.903 298.453

300.000

281.163

292.324

314.461

307.579 281.360

299.295

309.845

301.949

250.000 200.000 150.000 100.000 50.000

2008

2009

2010

2011 Soft wheat

30

Durum wheat

2012 Grain maize

2013 Barley

2014 Triticale

Oat

2015 Rye

Sorghum

Confcooperative Lombardia - Milkcoop magazine n.7_2018_Luglio

2016e Other cereals

2017f

2018f


mercati

MERCATI

mercati

mercati

MERCATI

TI MERCA

mercati

TI merca ti A C CATI MER R I mercati ME mercati mercati MERCAT SUPERFICI E PRODUZIONI:SEMI OLEOSI

MERCATI

SUPERFICIE COLTIVATA A SEMI OLEOSI IN UE media 5 ANNI

2017/18

2018/19 maggio 2018* fcst

2018/19 giugno 2018* fcst

VAR. % 2018/17

VAR. % su ultimi 5 anni

TOTALE

11,6

11,9

11,94

11,90

0,4%

2,3%

COLZA

6,6

6,7

6,80

6,84

2,4%

3,0%

GIRASOLE

4,2

4,2

4,23

4,15

-1,9%

-1,9%

SOIA

0,8

0,9

0,9

0,91

-3,6%

19,4%

milioni di ha

PRODUZIONE SEMI OLEOSI IN UE media 5 ANNI

2017/18

2018/19 maggio 2018* fcst

2018/19 giugno 2018* fcst

VAR. % 2018/17

VAR. % su ultimi 5 anni

TOTALE

32,9

34,9

34,2

33,3

-4,6%

1,3%

COLZA

21,6

22,0

21,7

20,8

-5,1%

-3,4%

GIRASOLE

9,1

10,4

9,7

9,7

-6,2%

7,0%

SOIA

2,2

2,6

2,8

2,8

5,2%

23,6%

milioni di ton

World oilseeds production 2018/19 Total/changes (m/m): Oilseeds: 594 m t

Soybeans: 355 m t

Rapeseed: 75 m t

Sunflower: 50 m t

Source: USDA Confcooperative Lombardia - Milkcoop magazine n.7_2018_Luglio

3

31


mercati

MERCATI

MERCATI

mercati

mercati I

MERCAT

mercati

mercati

MERCATI

TI MERCA

MERCATI mercatimercati

mercati M

PREZZI: CEREALI 250

Prezzi UE - feed wheat (€/ton)

230 UK: East Coast (FOB)

210

FR: Eure-et-Loir (DEPSILO)

190 170

PL: Zachodni (DELFIRST)

150 130 110 90

250

Prezzi UE - feed barley (€/ton)

230 210

UK: East Coast (FOB)

190

FR: Rouen (DELPORT)

170 150

ES: Valladolid (DEPSILO)

130 110 90

32

Confcooperative Lombardia - Milkcoop magazine n.7_2018_Luglio

I

T A C R E


mercati

MERCATI

mercati

MERCAT

MERCATI

mercati I

mercati

mercati

MERCATI

TI MERCA

MERCATI mercatimercati

mercati

TI

CA MER

Prezzi UE - maize (€/ton) 250 230 210 RO: Constanta (FOB)

190

FR: Bordeaux (DELPORT)

170 150

HU: Budapest (DELPORT-GEX)

130

ES: Leon (DEPSILO)

110 90

PREZZI: SOIA Prezzi all'esportazione - soyabeans (€/ton) 450 430

Soyabeans Argentina, Up River

410 390

Soyabeans - Brazil, Paranagua

370

Soyabeans - Ukraine 350

Soyabeans - US Gulf

330 310 290 270

Confcooperative Lombardia - Milkcoop magazine n.7_2018_Luglio

33


mercati

MERCATI

MERCATI

mercati

mercati

mercati I

MERCAT

mercati

MERCATI

TI MERCA

MERCATI mercatimercati

mercati M

IMPORTAZIONI ITALIA CEREALS & OILSEEDS Fonte EU Crop Market observatory IMPORTAZIONI ITALIANE DI MAIS

MAIS - PRINCIPALI IMPORTATORI UE E PARTNER COMMERCIALI - 2017/18 (primi 11 mesi, 16 MT)

ORIGINE EXTRA-UE

3.500 3.000

2,0

2.500 THOUSAND TONNES

Million tonnes

2,5

1,5

1,0

0,0

2.000 1.500 1.000 500

0,5

Jul

Aug

Sep

Oct

Nov

Dec

5YTrimAvg

Jan 2016/17

Feb

Mar

Apr

May

ES 35%

Jun

NL 21%

Ukraine

2017/18

IMPORTAZIONI ITALIANE DI GRANO DURO ORIGINE EXTRA-UE

Brazil

IT 12%

United States

Canada

Moldova

PT 10%

Russia

Others

GRANO DURO - PRINCIPALI IMPORTATORI UE E PARTNER COMMERCIALI - 2017/18 (primi 11 mesi, 0,1 MT) 350

1,8

300 250 THOUSAND TONNES

Million tonnes

1,6 1,4 1,2 1,0 0,8 0,6

200 150 100 50

0,4 0,2 0,0

IT 77% Jul

Aug

Sep

Oct

Nov

Dec

5YTrimAvg

Jan 2016/17

Feb

Mar

Apr

May

BE 5%

NL 4%

UK 3%

Jun Canada

2017/18

IMPORTAZIONI ITALIANE DI GRANO TENERO ORIGINE EXTRA-UE

Kazakhstan

United States

Australia

Russia

Iran

Others

GRANO TENERO - PRINCIPALI IMPORTATORI UE E PARTNER COMMERCIALI - 2017/18 (primi 11 mesi, 0,4 MT) 1.200

1,2 1.000

THOUSAND TONNES

Million tonnes

1,0 0,8 0,6 0,4

0,0

Jul

Aug

Sep

Oct

Nov 5YTrimAvg

34

800 600 400 200

0,2

Dec

Jan 2016/17

Feb 2017/18

Mar

Apr

May

Jun

ES 37%

IT 28%

Ukraine

Moldova

Confcooperative Lombardia - Milkcoop magazine n.7_2018_Luglio

Russia

UK 14%

Canada

United States

Serbia

I

T A C R E

EL 8%

Others


mercati

MERCATI

mercati

MERCAT

MERCATI

mercati

mercati

mercati

I

MERCATI

MERCATI mercatimercati

IMPORTAZIONI ITALIANE DI OLIO DI GIRASOLE ORIGINE EXTRA-UE

450 400 350

0,3

THOUSAND TONS

Million tonnes

0,4

0,3 0,2 0,2

300 250 200 150

0,1

100

0,1

50

Jul

Aug

Sep

Oct

Nov

Dec

5YTrimAvg

Jan

2016/17

Feb

Mar

Apr

May

ES 29%

Jun

2017/18

NL 22%

Ukraine

IMPORTAZIONI ITALIANE DI SOIA

Moldova

Serbia

IT 21%

Argentina

Turkey

FR 8%

Russia

Others

SOIA - PRINCIPALI IMPORTATORI UE E PARTNER COMMERCIALI - 2017/18 (primi 11 mesi, 13 MT)

ORIGINE EXTRA-UE

2.500

1,6 1,4

2.000

1,2

THOUSAND TONS

Million tonnes

TI

CA MER

PRINCIPALI IMPORTATORI UE E PARTNER COMMERCIALI OLIO GIRASOLE (2017/18 (primi 11 mesi, 0,2 MT)

0,4

0,0

mercati

TI MERCA

1,0 0,8 0,6 0,4

1.500

1.000

500

0,2 0,0

Jul

Aug

Sep

Oct

Nov 5YTrimAvg

Dec

Jan

2016/17

Feb

Mar

Apr

May

NL 28%

Jun

2017/18

Brazil

IMPORTAZIONI ITALIANE DI OLIO DI PALMA ORIGINE EXTRA-UE

United States

Canada

DE 16%

Paraguay

Ukraine

IT 10%

Uruguay

Others

OLIO DI PALMA - PRINCIPALI IMPORTATORI UE E PRINCIPALI ESPORTATORI - 2017/18 (primi 9 mesi, 0,6 MT) 1.200

1,6

1.000

1,4 1,2

THOUSAND TONS

Million tonnes

ES 24%

1,0 0,8 0,6 0,4

800 600 400 200

0,2 0,0

Jul

Aug

Sep

Oct

Nov

Dec

5YTrimAvg

Jan

2016/17

Feb

Mar

Apr

May

NL 31%

Jun

2017/18

ES 29%

Indonesia

IMPORTAZIONI ITALIANE DI PANNELLO DI SOIA ORIGINE EXTRA-UE

Malaysia

Papua N.G.

IT 23%

Colombia

Guatemala

DE 5%

Honduras

Others

PANNELLO DI SOIA - PRINCIPALI IMPORTATORI UE E PARTNER COMMERCIALI - 2017/18 (primi 11 mesi, 11 MT) 2.500

2,5 2.000 THOUSAND TONS

Million tonnes

2,0

1,5

1,0

1.500

1.000

500 0,5

0,0

NL 16% Jul

Aug

Sep

Oct

Nov 5YTrimAvg

Dec

Jan

2016/17

Feb 2017/18

Mar

Apr

May

PL 12%

FR 11%

IT 11%

Jun Argentina

Brazil

Paraguay

Confcooperative Lombardia - Milkcoop magazine n.7_2018_Luglio

India

United States

China

Others

35


mercati

MERCATI

MERCATI

mercati

mercati I

MERCAT

mercati

mercati

MERCATI

TI MERCA

MERCATI mercatimercati

mercati M

LATTE E DERIVATI LATTE RACCOLTO NEL 2018

volumi di produzione maggiori in USA e UE; situazione di stabilità in NZ

La produzione di latte in EU28, 1.000 ton (Fonte MMO)

(Fonte AGEA)

14.500

1.150

14.000

1.100

13.500

1.050

13.000

1.000

12.500

950

12.000

900

11.500

850

11.000

800

2016/17

2017/18

La produzione di latte in USA, 1.000 ton (Fonte USDA)

2016/17

2017/18

La produzione di latte in NZ, 1.000 ton (Fonte DCANZ)

8.200

3500

8.000

3000 2500

7.800

2000

7.600

1500

7.400

1000

7.200

500

7.000

0

2016/17

36

La produzione di latte in Italia, 1.000 ton

2017/18

Confcooperative Lombardia - Milkcoop magazine n.7_2018_Luglio

2016/17

2017/18

I

T A C R E


mercati

MERCATI

mercati

MERCAT

MERCATI

mercati I

mercati

mercati

MERCATI

TI MERCA

MERCATI mercatimercati

mercati

TI

CA MER

I prezzi del latte alla stalla nel 2018

in Europa, in calo a partire dagli ultimi mesi del 2017 Prezzo latte alla stalla in EU28, €/100 Kg (Fonte MMO - European Commission) 40

32,07 euro/100 Kg il prezzo medio del latte alla stalla in EU a Maggio 2018

35 30 25 20 15

2016/17

2017/18

Prezzo latte alla stalla in Nuova Zelanda, €/100 Kg (Fonte USDA, LTO)

30,97 euro/100 Kg il prezzo medio del latte alla stalla in NZ a Maggio 2018

40 35 30 25 20 15

2016/17

2017/18

Prezzo latte alla stalla in USA, €/100 Kg (Fonte USDA, LTO) 45

32,73 euro/100 Kg il prezzo medio del latte alla stalla in USA a Maggio 2018

40 35 30 25 20 15

2016/17

2017/18

Confcooperative Lombardia - Milkcoop magazine n.7_2018_Luglio

37


mercati

MERCATI

MERCATI

mercati

mercati I

MERCAT

mercati

mercati

MERCATI

TI MERCA

MERCATI mercatimercati

mercati M

Il mercato dei prodotti derivati Andamento prezzi del latte spot (euro/ton) (Fonte Elaborazioni su dati BM Lodi)

385 euro/ton il prezzo medio del latte nazionale crudo quotato alla BM di Lodi a Giugno 2018

500 450 400 350 300 250

2016/17

2017/18

Andamento prezzi del burro (euro(100Kg) (Fonte Elaborazioni su dati BM Milano)

417 euro/100 Kg il prezzo medio del burro quotato alla BM di Milano a Giugno 2018

550 500 450 400 350 300 250

2016/17

2017/18

Andamento prezzi del Grana Padano 15 mesi (Fonte Elaborazioni su dati BM)

7,2 euro/Kg il prezzo medio del Grana Padano 15 mesi quotato alla BM di Milano a Giugno2018

9

8

7

6

2016/17

38

2017/18

Confcooperative Lombardia - Milkcoop magazine n.7_2018_Luglio

I

T A C R E


mercati

MERCATI

mercati

mercati

MERCATI

mercati

TI MERCA

TI merca ti A C CATI MER R I mercati ME mercati mercati MERCAT Commercio estero UE - LATTE E DERIVATI

MERCATI

GEN-MAG 2018 / GEN-MAG 2017

IMPORT TOP 3 BURRO

[1.000 ton], Fonte USDA, EU MMO PAESI MESI Periodo: Gen-Mag

[1.000 ton], Fonte USDA, EU MMO

CINA

RUSSIA

MESI

2017

24.010

35.109

17.478

2018

31.180

18.651

18.397

var.18/17

30%

-47%

5%

LATTE SCREMATO IN POLVERE [1.000 ton], Fonte USDA, EU MMO

MESI Periodo: Gen-Mag

MESSICO

CINA

2017

99.668

74.343

41.696

2018

118.333

82.480

55.125

var.18/17

19%

11%

32%

BURRO

[1.000 ton], Fonte USDA, EU MMO

Periodo: Gen-Mag

NUOVA ZELANDA

UNIONE EUROPEA

183.250

84.078

29.849

2018

198.166

80.341

30.021

var.18/17

8%

-4%

1%

[1.000 ton], Fonte USDA, EU MMO

Periodo: Gen-Mag

2017

109.845

72.050

72.798

2018

118.297

79.029

66.977

var.18/17

8%

10%

-8%

PAESI

Periodo: Gen-Mag

CINA

ALGERIA

HONG KONG

2017

196.106

86.902

29.748

2018

215.525

77.508

45.410

var.18/17

10%

-11%

53%

ANNI

FORMAGGI

USA

PAESI MESI

LATTE SCREMATO IN POLVERE

MESI

ANNI

[1.000 ton], Fonte USDA, EU MMO

BIELORUSSIA

2017

UNIONE EUROPEA

USA

[1.000 ton], Fonte USDA, EU MMO

ANNI

PAESI

RUSSIA

LATTE INTERO IN POLVERE

MESI

EXPORT - TOP 3 MESI

Periodo: Gen-Mag

ALGERIA

ANNI

PAESI

PAESI GIAPPONE

USA

ANNI

PAESI

FORMAGGI

Periodo: Gen-Mag

339.800

263.382

153.950

2018

354.910

329.836

159.302

var.18/17

4%

25%

3%

NUOVA ZELANDA

2017

347.641

263.382

153.950

2018

349.610

329.836

159.302

var.18/17

1%

25%

3%

ANNI

[1.000 ton], Fonte USDA, EU MMO PAESI MESI

2017

STATI UNITI

LATTE INTERO IN POLVERE

NUOVA ZELANDA

ANNI

UNIONE EUROPEA

Periodo: Gen-Mag

NUOVA ZELANDA

UNIONE EUROPEA

URUGUAY

2017

561.789

173.427

38.777

2018

586.255

157.650

45.849

var.18/17

4%

-9%

18%

ANNI

Confcooperative Lombardia - Milkcoop magazine n.7_2018_Luglio

39


INTERNAZIONALIZZAZIONE

Ampi margini di crescita dei formaggi italiani in Polonia

Consumi in aumento e migliore percezione delle qualità da parte dei consumatori polacchi L’aumento del reddito disponibile, da una parte, e la maggiore predisposizione dei consumatori polacchi a sperimentare nuovi tipi di formaggio anche di qualità superiore, dall’altra, hanno contribuito alla maggiore popolarità dei formaggi. Nel 2017, il valore delle vendite retail di formaggio in Polonia ha raggiunto i 5.045 milioni di Zloty polacchi, con un performance pari al +6% rispetto all’anno precedente. In termini di volumi, la performance annua si attesta attorno al +4,5% (nel 2017 i volumi di vendita hanno raggiunto le 201mila tonnellate).

Il valore delle vendite del formaggio in Polonia

(milioni di Zloty polacchi 2012-2017. Elaborazioni: Ufficio Studi e Ricerche Fondosviluppo - Confcooperative su dati Euromonitor)

Il formaggio a pasta molle ha registrato una crescita del valore delle vendite pari al +9% nel 2017, seguito dal formaggio duro confezionato che ha mostrato un incremento pari al +8% rispetto all’anno precedente. Il formaggio a pasta molle, pur non essendo tipico della cucina tradizionale polacca, ha benefi40

ciato della spinta verso il nuovo e la sperimentazione del consumatore locale. Il formaggio duro confezionato, ha beneficiato, invece, principalmente, della riduzione dei prezzi unitari e di una confezione sempre più conveniente (anche per quanto riguarda la chiusura). Nel complesso il 49,5% del valore

delle vendite 2017 fa riferimento ai formaggi a pasta dura, il 25,8% a quelli a pasta molle, mentre il restante 24,6% ai lavorati. Tra i lavorati spalmabili, quelli cremosi senza ingredienti artificiali rappresentano il 52% delle vendite, mentre i ricostituiti il restante 48%.

Confcooperative Lombardia - Milkcoop magazine n.7_2018_Luglio


Ripartizione % del valore delle vendite dei formaggi - lavorati e non lavorati in Polonia nel 2017 (Elaborazioni: Ufficio Studi e Ricerche Fondosviluppo - Confcooperative su dati Euromonitor)

Con riferimento alla distribuzione moderna i discount sono i canali principali per l'acquisto di formaggi e, nel 2017, hanno rappresentato rispettivamente 37% del valore totale delle vendite nei canali retail. I discount vantano una presenza diffusa nel territorio e offrono una buona selezione di prodotti a prezzi economici. I prodotti economici restano sempre i più popolari poiché il prezzo

ha continuato ad essere ancora il fattore più importante per la maggioranza dei consumatori polacchi. Il formaggio ha svolto e continuerà a svolgere un ruolo importante nella dieta polacca. Di fatto, spesso, viene consumato a colazione, a cena e talvolta insieme ad altri cibi. Nel medio periodo si prevede che il formaggio a pasta molle registrerà la migliore performance, con una crescita del +6% medio

annuo a prezzi costanti del 2017 e precederà il formaggio confezionato a pasta dura atteso in crescita ad un tasso medio del +4,1%. I produttori, inoltre, cercheranno di stimolare le vendite concentrandosi sull'introduzione di versioni premium di marchi di formaggi esistenti e sul lancio di nuovi prodotti e varianti prive di lattosio.

L’analisi è tratta dalla collana “Export & Mercati”, una serie di pubblicazioni realizzate a cadenza mensile dall’Ufficio Studi e Ricerche di Fondosviluppo per l’Ufficio per le Politiche di Internazionalizzazione e Mercati di Confcooperative e scaricabili dal sito www.internazionalizzazione.confcooperative.it. Le cooperative associate potranno richiedere gratuitamente uno o più report personalizzati per Prodotti/Paese, inviando la propria richiesta all’indirizzo internationaloffice@confcooperative.it. Sempre sul sito di Confcooperative dedicato all’internazionalizzazione, le cooperative potranno trovare tutta una serie di altri servizi, strumenti ed iniziative promosse dalla Confederazione e che si ritiene possano essere di supporto nei diversi processi di internazionalizzazione. Twitter: @ConfcoopMercati Confcooperative Lombardia - Milkcoop magazine n.7_2018_Luglio

41


PERFORMANCE COOPERATIVE In questa sezione si vuole approfondire il posizionamento della cooperazione all’interno del settore lattiero-caseario. Al fine di delineare uno spaccato del settore lattiero-caseario cooperativo è stato selezionato un campione di 14 cooperative (panel) da cui partire per raccogliere, analizzare, elaborare e comunicare informazioni e dati. Le cooperative individuate sono rappresentative della Lombardia in termini di areale di appartenenza, caratteristiche strutturali, dimensioni, caratteristiche e usi del latte e mercati di riferimento, ecc. In un secondo momento questo panel potrà essere allargato ad un numero sempre maggiore e diversificato di cooperative della Lombardia e anche di altre Regioni. I dati sono stati elaborati utilizzando il criterio della media ponderata, basata sul peso di ogni impresa relativamente alla sua dimensione/produzione sul totale delle imprese. Per valutare meglio le strategie delle cooperative, è stata fatta un’analisi differenziata su quattro categorie di cooperative (3 di pianura e 1 di montagna), individuate in base alla dimensione e quindi alla quantità di latte raccolto. Il Gruppo A è costituito da quelle cooperative di pianura di maggior dimensione (>1 milione di quintali di latte raccolto); il Gruppo B è costituito dalle cooperative di pianura di medie dimensioni (500.000-

SCEGLIERE DI FARE INVESTIMENTI NON E’ UNA SCELTA FACILE DIPENDE DA TANTI FATTORI: DALLE CARATTERISTICHE DELLE COOPERATIVE,

DAL MERCATO DI RIFERIMENTO, DAGLI ORIENTAMENTI PRODUTTIVI, DALLE CONDIZIONI DI ACCESSO AL CREDITO, DALLA PROPENSIONE AL RISCHIO, DALLO “SPIRITO INNOVATORE” DELLE IMPRESE, ECC.

Questa analisi è finalizzata a capire le diverse modalità di investimento delle cooperative a avere così un’indicazione delle loro strategie imprenditoriali: da quelle più innovative e orientate allo sviluppo - con una forte dinamicità e investimenti continui per ampliare e modernizzare le strutture e gli impianti - a quelle più prudenziali che cercano di trovare un giusto equilibrio tra nuovi investimenti e gestione delle attività produttive. I diversi approcci sono sicuramente una conseguenza delle diverse caratteristiche e orientamenti produttivi e di mercato delle cooperative. Ma, indipendentemente dalle loro specificità, si vede come tutte le cooperative, si prefiggono l’obiettivo ultimo di massimizzare il beneficio per il socio e quindi cercare di valorizzare al meglio il latte conferito e garantire loro buoni livelli di remunerazione.

42

Confcooperative Lombardia - Milkcoop magazine n.7_2018_Luglio


Obiettivo dell’analisi L’obiettivo della presente analisi è quello di valutare le modalità secondo cui le cooperative decidono se e come pianificare gli investimenti nel breve e medio-lungo termine. Sarà in particolare evidenziato, per le diverse cooperative, il peso degli investimenti rispetto alle risorse di cui dispongono, come questi siano ripartiti nel tempo e quale sia il loro impatto rispetto alla gestione delle attività produttive ordinarie. Dall’analisi fatta emerge una certa eterogeneità nelle strategie aziendali che dipendono da diversi fattori. Da una parte, bisogna infatti considerare le condizioni intrinseche delle cooperative (dimensioni, assetto organizzativo, orientamento produttivo, strategie imprenditoriali, ecc.) che incidono inevitabilmente sulle capacità di fare fronte a investimenti nel breve e medio termine e nella loro capacità di utilizzare risorse proprie o accedere a finanziamenti esterni. Dall’altra parte, ci sono tutte le condizioni del contesto socio-economico in cui si trovano ad operare, che possono influenzare, positivamente o negativamente, le scelte imprenditoriali (dinamiche geopolitiche, andamento dei prezzi, trend di consumo, ecc.) .

Metodologia Per effettuare questa analisi si è deciso di focalizzare l’attenzione su due principali aspetti, importanti per comprendere le dinamiche e modalità di investimento delle cooperative: - il flusso di cassa netto per gli investimenti (CAPEX), rappresentato dalla spesa annua che l’impresa fa per i nuovi investimenti; - gli ammortamenti, rappresentati dal valore dei beni che vengono acquistati nel corso degli anni e che sono ancora funzionanti e impiegati in azienda (il loro valore viene ripartito nel bilancio aziendale in base alla vita utile del bene). Queste due misure daranno quindi un’indicazione di qual è l’entità degli investimenti che vengono fatti, considerando sia

VALUTARE LE STRATEGIE ADOTTATE DALLE IMPRESE, PER TROVARE IL GIUSTO EQUILIBRIO TRA GESTIONE DELLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE, I PERCORSI DI SVILUPPO E L’OTTENIMENTO DELLA GIUSTA REDDITIVITA’

quelli passati sia quelli fatti nel corso dell’anno considerato dall’analisi. Queste misure saranno poi a loro volta rapportate ad altre grandezze economiche del bilancio: i costi di produzione e i ricavi totali. In questo modo sarà possibile valutare in che misura gli investimenti gravano sulle attività produttive delle imprese e quindi le strategie adottate dalle imprese per trovare il giusto equilibrio tra la gestione delle attività produttive, i percorsi di sviluppo e l’ottenimento della giusta redditività. A partire da queste considerazioni sono quindi stati individuati 3 principali indici: - CAPEX/AMMORTAMENTI: dà un’indicazione della capacità di investimento delle imprese, cioè della frequenza con cui vengono rinnovati gli impianti o acquisiti

nuovi beni. Se il valore dell’indice è maggiore dell’1% significa che le imprese sono dinamiche e ogni anno fanno nuovi investimenti. Per avere poi una maggiore comprensione delle strategie imprenditoriali, sono stati considerati altri 2 indici. - AMMORTAMENTI/ COSTI DI PRODUZIONE: dà indicazione dell’incidenza del valore degli ammortamenti sul totale dei costi di produzione (il peso degli investimenti rispetto agli altri costi di produzione). - CAPEX/RICAVI: dà un’indicazione di quanta parte dei ricavi generati nell’anno viene impiegata per fare nuovi investimenti. Da considerare però che le risorse destinate agli investimenti derivano spesso anche da finanziamenti esterni.

Confcooperative Lombardia - Milkcoop magazine n.7_2018_Luglio

43


cooperative

NCE

A PERFORM

performance

PERFORMANCE COOPERATIVE

cooperative

COOPERATIVE

44

PERFORMANCE

CAPEX/AMMORTAMENTI

Conclusioni

Il primo indicatore che è stato considerato è basato sul rapporto tra la spesa per i nuovi investimenti, che vengono fatti dalle imprese durante l’anno, rispetto al valore degli investimenti fatti negli anni precedenti. Gli investimenti sono generalmente rappresentati dall’acquisto di nuovi impianti e macchinari, ristrutturazioni o ammodernamenti delle strutture produttive. Possono essere di diversa entità e tipologia in base alle diverse caratteristiche delle imprese, strategie imprenditoriali e condizioni di mercato. Se l’indice è negativo significa che c’è una prevalenza del valore degli ammortamenti (quindi più investimenti fatti in passato rispetto a quelli attuali). Ciò si traduce in imprese che sono in difficili condizioni e tendono disinvestire o ridurre le attività produttive. Ma, in nessuna delle cooperative del panel si ritrova questa situazione. Si osservano tuttavia delle differenze tra i diversi gruppi di imprese considerate. Un primo dato che emerge è che le cooperative del gruppo A hanno valori prossimi al 2%. Si tratta di imprese di grandi dimensioni, con elevate quantità prodotte e un’ampia diversificazione produttiva e dei mercati. Questo permette loro di avere una buona gestione del rischio e un facile accesso al credito. La loro organizzazione e strutturazione richiede inevitabilmente investimenti continui per innovare e ammodernare impianti e strutture. Quindi ogni anno continuano ad esserci nuovi investimenti da parte di queste cooperative. Si osserva solo un leggero calo dell’indice nel 2016,

COOPERATIVE

3% 2% 2%

2015 2016

1% 1% 0%

Gruppo A

Gruppo B

in quanto anche queste imprese hanno in parte risentito la crisi di mercato e di conseguenza ridimensionato anche gli investimenti. Per quanto riguarda le cooperative del gruppo B, si evidenzia come in media l’indice assuma valori leggermente inferiori (1,5%) anche se nel 2016 si ritrova un valore eccezionale (oltre il 2%). Queste cooperative, di minori dimensioni, con più bassi livelli produttivi e una minore diversificazione anche dei mercati sono molto dipendenti dalle condizioni esterne (in termini di andamento dei prezzi di mercato e condizioni di accesso a finanziamenti esterni). Da qui si può trovare una giustificazione nella variabilità annuale del valore dell’indice. Infatti, per cercare di cogliere le opportunità di mercato dopo la fine delle quote latte, queste cooperative hanno adottato la strategia di investire per poter ammodernare gli impianti e ottimizzare la capacità produttiva. Da evidenziare anche il fatto che le loro principali produzioni sono i formaggi DOP a media-lunga stagionatura e di conseguenza hanno risentito legger-

Gruppo C

Gruppo M

mente meno gli effetti della crisi, rispetto alle cooperative del Gruppo A che hanno anche una certa quantità di prodotti freschi e non DOP. Le produzioni DOP, infatti, in virtù della loro qualità e apprezzamento da parte dei consumatori, si trovano in una situazione di maggior tutela e riescono a sopportare meglio periodi negativi di mercato. Per quanto riguarda le cooperative del gruppo C e quelle di montagna, ci troviamo di fronte ad un trend degli investimenti similare. In particolare, si hanno valori maggiori dell’indice nel 2015 e inferiori nel 2016. Questo è dovuto al fatto che sono cooperative di piccole dimensioni e molto dipendenti dalle condizioni esterne, orientate a mono-produzioni nel caso del gruppo C (formaggi DOP a lunga stagionatura) o poche produzioni in quantità limitata (per le cooperative di montagna), e entrambe hanno mercati di destinazione per lo più locali. Queste cooperative, pur essendo nel circuito delle produzioni DOP, come le cooperative del gruppo B, hanno però una minore organizzazione produttiva e dimensio-

Confcooperative Lombardia - Milkcoop magazine n.7_2018_Luglio


cooperative

PERFORMANCE

performance

PERFORMANCE COOPERATIVENCE cooperative

COOPERATIVE

AMMORTAMENTI/ COSTI PRODUZIONE 6% 5% 4% 2015

3%

2016 2% 1% 0%

Gruppo A

Gruppo B

ne, che le espone maggiormente al rischio e ne limita la capacità di avere accesso al credito e di fare quindi investimenti. Date le loro caratteristiche intrinseche, hanno anche minori risorse a disposizione per affrontare situazioni imprevedibili e di forte volatilità dei prezzi. Di conseguenza, è stato generalmente adottato un atteggiamento prudenziale, in attesa di un miglioramento delle condizioni. Si evidenzia anche un altro elemento di contesto: il 2015, è stato l’anno in cui sono stati pubblicati i primi bandi del PSR dedicati agli investimenti delle aziende agricole (Op. 4.1.01), dopo un lungo periodo di mancanza, a causa della fase di passaggio tra la programmazione 2007-13 e 2014-20. Gli esiti di valutazione di questo primo bando sono però arrivati nei primi mesi del 2016. Si osserva che le cooperative in generale hanno cercato di cogliere al massimo queste opportunità di finanziamento. Nel caso delle cooperative del gruppo B, si osserva che cresce nel 2016 il valore dell’indice: ciò è

Gruppo C

Gruppo M

dovuto al fatto che ancor prima di avere gli esiti di finanziamento dei progetti, hanno iniziato a pianificare i finanziamenti e organizzare i lavori (in modo da iniziare e essere operativi subito a inizio 2016). Nel caso delle cooperative più piccole, la situazione è leggermente diversa: si conferma l’atteggiamento prudenziale, nonostante le opportunità di finanziamento. Il 2016 è infatti un anno con ancora una situazione di mercato molto complessa; inoltre bisogna considerare che il finanziamento è concesso con un contributo pubblico pari al 35% del totale e di conseguenza gran parte dell’investimento deve essere sostenuto dalla cooperativa. Un’altra valutazione interessante è quella di capire l’impatto che gli investimenti hanno sull’attività produttiva ordinaria delle imprese, in particolare rapportando gli investimenti ai costi di produzione e ai ricavi totali. AMMORTAMENTI / COSTI PRODUZIONE

E’ un indice che prende in conside-

COOPERATIVE

MA

PERFOR

razione il valore di tutti gli investimenti che sono stati fatti nel corso degli ultimi anni dall’impresa e dà un’indicazione di quello che è il loro impatto rispetto ai costi di produzione. Di conseguenza si può vedere quanto gli investimenti pesano sulle attività produttive dell’azienda: maggiore è il loro valore, maggiore saranno i costi di produzione, e di conseguenza, si avrà un impatto anche sulla redditività per la cooperativa e i soci. Come detto sopra, gli investimenti dipendono da diversi fattori di natura intrinseca delle imprese e di origine esterna (condizioni di mercato e accesso al credito). La conseguenza è che le cooperative di maggiori dimensioni avranno, in termini generali, un valore dell’indice minore, rispetto alle imprese più piccole. Ciò è dovuto al fatto che, nonostante vengano fatti maggiori e più importanti investimenti, queste imprese riescono ad ammortizzarli meglio, per l’elevata capacità produttiva e dell’ottimizzazione dei flussi e processi produttivi (data l’elevata diversificazione delle produzioni e dei mercati). Quindi, a parità di unità prodotta, l’incidenza degli investimenti sul costo di produzione sarà inferiore, proprio perché i diversi impianti e macchinari saranno sfruttati al massimo della loro capacità produttiva, saranno più efficienti e utilizzati nelle loro diverse possibilità. Al contrario, le cooperative di minori dimensioni, avranno un valore dell’indice maggiore, in quanto hanno una minore capacità produttiva e minore diversificazione delle produzioni e dei mercati. Ne deriva che, a parità di unità di prodotto, l’impatto degli investimenti sui costi di produzione è elevata. Questo perché

Confcooperative Lombardia - Milkcoop magazine n.7_2018_Luglio

45


cooperative

NCE

A PERFORM

performance

PERFORMANCE COOPERATIVE

cooperative

ci potrebbe essere il rischio che impianti e macchinari non vengano usati al massimo della loro capacità (e si originino quindi delle inefficienze); o, nel caso invece sia possibile fare investimenti proporzionali alla capacità produttiva delle aziende, che il loro costo e quindi l’impatto sia comunque elevato. Infatti, per una certa tipologia di investimenti, a parità di prestazioni, non si può comunque scendere al di sotto di un prezzo minimo. Nello specifico, nel caso delle cooperative del gruppo A e B, il peso degli ammortamenti sui costi di produzione è pari a circa il 2% per entrambe le annualità. Al contrario, le cooperative di minori dimensioni (gruppo C) e di montagna hanno un valore dell’indice pari a circa il 4% e 5% rispettivamente. Se si osserva la variazione annuale, tra il 2015 e il 2016, non emergono eccessive variabilità. Le cooperative di piccole-medie dimensioni registrano un livello leggermente inferiore dell’indice nel 2016 rispetto all’anno precedente,

COOPERATIVE

principalmente a causa, dell’aumento dei costi di produzione. L’aumento dei costi di produzione è una conseguenza dell’aumento della quantità di latte raccolto dai soci che oltre al normale “aumento fisiologico” è stato anche una conseguenza della fine delle quote latte e quindi delle strategie delle diverse aziende di ristrutturare e ammodernare le stalle per incrementare la loro capacità produttiva. Si deve anche ricordare che le cooperative, nonostante le difficili condizioni di mercato hanno l’obiettivo di tutelare i soci conferenti e quindi garantire loro un ottimale valore della remunerazione del latte conferito. Questa è anche una ragione del fatto che i costi di produzione, in termini assoluti, non si sono ridotti particolarmente, anche a fronte dell’aumento produttivo. Infine, nel caso delle cooperative di montagna, si osserva invece un valore dell’indice nel 2015 leggermente superiore rispetto a quello del 2016. Ciò è dovuto al fatto che in queste cooperative,

COOPERATIVE

a causa anche delle loro caratteristiche intrinseche e strutturali non si è avuto, come negli altri casi, un incremento costante del quantitativo di latte raccolto. Inoltre, come visto prima, in questi anni difficili di mercato, queste cooperative hanno visto un leggero incremento anche del valore degli ammortamenti: hanno cioè continuato a fare una serie di investimenti che erano comunque necessari per le imprese. Queste cooperative sono infatti caratterizzate da limitate produzioni che vengono vendute principalmente su mercati molto locali. Hanno quindi una domanda di consumo molto rigida: essendo le cooperative di montagna dipendente da dinamiche di domanda/offerta locali, risentono meno le condizioni di crisi internazionale del settore. CAPEX / RICAVI TOTALI

Questo indice può essere considerato anche come l’altra faccia della medaglia dell’indice precedente, cioè indica quanta parte

investire è qualcosa di inevitabile per le imprese in quanto permette loro di crescere, intraprendere percorsi di sviluppo e innovare prodotti e processi aziendali per rispondere a quello che sono le nuove, crescenti e diversificate esigenze e fabbisogni della società e dei consumatori

46

PERFORMANCE

Confcooperative Lombardia - Milkcoop magazine n.7_2018_Luglio


cooperative

PERFORMANCE

performance

PERFORMANCE COOPERATIVENCE cooperative

dei ricavi della cooperativa generati nel corso di un anno, viene impegnato per far fronte agli investimenti dell’anno considerato. I valori di questo indice si attestano intorno al 3,5% - 4% per le imprese di pianura (del gruppo A, B e C); mentre per quelle di montagna l’indice è pari a circa il 5%. In particolare, per le cooperative di maggiori dimensioni l’indice si mantiene costante nelle due annualità considerate. Questo è dovuto al fatto che, nonostante un lieve incremento dei ricavi (i prezzi di mercato hanno cominciato a riprendersi verso la fine del 2016), si è avuto anche un certo aumento del valore degli investimenti. Per quanto riguarda le cooperative del gruppo B, si osserva come l’indice ha registrato performance decisamente migliori nel 2016. Come già precedentemente detto, queste imprese, grazie anche alle opportunità di finanziamento offerte dal PSR, hanno fatto importanti investimenti nel 2016. Per quanto riguarda i ricavi si registrano valori che si mantengono abbastanza costanti tra le due annualità. Queste cooperative infatti sono impegnate per lo più in produzioni DOP a media e lunga stagionatura, che non hanno risentito eccessivamente della crisi di mercato, anche a fronte di un certo incremento dei livelli produttivi. La conseguenza è quindi un valore elevato del CAPEX e valori più o meno costanti dei ricavi, quindi una crescita del valore dell’indice. Le cooperative del gruppo C hanno invece una situazione inversa, in cui si registrano livelli maggiori di ricavi nel 2016, rispetto a livelli di investimenti stabili (come detto prima hanno un comportamento prudenziale rispetto alle prospettive del mercato). Quindi, in questo caso, l’indice assumerà valori inferiori nel 2016 rispetto all’anno precedente. Queste cooperative, per rimanere

COOPERATIVE

COOPERATIVE

MA

PERFOR

CAPEX/RICAVI TOTALI 6% 5% 4% 2015

3%

2016 2% 1% 0%

Gruppo A

Gruppo B

competitive sul mercato anche in situazioni di crisi , negli ultimi anni hanno intrapreso percorsi di crescita e sviluppo che le ha portate a diversificare la produzione verso l’ottenimento di prodotti di nicchia ad alto valore aggiunto, come il biologico, le produzioni con connotati etici o religiosi (con attenzione al benessere animale. prodotti kosher, ecc.), o prodotti green (ottenuti con tecniche a basso impatto ambientale. Anche per questo si è registrato un incremento dei ricavi. Infine per quanto riguarda le cooperative di montagna, c’è una situazione di stabilità dei valori dell’indice (in leggera crescita nel 2016). In conclusione di può affermare che, per quanto possibile, le cooperative cercano di pianificare e fare investimenti per ammodernare e innovare i propri sistemi produttivi. Anche se si evidenziano delle variabilità sia in relazione alla tipologia e dimensione delle cooperative che in relazione alle condizioni di mercato che si verificano. Investire è comunque qualcosa di inevitabile per le aziende in quanto permette loro di crescere, intraprendere percorsi di sviluppo e innovare prodotti e processi aziendali per rispondere a quel-

Gruppo C

Gruppo M

lo che sono le nuove, crescenti e diversificate esigenze e fabbisogni della società e consumatori. Come detto in precedenza, si evidenzia comunque, indipendentemente dai fabbisogni specifici di investimento, la strategia delle cooperativa di salvaguardare e tutelare l’interesse e il beneficio per il socio. Ciò si traduce nel garantire un buon livello di remunerazione del latte conferito dai soci. Tuttavia, bisogna anche considerare che le cooperative sono delle imprese e in quanto tali devono essere competitive sui mercati e quindi devono prendere in considerazione anche altri aspetti legati alla gestione economico-organizzativa dell’attività produttiva: a partire dai costi di produzione, alla gestione dei processi e orientamenti produttivi, fino alla ricerca e posizionamento nei diversi segmenti di mercato. E’ quindi richiesto alle cooperative di trovare il giusto equilibrio tra quello che è il prezzo del latte pagato ai soci, le possibilità di trasformazione e valorizzazione del latte stesso e le condizioni esterne di mercato. Pianificare e decidere quali investimenti fare deve inevitabilmente prendere in considerazione tutti questi aspetti.

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47


NEWS EMMI, investe nei prodotti ovini e caprini Acquisizione del 90% di AVH, una delle principali società distributive nei Paesi Bassi di prodotti a base di capra e pecora

Emmi è un’importante società, leader nella produzione casearia in Svizzera. Alcuni numeri: ha un fatturato netto pari a 3.404 milioni di CHF (2014), un numero complessivo di occupati di circa 5.200 persone e una rete distributiva che raggiunge oltre 46 Paesi in tutto il mondo. Nel corso degli ultimi anni, ha attuato una strategia di diversificazione

produttiva, sia in termini di diversi usi del latte vaccino, ma anche diversificando l’origine della materia prima. Nel 2013, Emmi ha acquisito partecipazioni nella società distributiva di prodotti di origine caprina e ovina AVH dairy trade B.V. (AVH) con sede a Bergen, nei Paesi Bassi. I principali mercati di sbocco di AVH sono l’UE, gli Stati Uniti e l’Asia.

Le parti hanno concordato di non divulgare il prezzo di acquisto. I prodotti a base di latte di capra occupano una nicchia sempre più importante nel portafoglio di prodotti Emmi. Questo è uno dei motivi per cui Emmi ha deciso di aumentare la sua quota di partecipazione in AVH, passando dal 75% al ​​90%.

Partnership tra Arla Foods e Yeo Valley

sulla commercializzazione di prodotti biologici Arla Foods Limited ha comunicato che è stato raggiunto un accordo per l’acquisizione della Yeo Valley Dairies, una società della Yeo Valley Group Limited, il più grande gruppo di prodotti lattiero-caseari biologici in UK. Con la transazione la cooperativa Arla Foods potrà usare il marchio Yeo Valley per la commercializzazione di latte, burro, creme spalmabili e formaggio. Tomas Pietrangeli, Amministra48

tore Delegato di Arla Foods Limited, ha così commentato l’accordo: “Con questo accordo si aprono enormi opportunità, con la possibilità di offrire ai consumatori un’ampia gamma di prodotti. La nostra ambizione è quella di sensibilizzare i nostri clienti a passare dal consumo di latte, burro e formaggi convenzionali verso quelli biologici.“ Oggi circa una famiglia su quattro acquistano prodotti biologici. Pietrangeli continua: “Il latte Arla

Organic Free Range ha guidato circa il 60% dell’intera crescita della categoria del latte biologico negli ultimi 12 mesi. Inoltre, circa il 70% di tutte le vendite di latte Arla Organic Free Range sono attribuibili a clienti nuovi, che hanno acquistato per la prima volta prodotti biologici. Attraverso la licenza di utilizzo del marchio Yeo Valley, riteniamo di poter ulteriormente guidare l’aumento del consumo del latte biologico.“

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Pietrangeli conclude: “Il latte biologico è in linea con le abitudini alimentari dei consumatori, che cercano di rendere sempre più sane le loro diete alimentari. La produzione biologica non prevede l’utilizzo di erbicidi e fertilizzanti chimici e richiede anche il mantenimento di alti standard qualitativi e di benessere animale. Queste sono le ragioni principali per cui è in crescita il consumo di prodotti biologici, soprattutto da parte dei consumatori più giovani.”

Campagne de promotion d’envergure AL VIA UNA CAMPAGNA DI COMUNICAZIONE SUI PRODOTTI DOP E IGP IN FRANCIA, BELGIO E GERMANIA Quasi 8,7 milioni di euro saranno mobilitati per una “campagne de promotion d’envergure” - una grande campagna di comunicazione per il 2018 e 2019. “Diversi studi dimostrano che solo il 17% dei consumatori francesi, di età superiore ai 18 anni, è in grado di riconoscere prodotti a Denominazione di Origine Protetta (DOP)” - afferma il Cniel (l’interprofessione del latte francese), in una dichiarazione rilasciata il 12 luglio. E’ da qui che nasce l’iniziativa promossa da CNIEL (Centre National Interprofessionnel de l’Economie Laitière), CNAOL (Comité National des Appellations d’Origine Laitières) e NZO (Nederland-

se Zuivel Organisatie - organizzazione delle industrie casearie olandesi). “Si tratta di lanciare una “grande comunicazione” nel 2018 e nel 2019, in Francia, Germania e Paesi Bassi. Nei Paesi Bassi sarà orientata alle Indicazioni Geografiche Protette (IGP), mentre in Francia ai 50 formaggi e materie grasse DOP”, afferma Cniel. Quasi 6 milioni di euro saranno mobilitati per la campagna promozionale francese (dove sono previsti anche spot in TV), contro 2,7 milioni di euro per i Paesi Bassi. L’importo totale di 8,7 milioni di euro sarà finanziato per l’80% dalla Commissione europea e il 20% da Cniel e NZO.


BEST PRACTICE Meno emissioni di metano dalle vacche In arrivo dalla California una nuova miscela di magimi a base di alghe e melassa Quando si parla di riscaldamento globale, viene spesso chiamata in causa anche l’agricoltura. E una grande sfida che si trova ad affrontare il settore primario è quello di riuscire a ridurre il livello di emissioni prodotto in atmosfera, in particolare dalle attività zootecniche. Le vacche, come gli altri ruminanti, hanno un’attività di ruminazione continua durante tutto il giorno. Il rumine è la prima delle quattro sezioni dello stomaco, che ospita milioni di microrganismi che facilitano la fermentazione e la digestione degli alimenti ricchi in fibre. Tuttavia, questa fermentazione produce dei gas che si combinano per formare metano, un gas particolarmente potente che contribuisce a produrre il cosiddetto effetto serra. Quindi, mentre il bestiame rumina, espira, emettendo metano. Parte delle emissioni degli animali derivano anche dal letame, ma in misura minore. “Poiché gran parte delle emissioni di metano da latte provengono dall’animale stesso, la nutrizione può svolgere un ruolo importante nella ricerca di soluzioni innovative”, ha affermato Ermias Kebreab, Professore di scienze animali all’Università di California. I ricercatori dell’Università della California hanno infatti recentemente comunicato che potrebbero aver identificato un “superalimento” in grado di ridurre la quantità di metano emesso dal50

le vacche quando ruminano. La soluzione, ha detto Kebreab, è rappresentato da una miscela di alghe miste a melassa, che può essere aggiunta alla razione degli animali. “Le alghe - sostiene Kebreab - hanno il potere di inibire un enzima che contribuisce alla produzione di metano nel rumine. Abbiamo assistito a una drastica riduzione delle emissioni di metano, di ben oltre il 30%, alimentando gli animali con una dieta costituita da circa l’1% da alghe. Questa aggiunta alla razione è stata fatta su circa 12 vacche Holstein per una un periodo di 45 giorni.“ Si ricorda infatti che la maggior parte delle emissioni di metano negli allevamenti zootecnici, deriva dalle condizioni intrinseche degli animali, quindi la dieta e l’alimentazione assunta, assume un importante ruolo. Questa idea di utilizzare le alghe

per mitigare l’impatto ambientale delle attività agricole, deriva da alcuni studi di laboratori, condotti in Australia. Questi hanno dato dei primi risultati nel 2016, dimostrando che la specie di alghe più efficace è l’Asparagopsis taxiformis, che in molti casi è considerata una specie invasiva. L’alga in questione è stata disidratata e congelata e spedita dall’Australia in California. A questa, è stata aggiunta della melassa per contrastare l’odore e il sapore forte e rendere la miscela più appetibile per l’animale. In diversi centri di ricerca a livello internazionale si stanno portando avanti numerose ricerche per lo sviluppo di additivi che riducano l’impatto delle emissioni in atmosfera. Ad esempio in Inghilterra, si è sviluppato in laboratorio un prodotto

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che vede l’utilizzo del curry, che però, poi testato sugli animali, non ha dato i risultati attesi, in quanto il mangime non era appetibile per gli animali. La melassa, rappresenta invece un ottimo neutralizzatone dell’odore delle alghe. Intanto, si stanno facendo altre sperimentazioni con le alghe, ma il problema è che non si trova in natura un quantitativo sufficiente di questa alga, rispetto al fabbisogno degli allevamenti. In California ci sono diverse imprese che stanno cercando di produrre queste alghe, ma si richiede almeno 5 anni prima di ottenere mangimi commercializzabili. Questo test volto alla riduzione delle emissioni di meta-

no, che si sta facendo in California, è il primo che viene condotto su vacche da latte. I suoi risultati potrebbero quindi avere un significativo impatto su scala globale. “I risultati non sono ancora terminati, ma finora abbiamo notato un’importante riduzione delle emissioni”-haaffermatoKebreab. Can Seaweed Cut Methane Emissions on Dairy Farms? Expert Sees Dramatic Reduction When Cows Consume Seaweed Supplement By Diane Nelson on May 24, 2018 in Food & Agriculture

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51


eb st practice

best practice

best practice

best practice

best practice best practice

best practice

best practice

SMART FARMING

la nuova iniziativa sviluppata in Finlandia per monitorare i processi produttivi agricoli delle stalle da latte Il Centro di ricerca finlandese, VTT, insieme all’Istituto delle risorse naturali della Finlandia, Luke, collaborano insieme per l’implementazione del progetto SmartFarm. Stanno, in particolare, lavorando per sviluppare una innovativa piattaforma tecnologica finalizzata a migliorare la redditività e competitività delle aziende zootecniche orientate alla produzione di latte.

Le soluzioni che si stanno perfezionando, combinano tecnologie basata sulla misurazione ottica, l’utilizzo delle telecomunicazioni e strumenti digitali. Il tutto è finalizzato ad avere un sistema di monitoraggio in tempo reale che dia indicazione sulle condizioni degli animali e sulla qualità e quantità del latte prodotto. “Oggi le aziende agricole hanno bisogno di dati in tempo reale e af-

fidabili sulla qualità del latte e dei foraggi, in modo tale da pote prendere le corrette decisioni in tempi rapidi” - ha affermato Mikko Utriainen, project manager di VTT. “Conoscere costantemente i dati sulla composizione del latte e dei foraggi permette di migliorare la produttività e l’efficienza dei processi aziendali, attraverso ad esempio un


e

best practic

best practice

best practice

best practice

best practice best practice

best practice

best practice

BOX PRIMI RISULTATI OTTENUTI DALL’APPLICAZIONE DEL SISTEMA SMART FARM su un campione di 192 aziende zootecniche (>50 capi) - il 66% ha avuto un incremento del contenuto di grasso e proteina nel latte, - il 61% ha avuto un incremento della quantitaà di latte prodotto, - il 51% è riuscito a controllare lo stato igienico-sanitario degli animali e prevenire rischi di malattie, - il 48% ha potuto migliorare il benessere degli animali, - il 45% ha potuto migliorare la qualità dei foraggi (incrementando il contenuto energetico) - il 42% ha migliorato le caratteristiche della lettiera delle stalle.

monitoraggio puntuale delle razioni alimentari, delle condizioni igienico-sanitarie degli animali e delle caratteristiche quali-quantitative del latte“ - ha affermato il project manager project Matti Pastell di Luke. Conoscere il contenuto di sostanza secca dei foraggi, di per sé, sarebbe già di grande aiuto per ottimizzare l’alimentazione. In realtà il progetto, oltre a ottenere dati da misurazioni

nuove e più accurate, cerca di facilitare la loro comprensione e utilizzo da parte delle aziende agricole. Secondo una prima valutazione condotta nel progetto, su un campione di 192 aziende che hanno sperimentato il programma, si sono riscontrati diversi miglioramenti, a livello di contenuto proteico ​​ e di grassi nel latte, contenuto energetico nei foraggi, ecc.

Lanciato nel 2017, il progetto è finanziato da Business Finland e i suoi partner commerciali sono: Faba osk, Mtech Digital Solutions Oy, GrainSense Oy, PehuTec Oy e Spectral Engines Oy.


AVVISI E BANDI

CREDITO D’IMPOSTA RICERCA E SVILUPPO

Indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico nonché dal regime contabile adottato, possono beneficare dell’agevolazione tutte le imprese che effettuano investimenti in attività di ricerca e sviluppo. La misura è applicabile anche per le spese in Ricerca e Sviluppo che saranno sostenute nel periodo 2017-2020 (grazie alla proroga contenuta nella legge di Stabilità 2017).

CONDIZIONE La spesa complessiva per investimenti in attività di R&S effettuata in ciascun periodo d'imposta in relazione al quale si intende fruire dell'agevolazione deve ammontare almeno ad euro 30.000 e deve eccedere la media dei medesimi investimenti realizzati nei tre periodi d'imposta precedenti a quello in corso. Per le imprese in attività da meno di tre periodi d'imposta, la media degli investimenti in attività di R&S da considerare per il calcolo della

AGEVOLAZIONE

spesa incrementale complessiva è calcolata sul minor periodo a decorrere dalla costituzione. Per «spesa incrementale complessiva» si intende la differenza positiva tra l'ammontare complessivo delle spese per investimenti in attività di ricerca e sviluppo sostenute nel periodo d'imposta in relazione al quale si intende fruire dell'agevolazione e la media annuale delle medesime spese realizzate nel minor periodo dalla data di costituzione.

CUMULABILITÀ

Tutte le spese relative a ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale: costi - Superammortamento per personale altamene te qualificato e tecnico, Iperammortamento contratti di ricerca con - Nuova Sabatini università, enti di ricerca, - Patent Box imprese, start up e PMI - Fondo Centrale di Gainnovative, quote di amranzia mortamento di strumenti e attrezzature di laboratorio, competenze tecniche e privative industriali

54

ACCESSO ALL’AGEVOLAZIONE

Automaticamente in fase di redazione di bilancio, indicando le spese sostenute indicate nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta nel corso del quale sono stati sostenuti i costi, nel quadro RU del modello Unico

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LE ATTIVITA’ DI RICERCA E SVILUPPO AGEVOLABILI LAVORI SPERIMENTALI O TEORICI

Aventi quali principale finalità l’acquisizione di nuove conoscenze sui fondamenti di fenomeni e di fatti osservabili, senza che siano previste applicazioni o utilizzazioni pratiche dirette.

RICERCA PIANIFICATA O INDAGINI CRITICHE

Miranti ad acquisire nuove conoscenze, da utilizzare per mettere a punto nuovi prodotti, processi o servizi o permettere un miglioramento dei prodotti, processi o servizi esistenti ovvero la creazione di componenti di sistemi complessi, necessaria per la ricerca industriale, ad esclusione dei prototipi di cui al punto successivo.

CONOSCENZE

Acquisizione, combinazione, strutturazione e utilizzo delle conoscenze e capacità esistenti di natura scientifica, tecnologica e commerciale allo scopo di produrre piani, progetti o disegni per prodotti, processi e servizi nuovi, modificati o migliorati; può trattarsi anche di altre attività destinate alla definizione concettuale, alla pianificazione e alla pianificazione concernenti nuovi prodotti, processi o servizi; tali attività possono comprendere l’elaborazione di progetti, disegni, piani e altra documentazione, purché non siano destinati a uso commerciale; realizzazione di prototipi utilizzabili per scopi commerciali e di progetti pilota destinati a esperimenti tecnologici o commerciali, quando il prototipo è necessariamente il prodotto commerciale finale e il suo costo di fabbricazione è troppo elevato per poterlo usare soltanto ai fini di dimostrazione e di convalida.

PRODOTTI

Produzione e collaudo di prodotti, processi e servizi, a condizione che non siano impiegati o trasformati in vista di applicazioni industriali o per finalità commerciali.

Non si considerano attività di ricerca e sviluppo le modifiche ordinarie o periodiche apportate a prodotti, linee di produzione, processi di fabbricazione, servizi esistenti e altre operazioni in corso, anche quando tali modifiche rappresentino miglioramenti. Una sintesi molto chiara, con le novità introdotte dalla legge di stabilità 2017, è reperibile nello scadenziario di Confcooperative, o al seguente link http://mise.gov.it/images/stories/documenti/Scheda-di-sintesi-credito-dimposta-RS_rev-9-05-18.pdf Riferimenti normativi Il decreto istitutivo della misura è il Decreto 27/05/2015.

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APPENDICE DATI

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57


PRODUZIONI

RACCOLTA LATTE MONDO 2017-18/2016-17

PRODUZIONE DI LATTE IN NUOVA ZELANDA [1.000 ton], Fonte DCANZ 2016/17

2017/18

var. 17-18/ 16-17

3500

GIUGNO

147

178

-21,09%

2500

LUGLIO

231

248

-7,36%

2000

AGOSTO

1.342

1.321

1,56%

SETTEMBRE

2.570

2.529

1,60%

OTTOBRE

3.036

3.118

-2,70%

NOVEMBRE

2.845

2.965

-4,22%

DICEMBRE

2.689

2.620

2,57%

GENNAIO

2.412

2.294

4,89%

FEBBARIO

1.909

1.866

1,83%

MARZO

1.895

1.874

1,48%

APRILE

1.447

1.489

-2,90%

818

869

6,23%

MESI

MAGGIO

3000

1500 1000 500 0

2016/17

2017/18

PRODUZIONE DI LATTE IN USA [1.000 ton], Fonte USDA MESI

58

2016/17 2017/18

var. 17-18/ 16-17

8.200 8.000

GIUGNO

7.554

7.687

1,76%

LUGLIO

7.649

7.813

2,14%

AGOSTO

7.556

7.717

2,13%

7.600

SETTEMBRE

7.252

7.331

1,09%

7.400

OTTOBRE

7.486

7.580

1,26%

NOVEMBRE

7.287

7.364

1,06%

DICEMBRE

7.610

7.701

1,20%

GENNAIO

7.709

7.844

1,75%

FEBBRAIO

7.088

7.228

1,97%

MARZO

8.065

8.082

0,21%

APRILE

7.800

7.851

0,65%

MAGGIO

7.912

8.136

2,83%

7.800

7.200 7.000

2016/17

Confcooperative Lombardia - Milkcoop magazine n.7_2018_Luglio

2017/18


PRODUZIONI

RACCOLTA LATTE EUROPA E ITALIA 2017-18/2016-17

PRODUZIONE DI LATTE IN EUROPA MAGGIO

GIUGNO

LUGLIO

AGOSTO

SETTEMBRE

OTTOBRE

NOVEMBRE

DICEMBRE

GENNAIO

FEBBRAIO

MARZO

APRILE

[1.000 ton], Fonte EU MMO

2016/17

14.220

13.217

13.125

12.751

11.927

12.064

11.488

12.192

12.551

11.774

13.632

13.560

2017/18

14.318

13.495

13.427

13.052

12.444

12.647

12.168

12.666

13.052

12.114

13.690

13.867

0,7%

2,1%

2,3%

2,4%

4,3%

4,8%

5,9%

3,9%

3,9%

2,8%

0,4%

2,2%

2016/17

2.886

2.716

2.749

2.670

2.489

2.504

2.390

2.568

2.762

2.447

2.825

2.779

GERMANIA 2017/18

2.885

2.707

2.738

2.691

2.570

2.627

2.544

2.697

2.788

2.537

2.799

2.785

0,0%

-0,3%

-0,4%

0,8%

3,3%

4,9%

6,4%

5,0%

0,9%

3,6%

-0,9%

0,2%

2016/17

2.254

2.016

1.977

1.910

1.795

1.906

1.870

2.044

2.112

1.953

2.199

2.206

2017/18

2.212

2.003

1.959

1.921

1.870

2.006

1.978

2.112

2.194

2.014

2.210

2.191

var 17-18/16-17

-1,9%

-0,6%

-0,9%

0,6%

4,2%

5,2%

5,8%

3,3%

3,8%

3,1%

0,5%

-0.6%

2016/17

1.263

1.200

1.219

1.202

1.134

1.154

1.113

1.205

1.227

1.120

1.249

1.219

2017/18

1.256

1.194

1.193

1.182

1.141

1.173

1.445

1.203

1.229

1.107

1.216

1.193

var 17-18/16-17

-0,6%

-0,5%

-2,1%

-1,7%

0,6%

1,6%

29,8%

-0,2%

0,2%

-1,1%

-2,6%

-2,1%

MESI PAESI EUROPA

ANNI

var 17-18/16-17

var 17-18/16-17

FRANCIA

OLANDA

PRODUZIONE DI LATTE IN ITALIA MAGGIO

GIUGNO

LUGLIO

AGOSTO

SETTEMBRE

OTTOBRE

NOVEMBRE

DICEMBRE

GENNAIO

FEBBRAIO

MARZO

APRILE

[1.000 ton], Fonte AGEA

2016/17

1.025

942

927

922

870

908

897

970

1.010

958

1.094

1.027

2017/18

1.077

984

990

946

922

951

942

1011

1070

988

1.114

994

var 17-18/16-17

5,1%

4,5%

6,8%

2,6%

6,0%

4,7%

5,0%

4,2%

5,9%

3,1%

1,8%

-3,2%

2016/17

432

398

391

389

368

387

384

415

435

412

455

433

2017/18

460

422

420

399

391

405

404

435

461

432

483

460

var 16-17/17-18

6,5%

6,0%

7,4%

2,6%

6,3%

4,7%

5,2%

4,8%

6,0%

4,9%

6,2%

6,2%

2016/17

160

148

148

148

141

147

145

155

161

152

173

160

2017/18

169

151

159

153

150

155

152

162

170

157

173

160

var 16-17/17-18

5,6%

2,0%

7,4%

3,4%

6,4%

5,4%

4,8%

4,5%

5,6%

3,3%

0,0%

0,0%

2016/17

103

94

91

90

84

88

88

96

101

96

110

104

2017/18

108

98

96

91

88

91

92

100

106

88

112

106

var 16-17/17-18

4,9%

4,3%

5,5%

1,1%

4,8%

3,4%

4,5%

4,2%

5,0%

-8,3%

1,8%

1,9%

MESI REGIONI ITALIA

Lombardia

Emilia Romagna

Veneto

ANNI

Confcooperative Lombardia - Milkcoop magazine n.7_2018_Luglio

59


PRODUZIONI

RACCOLTA LATTE EUROPA E ITALIA 2017-18/2016-17

PRODUZIONE LATTE IN EUROPA [1.000 tonnellate], Fonte EU MMO 14.500

[1.000 tonnellate], Fonte EU MMO 3.200 3.100 3.000 2.900 2.800 2.700 2.600 2.500 2.400 2.300 2.200

14.000 13.500 13.000 12.500 12.000 11.500 11.000

2016/17

2017/18

PRODUZIONE LATTE IN ITALIA [1.000 tonnellate], Fonte AGEA 1.150

2016/17

2017/18

PRODUZIONE LATTE IN LOMBARDIA [1.000 tonnellate], Fonte AGEA 550

1.100

500

1.050 1.000

450

950

400

900

350

850 800

300

2016/17

60

PRODUZIONE LATTE IN GERMANIA

2017/18

Confcooperative Lombardia - Milkcoop magazine n.7_2018_Luglio

2016/17

2017/18


PREZZI

LATTE ALLA STALLA MONDO E EUROPA 2017/2018

PREZZI LATTE ALLA STALLA - MONDO GIUGNO

LUGLIO

AGOSTO

SETTEMBRE

OTTOBRE

NOVEMBRE

DICEMBRE

GENNAIO

FEBBRAIO

MARZO

APRILE

MAGGIO

[€/100 Kg], Fonte FONTERRA, LTO NEDERLANDS, USDA, EU MMO

2016/17

22,86

25,96

28,46

28,76

32,31

32,96

33,23

33,36

33,53

32,38

31,38

31,78

2017/18

34,23

33,98

34,08

33,54

32,23

30,77

30,85

31,21

30,82

30,62

31,06

30,97

50%

31%

20%

17%

0%

-7%

-7%

-6%

-8%

-5%

-1%

-2,5%

30,11

35,05

38,05

36,77

33,74

38,78

41,34

39,77

39,77

37,17

33,23

35,40

36,97

34,25

35,71

34,86

36,91

36,28

33,07

29,26

27,69

29,35

30,05

32,73

22%

-2%

-6%

-5%

9%

-6%

-20%

-26%

-30%

-21%

-9%

-7,5%

2016/17

25,77

25,68

26,43

27,7

29,95

31,91

33,05

33,5

33,33

33,12

33,17

32,97

2017/18

33,13

34,08

35,29

36,84

37,54

37,83

37,76

35,65

34,46

33,76

32,62

32,07

var.17-18/16-17

28,6%

33%

34%

33%

25%

19%

14%

6%

3%

2%

-1%

-2,7%

MESI PAESI NUOVA ZELANDA (LTO)

ANNI

var.17-18/16-17

2016/17 USA (class III) 2017/18 (LTO) var.17-18/16-17 EUROPA

PREZZI LATTE ALLA STALLA - EUROPA E LOMBARDIA

ANNI

LUGLIO

AGOSTO

SETTEMBRE

OTTOBRE

NOVEMBRE

DICEMBRE

GENNAIO

FEBBRAIO

MARZO

APRILE

MAGGIO

GIUGNO

[€/100 Kg], Fonte Clal, EU MMO

16/17

28,51

29,41

30,20

31,59

32,35

32,72

34,23

33,26

32,61

33,61

32,43

28,68

17/18

34,04

35,11

36,60

36,17

36,40

36,27

36,07

35,04

33,85

32,90

32,43

33,56

var.17-18/16-17

19,4%

19,4%

21,2%

14,5%

12,5%

10,8%

5,4%

5,3%

3,8%

-2,1%

0,0%

17,0%

16/17

23,42

24,3

26,37

30,42

33,14

33,67

34,13

33,97

33,56

33,49

33,83

34,38

17/18

35,89

37,44

39,39

40,34

40,52

40,52

39,96

34,88

34,21

32,99

32,38

32,38

var.17-18/16-17

53,2%

54,0%

49,4%

32,6%

22,3%

20,3%

17,1%

2,6%

1,9%

-1,5%

-4,3%

-5,82%

16/17

33,5

33,5

34

35

36

36,5

36,5

38,0

38,0

38

38,0

33,5

17/18

38,5

39

39,5

39,5

39,5

39,5

38,5

37,5

37,0

36,5

36,5

36,5

14,93%

16,42%

16,18%

12,8%

9,7%

8,2%

5,5%

-1,3%

-2,63%

-3,9%

-3,94%

8,9%

16/17

25

25

26,25

29,25

33

37,5

34,50

35

36,00

36

36,00

36,75

17/18

37,25

38,5

40,5

41,75

41,75

41,5

37,50

35,75

35,50

34,50

34,00

34,25

var.17-18/16-17

49,00%

54,00%

54,29%

42,74%

26,52%

10,67%

8,69%

2,1%

-1,38%

-4,1%

-5%

-6,8%

16/17

23,61

24,47

24,72

27,02

29,36

29,57

30,39

33,8

30,81

33,61

30,41

29,64

17/18

30,53

30,97

32,82

34,52

36,05

34,79

33,35

32,45

31,32

30,53

29,74

29,92

29%

27%

33%

28%

23%

18%

10%

-4%

2%

-9%

-2%

1%

MESI PAESI FRANCIA

GERMANIA

ITALIA (Lombardia)

var.17-18/16-17

PAESI BASSI

REGNO UNITO

var.17-18/16-17

Confcooperative Lombardia - Milkcoop magazine n.7_2018_Luglio

61


PREZZI

le tendenze PREZZI LATTE ALLA STALLA IN NUOVA ZELANDA

PREZZI LATTE ALLA STALLA IN USA [€/100 Kg], Fonte USDA

[€/100 Kg], Fonte LTO NEDERLANDS

45

36 34

40

32

35

30 28

30

26 24

25

22

20

20

2016/17

PREZZI LATTE ALLA STALLA IN FRANCIA [€/100 Kg], Fonte EU MMO

2017/18

PREZZI LATTE ALLA STALLA IN GERMANIA [€/100 Kg], Fonte EU MMO 45

38 36

40

34 32

35

30 28

30

26 24

25

22 20

20

2016/17

2017/18

PREZZI LATTE ALLA STALLA IN LOMBARDIA

[€/100 Kg], Fonte EU MMO

2016/17

2017/18

PREZZI LATTE ALLA STALLA NEI PAESI BASSI [€/100 Kg], Fonte EU MMO 45

40 39 38 37 36 35 34 33 32 31 30

40 35 30 25 20

2016/17

62

2016/17

2017/18

2017/18

Confcooperative Lombardia - Milkcoop magazine n.7_2018_Luglio

2016/17

2017/18


PREZZI

LATTE SPOT 2017-18/2016-17

PREZZI LATTE SPOT ITALIA

ANNI

LUGLIO

AGOSTO

SETTEMBRE

OTTOBRE

NOVEMBRE

DICEMBRE

GENNAIO

FEBBRAIO

MARZO

APRILE

MAGGIO

GIUGNO

[€/ton], Fonte BM Lodi, Verona

16/17

333

-

379

412

437

416

385

380

364

341

363

417

Verona 17/18

427

446

442

430

420

402

359

320

353

308

318

385

28,2%

-

16,6%

4,4%

-3,9%

-3,4%

-6,8%

-15,8%

-3,0%

-9,7%

-12,4%

-7,7%

16/17

325

-

384

420

449

402

357

350

341

331

356

410

Verona 17/18

425

450

443

427

405

352

278

249

263

295

300

374

30,8%

-

15,4%

1,7%

-9,8%

-12,4%

-22,1%

-28,9%

-22,9%

-10,9%

-15,7%

-8,8%

16/17

197

-

231

255

262

188

162

185

157

130

150

199

Verona 17/18

186

195

177

153

156

120

110

85

100

94

80

115

var.17-18/16-17

-5,6%

-

-23,4%

-40,0%

-40,5%

-36,2%

-32,1%

-54,1%

-36,3%

-27,7%

-46,6%

-42,2%

Latte naz. crudo f.co Lodi arrivo (pagam.

16/17

343

-

357

398

427

425

380

382

361

339

367

416

17/18

432

439

442

430

423

402

351

302

293

303

323

384

60 gg)

var.17-18/16-17

32,9%

-

23,8%

8,0%

-0,9%

-5,4%

-7,6%

-20,9%

-18,8%

-10,6%

-11,9%

-7,7%

Latte past. f.co arrivo Lodi francese (pag-

16/17

305

-

336

384

425

405

341

342

331

325

346

404

17/18

407

427

435

430

381

342

239

238

265

277

290

364

am. 60 gg)

var.17-18/16-17

33,4%

-

29,5%

12,0%

-10,4%

-15,6%

-29,9%

-30,4%

-19,9%

-14,8%

-16,1%

-9,9%

Latte past. f.co arrivo Lodi tedesco (pagam. 60 gg)

16/17

320

-

366

416

447

415

265

352

342

335

369

422

17/18

426

447

456

440

404

358

262

261

289

293

303

375

33,1%

-

24,6%

5,8%

-9,6%

-13,7%

-1,1%

-25,9%

-15,5%

-12,5%

-17,1%

-11,1%

16/17

195

-

216

242

257

212

289

176

149

118

158

216

17/18

194

182

174

155

153

112

293

89

87

93

82

121

var.17-18/16-17

-0,5%

-

-19,4%

-36,0%

-40,5%

-47,2%

1,4%

-49,4%

-41,6%

-21,2%

-48,1%

-44,0%

MESI Prodotti Latte spot nazionale crudo Latte spot estero GermaniaAustria Latte past. 0,3MG

Latte estero scremato 0,03

Borsa merci

var.17-18/16-17

var.17-18/16-17

Lodi

var.17-18/16-17

Confcooperative Lombardia - Milkcoop magazine n.7_2018_Luglio

63


PREZZI

le tendenze PREZZI LATTE SPOT NAZIONALE - BM VERONA [€/ton], Fonte BM Verona 500 450 400 350 300 250

2016/17

2017/18

PREZZI LATTE SPOT ESTERO FRANCESE - BM LODI [€/ton], Fonte BM Lodi 450 400 350 300 250 200

2016/17

64

2017/18

Confcooperative Lombardia - Milkcoop magazine n.7_2018_Luglio


PREZZI

LATTE IN POLVERE 2017-18/2016-17

PREZZI LATTE IN POLVERE

ANNI

LUGLIO

AGOSTO

SETTEMBRE

OTTOBRE

NOVEMBRE

DICEMBRE

GENNAIO

FEBBRAIO

MARZO

APRILE

MAGGIO

GIUGNO

[€/100 Kg], Fonte BM Kempter, France Agrimer, Zuivelnoteringen NL, USDA

16/17

235

242

264

280

296

307

320

308

290

275

288

283

17/18

277

273

264

258

245

236

242

250

263

270

282

289

17,9%

12,8%

0,0%

-7,9%

-24,4%

-18,8%

-9,3%

-1,8%

-2,1%

2,1%

16/17

176

184

201

212

206

209

212

199

181

172

185

201

17/18

184

179

167

157

150

144

137

137

131

133

150

160

var.17-18/16-17

4,5%

-2,7%

-35,4%

-31,2%

-27,6%

-22,7%

-18,9%

-20,4%

16/17

164

173

189

193

187

187

193

184

172

165

176

187

17/18

173

169

156

145

136

133

129

128

120

116

127

136

var.17-18/16-17

5,5%

-2,3%

-33,2%

-30,4%

-30,2%

-29,7%

-27,8%

-27,3%

16/17

174

182

199

202

201

210

166

197

177

171

184

196

17/18

178

173

165

154

146

141

136

135

130

133

149

158

var.17-18/16-17

2,3%

-4,9%

-18,1%

-31,5%

-26,6%

-22,2%

-19,0%

-19,4%

16/17

168

177

196

194

186

190

151

180

169

166

180

188

17/18

170

167

151

142

136

132

128

127

121

122

134

138

var.17-18/16-17

1,2%

-5,6%

-15,2%

-29,4%

-28,4%

-26,5%

-25,5%

-26,6%

16/17

174

175

195

218

210

223

161

227

211

183

180

187

17/18

183

169

164

159

151

145

148

158

153

157

174

155

var.17-18/16-17

5,2%

-3,4%

-8,1%

-30,4%

-27,5%

-14,2%

-3,3%

-17,1%

16/17

200

218

253

256

289

310

303

304

290

282

291

283

17/18

277

273

264

258

245

236

242

250

263

270

277

277

38,5%

25,2%

4,3%

0,8%

-20,1%

-17,8%

-9,3%

-4,3%

-4,8%

-2,1%

MESI Prodotti WMP Germania (26% MG, 25Kg) SMP Germania (alimentare, 25Kg)

Borsa merci Kempten

var.17-18/16-17

Kempten

SMP Germania (zootecnico)

Kempten

SMP Olanda (alimentare)

Zuivelnoteringen NL

SMP Olanda (zootecnico)

Zuivelnoteringen NL

SMP Oceania

WMP Oceania

USDA

USDA

var.17-18/16-17

-17,2% -23,1%

-16,9% -25,9% -27,2% -31,1%

-17,5% -24,9% -27,3% -28,9%

-17,1% -23,8% -27,4% -32,9%

-23,0% -26,8% -26,9% -30,5%

-15,9% -27,1% -28,1% -35,0%

-15,2% -23,9%

Confcooperative Lombardia - Milkcoop magazine n.7_2018_Luglio

65


PREZZI

BURRO, PANNE E SIERO 2017-18/2016-17

PREZZI BURRO, PANNE E SIERO

ANNI

LUGLIO

AGOSTO

SETTEMBRE

OTTOBRE

NOVEMBRE

DICEMBRE

GENNAIO

FEBBRAIO

MARZO

APRILE

MAGGIO

GIUGNO

[€/100 Kg], Fonte BM Milano, Kempter, Zuivelnoteringen NL, USDA

16/17

209

-

287

303

320

325

313

283

302

340

367

291

MESI Prodotti Burro

Crema di latte

Borsa merci

17/18

302

325

367

443

494

506

510

458

360

320

396

417

var.17-18/16-17

44%

-

28%

46%

54%

56%

62%

62%

19%

-6%

7%

43,3%

16/17

171

-

213

230

239

244

137

187

206

219

243

281

17/18

297

320

326

281

267

229

191

215

239

249

281

290

var.17-18/16-17

74%

-

53%

22%

12%

-6%

39%

15%

16%

14%

15%

3,2%

16/17

326

-

422

433

444

444

428

405

423

441

498

586

17/18

621

666

691

614

505

444

414

467

484

544

599

607

var.17-18/16-17

90%

-

64%

42%

14%

0%

-3%

15%

14%

23%

20%

3,6%

16/17 Zuivelnoteringen 17/18 NL

317

352

402

420

435

439

272

403

425

446

486

573

615

662

696

600

496

434

410

457

479

530

594

601

var.17-18/16-17

94%

-

73%

43%

14%

-1%

51%

13%

13%

19%

22%

4,9%

16/17

261

273

335

355

376

413

283

420

458

474

464

513

17/18

528

516

526

494

478

428

392

407

432

455

488

488

var.17-18/16-17

102%

-

57%

39%

27%

4%

39%

-3%

-6%

-4%

5%

-4,9%

16/17

69

80

96

104

97

98

64

102

106

108

109

110

17/18

100

94

90

81

73

75

71

74

76

76

77

81

var.17-18/16-17

45%

-

-6%

-22%

-25%

-23%

11%

-27%

-28%

-30%

-29%

-26,4%

16/17

58

73

83

83

78

80

84

84

87

86

90

93

17/18

83

78

68

63

57

57

61

63

63

62

65

61

var.17-18/16-17

43%

-

-18%

-24%

-27%

-29%

-27%

-25%

-28%

-28%

-27%

-34,4%

59

74

84

84

79

82

51

85

87

87

93

93

85

79

68

61

58

58

60

63

64

63

67

60

44%

-

-19%

-27%

-27%

-29%

18%

-26%

-26%

-28%

-27%

-35,5%

Milano

Milano

Burro Germania Kempten (25 Kg- block) Burro Olanda (25 Kg cartons) Oceania Burro

USDA

Siero Germania (alimentare)

Kempten

Siero Germania (zootecnico)

Kempten

Siero Olanda (in bulk)

16/17 Zuivelnoteringen 17/18 NL

66

var.17-18/16-17

Confcooperative Lombardia - Milkcoop magazine n.7_2018_Luglio


PREZZI

le tendenze PREZZI LATTE SCREMATO IN POLVERE Germania - uso alimentare [€/100 Kg], Fonte USDA, Kempter 220

PREZZI LATTE SCREMATO IN POLVERE Germania - uso zootecnico [€/100 Kg], Fonte USDA, Kempter 200 190 180 170 160 150 140 130 120 110 100

200 180 160 140 120 100

2016/17

2017/18

2016/17

2017/18

PREZZI LATTE INTERO IN POLVERE

PREZZI BURRO

[€/100 Kg], Fonte USDA

[€/100 Kg], Fonte BM Milano

Oceania 350

Italia 550 500

300

450 400

250

350 300

200

250

150

200

100

100

150

2016/17

2017/18

2016/17

2017/18

PREZZI BURRO

PREZZI SIERO IN POLVERE

[€/100 Kg], Fonte BM Kempten

[€/100 Kg], Fonte BM Kempten

Germania

Germania - uso zootecnico

800

100

700

90

600

80

500

70

400

60

300

50

200

40

100

30

2016/17

2017/18

Confcooperative Lombardia - Milkcoop magazine n.7_2018_Luglio

2016/17

2017/18

67


PREZZI

FORMAGGI 2017-18/2016-17

PREZZI FORMAGGI ITALIA E ESTERO

3,80

3,62

17/18

3,60

3,75

3,48

3,79

3,70

3,34

var.17-18/16-17

10%

-

8%

21%

-3%

-8%

GERMANIA 16/17 Kempten Allgäuer media 17/18 Emmentaler settimanale var.17-18/16-17 (2 Kg)

5,58

-

5,37

5,33

5,51

5,55

5,62

5,81

5,75

5,85

OCEANIA Cheddar

USDA

GIUGNO

DICEMBRE

3,13

MAGGIO

NOVEMBRE

3,23

CME USDA

APRILE

OTTOBRE

-

USA Cheddar

Borsa merci

MARZO

SETTEMBRE

3,26

Prodotti

FEBBRAIO

AGOSTO

16/17

MESI

GENNAIO

ANNI

LUGLIO

[€/Kg], Fonte BM Milano, Thiene, USDA, CME

3,06

4,03

3,61

3,64

3,73

3,79

3,22

3,21

3,31

3,37

3,59

3,56

5%

-20%

-8%

-7%

3%

-6,1%

5,7

5,76

5,69

5,92

5,74

5,74

5,63

5,93

5,52

5,89

5,88

5,62

5,62

5,83

-1%

-

8%

8%

6%

4%

-4%

4%

-1%

-2%

-2%

3,6%

16/17

2,57

-

3,02

3,28

3,29

3,79

2,84

3,57

3,47

3,19

3,28

3,49

17/18

3,53

3,4

3,49

3,49

3,47

3,12

2,82

2,94

3

3,08

3,47

3,41

var.17-18/16-17

37%

-

16%

6%

5%

-18%

-1%

-18%

-14%

-3%

5%

-2,3%

ITALIA Asiago Thiene Fresco 20 gg di maturaz.

16/17

4,5

-

4,5

4,54

4,68

4,79

5

4,42

4,83

4,43

4,44

4,44

17/18

4,49

4,55

4,61

4,68

4,74

4,75

4,73

4,69

4,64

4,56

4,57

-

0%

-

2%

3%

1%

-1%

-5%

6%

-4%

3%

3%

-

ITALIA Gorgonzola Milano Maturo dolce

16/17

4,9

-

4,9

4,93

5,05

5,15

5,4

5,2

5,23

5,25

5,25

5,25

17/18

5,25

5,25

5,33

5,35

5,35

5,35

5,35

5,35

5,3

5,3

5,30

5,3

7%

-

9%

9%

6%

4%

-1%

3%

1%

1%

1%

1,0%

16/17

4,98

-

4,98

5,01

5,13

5,23

5,48

5,28

5,3

5,33

5,33

5,33

17/18

5,33

5,33

5,5

5,53

5,53

5,53

5,53

5,53

5,48

5,48

5,48

5,48

7%

-

10%

10%

8%

6%

1%

5%

3%

3%

3%

2,8%

16/17

7,33

-

7,4

7,54

7,78

8,09

8,15

8,13

7,98

7,75

7,68

7,78

17/18

7,83

7,83

7,83

7,77

7,6

7,53

7,36

7,18

7,08

7,12

7,20

7,23

ITALIA Provolone Milano Valp. dolce fino a 3 mesi ITALIA Grana Milano Padano 15 mesi ITALIA Parmigiano Reggio Reggiano Emilia 12 mesi

68

var.17-18/16-17

var.17-18/16-17

var.17-18/16-17

7%

-

6%

3%

-2%

-7%

-10%

-12%

-11%

-8%

6%

-7,1%

16/17

8,36

-

8,48

8,64

9,01

9,46

9,61

9,85

9,63

9,73

9,48

9,59

17/18

9,64

9,65

9,65

9,65

9,69

9,74

9,78

9,75

9,75

9,75

9,75

9,75

var.17-18/16-17

15%

-

14%

12%

8%

3%

2%

-1%

1%

0%

3%

1,7%

var.17-18/16-17

Confcooperative Lombardia - Milkcoop magazine n.7_2018_Luglio


PREZZI

le tendenze PREZZI GRANA PADANO 15 mesi

[€/Kg], Fonte BM Milano 9

8

7

6

2016/17

2017/18

PREZZI PARMIGIANO REGGIANO 12 mesi

[€/Kg], Fonte BM Reggio Emilia 11 10 9 8 7 6

2016/17

2017/18

Confcooperative Lombardia - Milkcoop magazine n.7_2018_Luglio

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CONFCOOPERATIVE LOMBARDIA Via Fabio Filzi 17 20124 MILANO Tel. 02 89054500 Fax. 0289054540 lombardia@confcooperative.it www.lombardia.confcooperative.it

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