#19 Fashion Illustrated

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MAX MARA Tributo al cappotto

alcune fasi della lavorazione dei capispalla nell'azienda Manifattura di S.Maurizio

101801. Non è una cifra che si riferisce ai conti economici o a una ricorrenza importante. Sicuramente per il Gruppo Max Mara è un numero dall’elevato valore simbolico, ma anche commerciale, che sancisce la nascita nel 1981 di un capo icona, quel cappotto 101801, in lana e cashmere e dalle maniche a kimono oversize, che da quel momento verrà riproposto in ogni collezione e indossato dalle celeb di tutto il mondo. Del resto, già dalla nascita nel 1951, l’azienda sceglie di specializzarsi nel capospalla, al quale in seguito viene dedicato l’unità produttiva Manifattura di S.Maurizio, che produce oltre 100.000 capi Max Mara. Un knowhow, quindi, che affonda le radici in oltre 60 anni di esperienza, garantendo oggi un processo di lavorazione studiato e curato in tutte le fasi, come spiega Laura Lusuardi, fashion coordinator di tutte le linee e responsabile della collezione Max Mara. Come si può conciliare oggi una grande realtà industriale come la vostra con la necessità del mercato di un prodotto semi artigianale? Per Max Mara una dei punti chiave è senz’altro la capacità di aver saputo conciliare la necessità d’industrializzazione del prodotto con e attraverso la ricerca della qualità. Industrializzazione volta cioè al conseguimento del risultato qualitativo migliore, utilizzando metodi che fanno parte del nostro know how e del nostro DNA. Tutto questo cercando sempre di trovare e studiare nuove metodologie legate alle evoluzioni ed alle necessità che provengono dal mercato. Questo comporta la necessità di una formazione continua del personale. L’importanza dell'aggiornamento dei lavoratori è quindi centrale: è la condizione necessaria e fondamentale per ottenere un prodotto con contenuti di qualità e semi artigianale. Il percorso di apprendimento di chi lavora all’interno della catena produttiva prevede che tali figure siano impegnate e istruite in diverse fasi della lavorazione del prodotto. In questo modo possono capire l’importanza e l’obiettivo della fase di lavoro che stanno svolgendo in quel momento e sapere come meglio effettuarla, al fine di ottenere un ottimo risultato globale. Qual è il valore aggiunto alla vostra produzione e in quali

capi è più evidente? Sicuramente il valore aggiunto sta nel continuo studio delle procedure necessarie alla produzione dei capi. Questo ci permette un costante aggiornamento sulle metodologie e fa sì che la linea produttiva divenga una risorsa dello stile. Ogni qualvolta ci siano nuove necessità dell’ufficio stile, la produzione si mette in moto per studiare macchinari e tecniche all’avanguardia per esaudire la richiesta. C’è un rapporto di collaborazione costante tra l’ambito più strettamente creativo e la produzione. Chiaramente il nostro knowhow è forte, sicuramente sia nel capispalla che nel cappotto: sono capi che la nostra azienda produce da oltre 60 anni. D’altronde Max Mara è nata nel 1951 quando Achille Maramotti, con grande visione strategica, decise di specializzarsi nella produzione di capispalla: ispirati stilisticamente alla più raffinata Alta Moda francese, ma fabbricati con tecnologie sartoriali industriali innovative sui tempi.

Il cappotto e le celeb

Piace a teste coronate, a celeb da red carpet, ma anche a tante donne comuni. il cappotto Max Mara, curatissimo nei dettagli è un must have anche per kade Middleton (a sinistra) e katie holmes.

Quali sono le fasi delle lavorazioni che fanno la differenza? Le fasi di lavorazione sono tutte importanti e chiaramente coinvolgono più reparti e uffici dell’azienda, dall'iniziale processo di studio delle necessità della consumatrice, al progetto ideato dall’ufficio stile, alla scelta dei tessuti, per terminare nel momento in cui una cliente lo sceglie in uno dei nostri store. Ma nello specifico, sempre parlando di produzione, le fasi sono molteplici e variano a seconda del modello. Sicuramente quelle dedicate all’assemblaggio dei vari pezzi sono molto ‘delicate’. E’ necessario essere molto scrupolosi ed attenti, cercando di essere il più possibile fedeli al modello finale in termini di forme e ‘lentezze’. Per noi è fondamentale la cura del materiale e del tessuto, una vera e propria arte. Per far sì che il risultato sia ottimo, bisogna infatti cercare di ‘stressare’ il meno possibile il tessuto; questo significa che il trasporto deve essere il più possibile automatizzato e non manuale, ed anche la fase di stiro deve essere effettuata con macchinari specifici per far si che il calore arrivi sotto forma di vapore, ma non si sfiori mai direttamente il tessuto. Come si sviluppa il processo creativo nella preparazione di una collezione? Il processo creativo si sviluppa in diverse fasi; sicuramente il nostro punto di partenza è sempre la consumatrice, le sue esigenze i suoi desideri, le occasioni d’uso. Dopo di che si passa all’ispirazione, ricerca creativa, per poi lavorare sulle silhouette e sulle linee, colori e tessuti da utilizzare. Ci sono chiaramente anche tanti aspetti tecnici e logistici da tenere in considerazione, come i tempi di produzione e le necessità di consegna del prodotto. Qual è il ruolo dei tessuti nelle collezioni? Il tessuto svolge la parte da protagonista nella collezione. Una volta scelta la linea, si sceglie il tessuto anche in base all'utilizzo pensato per il capo (sera, giorno, lavoro, cocktail) ma esso non prende mai il sopravvento. I capi più importanti della prossima a/i 2013-14? I cappotti con nuovi volumi. Ispirazione anni 80 resi contemporanei.


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