Flip page fa n 5 2018

Page 31

Herno

Antonelli Firenze

Fabio Gavazzi

Chicca Lualdi

vuole ostentare e nella nuova collezione ha introdotto il pvc, come antipioggia per riparare zibellini e cincillà. On stage anche Fabio Gavazzi, che ha proposto la pelliccia «sport couture». Braschi ha fatto sfilare capi in pellami pregiati che, tengono a precisare dall’azienda, sono «certificati Nafa», la case d’aste di pellicce del Nord America, da tempo impegnata per una filiera responsabile e sostenibile. Herno accontenta un po’ tutti con veri montoni multicolor e soffici fake, Chicca Lualdi sceglie il visone rigato per le tasche delle sue giacche e Antonelli Firenze crea l’effetto pelliccia con l’alpaca strappata, ma propone anche veri montoni dal peso piuma. Elisabetta Franchi, da sempre animalista convinta, si ispira ai Seventies con le sue pellicce false smanicate. Stessa policy animalfree per la giovane label Winonah, disegnata da Winonah de Jong, che le sceglie il rosa confetto per i mini-tailleur. Tagliatore 0205 sta invece debuttando nelle faux fur con cappotti e montgomery. «Una scelta ideologica in linea con i nostri tempi» spiega il direttore creativo Pino Lerario, che dopo un’analisi approfondita fra i fornitori di pellicce no-animal ha scelto un produttore europeo e, come materiali, l’acrilico e il poliestere. «Credo che in futuro le pellicce vere e false possano coesistere, ma il mondo sta sviluppando una coscienza eco-sostenibile che potrebbe portare a una graduale uscita di scena delle real fur». Per il patchwork dei suoi bomber Due Soli ha scelto l’orsetto in pura lana e l’eco-pellicia in lana e poliestere, realizzate da un’azienda pratese. «Gran parte dell’ecopelliccia in commercio - spiega Fabio Renzetti, co-fondatore del marchio milanese - è prodotta in Asia, dove sono consentiti trattamenti sui pigmenti da noi illegali. Fanno un uso molto intenso di agenti chimici, per cui non direi che si tratta di un prodotto eco e nemmeno sostenibile». Anonyme ha usato l’astrakan “modificato” in poliestere prodotto in Cina, con interni in cotone, che accontentano anche chi ama le materie prime naturali. «Quella cinese - afferma Alessandro Puccini, titolare e direttore creativo - è una produzione di qualità. Le fake fur piacciono per la praticità, la sensazione di morbidezza e di caldo e perché permettono certi azzardi nei colori». Quanto ai buyer, sentendo vari pareri, sembra non mostrino prese di posizione radicali. Delle pellicce false pare piaccia soprattuto la possibilità di applicare ■ margini molto interessanti.

PELLICCERIA ITALIANA

WHOLESALE E RETAIL TIRANO LA RIPRESA PwC estimates a recovery in the Italian wholesale and retail fur market and a slight decline in the façon segment. La International Fur Federation stima che il business globale della pellicceria superi i 30 miliardi di dollari, conteggiando dagli allevamenti fino al retail (che pesa circa il 90% sul volume d’affari totale). Nord America ed Europa sono i principali player, mentre la Cina pare abbia perso quote sia come acquirente di capi finiti sia come fornitore (a vantaggio di player che seguono precisi standard in termini di welfare e sostenibilità). Il valore della produzione della filiera italiana nel 2017 è salito del 4,7% a 2,65 miliardi, come emerge dalle recenti analisi di PwC, che prevede la cifra di 2,68 miliardi nel 2018. La componente retail ha raggiunto gli 1,37 miliardi nel 2017 (+3,5% sul 2016) e dovrebbe arrivare a 1,39 nel 2018 mentre il wholesale si è attestato a 736 milioni (+3,4%) ed è previsto a 746 milioni. Atteso un calo nella confezione, da 550 a 543 milioni. Nel 2017 l’export è salito del 4%, arrivando al 36% del valore della produzione totale. Da una rilevazione di mercato emerge che il consumo nazionale è influenzato soprattutto da fattori macroeconomici e politici e dalla tracciabilità del prodotto. Il consumatore straniero cerca in primis la qualità e la componente fashion (nella foto, RinDi).

15_03_2018

31


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.