FLIP PAGE FA N 14 2016

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WOMeN’S FASHION WEEK

Interviste/Michele Scannavini

Da Ice 40 milioni per le fiere e più spazio al digital export L’impegno dell’agenzia Ice nella moda: dai finanziamenti confermati per le fiere ai nuovi accordi in arrivo con i retailer Usa. «La promozione sarà sempre più multicanale» The support of ICE for fashion: from trade fairs to agreements with US retailers.

Bottega Veneta

convinzione è la sua attrattività internazionale, specie ora che Philipp Plein (che da un lato ha confermato la fiducia alla città, inaugurando un nuovo quartier generale in Brera) ha annunciato che dalla prossima stagione entrerà a far parte del calendario della New York Fashion Week. Senza dimenticare che l’unico nome davvero internazionale e nuovo che ha preso parte al programma di Milano è quello di J.W.Anderson, arrivato nella capitale della moda italiana per promuovere l’apertura del nuovo punto vendita SO-Milano, che ha esordito mettendo in vendita proprio la sua collezione. «In città di cose belle e interessanti ne succedono durante la fashion week, ma sono tutte frutto dell’iniziativa dei singoli, mai promosse da chi davvero dovrebbe favorire il sistema» punta il dito Giacomo Piazza titolare della 247showroom. Ma la sfida più alta per Milano, secondo l’imprenditore che nello spazio di 2.500 metri quadrati alla Pelota di via Palermo vende collezioni come Ami-Alexandre Mattiussi, Damir Doma, Rag & Bone è sui giovani o pseudo tali: «A Milano non sono i big ad essere ripetitivi ma gli outsider, che non fanno la differenza dal punto di vista creativo e che non bucano neanche dal punto di vista della messa in scena». In effetti a parte Fausto Puglisi, che ha stravolto la tradizionale passerella trasformandola in una gabbia-altare, tutti gli altri nomi indipendenti hanno optato per un défilé classico, magari in location periferiche. «Il problema - conclude Piazza - è che quando hai a disposizione un budget di 150mila euro per una sfilata, il risultato è mediocre. Sarebbe meglio spendere quei soldi in eventi alternativi». Non resta che aspettare sei mesi per vedere se il nuovo dinamismo milanese porterà anche a questo upgrading. La voglia ■ di fare c’è, quella di cambiare forse.

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1. Michele Scannavini è il nuovo presidente dell’Ice 2 . La mostra “Crafting The Future” al Mudec di Milano è stata finanziata dall’agenzia

«Sulle attività di promozione tradizionali siamo molto efficaci, ma oggi i canali promozionali sono sempre più diversificati ed articolati su logiche multicanale. È nostro compito aiutare il sistema a colmare quel gap che, nelle attività più innovative - penso, in particolare, a quelle digitali - ci separa dai nostri principali competitor in ambito internazionale». Michele Scannavini racconta a Fashion i suoi piani futuri per Ice, l’agenzia per il commercio estero di cui è da pochi mesi presidente. Ice è stato protagonista a Milano Moda Donna con la mostra “Crafting the future”, ma sta dedicando energie ai grandi saloni del settore moda. Sarà così anche nel 2017? Abbiamo stanziato fondi straordinari per il potenziamento delle principali fiere in Italia. Complessivamente, a favore del sistema moda-persona nel 2016, abbiamo attivato investimenti per 40 milioni di euro. Altrettanto faremo nel 2017. Che risultati stanno dando le azioni sugli Usa, un mercato da cui il settore si attende molto? Il Piano Speciale Usa per la moda prevede accordi con department store e independent retailer, fiere sul territorio, missioni di operatori in Italia e comunicazione. Sono stati siglate partnership con Saks e Nordstrom, mentre sono in fase di avvio le negoziazioni con alcuni independent re-

tailer in Texas, California, Florida.I risultati ottenuti con gli accordi di promozione sono stati positivi. Da Nordstrom sono stati inseriti 55 nuovi brand italiani, di cui 20 hanno ottenuto un sell out superiore all’80%. Nell’accordo in corso con Saks sono previsti acquisti aggiuntivi per 14 milioni di dollari, di cui il 25% su nuovi brand. Nel vino avete collaborato con Alibaba, portando 60 aziende a vendere i loro prodotti sul marketplace cinese. Dobbiamo aspettarci lo stesso anche per la moda? Assolutamente sì. L’economia digitale è il futuro e l’Ice ha iniziato a muoversi in questa direzione per aumentare le opportunità di promozione del made in Italy all’estero. La moda conosce molto bene le logiche dell’e-commerce e, sul panorama del retail americano, è l’unico settore in crescita. Siamo consapevoli di dover cavalcare questo trend positivo e stiamo studiando nuove misure per consentire l’accesso al mercato anche di brand minori ancora poco conosciuti e un maggiore coinvolgimento di una più ampia fascia di acquirenti, grazie anche agli strumenti offerti dalla comunicazione digitale. (an.bi.)

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