e-FARCORO 2-2016

Page 14

12

PAROLE CHE CONTANO

Intervista al al m° Walter Marzilli e a Mons. Vincenzo de Gregorio di Luca Buzzavi

Abbiamo voluto proseguire la rubrica “Musica dell’anima” con un’intervista a due personalità fortemente impe-

gnate nella Musica Liturgica, si tratta di Mons. Vincenzo De Gregorio, Preside del Pontificio Istituto di Musica Sacra (Roma) e il maestro Walter Marzilli, docente di Direzione di coro presso il medesimo Istituto (www.musicasacra.va). Otto domande su otto questioni di fondo, le stesse poste ad entrambi, nella speranza di trovare interessanti spunti di riflessione. LB: Innanzitutto, benvenuto a “Musica dell’anima”. Cosa l’ha spinta ad accettare un’intervista sulla musica liturgica per una rivista corale regionale? VDG: Il senso di responsabilità che dovrebbe avvertire chiunque svolga un ministero anche liturgico nella Chiesa. La vita delle Comunità sparse sul territorio di tutta la Chiesa è innanzitutto quella che si esplica nelle celebrazioni. Molto più importante di tutti gli incontri, i seminari, le predicazioni di ritiri spirituali e quant’altro, è la liturgia: giorno dopo giorno, domenica dopo domenica, è un vero e proprio corso di formazione permanente del credente. Per questo motivo resto stupito della poca cura che si dà a questo aspetto della vita delle nostre Comunità. WM: Il fatto di avere un’altra possibilità per rendermi utile alla causa della musica sacra, della quale la sua rubrica ha iniziato lodevolmente ad occuparsi. E poi un po’ di speranza e di curiosità. Mi riferisco all’eventualità che la musica sacra possa ricevere una spinta non dall’alto ma dalla base, dalla vox populi...

“Cantate inni con arte”, recita il Salmo 47. Che significa oggi? Il parametro estetico è ancora di centrale importanza? VDG: La più grande epopea di arte nella storia (architettura, arti figurative e plastiche, musica) l’ha scritta la Chiesa Cattolica, ed in particolare quella occidentale di rito latino. Essa ha realizzato in pieno l’espressione del Salmo “con arte”. Il parametro estetico non è tale per se stesso ma per la realizzazione dello scopo profondo del “fare” nella Liturgia: comunicare il divino che si impasta con l’umano. Il piacevole e l’utile: sono questi i due poli sui quali si tende ogni pagina della storia cristiana, in tutti i sensi, anche in quello liturgico. Potremmo dire: “Il Verbo si è fatto carne e la Chiesa ne ha fatto Arte!” Il piacevole diventa mezzo per l’utile e l’utile rende ragione del piacevole. La vita liturgica della Chiesa non è una galleria di arte o una sala da concerto; non è neppure un ufficio del lavoro o un centro di assistenza sociale. Ma tutte queste cose vengono a costituire i mezzi con i quali si comunica all’umano la presenza di Dio che, nel Cristianesimo, assume tutto l’umano,


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.