I film di Dario Argento

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un intenso Gabriele Lavia, è invece colui che suona per sbarcare il lunario ed è costretto ad eseguire quello che gli altri vogliono da lui. Mentre il primo è divorato dalla curiosità e vuole arrivare a fondo nei suoi pensieri, il secondo è rassegnato alla depressione e nei suoi occhi l’indifferenza ha le sfumature di un’oscura malattia. La sua altisonante esternazione di malsano e grottesco maschilismo, quel “brindo a te vergine stuprata” pronunciato dopo che un urlo di donna ha dilaniato il silenzio di una piazza CLN lunare e notturna, rappresenta la resa del musicista frustrato nei confronti del dolore altrui, ed al cospetto di quella sensibilità che manca ma che sarebbe necessario recuperare per “curare” questo mondo malato di indifferenza. In fondo, Marco e Carlo sono figure complementari, che rappresentano le parti in conflitto di una figura maschile ambivalente. Ciò che Carlo vuole nascondere Marc vuole invece portare alla luce. E per tutto il tempo di Profondo rosso Carlo insegue Marc per proteggerlo dalle gesta della madre assassina, ma, una volta scoperto, si sente costretto ad uccidere l’amico. Sarà invece lui a soccombere lasciando a Marc la possibilità di ribellarsi alla furia di una donna malata e vendicativa. Affinché la verità, per quanto tragica e disturbante, faccia il suo ingresso in una scena altrimenti votata all’enigma. L’estetica argentiana fonde verità e artificio e realizza la messa in forma di una scena compulsiva. Il ribaltamento di ruoli, il disvelamento di identità, il denudamento della finzione attraverso il massimo del travestimento scenografico, 13


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