Casa m p

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casa m_p nella campagna iblea fabrizio foti, francesco infantino (2011-15)




La casa si trova in un terreno in leggero declivio, sulla sommità di un colle esposto a sud, i cui margini più a valle incontrano le propaggini del bosco di querce del feudo Bauly. Dal sito in cui è stata scelta la posizione della casa è possibile guardare verso i 4 punti cardinali: a sud, verso il contado agricolo di Palazzolo Acreide, al confine con quello di Noto; a nord, verso il centro urbano e verso gli altipiani iblei, cui l’Etna fa da coronamento; a est verso l’altipiano di Serravetrano; a ovest, verso i fitti querceti del bosco di Bauly. L’edificio è composto da tre corpi rettangolari disposti su una base quadrata di 20x20m, a formare una corte, aperta a sud, per guardare verso il bosco e un piccolo giardino privato, a nord. Il primo corpo, quello d’ingresso, contiene la cucina ed il garage. La cucina comunica con il soggiorno attraverso un bancone attrezzato e passante. Il secondo corpo, centrale rispetto all’intero edificio, ospita il soggiorno: uno spazio a doppia altezza su cui affaccia, ad un livello superiore, un ballatoio su due lati, dove si trova una libreria e una zona studio e lettura. Adiacente al ballatoio, una stanza per gli ospiti, servita da un bagno e una stanza office che comunica visivamente con lo spazio del salone attraverso una finestra a giorno. Un grande camino nel soggiorno, oltre ad essere elemento più rappresentativo di caratterizzazione dello spazio domestico, è elemento cerniera della disposizione e della distribuzione. Il corpo del camino, infatti, disimpegna l’accesso alla zona notte e, per mezzo di una scala, garantisce il collegamento con il livello superiore del ballatoio e dell’alloggio degli ospiti. Il terzo corpo contiene le camere da letto ed i servizi igienici. La camera padronale, in testa al corpo della zona notte, guarda verso sud al bosco, che è incorniciato da un grande infisso scorrevole quadrato.




Basamento, corpo e coronamento dell’edificio sono pensati come un unico organismo monocromatico e monomaterico. Il basamento si raccorda con la quota di campagna, a ovest, in corrispondenza dell’ingresso alla casa, attraverso una promenade, mentre a sud, in corrispondenza della corte, questo mostra il suo spessore nella mediazione col giardino domestico prospiciente. Il basamento della casa eleva la corte 45 cm al di sopra della quota del giardino. Il limite della corte verso il giardino, dunque, è come una grande seduta. La corte è delimitata a est e ovest, rispettivamente, da una postazione cucina esterna completata da una pergola e da un muro adiacente alla zona notte. Le fronti sud dei due corpi sono simmetriche e analoghe nella forma, entrambe hanno come soluzione di testa, sul limite del basamento, degli sguinci che garantiscono delle zone d’ombra e l’inquadramento della vista sulle campagne sul versante opposto alla casa. Il pergolato che corrisponde all’elemento di testa davanti alla cucina, sul lato ovest, accoglie una palma, il cui lungo fusto fa emergere la chioma oltre il coronamento dell’edificio. La presenza della palma, elemento vegetale alieno al contesto della proprietà e alla vegetazione tipica della macchia mediterranea del territorio ibleo, segna la presenza della casa e di chi la abita. Un’emergenza individuabile anche a distanza.


Il soggiorno comunica, direttamente, attraverso degli infissi scorrevoli a scrigno, con la corte a sud e con il giardino privato a nord. Quando gli infissi sono completamente aperti sui due lati maggiori del soggiorno, non vi è più alcuna separazione tra interno e esterno e i confini dello spazio domestico sono proiettati al limite del percepibile. Il paesaggio diventa una quinta della casa, un fatto plastico e metafisico di costruzione dello spazio domestico. La casa, di contro, mette in scena la realtà della campagna iblea con il bosco di querce e gli uliveti, inquadrandola. Dal soggiorno si percepisce, infatti, la realtà rurale come un immagine incorniciata dalle quinte che delimitano la corte. Il basamento, poi, con il suo limite verso il giardino, definisce un orizzonte artificiale , un sistema di riferimento attraverso cui si misurano tutte le variazioni del paesaggio. L’alta fronte sud del volume del soggiorno, che corrisponde internamente alla sala lettura affacciata sulla sala, è connotato dalla presenza di barre tonde di plexiglas che traforano la parete introiettando in modo discreto, di giorno, la luce nella penombra del ballatoio. Di notte, la condizione di luce si inverte: l’illuminazione interna è proiettata all’esterno, nella corte, attraverso le barre di plexiglas, animando così il prospetto come un cielo stellato. Fabrizio Foti



Il soggiorno comunica, direttamente, attraverso degli infissi scorrevoli a scrigno, con la corte a sud e con il giardino privato a nord. Quando gli infissi sono completamente aperti sui due lati maggiori del soggiorno, non vi è più alcuna separazione tra interno e esterno e i confini dello spazio domestico sono proiettati al limite del percepibile. Il paesaggio diventa una quinta della casa, un fatto plastico e metafisico di costruzione dello spazio domestico. La casa, di contro, mette in scena la realtà della campagna iblea con il bosco di querce e gli uliveti, inquadrandola. Dal soggiorno si percepisce, infatti, la realtà rurale come un immagine incorniciata dalle quinte che delimitano la corte. Il basamento, poi, con il suo limite verso il giardino, definisce un orizzonte artificiale , un sistema di riferimento attraverso cui si misurano tutte le variazioni del paesaggio. L’alta fronte sud del volume del soggiorno, che corrisponde internamente alla sala lettura affacciata sulla sala, è connotato dalla presenza di barre tonde di plexiglas che traforano la parete introiettando in modo discreto, di giorno, la luce nella penombra del ballatoio. Di notte, la condizione di luce si inverte: l’illuminazione interna è proiettata all’esterno, nella corte, attraverso le barre di plexiglas, animando così il prospetto come un cielo stellato. Fabrizio Foti





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