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News
MAGAZZINI & ATTREZZATURE
Da diesel a elettrico con un kit
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JLG annuncia il lancio di un kit di conversione per il modello di piattaforma 660SJ, che sostituisce il motore diesel con una batteria a emissioni zero. Si tratta di una soluzione dedicata in particolare alle società di noleggio. Il kit di conversione elettrica è coperto da garanzia e prevede attualmente la versione a materie al piombo, mentre la versione al litio sarà disponibile nella primavera del 2022. Altri modelli di PLE della gamma JLG verranno aggiunti nel prossimo futuro nella disponibilità del kit.

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DISTRIBUZIONE
L’Europa di Horyong è ancora CEM
Si è concluso, alla fine di novembe, uno dei viaggi storici per la storia della CEM di Settimo Milanese. Il gruppo lombardo, specializzato nella consulenza e nella distribuzione di autoscale e piattaforme aeree, ha rinnovato con il grande costruttore nordcoreano Horyong l’accordo di distribuzione in esclusiva per tutta l’Europa delle autoscale e degli elevatori del marchio. Nel corso del soggiorno a Jeollabuk-do, Loris Manocchia e il fratello Luigi hanno assistito in anteprima alla presentazione della nuova autoscala Horyong PE 3809, fenomeno dinamico caratterizzato da dimensioni uniche e prestazioni operative davvero inedite, a beneficio dello stesso mercato europeo che si appresta ad accoglierne il lancio, con ordini già inoltrati alla sede di Settimo Milanese per l’ennesima macchina di successo proposta da CEM Group.


EVENTI
DaVinci, il genio elettrico JLG vince a Italplatform



La piattaforma a pantografo elettrica DaVinci AE1932 ha vinto il premio “prodotto dell’anno-categoria piattaforme semoventi fino a 6 m”, agli Italplatform 2021 (Italian Access Platform Awards), l’evento speciale dedicato al comparto delle macchine e attrezzature per i lavori in quota, che si è svolto nell’ambito dell’ottava edizione del GIS di Piacenza. La motivazione della giuria di Italplatform 2021 per l’assegnazione del premio è stata la seguente: “La piattaforma a pantografo DaVinci AE1932 rappresenta lo stato dell’arte e il futuro in questa tipologia di macchine con attuatori e traslazione completamente elettrici. Consumi ridotti al minimo, zero consumo di olio idraulico e relative perdite, manutenzione ridottissima e diagnostica remota con conseguenti bassi costi di gestione ne fanno un’eccellenza nella sua categoria”.
PRELIEVO ORDINI LIVELLO SECONDO
Sportelli a chiusura automatica
Lavorate in sicurezza a qualsiasi altezza
Sensori di rilevamento ostacoli
Impediscono alla piatta- forma di scendere se c’è un ostacolo
Accesso a bassa altezza
Design ergonomico per un più facile accesso
Raggio di sterzata pari a zero
Sterzate a 360 gradi grazie alla ruota motrice singola
Il nuovissimo commissionatore di JLG. La rivoluzione in magazzino.
FORMAZIONE E SICUREZZA
IPAF, nuova categoria Safety Professional
L’International Powered Access Federation (IPAF) ha lanciato un nuovo tipo di affiliazione, la categoria Professionisti della Sicurezza (Safety Professional), rivolta a coloro che ricoprono ruoli di supervisione in materia di salute e sicurezza nel settore dell’accesso aereo o in settori affini. La nuova categoria di appartenenza è rivolta agli individui all’interno di organizzazioni rilevanti, compresi quelli impiegati da aziende già membri dell’IPAF, ed è un modo conveniente per beneficiare della Federazione e delle sue attività, portando benefici e aumentando le opportunità di ricevere aggiornamenti diretti dall’IPAF sulla sicurezza e la guida tecnica, partecipare a webinar ed eventi esclusivi e impegnarsi direttamente con gli esperti IPAF e gli altri membri. I vantaggi del nuovo pacchetto per i membri includono la partecipazione gratuita a eventi professionali esclusivi sulla sicurezza con relatori di spicco dell’industria dell’accesso aereo, l’iscrizione ad un gruppo privato su LinkedIn per condividere conoscenze e buone pratiche sulla sicurezza, l’accesso all’area riservata ai membri del sito web IPAF e alla dashboard dei membri del Portale di segnalazione degli incidenti IPAF, oltre a un abbonamento scontato a una pubblicazione leader nel Regno Unito in materia di H&S.

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MAGAZZINI & ATTREZZATURE Rummo sceglie Haulotte


Da sempre la zona di Benevento è riconosciuta come la “terra dell’antico mestiere dei mugnai”. Ed è qui che nel 1846 Antonio Rummo iniziò a produrre pasta con i migliori grani duri. Il pastificio Rummo è sempre alla ricerca della qualità che fa la differenza ed è per questo motivo che ha scelto alla qualità e alla tecnologia garantite da Haulotte per una piattaforma dedicata alle sue attività di movimentazione e manutenzione in ambito industriale all’interno del pastificio. Per un uso prevalentemente interno Haulotte offre numerosi modelli di macchine ad alimentazione elettrica, tra piattaforme articolate, piattaforme a pantografo e, per esigenze specifiche, piattaforme verticali. In particolare il pastificio Rummo ha scelto la piattaforma a pantografo Compact 10N ad alimentazione elettrica Compact 10N. Il modello raggiunge un’altezza di lavoro di 10 metri per una portata di 230 kg, è molto compatto e permette spostamenti agili in spazi ristretti.
CARRELLI ELEVATORI
Efficienza ergonomica
La nuova serie di commissionatori MP20-30X di Yale è un tripudio di caratteristiche ergonomiche e produttive. Bracci laterali pieghevoli che assicurano il massimo comfort e stabilità; ampia piattaforma che consente all’operatore di trovare la posizione di guida più comoda; impugnatura ergonomica del timone con protezione integrale delle mani e molla di richiamo che lo riporta automaticamente in posizione verticale; cruscotto con indicatore multifunzione che visualizza lo stato del cervello e le segnalazioni; accelerazione fino a 13 km/h con carrello scarico e 9,7 km/h con carrello carico. La pedana operatore dei nuovi carrelli Yale serie MP20-30X è stata progettata per consentire di assumere nel massimo comfort varie posizioni di guida, mentre il tappetino in gomma offre maggiore aderenza e svolge una funzione antiscivolo durante gli spostamenti. Le forche di nuova progettazione sono disponibili in varie misure di lunghezza, e i clienti possono scegliere tra due altezze, in base alle esigenze. Grazie alla vasta gamma di opzioni forche, le macchine della serie MP20-30X possono trasportare contemporaneamente fino a due pallet o tre Europallet disposti trasversalmente.

Progettazione hardware e software

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FIERE
GIS 2021, rinascita e orgoglio
Ci sono i numeri. E poi, c’è l’emozione, immensa, dei protagonisti del settore e delle imprese. Il GIS 2021, le Giornate Italiane del Sollevamento e dei Trasporti Eccezionali, nell’8ª edizione della propria storia espositiva a Piacenza Expo (dal 7 al 9 ottobre scorso), hanno segnato un record assoluto di oltre 12.000 visitatori certificati nei tre giorni di una fiera straordinaria, contraddistinta dal desiderio di riprendere un cammino virtuoso di contatti, incontri, presentazioni di prodotto e promozioni proficue per altrettante, innumerevoli realtà industriali nell’ambito del sollevamento di materiali, del lavoro in quota, della movimentazione industriale e portuale e dei trasporti eccezionali. “Nella sola giornata di venerdì, abbiamo registrato un numero di visitatori pari a quello avuto nell’intera edizione del GIS 2019 – ha dichiarato con grande soddisfazione Fabio Potestà, presidente di Mediapoint & Exhibitions, creatore anima organizzativa del GIS, fin dalla prima edizione del 2009 – Senza contare gli altri numeri che testimoniano l’interesse eccezionale per la fiera: 67 associazioni di categoria che hanno aderito alla manifestazione, tre patrocini di massimo prestigio come quelli del Ministero del Lavoro,

del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, dell’Anas; cinque adesioni da parte di amministrazioni ed enti pubblici (Inail, Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Regione Emilia Romagna, Esercito Italiano e Comune di Piacenza); oltre 400 espositori, tra italiani e stranieri, a occupare 41.000 metri quadri di esposizione densi di novità, contenuti tecnologici, nuove macchine e nuove idee per il sollevamento di domani”. L’impegno organizzativo per il GIS 2021 è stato enorme, per lo staff di Mediapoint, ma uno sforzo così formidabile è servito “a coadiuvare nella ripresa post-pandemia un comparto importante della realtà economica italiana – come sottolinea ancora Potestà – Una ripresa tangibile, per un settore che ha sempre spinto le proprie potenzialità a tutta forza, come dimostrano opere che rimarranno nella storia delle grandi infrastrutture europee, come il Ponte San Giorgio di Genova. Le aziende della logistica e dei trasporti pesanti sono aziende coraggiose e i player del sollevamento sono i capitani di un’avanguardia che porterà lontano la nostra economia, negli anni a venire”. Lo sguardo di Mediapoint & Exhibitions è già rivolto al futuro, mantenendo sempre il centro fieristico piacentino e il Comune di Piacenza quali partner privilegiati: “La fiera ha funzionato bene, si è allargata ulteriormente rispetto agli anni precedenti e alcuni espositori importanti ci hanno già chiesto di aumentare lo spazio nel 2023 e vedremo di accontentare le loro richieste”. A Piacenza Expo, l’anno prossimo è già la volta del GIC, le Giornate italiane del Calcestruzzo/ Italian Concrete Days, l’unica manifestazione italiana dedicata alle macchine, alle attrezzature, ai prodotti e alle tecnologie per l’industria del calcestruzzo, la prefabbricazione e il ripristino delle strutture in calcestruzzo armato, anche in zone sismiche. Anche questo evento è una creazione Mediapoint & Exibitions e aprirà i battenti il 28 aprile 2022. “Un’altra manifestazione in fortissima crescita, la cui edizione del 2020 era stata cancellata a causa dell’emergenza Covid a soli tre giorni dall’inaugurazione. Per testimoniare il nostro impegno e la nostra vicinanza alle imprese, abbiamo dedicato a loro l’evento virtuale gratuito del GIC Online, salutato da un imprevisto successo”. A giugno 2022, invece, si terrà il Pipeline & Gas Expo, la prima manifestazione a livello internazionale dedicata alla “utility construction”, ovvero tutte le aziende che progettano costruiscono e manutengono le utilities, come acquedotti, gasdotti, metanodotti e oleodotti. “Un’altra fiera che era stata annullata nel 2020 – rileva Potestà, guardando al futuro – Si tratta di un altro segmento che non aveva una manifestazione fieristica di riferimento né in Italia né all’estero. Prevediamo anche per questa direttrice espositiva, un notevole interesse da parte di numerosi operatori trasversali a molti settori di intervento”. Fabio Potestà


INTERMODALITÀ E LOGISTICA
ITALA Awards 2021, nel Mare Nostrum del Merito
Del Paese che rappresenta la vera porta del mare d’Europa, il GIS 2021 ha accolto i protagonisti economici. Al termine del primo grande convegno inaugurale della fiera di Piacenza Expo ( “Terminalismo e Logistica fra sfide energetiche e innovazioni tecnologiche”, moderato da Angelo Scorza, direttore di Ship2Shore), sono stati assegnati i premi Itala-Italian Terminal and
Logistics Awards 2021 alle realtà più distintive di un settore strategico per la nostra industria e il nostro commercio in ambito interno e nel rapporto con i sistemi mondiali dei trasporti e del traffico delle merci. Di seguito, elenchiamo i riconoscimenti assegnati. Terminalista portuale: Vado Gateway, per l’efficienza del nuovo terminal container deep-sea del Nord Tirreno (gestito da APM Terminals Vado Ligure Spa), con l’obiettivo di muovere via ferrovia il 40% di container; Inland Terminal: Hupac. Società svizzera di trasporto combinato, fondatrice del terminal di Busto
Arsizio-Gallarate, reiterandone il modello di successo a Piacenza, Pordenone, Novara, Milano e Brescia; Interporto: Interporto Quadrante Europa. Realtà scaligera sempre al vertice italiano e continentale per volumi di traffico merci e per qualità dei servizi. Autorità di Sistema Portuale: AdSP Mar Ligure Orientale (La Spezia e Marina di Carrara).
La prima con giurisdizione interregionale, con un’accorta politica di sviluppo bilanciato di entrambi i bacini portuali. Operatore globale e spedizioniere: Laghezza. Da storica casa di spedizioni e dogana tradizionale a moderno operatore globale attivo in vari segmenti della filiera logistica, con propri automezzi, magazzini, attività di trasporto e distribuzione.
Operatore intermodale e ferroviario: Me-
trocargo. Attivo in Italia e in Francia, autore di un concetto intermodale basato su carico e scarico orizzontale di container e casse mobili su vagoni pianali standard, sotto la linea aerea di alimentazione elettrica. Operatore logistico e Project Cargo: CTS. Un modello esemplare di consorzio composto da una decina di imprese, ognuna con propria specializzazione nell’ambito del trasporto eccezionale, del sollevamento, del montaggio e della movimentazione industriale. Fornitore di macchine,
sistemi ed equipaggiamenti: Terberg-Ma-
nuport. Un matrimonio di successo, quello tra l’azienda italiana e il gruppo olandese, con la grande esperienza in comune nel fornire attrezzature per il sollevamento e la movimentazione merci, ne solco della sostenibilità. Innovazione: Vernazza Autogru. Protagonista a Vado Ligure di un progetto ambizioso per la realizzazione di un polo innovativo della logistica, con operazioni di riconversione e allestimento di un’area dalla storica eredità industriale. Formazione e sicurezza: La Cisa. Da piccola ditta di autotrasporto legata al territorio bergamasco, alla grande movimentazione industriale e logistica interna. Nel segno della sicurezza, con la fondazione, nel 2015,
della Cisa Academy. New Generation: Paolo Scerni (premio alla memoria). Vittima di un tragico incidente mortale, Scerni è l’epigono di un gruppo che ha fatto la storia del cluster marittimo portuale italiano. Ne trasformò la vocazione da marittima a terrestre, creando la Scerni Logistic di Piacenza. Premio alla carriera: Renato Bonfanti. Partito negli anni Sessanta, con le manutenzioni e il revamping di carriponte, Bonfanti ha creato in seguito un gruppo di caratura internazionale, leader nella progettazione e produzione di grandi macchine da sollevamento. Green Energy: Wärtsilä. Specialista finlandese nei sistemi di propulsione e generazione d’energia, ben radicato in Italia, propone oggi soluzioni logistiche innovative e sostenibili nel campo dell’intermodalità. Lady Award: Costanza Musso. Unica donna (tra 25 nomine) insignita nel 2019 del titolo di Cavaliere del Lavoro, amministratore delegato della storica M.A. Grendi (fondata nel 1828), insieme al fratello Antonio e all’ombra della vigile esperienza del padre Bruno, l’imprenditrice genovese ha soffiato sul vento dell’evoluzione delle professionalità, all’interno di un gruppo quasi bicentenario, capace di governare le sfide dei colossali global carrier come operatore logistico integrato e innovativo.
Migliorare e innalzare la produttività assicurando più comfort e sicurezza per gli operatori, garantendo manovrabilità ed efficienza. Sono gli obiettivi fissati da Yale Europe Materials Handling nella realizzazione dei nuovi transpallet con pedana della serie MPX.

L’INTERVISTA Con un pieno a Idrogeno, verso il futuro

Si scrive H2IT e questa denominazione sintetica e di sentore inconfondibilmente scientifico corrisponde all’Associazione Italiana Idrogeno e Celle a Combustibile, costituita nel 2005 come realtà consociativa autonoma che promuove l’idrogeno nelle sue istanze di ricerca tecnologica e nello sviluppo dei sistemi di produzione e di utilizzo per un elemento fondamentale dell’attuale transizione energetica globale. Da sempre H2IT si è posta l’obiettivo di stimolare la creazione delle infrastrutture necessarie per l’impiego dell’idrogeno nella nostra vita quotidiana - nei sistemi di mobilità, ad esempio - e nell’ambito dell’industria nazionale,
INTERVISTA ESCLUSIVA AD ALBERTO DOSSI, PRESIDENTE DI H2IT, TESTA DI PONTE RAPPRESENTATIVA DI UN ELEMENTO CARDINE DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA NELL’INDUSTRIA DEL FUTURO. CON L’ITALIA PROTAGONISTA IN PRIMA LINEA


facendosi portavoce degli attori del settore e assicurando un ruolo di leadership per l’Italia nel mercato mondiale. Abbiamo intervistato il presidente di H2IT, Alberto Dossi, per disegnare, con il suo aiuto, un quadro il più possibile esauriente delle dinamiche di sviluppo dell’idrogeno nelle strategie europee di riforma delle fonti energetiche. Naturalmente, dalle sue parole è scaturita anche la vicenda virtuosa di un’associazione che ha saputo, lungo 20 anni di storia, promuovere e conferire impulso alle azioni di sviluppo dell’idrogeno in Italia e nell’ambito delle politiche europee dedicate alla sostenibilità ambientale.
Presidente, qual è lo stato dell’arte dell’idrogeno nel panorama di trasformazione energetica che coinvolge l’Europa?
L’idrogeno ricopre un ruolo chiave nella transizione energetica, anche tenendo conto dei piani di integrazione alla ripresa economica del nostro Paese. L’Italia può giocare un ruolo fondamentale nella partita europea dell’idrogeno, contando su una filiera industriale già completa e integrata e su centri di ricerca dalla rilevanza internazionale; il fattore chiave dovrà essere quello di un chiaro indirizzo politico che sappia valorizzare le tecnologie verdi secondo il principio della neutralità tecnologica, all’interno di un’azione nazionale coordinata e integrata. H2IT continua ad aggregare competenze per supportare lo sviluppo del settore in Italia; attraverso tavoli di lavoro interni, sta lavorando all’elaborazione delle priorità nazionali di intervento sulla filiera dell’idrogeno relativamente alle necessità del settore sugli aspetti legislativi, regolatori e normativi, con l’identificazione di proposte sia di natura giuridica che economica.
Quale ruolo ha svolto H2IT, nel contesto generale di cambiamento degli ultimi anni?
Dalla sua costituzione, nel 2005, l’associazione è passata attraverso un lungo periodo di rodaggio. Dopo 10 anni, nel 2015, finalmente l’Europa si è svegliata e la Ue ha decretato l’inizio della decarbonizzazione a livello strategico, indicando le tappe fondamentali di una vera e propria transizione energetica attraverso la direttiva DAFI sui combustibili alternativi. Tra biometano e bioGNL, l’idrogeno è rimasto comunque tra gli elementi facoltativi, a discrezione dei singoli stati membri. Come presidente di H2IT, dal 2015 a oggi, mi sono confrontato, a livello nazionale, con ben cinque esecutivi, dal governo Renzi a quello Gentiloni, dai due mandati di Conte fino all’attuale governo Draghi. Oggi, i progressi della nostra azione di impulso si rivelano finalmente significativi. Come associazione, ci collochiamo in una posizione di

collegamento tra la parte industriale della filiera dell’idrogeno e la parte istituzionale della politica e delle decisioni che le competono. Nel 2016 siamo riusciti, in primis, con il varo del Dlgs n. 257 del 16 dicembre, a spingere l’Italia ad accettare la direttiva DAFI anche con l’inclusione dell’idrogeno come combustibile alternativo.
Che progressi ha fatto l’associazione, dalla sua costituzione a oggi e quali direttrici sta seguendo attualmente?
Al momento del mio insediamento alla presidenza, l’associazione contava 20 soci. Oggi H2IT ne comprende 95, con la prospettiva di superare i cento per la fine dell’anno in corso. Possiamo dire che questi cento associati costituiscono l’anima industriale dell’associazione, composta da grandi, medie e piccole aziende del settore. Tutti i comparti sono compresi in questa anima industriale, dai protagonisti della produzione, alle imprese dedicate alla distribuzione, fino alle realtà che si occupano dello stoccaggio, per concludere con le stazioni di rifornimento e con gli utilizzatori finali. All’anima industriale di H2IT si affianca l’anima della ricerca - con il vicepresidente dell’associazione, Luigi Crema, a capo anche del Comitato Scientifico dell’associazione -, un’anima che comprende centri di ricerca primari, le


maggiori università italiane e i cluster tecnologici. Una terza anima, altrettanto fondamentale, è quella europea che ci vede associati a Hydrogen Europe, l’entità che raccoglie la rappresentatività industriale e le istanze di ricerca di tutti i singoli paesi del continente allo scopo di armonizzarne le direttrici sulla via dell’idrogeno.
Che entità di impegno attende il futuro di H2IT, sul fronte della transizione energetica?
Dopo due mandati - e con la soddisfazione di aver guidato nel 2015 il Comitato di indirizzo strategico mobilità idrogeno Italia che portò all’accoglimento della DAFI da parte del nostro Paese -, posso dire, come presidente, di aver portato l’associazione a nuove frontiere di consapevolezza. Questa consapevolezza comprende la necessità che le grandi realtà energetiche nazionali sposino la causa dell’idrogeno per trainare la catena di trasmissione industriale verso l’innovazione che comporta una scelta così fondamentale. Nel luglio scorso è nato finalmente il Piano dell’industria Europea per l’idrogeno (delineato nel report Green Hydrogen for a European Green Deal A 2×40 GW Initiative, ndr.), con una road map alla quale si affianca un piano di investimenti che sarà coordinato, secondo le decisioni della Commissione Europea, dalla Clean Hydrogen Alliance. Si tratta, da oggi al 2030, di un programma che prevede la realizzazione di elettrolizzatori (per una previsione di investimento tra i 24 e i 42 miliardi di euro), con una destinazione importantissima di 220-340 miliardi di euro per aumentare e collegare direttamente agli elettrolizzatori 80-120 GW di capacità di produzione di energia solare ed eolica per fornire l’elettricità necessaria. Gli investimenti negli impianti per la cattura e lo stoccaggio della CO2 sono stimati a circa 11 miliardi di euro. Inoltre, saranno necessari investimenti per 65 miliardi di euro per il trasporto, la distribuzione e lo stoccaggio e per le stazioni di rifornimento dell’idrogeno. Ecco, in questo quadro, l’Italia deve fare la propria parte con il massimo impegno e con un forte senso di responsabilità, soprattutto politico e istituzionale.
Perché l’idrogeno rappresenta un elemento cardine dei programmi eco-sostenibili che l’Europa sta spingendo?
Nella transizione energetica che attende il Pianeta, l’idrogeno ha un ruolo fondamentale. Il problema attuale sono gli impianti di produzione dell’idrogeno, che attualmente funzionano secondo processi di steam riforming dal metano. Poi abbiamo una produzione di idrogeno blu che avviene da combustibili fossili come il gas naturale; in questi casi, l’impianto di produzione è accoppiato con un sistema di cattura e di stoccaggio permanente della CO2 prodotta nel processo. La direzione virtuosa da intraprendere è quella del cosiddetto idrogeno verde, che si ottiene attraverso l’elettrolisi dell’acqua in speciali celle elettrochimiche alimentate dall’elettricità prodotta da fonti rinnovabili. L’idrogeno verde è l’unico a cui l’Europa del Recovery Fund dedica attenzione e investimenti, ma va considerato
il problema essenziale dei costi di questa tipologia produttiva, superiore di sei volte rispetto a quella di derivazione steam riforming; senza contare l’annoso problema italiano della burocrazia dei permessi che concerne le stesse fonti rinnovabili (pensiamo, ad esempio, all’iter accidentato che potrebbe riguardare l’installazione, nel nostro Paese, di una pala eolica, oppure la creazione di un campo fotovoltaico). La risposta a queste problematiche risiede nel coraggio di cambiare, con la consapevolezza che una transizione così epocale non sarà a costo zero ma produrrà benefici a medio termine di fondamentale importanza. A patto che i decisori e le politiche nazionali tengano saldo il timone della rivoluzione energetica.
Ci può offrire una previsione di futuro a medio termine, con l’idrogeno come protagonista della nostra vita sociale ed economica?
La rivoluzione energetica che coinvolge l’idrogeno è una rivoluzione trasversale. Riguarda la mobilità urbana e transurbana - treni e camion a lunga percorrenza innanzitutto -, un aspetto dell’automotive che presenta già, sul fronte dell’idrogeno, risultati di convenienza e di facilità di approvvigionamento notevolissimi. Riguarderà, poi, le fonti energetiche destinate al campo residenziale, e prima ancora all’industria. Se guardiamo al Fit for 55 - il pacchetto normativo pensato per portare l’Europa, entro il 2030, al 55% in meno di emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990 -, possiamo già rilevare che il ruolo dell’idrogeno è considerato importantissimo come vettore energetico del futuro industriale, per un’ipotesi di utilizzo nella misura del 50% di riduzione delle emissioni da combustione. Nello stesso pacchetto, sempre in relazione alla mobilità, si prevedono stazioni di rifornimento dell’idrogeno ogni 150 chilometri sulle reti transeuropee. Nello stesso PNRR, a questo riguardo, è già prevista la costruzione di 40 stazioni a idrogeno sul territorio nazionale e di nove punti di rifornimento per il sistema ferroviario. Si tratta di un inizio che testimonia l’evoluzione positiva di quella stessa rivoluzione energetica che può e deve mettere, con la massima coscienza di necessità, l’idrogeno in primo piano.





8-10 June 2022 Piacenza Italy


