62° Congresso Internazionale Multisala SCIVAC
Sindrome epatocutanea - necrosi metabolica dell’epidermide e dermatosi zinco responsiva: quando la dieta è la terapia Chiara Noli Med Vet, Dipl ECVD, Borgo San Dalmazzo (CN)
David Morgan BSc, MA, VetMB, CertVR, MRCVS,Ginevra, Svizzera
SINDROME EPATOCUTANEA - NECROSI METABOLICA DELL’EPIDERMIDE
profilo biochimico (fatta eccezione per l’ipoalbuminemia) né del quadro ecografico. La glucagonemia è generalmente elevata, ma difficile da determinare. Le lesioni descritte nell’unico caso confermato nel gatto includevano aree alopeciche eritematose ed essudative localizzate ad ascelle, regione inguinale e porzioni prossimali degli arti anteriori. Le lesioni progredivano fino ad interessare l’addome e il torace laterale. Si instaurava un ispessimento cutaneo con formazione di scaglie. Gli esami di laboratorio non rivelavano alcuna alterazione specifica e la diagnosi di adenocarcinoma pancreatico veniva confermata all’esame necroscopico. Nel cane, le principali diagnosi differenziali includono pemfigo foliaceo, lupus eritematoso e dermatosi zincoresponsiva. L’epatopatia può essere confermata ecograficamente. La diagnosi definitiva delle lesioni cutanee è istologica. Nel gatto, le diagnosi differenziali includono timoma associato a dermatite esfoliativa, dermatite indotta da FIV/FeLV e pemfigo foliaceo. La sindrome indica in genere la presenza di una grave malattia sistemica sottostante. In presenza di un’epatopatia, la prognosi dipende dalla causa e dalla gravità della malattia, ma è generalmente infausta. Nel cane può essere di beneficio l’infusione di aminoacidi. In medicina umana, si utilizzano analoghi della somatostatina e antagonisti del glucagone, ma il loro utilizzo non è stato descritto nel cane. Le lesioni sono spesso complicate da infezioni batteriche e da Malassezia secondarie. Entrambe queste condizioni devono essere identificate e adeguatamente trattate
La sindrome epatocutanea è anche definita necrosi metabolica dell’epidermide o, nell’uomo, eritema necrolitico migrante. La malattia origina dalla degenerazione dei cheratinociti epidermici indotta da epatopatie croniche, tumori pancreatici (glucagonoma) o diabete mellito. La causa delle lesioni non è chiara; l’ipoaminoacidemia secondaria all’epatopatia o l’iperglucagonemia indotta dalla neoplasia pancreatica possono indurre un consistente deficit proteico epidermico. Altri autori suggeriscono che una carenza di acidi grassi essenziali o di zinco possa giocare un ruolo nella patogenesi della sindrome. Nel gatto è stato descritto un unico caso confermato di sindrome epatocutanea, secondario a una neoplasia pancreatica. Nel cane, la sindrome epatocutanea colpisce in genere i soggetti anziani. Inizialmente, le lesioni cutanee possono essere l’unico segno clinico presente, mentre in altri casi possono manifestarsi segni clinici sistemici (es., poliuria e polidipsia). Le lesioni primarie sono costituite da vescicole che si rompono facilmente residuando in erosioni, ulcere e croste. Nelle aree colpite si sviluppa ipercheratosi. Le lesioni si osservano più frequentemente nelle aree maggiormente sottoposte a traumi, quali le giunzioni mucocutanee labiali e congiuntivali, le estremità distali degli arti, i gomiti, i garretti e i genitali esterni. È comune il riscontro di ipercheratosi e formazione di croste sui cuscinetti plantari. Istologicamente, le lesioni hanno un aspetto “rosso, bianco e blu”. L’epidermide superficiale è caratterizzata da ipercheratosi paracheratosica eosinofilica e formazione di croste, inoltre si osserva edema e necrosi dello strato spinoso e iperplasia (basofila) delle cellule basali epidermiche. Gli esami di laboratorio possono rivelare un aumento degli enzimi epatici (soprattutto fosfatasi alcalina e alanina-aminotransferasi), una diminuzione dell’albumina e degli aminoacidi sierici, un aumento postprandiale degli acidi biliari sierici, iperglicemia e anemia normocromica non rigenerativa. In presenza di epatopatie croniche, l’esame ecografico può evidenziare alterazioni del parenchima epatico. Le neoplasie pancreatiche possono non indurre alterazioni significative del
SINDROME EPATOCUTANEA: CONSIDERAZIONI NUTRIZIONALI Trattandosi di una condizione infrequente nel cane e molto rara nel gatto, sono disponibili poche informazioni circa il supporto nutrizionale indicato. L’eziopatogenesi non è chiara, ma è probabilmente multifattoriale.1 Nella maggior parte dei casi si osservano alterazioni epatiche istologiche, ma è pur vero che la gran parte dei cani affetti da epatopatie non sviluppa questa condizione! Il fegato ha un ruolo centrale in 395