59a edizione Scivac Rimini - parte1

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59° Congresso Internazionale Multisala SCIVAC

tiva ad 853 ovaristerectomie. Attualmente, è stato accertato che l’emorragia è la causa più comune di morte in seguito a questo intervento nelle cagne di grossa taglia. L’emorragia clinicamente importante si verifica principalmente dai peduncoli ovarici, dai vasi uterini o dalla parete uterina in seguito all’applicazione non corretta delle legature ed in rari casi deriva da vasi che accompagnano il legamento sospensore o sono situati all’interno del legamento largo. Quindi, confrontando ovariectomia ed ovaristerectomia, le probabilità di un’emorragia clinicamente importante dal peduncolo ovarico dovrebbero essere simili. Teoricamente, l’ovaristerectomia comporta un rischio aggiuntivo di emorragia dai vasi del legamento largo e da quelli uterini vicino alla cervice (dove le arterie uterine sono più grandi che in corrispondenza della estremità delle corna e il sanguinamento può essere proporzionalmente più grave). È stata segnalata l’emorragia da rottura dei vasi uterini causata dall’eccessiva trazione sul corpo dell’organo durante l’ovaristerectomia.

Sanguinamento vaginale Le singole legature monofilamento assorbibili intorno al corpo uterino possono predisporre all’erosione dei vasi uterini, con conseguente sanguinamento vaginale intermittente. Pearson ha descritto un sanguinamento vaginale in 11 cagne su 72 (15%), 4-16 giorni dopo l’intervento. Se la perdita ematica diviene grave può essere indicato il tamponamento vaginale o la laparotomia esplorativa. L’emorragia vaginale può anche essere associata ad un’infezione causata da contaminazione durante l’intervento, uso di materiale da sutura infetto o legature trapassanti che penetrano nel lume dell’utero o della cervice. Il vantaggio della legatura dei vasi uterini a livello della punta delle corna dell’organo e della resezione del legamento proprio è che il corno uterino non viene aperto e la sierosa rimane integra. Il sanguinamento dalla vulva nella prima settimana dopo l’intervento non può avvenire. L’unico caso in cui uno degli autori ha osservato una cagna con sanguinamento vaginale dopo ovariectomia è stato quando il chirurgo ha tagliato il corno uterino (e quindi aperto il lume).

Legatura dell’uretere L’ostruzione diretta di un uretere si ha quando questo viene accidentalmente compreso in una legatura. Se, per esempio, il peduncolo viene legato per chiudere la sua base a livello della parete addominale, a causa di un’inadeguata esposizione del polo caudale del rene può venire incorporato il tratto prossimale dell’uretere. Più spesso è la parte distale di quest’ultimo ad essere coinvolta a causa della sua localizzazione vicino al corpo uterino. L’involontaria occlusione da sutura a livello del tratto distale dell’uretere è più comune nei casi in cui una vescica distesa determina una dislocazione craniale del trigono. Okkens et al. hanno riferito complicazioni in seguito ad ovaristerectomia in 109 cagne, ricoverate nell’arco di un periodo di due anni (1977-

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1979) presso la University of Utrecht. Fra questi animali, 18 presentavano segni correlati al sistema urinario. La legatura diretta dell’uretere è stata osservata a livello del peduncolo ovarico in due cagne (11%) e nel tratto distale dell’uretere per legatura uterina in tre (17%). È evidente che le probabilità di legatura del tratto prossimale dell’uretere durante la ovariectomia sono identiche a quelle della ovaristerectomia, mentre la legatura ureterale distale non esiste nella ovariectomia.

Sindrome del residuo ovarico Dopo un’ovariectomia o un’ovaristerectomia in cui le ovaie non sono state rimosse completamente si può avere una ricomparsa dell’estro quando il tessuto ovarico residuo diviene funzionale. Si può sviluppare una circolazione collaterale del tessuto ovarico anche se il complesso arterovenoso ovarico è stato legato e scontinuato. Nella cagna, non sono state segnalate né ovaie ectopiche (tessuto ovarico in sede anormale come il mesentere), né ovaie accessorie che si estendono nel legamento ovarico, mentre sono state rilevate in gatte, bovine e donne. Pearson (1973) ha descritto 12 cagne con estro ricorrente in un gruppo di 72 soggetti con complicazioni dopo ovaristerectomia (17%). Okkens et al. hanno segnalato 109 cagne con complicazione dopo ovaristerectomia, fra le quali 55 mostravano complicazioni di natura ginecologica. La presenza di tessuto ovarico residuo è stata osservata in 47 cagne (43%). Fra queste, 16 presentavano tessuto ovarico residuo bilaterale, 25 dal lato destro e 6 dal lato sinistro. I residui ovarici tendono ad essere più comunemente localizzati sul lato destro. Questa maggiore frequenza dei residui ovarici di destra è stata osservata da altri autori ed è probabilmente spiegabile con una localizzazione anatomica più craniale e più profonda dell’ovaia di questo lato, che ne diminuisce la facilità di osservazione e rimozione. Quando si esegue una ovariectomia, il chirurgo pratica due tagli vicino all’ovaia (peduncolo ovarico e legamento proprio). Si potrebbe ipotizzare, ma questa ipotesi resta speculativa, che vi sia un aumento delle probabilità di residui ovarici in caso di ovariectomia in confronto alla ovaristerectomia (dove si esegue solo un taglio vicino all’ovaia); tuttavia, ciò non può essere confermato dall’esame della letteratura esistente. La maggior parte dei residui ovarici si osserva in seguito ad ovaristerectomia. Ciò può essere dovuto al fatto che questo intervento è la tecnica più comunemente eseguita o perché la laparotomia per l’ovaristerectomia è localizzata più caudalmente, il che rende più difficile l’osservazione dell’ovaia (di destra). La diminuita visualizzazione aumenta le probabilità di una tecnica non corretta e il rischio di residui ovarici. Nella ovariectomia, l’incisione può essere eseguita più cranialmente, evitando questo problema. È possibile prevenire la sindrome del residuo ovarici eseguendo una tecnica chirurgica corretta, indipendentemente dalla metodica utilizzata. È essenziale praticare l’incisione abbastanza cranialmente da consentire la visualizzazione completa, soprattutto dell’ovaia destra. Per ottenere questo risultato nell’ovaristerectomia è necessaria un’incisione più ampia di quella dell’ovariectomia.


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