56° Congresso Internazionale Multisala SCIVAC
Tremori generalizzati o attività motoria nell’animale cosciente: questa condizione è più tipicamente associata ad ipocalcemia o avvelenamento. È importate effettuare un’anamnesi accurata alla ricerca di problemi medici pregressi o insorti recentemente. Gli avvelenamenti da prendere in considerazione sono rappresentati da piombo, micotossine, stricnina, metaldeide, esteri organofosforici, piretrine ed avvelenamento da rifiuti. Il trattamento dell’ipocalcemia si effettua attraverso una terapia sostitutiva con calcio utilizzando calcio gluconato al 10% (0,5-1,5 IV lentamente). Gli animali con avvelenamento in genere necessitano di un’anestesia generale con pentobarbital e lavanda gastrica secondo le modalità descritte. Risveglio da pentobarbital: Spesso, durante il risveglio si ha un’eccessiva attività motoria: pedalamento, agitazione, vocalizzazione e tremori. Durante il risveglio l’animale attraversa il piano di eccitazione dell’anestesia, che spesso viene confuso con una ripetizione dell’attività convulsiva. Per differenziare le due condizioni sono importanti le dimensioni e la risposta agli stimoli luminosi delle pupille. Il piano del risveglio dall’anestesia generalmente presenta pupille di dimensioni normali e reattive. Se è in atto una ripetizione o una recidiva dell’attività convulsivante durante il risveglio, è preferibile controllare le crisi con diazepam o midazolam CRI. Crisi convulsive intermittenti senza risveglio completo del sensorio: Questa forma di stato epilettico si osserva tipicamente nei cani delle razze più piccole con epilessia, in quelli di grossa taglia con epilessia refrattaria ed in quelli con malattie infiammatorie, neoplastiche o infiltranti. Questo tipo di stato epilettico risponde generalmente alla somministrazione endovenosa di diazepam o midazolam e presenta livelli di glucosio normali o elevati. Si raccomandano i seguenti protocolli. Inserire un catetere IV. Somministrare diazepam o midazolam (5 mg/ml; 0,1-1,0 ml IV sino ad effetto nel gatto e 0,1-5,0 ml IV fino ad effetto nel cane). Se l’animale non cessa l’attività motoria con il solo diazepam, si deve prendere in considerazione la somministrazione di una dose di attacco di fenobarbital o l’uso del pentobarbital titolato sino ad effetto – intubare se l’animale è reso incosciente. Si deve effettuare un’indagine anamnestica più dettagliata per ottenere dal proprietario tutte le informazioni relative alla possibilità di un trauma cranico, dell’attività convulsiva pregressa, dei problemi medici precedenti o dell’esposizione a potenziali sostanze tossiche. Se lo stato del sensorio è ancora depresso, si raccomanda il trattamento dell’edema cerebrale secondo le modalità descritte. In caso di necessità si deve attuare un’integrazione con ossigeno. Si effettua un esame ematochimico di emergenza che deve comprendere ematocrito, soluti totali, azotemia mediante strisce reattive, glucosio ed elettroliti. Per rimpiazzare i deficit di perfusione e la perdita acuta da disidratazione si somministra rapidamente una soluzione elettrolitica
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bilanciata per via endovenosa (in presenza di trauma cranico). L’ipoglicemia va trattata con la somministrazione di glucosio alla dose di 0,5 g/kg IV. Il calo glicemico che risponde inizialmente ad un bolo di glucosio e poi recidiva deriva spesso da un insulinoma o da altre alterazioni metaboliche e richiede un’integrazione con l’aggiunta del 1,510% ai fluidi. Se l’ipertermia non diminuisce entro tre minuti dall’anestesia, l’animale va raffreddato fino a che la temperatura rettale non giunge approssimativamente a 38°C. Si effettuano gli esami del sangue e dell’urina
TERAPIA DI MANTENIMENTO PER LE CRISI CONVULSIVE Quando l’animale presenta un aumento della frequenza e dell’attività convulsivante, viene portato alla visita con crisi ripetute ed intermittenti (“crisi a grappoli”), l’attività convulsiva presenta un comportamento bizzarro ed inaccettabile per il proprietario o il soggetto manifesta uno stato epilettico, si impiegano farmaci anticonvulsivanti di mantenimento. Si inizia tipicamente con la somministrazione di fenobarbital (1-2 mg/kg suddivisi bid) come primo anticonvulsivante per via orale. In assenza di una dose di attacco, il raggiungimento dei livelli ematici terapeutici richiede 10 giorni. Dopo la seconda settimana di terapia di mantenimento, si effettua la determinazione del livello ematico di fenobarbital 2-4 ore dopo l’ultimo dosaggio. Tale livello deve essere compreso fra 30 e 45. Se l’animale è refrattario ad un’adeguata terapia con fenobarbital, l’impiego del bromuro di potassio costituisce un’alternativa.
BROMURO DI POTASSIO Il bromuro di potassio (5 mg/kg sid con il cibo) ha un effetto di stabilizzazione di membrana, perché sposta il cloro determinando l’aumento dei livelli ematici di questo elemento. Si può osservare una risposta immediata, ma in caso di necessità, se si osservano più crisi a grappoli, il dosaggio può essere aumentato. Se il cane è già trattato con fenobarbital, il bromuro di potassio si somministra una volta al giorno. Può essere necessario ridurre il dosaggio del barbiturico. Alcuni clinici lo diminuiscono progressivamente fino ad eliminarlo del tutto ed a trattare l’animale con il solo KBr. Lo stato stazionario di quest’ultimo si raggiunge in 4 mesi. I livelli ematici si ottengono in 1-2 mesi. Le concentrazioni ematiche appropriate sono di 1500-2000 mg/ml. Nei cani di piccola taglia può essere necessario un dosaggio più elevato. In caso di barcollamento, diminuire il fenobarbital; in presenza di crisi convulsive, aumentare il bromuro di potassio; se si riscontrano problemi epatici, ridurre sia il fenobarbital che il KBr.