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saggio più basso, ma altrettanto efficace del farmaco. Il cisplatino, un agente chemioterapico ampiamente utilizzato nell’uomo, in uno studio condotto per valutarne l’efficacia in gatti affetti da carcinoma squamocellulare inoperabile ha provocato lo sviluppo di edema polmonare acuto e mortale. Attualmente, il farmaco non deve essere utilizzato nella specie felina. L’applicazione topica di un analogo pirimidinico, il 5-fluorouracile (5-Flu) (in crema al 5%) è stata associata a neurotossicosi irreversibile in un gatto. In questa specie, come nel cane, la somministrazione di 5-Flu si accompagna a discrasie midollari e lesioni gastroenteriche.
ANTIELMINTICI Il gatto appare estremamente sensibile agli effetti tossici degli organofosforici e, benché la ragione dell’ipersensibilità non sia nota, sembra riguardi sia le forme di tossicità acuta che cronica. Gli episodi acuti sono simili alla sindrome che colpisce il cane e sono caratterizzati da miosi, defecazione, minzione, vomito, fascicolazioni muscolari, convulsioni e morte dovuta a paralisi respiratoria. L’intossicazione viene trattata con anticolinergici (ad es. atropina o glicopirrolato) e una terapia di sostegno. La forma cronica o ritardata di tossicità da organofosforici rispecchia la degenerazione assonica. Anche esposizioni limitate a questi prodotti possono provocare questa forma di tossicità le cui manifestazioni non appaiono evidenti prima che siano trascorsi diversi giorni o settimane dal trattamento. I segni clinici comprendono paresi o paralisi, che ha inizio in sede periferica e progredisce verso il sistema nervoso centrale. Il malathion è un organofosforico approvato per l’uso nella specie felina. I collari antipulci impregnati con dichlorovos sono stati associati all’insorgenza di dermatiti da contatto e devono essere utilizzati con cautela in particolare nei soggetti debilitati. Il gatto risulta anche molto sensibile agli effetti degli idrocarburi clorurati il cui uso è controindicato in questa specie. I segni clinici comprendono comportamento apprensivo e bellicoso, iperestesia, ipersalivazione, convulsioni e morte e si possono manifestare immediatamente dopo l’esposizione o a distanza di alcune settimane. Il decorso clinico può essere protratto poiché queste sostanze tendono a depositarsi nel tessuto adiposo. Il trattamento si limita a bagni per rimuovere i residui del farmaco, lavanda
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gastrica, sedazione con anticonvulsivanti appropriati e riposo in un ambiente tranquillo. È necessario sostenere la funzionalità renale poiché questi prodotti vengono escreti principalmente per via urinaria.
FARMACI DIVERSI Nella maggior parte delle specie, i prodotti fenolici vengono escreti principalmente in coniugazione ad acido glucuronico, mentre nel gatto vengono metabolizzati in chinoloni che si accumulano fino a raggiungere concentrazioni tossiche. L’esaclorofene è un derivato fenolico contenuto in diversi saponi germicidi utilizzati nei clismi o per la pulizia chirurgica. L’uso di questa sostanza nel gatto, in particolare nei gattini, può essere associato a vomito, depressione, atassia e iperreflessia che successivamente evolve in iporeflessia e paralisi flaccida. Il trattamento prevede la rimozione del farmaco (con bagni, lavanda gastrica e purganti) e una terapia di sostegno. In un gruppo di gatti da laboratorio che vivevano insieme è stata segnalata un’intossicazione provocata da un composto dell’ammonio quaternario contenente cloruro di benzalconio, che veniva utilizzato per la disinfezione giornaliera. I segni clinici comprendevano scolo nasale e oculare, ulcere linguali, insufficienza respiratoria e disidratazione. Gli autori hanno ipotizzato che le abitudini di toelettatura del gatto siano state all’origine dell’intossicazione in seguito ad ingestione della sostanza. L’alcool benzilico è un fenolo che viene spesso utilizzato quale conservante per un gran numero di prodotti biologici, farmaci e liquidi. L’effetto tossico deriva dall’accumulo di un metabolita della fase I, l’acido benzoico. Nel gatto sono stati segnalati casi di intossicazione dopo avere somministrato 50-100 ml/kg di soluzione di Ringer lattato contenente alcool benzilico all’1,5%; inoltre la tossicità si può manifestare anche con dosaggi minori. I segni clinici e quelli rilevati sperimentalmente comprendono atassia, iperestesia, fascicolazioni, coma, convulsioni, insufficienza respiratoria e morte. L’acido benzoico viene utilizzato quale conservante negli alimenti per piccoli animali e, benché di solito sia presente in dosi non nocive, sono stati osservati casi di intossicazione nei gatti che ne avevano assunto 0,45 g per kg di peso oppure che erano stati alimentati con diete contenenti la sostanza in concentrazione pari o superiore allo 0,2%.