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A COSA SERVE IL DESIGN THINKING?
È una delle prime domande che le persone si pongono quando sentono parlare di design thinking.
Il Design Thinking ci aiuta a creare soluzioni innovative nel nostro mondo di oggi attraverso il suo approccio incentrato sull’uomo e a risolvere i problemi che le persone devono affrontare. È quindi adatto a un’ampia gamma di sfide e viene utilizzato al meglio quando si desidera:
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• Ridefinire il valore.
• Migliorare l’innovazione incentrata sull’uomo.
• Migliorare la qualità della vita.
• Cambiare mercati e comportamenti.
• Adeguarsi ai rapidi cambiamenti sociali e/o di mercato.
• Reinventare i modelli di business.
• Risolvere sfide sociali complesse.
• Sviluppare prodotti/servizi sostenibili e duraturi
Definizione
“Design thinking is a process for creative problem solving.”
Il Design Thinking è un processo di Creative Problem Solving che mira ad incrementare innovazione e creatività.
Gli ambiti di applicazione sono innumerevoli, in qualsiasi caso il cliente può beneficiare di soluzioni personalizzate, utili e quindi di alto gradimento; per l’azienda si tratta, invece, di un’ottima opportunità per fidelizzare i propri clienti ed assicurare maggior successo al proprio business.
È un modello che può essere applicato in molti contesti e che porta ad avere delle idee e delle soluzioni estremamente personalizzate e non replicabili. Questo approccio combina insieme:
• quanto è desiderabile dal punto di vista umano
• quanto è fattibile dal punto di vista tecnologico
• quanto è sostenibile dal punto di vista economico
L’approccio del Design Thinking porta con sé diverse fasi ma l’aspetto cruciale è comprendere che si hanno degli step di divergenza e convergenza. Fare ricerca ci aiuta a esplodere il problema, per raccogliere le informazioni e capire cosa è davvero necessario e utile per risolvere il problema ci sono strumenti che ci aiutano a convergere: Personas è uno di questi
Persone Al Centro Con Personas E Lean Personas
“Cosa succede se il cliente vuole ...”, non sembra ma progettare iniziando con questa frase non porta sicuramente a dei buoni risultati. Anche il miglior progettista può cadere in questo errore e lo sviluppo di personas può essere estremamente utile per il team di progettazione proprio per evitare di partire con il piede sbagliato.
Alan Cooper parla di “Elastic User Syndrome” nel suo libro The Inmates Are Running the Asylum e per ovviare a questo problema ha inventato personas. La Elastic User Syndrome si manifesta quando le figure coinvolte nella progettazione, si lasciano influenzare dai propri limiti personali per prendere delle decisioni progettuali, spesso tramite frasi che iniziano con: “Cosa succede se il cliente vuole ...”.
La presenza di personas ben sviluppate aiuta ad allontanare tali idee dannose per il progetto, fornendo uno strumento che serve da linea guida per tutto lo sviluppo, un faro a cui riferirsi nei momenti di offuscamento o sconforto progettuale.
Si comprendono a pieno personas e la loro importanza quando il progettista non si chiederà più “Cosa succede se il cliente vuole ...” ma “Cosa succede se Carlo vuole...”. Ovviamente Carlo sarà il nome del profilo sviluppato.
Per capire meglio è necessario fare un passo indietro.
Come si costruiscono personas?
La teoria ci insegna che tramite una ricerca qualitativa e quantitativa si raccolgono informazioni che consentono di delineare le personas per il progetto. Dopo un’attenta analisi, si incrociano i dati delle due ricerche e si inizia con la loro creazione.
La ricerca sull’utente fa parte del processo di Design e sono molti gli strumenti che si possono utilizzare, per esempio interviste, questionari, dati, customer feedback. Personas sono il risultato di ciò che abbiamo appreso durante la fase di ricerca. Solitamente questa ricerca è lunga e costosa ma il più delle volte è necessaria.
Ma non esiste un modo più veloce e snello per crearle?
Secondo Jeff Gothelf, autore del libro Lean UX, la risposta è sì. E non poteva essere altrimenti, proprio perché è errato pensare che questo sia l’unico modo per svilupparle. Inoltre, c’è la tendenza a considerare intoccabili le personas realizzate con il metodo tradizionale, a causa del lungo lavoro fatto per plasmarle.
In Lean UX il processo viene stravolto: invece di trascorrere mesi sul campo per intervistare le persone, si utilizzano workshop con gli stakeholder del progetto per creare proto-personas.
Si ricorre alle proto-personas quando la fase di ricerca risulta difficoltosa, per vari motivi: budget, risorse, tempo, etc…

Le proto-personas create non sono dei concetti scolpiti nella pietra, statici e freddi; al contrario sono uno strumento strategico, dinamico e smart che si adatta alle informazioni che man mano raccogliamo nella fase di ricerca.
Quanto tempo per fare personas?