"Corrente", anno II, n.22, 15 dicembre 1939

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Numero Catalogo

15 DICEMBRE 1939-XVIII

CORRENTE

UN NUMERO C. 50 ABB. ANNUO L 10

di

ANNO II - N. 22 C.C. P. N. 3/4504

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PERIODICO QUINDICINALE D1 LETTERATURA - ARTE - POLITICA • FONDATO E DIRETTO DA ERNESTO TRECCANI SOMMARIO. — CORRENTE: Continuiià — ERNESTO TRELCAN1: Anticipi — RAFFAELE DE GRADA: Avvio alla. Mostra — Gli artisti: Gigi Broggini, Nino Franchina, Filippo Tallone, Antonio Filippini, Piero Martina, Hiero Prampolini, Mauro Reggiani, Santomaso, Bruno Cassinari, Pericle Fazzini, Renato Guttuso, Orfeo Tamburi, Mario Mafai, Mirco, Afro, Domenico Caputi, Giacomo Manzù, Luigi Montanarini, Fausto Pirandello, Genni, Domenico Cantatore, Gabriele Mucchi, Aldo Salvadori, Fiorenzo Tomea, Sandro Cherchi, Lucio Fontana, Gastone Panciera, Arnaldo Badodi, Renato Birolli, Giuseppe Migneco, Italo Valenti.

ANTICIPI

C ONTINUITÀ La comune opinione vuole che ogni giovane che si svegli alla vita delle idee, sia portato per naturale tendenza di gioventù a reagire rispetto all'opera e alla cultura della precedente generazione, i cui rappresentanti, anche i migliori, si conducono attraverso le più varie esperienze verso la legittima pacificazione delle più affaticate antitesi. Perciò alla polemica interna di una generazione si sostituirebbe in certi fondamentali periodi un contrasto di « giovani » e di „ rwaturi » (preferiamo questa brutta parola a quella di « anziani » o di « vecchi »), assicurando coli alla storia della cultura la sua dialettica. Tale superficiale opinione è tuttavia sufficiente per ogni tentativo dei « giovani » di coordinare i propri interessi ideali, allorchè in essi si accende il desiderio di accogliere stretti per mano la poesia delle idee che l'intima monotonia della vita distilla tuttavia con prodigalità commovente. Così l'arte dei « giovani », la letteratura dei « giovani », il pensiero dei « giovani » trovano presto la compiacenza di chi la sa lunga, di chi a suo tempo le disse grosse, dipingendo, scrivendo, disegnando, imparò poi dalla vita a velarle finchè gli avversari crebbero coi veli ed egli fini per non più riconoscerli, gli avversari di

ieri, dal sè stesso d'oggi. I « giovani » godono cosi di quella compiacente tolleranza con la quale i « maturi » o meglio ancora (siamo cattivi) gli « arrivati » sembrano dire: « Il tempo e la vita t'insegneranno a guardare con ammirazione le cose che noi oggi facciamo e che tu osi criticare ». Ed i migliori sembrano aggiungere: « Anche noi ieri facemmo come voi, con più vigore perché eravamo destinati a quella grandezza che oggi ci appartiene e che forse voi non conoscerete mai ». Cosi pacificati gli animi non si mancherà di blandire i facilmente domabili, di prendere a scappellotti i più riottosi. Il nostro timore che l'opinione credesse che il nostro Giornale fosse l'ennesimo foglio di giovani disposti a schierarsi in una tanto facile polemica c'indusse a cambiare « Vita Giovanile » in « Corrente » per la convinzione nostra che la polemica d'arte tuttora in corso non è tanto opera di due generazioni che si affrontano, quanto piuttosto l'azione dell'incombente equivoco tra il vero e legittimo svolgersi della tradizione di modernità e l'inquietante adattamento dei « moderni per rassegnazione i, ad un clima d'arte ormai ben chiaro.

rente sia cresciuta quotidia- sto mese di dicembre, con la namente dallo stesso trava- mostra nazionale che illuglio delle sue incertezze, da striamo, si anticipa l'attivicollaborazione spontanea, tà del 194o: dodici mostre con la progressione d'iner- che Corrente curerà in quezia propria di quanto è ve- sta stessa Galleria P. Granramente necessario. de a cui ci lega per l'an.naCosì in breve Corrente è ta la fiducia riposta nel nodiventata qualcosa di più stro orientamento critico. che un periodico inteso nel Nel campo letterario, le senso delle sei pagine a cui edizioni : quaderni di polisi consegna uno scritto; il tica e di letteratura, monofoglio che quindicinalmente grafie di artisti, scelti nei licenziamo al lettore è or- limiti di una stretta e premai una testimonianza cisa necessità. Infine, audito ove convergere le nuo- stampata a mo' di bolletti- zioni di musica contempove attività culturali. Pro- no del nostro lavoro di este- ranea. gramma ambizioso, quasi sa attività culturale. Con questo ci avvicinereIl 1939 ha dato la prima mo a realizzare quanto ci è inconfessato, affrontato con mostra di gruppo limitata più caro : lo ricerca di una chiusa modestia. Possiamo dire che Cor- ai soli artisti milanesi; que- espressione.

La seconda mostra di Corrente ci conduce a parlare del nostro lavoro di due anni, come testimonianza dovuta. Perchè le circostanze hanno dato ai limiti della nostra funzione altra misura (di fronte al giornalismo antologico e informativo), e una responsabilità diversa ci siamo assunta. Questo foglio è nato due anni or sono per colmare una mancanza : quella di non avere a Milano un pun-

L'arte moderna in Italia è nata quando un audace movimento teorico, il futurismo, ha voluto dar coscienza agli artisti italiani che la volontà della ragione e non soltanto le qualità istintive, nelle quali si beò ìl naturalismo ottocentesco, insegna la strada della grande arte. Il comune interesse ideale disfece il regionalismo ottocentesco, ed il movimento affermatosi come nazionale annullò gli schemi del cultore d'arte solito a distinguere, e senza nessun dubbio legittimamente, un'arte « toscana » da un'arte « lombarda », un'arte « veneta » da un'arte « piemontese » o « napoletana ». Quando il rapporto fra le scuole regionali fu distrutto, non si tardò a ristabilire su più larga scala il rapporto, sul piano internazionale. D'allora la fioritura degli antecedenti della pittura moderna; d'allora la rivalutazione in Italia di quell'ot-

Brneeio Treccanl

AVVIO ALLA MOSTRA Con la prima Mostra di Corrente, dell'anno passato, abbia-

tocento europeo che nel Rinascimento italiano trova le prime origini. Si credeva tutti che tali cose fossero mo voluto rilevare la continuità ormai tanto chiare da non dover essere mai più oggetto di discussione. Si credeva tutti che la storia del- di una tradizione moderna a Mil'arte « pura » ovverosia di quell'arte che legittimamente si chiama moderna italiana ed europea, perché lano che, in quest'ultimo venl'arte italiana ha donato e dona all'Europa e dalla stessa Europa naturalmente riceve, avesse ormai su- tennio non ha conosciuto riposo perato ogni possibilità di discussione. Il nuovo problema semmai si stabiliva nell'accertare se il processo d'avanguardie, adagiamenti ardi purificazione dell'arte moderna fosse ormai giunto alla sua perfezione; perciò, conquistata la sicurezza cheologici o passatisti. dei termini, con gli elementi pittorici e plastici guadagnati in quest'ultimo secolo, non poteva tardare a spiegarsi il nuovo grande discorso narrativo. La perfezione e la purità del mezzo espressivo non può tanto indugiarsi ad echeggiare il senso metafisico di sè stessa; essa prelude al concerto degli elementi che viene accolto da noi con.e dimostrazione della ritrovata drammatica della vita oltre le stanchezze liriche ed i riposi naturalistici. Con questa fiducia, che tante esperienze ci confermavano, si parlò di « realismo ». E questo sì, era

un problema che sopratutto preoccupava noi giovani, perché condizione delle nostre certezye spirituali era un libero esame di quella « realtà » che si andava creando intorno a noi, « realtà » che noi dovevamo conquistare con le nostre forze per sentirla veramente nostra, senza incertezze. Anche se soltanto alcune fortunate generazioni sono chiamate a compiere le rivoluzioni spirituali, tuttavia ogni giorno esse si continuano per opera specialmente dei nuovi venuti, i giovani, che debbono sentire come opera loro la civiltà che vivono. Un problema di « realismo », certamente (ma non nel senso « naturalistico » che acquistò la parola nelle varie epoche) era essenzialmente il nostro problema. Perchè prima di affrontare il discorso a cui ci crediamo chiamati, è indispensabile che tutti gli aspetti della realtà che stiamo vivendo ci siano chiari e assolutamen'e nostri. Soltanto a quel patto potremo esprimere questa realtà e prevedere i logici sviluppi. Ma, ahimè, in questi ultimi tempi troppi vessilliferi dell'arte moderna abbassarono le insegne. La reazione ottocentesca o stupidamente neoclassica stava all'agguato e non si lasciò sfuggire l'occasione di riconquistare troppe posizioni perdute. Ma ciò che sopratutto ci parve un segno grave per le sorti dell'arte moderna fu il definitivo collasso ii molti di coloro che ebbero il merito venti o trent'anni or sono di aprire il cammino alla rivoluzione pittorica letteraria musicale e plastica. Stanchezza? Oppure avevano essi la maschera ieri, oppure essi si mascherano oggi? Siamo convinti che soltanto coloro che tengono oggi alta la bandiera della modernità sono stati ieri sinceri. Le malinconie non ci piacciono, e tanto meno vogliamo credere allo scettico imborghesimento dei cinquant'anni che avrebbe giocato troppi brutti scherzi. Ci proponiamo perciò in tutta modestia una obiettiva revisione di quei valori che ci piacque ieri esaltare o trascurare. Ci auguriamo che vogliano aiutarci in questa opera alcuni di quelli che consideriamo i creatori di quell'arte e di quelle idee delle quali viviamo. Sarà questa la migliore prova del nostro rispetto e della nostra ammirazione per quelli che ci hanno aperto un mondo che noi vogliamo ad ogni costo sia mantenute), accresciuto e, quando occorra, rinnavato. CORRENTE

Da Tosi Carrà MarusEig Marino Martini e gli altri giù fino ai giovanissimi Valenti Migneco Badodi attraverso il passaggio di Mucchi Cantatore Tomea e d'altra parte Birolli, la vita artistica milanese non ha conosciuto soste nella sua tensione verso l'edificazione di un'arte moderna italiana, dove la novità espressiva si accompagni all'adesione culturale ai problemi eterni dello spirito. Concluso per un momento un

programma, la seconda Mostra d; Corrente ha voluto quest'anno fissare l'attenzione culturale italiana su quelle forze delle generazioni che vengono dal 1900 in poi, che ci appaiono essenziali, se non tutte sul piano dell'arte in assoluto, almeno come indicazione di fatti spirituali. Ciò vale naturalmente come tendenza, inquantochè per ovvie ragioni di spazio e ancor più per dare un'idea critica compiute degli artisti esposti (raccogliendo un numero sufficiente di lorc opere) abbiamo escluso quei nu• merosi che si rifanno, sia pure con chiara personalità, ad ur modo d'arte qui dentro rappresentato già lodevolmente. Si potrebbe obbiettare specialmente in due modi a prropo. sito di questo genere : prima ri•

vendicando all'arte l'indifferenza al passaggio di generazioni, essendo quello dell'arte un valore assoluto, come lo spirito stesso. In secondo luogo accusandoci di eclettismo oppure di faziosità critica per aver rivolto i nostri interessi a modi diversi oppure per aver trascurato alcuni fatti dell'arte italiana nei suoi nuovi impulsi. Riferendoci a quanto abbiamo detto sopra ripetiamo la nostre convinzione profonda nella storicità anche riguardo ai fatti dell'arte. Di tempo in tempo cambia non soltanto l'impostazione estetica dei problemi, ma anche la naturale disposizione nell'accoglierli; tanto che capita ogni momento osservare come l'artista appartenente a una determinata generazione non sappia liberarsi altro che a prezzo di una vasta cultura dalla sensibilità particolare alla sua formazione nel giudicare l'arte dei più giovani o dei più anziani di lui. Questa coscienza storica ci salva da pessimismo invitandoci a considerare non soltanto l'arte in assoluto (tanto poca purtroppo), ma anche le diverse forme di tendenzialità all'arte che hanno valore se vivono nel campo dello spirito.

germinazione spontanea. Con ciò si rientra nel naturale concetto di un superiore «realismo» che accoglie per esempio tutte queste diverse forme d'interpretazione spirituale che noi qui abbiamo raccolte. E questa la nostra Corrente, quella che si deve formare spontaneamente per un naturale impulso storico alla successione spirituale della cultura nelle sue diverse manifestazioni. Essa ripudia l'equivoco morale (« giocare » all'arte e alla cultura è redditizia funzione delle inaffie dello spirito), cosl come ripudia l'astensionismo egoistico di chi vorrebbe un monachesimo moderno con sacrilego rinnegamento dei valori della vita In questa nostra Mostra constatiamo le forme d'arte giovane (anche se molti sono di una gioventù matura) che amiamo perché storicamente giustificate; il nostro gusto e il nostro sentimento ce le indicano, la nostra ragione le ritrova. Abbiamo escluso certi giovani che posano a commendatori, che disdegnano la compagnia dei più giovani, anche se meritevoli. Li pro poniamo per la Legione d'Onore. Siamo lieti di poter condurre il visitatore dalla vivace spiriDi fronte poi alle eventuali tualità degli ospiti della prima accuse di eclettismo o di fazio- sala all'unità del grunpo romasità invitiamo a considerare il no, che si nutre di memoria e di nostro concetto di una aristocra- ripensamento d'immagini, alla zia spirituale che non può pre- sobria impostazione del gruppo tendere d'incidere aprioristica- milanese della quarta sala, alla mente su una cultura, ma deve rivoluzionaria vitalità dei milada questa stessa cultura nascere nesi della quinta. siccome il fiore dalla terra per Raffaele De

Grada

P RENOTATE Il NOSTRO ALMANACCO


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