"Corrente", anno II, n.1, 15 gennaio 1939

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di PERIODICO

Vita Giovanile

Q UINDICINALE

DI

LETTERATURA - ARTE - POLITICA

Fondato e diretto da ERNESTO TRECCANI C. C. POSTALE N. 3-13799 A BBONAMENTO ANNUO L. 10 UN NUMERO CENTESIMI

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CITTÀ NEIL' ISOLA

SUM\l.\RIU — 1)tutut : Città uell'isola -- Ci.,1 'uio IIFL1Nr,cKuI : Pratica attuazione del nostro razzismo - SutM.t : Economia nazionale e mercato mondiale — ERNsr : Filippiche in sedicesimo — ROpERTO REBURA : Per i tre discorsi di Bontempelti — V.: Se,gnalaziont — .1NCELo BARILE: A mio padre (poesia) — DINo 1)E), Bn : Fuochi del bivacco -- ATYONSO G1TTo: .Sera a San Miniato al Monte (poesia) — (iIANSIRO 1'ERRAr.%: Lc Ferie Crociane — LUIGI BARTOLINI : Diario — AI.wwRTu L.ATTeA»A: Qnadernetto — tTMl'SO 1411.1.0N10 : Certa critica — RENZO Gl'ASCO : Arturo Martini — SOMMARIO 2935.

A NNO

II

-

15 GENNAIO

1,V

MILANO

NUMERO

I

1939 - A. XVII

PRATICA ATTUAZIONE DEL NOSTRO RAZZISMO

Un tempo le isole erano le antiche terre felici. E piaceva immaginarne gli abitanti come eterni sognatori sotto il cielo Con quella rapidità — propria del temdi fronte al mare o come nomadi cavalpo nel quale viviamo e del fascismo nel catori dalla vita selvaggia, con aggiunto quale crediamo come nell'unica dottrina un poco di brigantaggio a render più fieri politica oggi vera — per cui, scelta una i loro sguardi oscuri. via, la si percorre senza esitazione, traSenza dubbio tra le isole la Sardegna ducendo in atto meditate conclusioni teoveniva assegnata a questa seconda ca- riche, — gl'insegnanti ebrei sono stati tegoria. Famosa per i suoi costumi e comandati di lasciare le scuole e dai libri per l'altera severità delle donne, questa d'autori ebrei è stata ordinata l'epuraterra tutta romana agli Italiani d'un zione della coltura nazionale (per la cui altresì circa tempo piaceva, ed a molti tra gli stra- bonifica sono stati proibiti ariani spirituald'autori libri nieri di oggi piace ripensarla solamente duecento mente lontani dalla nostra mentalità — cosi. segno ch'è già in atto quel razzismo moOggi noi ancora crediamo fermamente rale del quale facevamo motto nell'ultiche siano davvero le isole antiche terre mo numero del giornale —): s'è giunti felici. E non solamente per quella pro- insomma alla fase applicativa delle leggi fonda carezza del mare, ma per motivi sulla razza e su gli ebrei. ulteriori ed argomenti del tutto nuovi. Non faremo un'esaltazione di tali legAppartenendo alle generazioni fasciste gi. Le leggi non si esaltano. S'eseguono. degli Italiani noi siamo sopratutto con- Esaltare una legge significherebbe — imvinti d'un sicuro incanto del lavoro, di plicitamente — arrogarsi il diritto di ditornasse di prouna sua armoniosa bellezza, che mai nes- scuterne un'altra che non e ciò non bisogna fare gradimento: prio sun sogno riuscirà ad eguagliare. Irragin questa sede. giungibile destino di questa nostra età: Vogliamo, invece, affrontare, sempre cresciuti col Fascismo, vincolati alle sue nel tema, un argomento che ci sta molto fortune ed ardenti della sua stessa pasa cuore. sione, già sette città abbiamo noi visto Vogliamo ricercare le possibili cause fondare. E l'ultima nel cuore dell'isola, della questione di coscienza — come la come uno splendido pegno di riconoscen- si è voluta chiamare — dei fascisti in za a questa terra che fu per sempre politica e in religione cattolici (r). fedele. Si sa esservi stato chi, non appena in AI di là dei risultati politici, e cioè Vaticano (motivata da una formale e della iniziata soluzione autarchica d'un d'altronde inevitabile affinità di lessico) problema che non aveva sinora mai ces- sorse la preoccupazione che l'Italia, per sato di tormentare la Nazione, a noi pia- dare forma sistematica alla sua concece constatare quest'altro lato profonda- zione razziale, fosse stata alla scuola del posizione d'atmente umano di Mussolini che fonda le Rosemberg (2), si mise in così, a priori afcontro, chi per tacco, e, città. Carbonia è l'ultimo dono che egli fermò non dovere un imperativo impreabbia sinora offerto agli Italiani: ed inscindibile della coscienza imperiale inciterviene una perfetta mirabile corrispondere sulla coscienza religiosa, per traladenza tra il popolo, che gli consegna i sciare qualcuno che, avendo forse sopratrisultati più certi della sua intelligenza tutto in animo di dare una pedata alla e del suo lavoro, ed il Duce che nel mo- morale cristiana credette opportuno di do più romano ne esalta l'agire, traccian- soffermarsi a discutere sull'eventuale indo il solco e dando vita alla città. troduzione da noi dell'eugenica negativa (3) rivelandosi con ciò, come apertaA noi, che viviamo nelle città già da secoli costruite ed alle quali solamente mente il 25 novembre osservò Starace, Roma da diriusciamo ad affezionarci per un amore parlando a gerarchi giunti in visitare la Mostra per verse provincie non mai spento delle nostre memorie, autarchica del minerale, « pericolosamenpiace per un momento ripensare alla tete inquinato da teorie proprie del giunerezza quasi infantile di questi lavora- daismo ». tori per la loro nuovissima città, all'orNoi che ci siamo sforzati — in due goglio di saperla nascere unicamente perprecedenti articoli — di penetrare l'eschè se la sono meritata, all'istante ogni senza latinamente e cattolicamente ortogiorno stupendamente rinnovato nel qua- dossa della professione razzista dell'itale risaliranno essi dalle miniere sprofon- liano — ch'è come dire: se in un razzidate nel seno della terra ed alzeranno fe- smo gli italiani debbono credere, questo lici gli occhi ad ammirare quel sole che razzismo ha da intendersi come un razasseriamo illumina la loro città; e bimbi in essa as- zismo tutt'affatto speciale —, che, a nostro modesto avviso, la subito sai presto vedranno la luce e come ameq uestione di coscienza soltanto riguarda ranno questo nome della loro città, che l'attuazione pratica del nostro razzismo: ogni momento ad essi dovrà rammentare precisamente, in materia matrimoniale. la fatica dei padri nel ricordo consacrato In seguito alle recenti disposizioni, infatdal loro lavoro! ti, la legge civile non riconosce valido il Carbonia è sbocciata all'esistenza cosi, matrimonio religioso del cattolico di razin virtù della fatica del popolo e dell'im- za non ariana. menso cuore del Duce, come son nate le Non v'è dubbio che quanto prima lo sei città sorelle che l'hanno preceduta. E Stato troverà la formula risolutiva del mentre un giorno sono state rigenerate le problema che verrebbe a restaurare il zolle ed il miracolo s'è compiuto dov'era d ualismo tra legge matrimoniale religiosa e legge matrimoniale civile così brilun tempo la deserta palude di vedere lantemente eliminato mediante il Trattainfine germogliare le messi, ecco che gli to del Laterano (i i febbraio 1929, VII), uomini strappano oggi con fiducia alla di cui s'approssima il fausto decennamaterna terra i suoi più nascosti tesori. le (4), in base al quale « le relazioni tra Questo è il significato più grande di Stato e Chiesa venivano poste sul terreCarbonia e delle successive fondazioni di no d'una cordiale collaborazione che ha q ueste sette città: da solo l'individuo dato e darà sempe più i suoi frutti » non vi riesce, occorre per tali conquiste (Mussolini: Discorso ai vescovi e sacerdoti radunati a Palazzo Venezia, 9 gennaio la concordia operosa del popolo ed un 1938-XVI). amore che ve l'inspira. grande Sennonchè, aggiungeranno quanti del Didibi

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SI PUBBLICA

Trattato del Laterano non mostrarono d'essere troppo entusiasti proprio mai : « V'è dell'altro: la Chiesa intende immischiarsi nelle faccende dello Stato; oltre a ciò difende gli ebrei ». E qui è il caso di chiarire un doloroso equivoco. Ha detto il Pontefice: « Non può negarsi che nel genere umano non vi sia luogo per le razze speciali, come per tante diverse variazioni, e per molte nazioni, quantunque si debba dire che gli uomini sono innanzi tutto una sola grande, universale razza » (Discorso agli alunni di Propaganda Fide, 29 luglio 1938-XVI). La Chiesa non intende, quindi, immischiarsi nelle faccende dello Stato, quando questo si risolva di difendere e di potenziare la purezza di sangue con mezzi moralmente leciti, consoni cioè al diritto naturale. La Chiesa condanna il razzismo esagerato (che vuole la steriliz-

zazione, la segregazione degli antisociali, il certificato prematrimoniale), la politica — insomma — su basi zoologiche; ammette che uno Stato, come oggi l'italiano desideri d'evitare il fenomeno del mulattato, della creazione nelle colonie di una razza mista europeo-africana (nè europea, nè africana; epperò — d'istinto — apolida): fenomeno non contrario di per sè al diritto naturale, ma doloroso dal punto di vista della sicurezza dello Stato, che, per il bene comune, può, come in ogni consimile caso, limitare il diritto naturale. Ancora, alla Chiesa poco importa che gli ebrei siano in uno Stato, considerati, se non stranieri soggetti, ospiti in dovere di riconoscenza, e che contro l'antinazionale e antiuniversale cosmopolitismo ebraico s'intervenga politicamente. La Chiesa non difende gli ebrei. La Chiesa non difende nessuno. Claudio Beliagardi (cont. a pag. 6) turn

in sedicesimo

Economia nazionale e mercato mondiale Una volta tanto non vogliamo ragionare per via di principi ma per via di immagini. Seguendo il primo procedimento su tre idee avremmo basato il nostro argomentare: sulla idea della vita e sui principi unitario e di interdipendenza; col secondo, pur avendo queste tre idee sempre presenti, compareremo la grande realtà dell'Economica, l'economia nazionale con un'altra grande realtà della scienza, la realtà « uomo ». E cominceremo col dire che fra queste due realtà esiste un parallelismo perfetto di struttura di funzionamento di vita. Fondamento dell'organismo umano è la cellula; sappiamo come esistano diverse razze di cellule, come associandosi esse formino gli organi, come l'insieme degli organi costituisca l'organismo, e come q uest'insieme porti in sè la vita, sia animato e governato dallo spirito, funzioni e si adatti secondo quelle leggi che gli permettono il suo sviluppo optimum. Nell'unità e nell'armonia quest'entità vive e progredisce. Passiamo ora all'altra realtà. Fondamento dell'organismo economico é l'impresa; esistono diverse specie d'impresa, associazioni di imprese (organi economici), le quali, assieme alle prime, formano l'organismo economico. Proprio come nell'organismo umano, a proposito delle diverse razze di cellule e per quel che riguarda gli organi, avvengono fra q ueste diverse specie di imprese scambi fecondi; gli organi economici contribuiscono a formare un tutto armonico, e sono legati fra loro da rapporti di interdipendenza e di proporzionalità. Ma come l'uomo non è riducibile al suo organismo, cos) l'economia nazionale non può r idursi al solo organismo economico. Essa, nella nostra concezione corporativa, deve avere un suo cervello, un potere centrale che la governi e lo spirito che la animi (l'etica). Non semplice somma di mezzi e di strumenti, ma idea che di questi e di quelli si veste e si serve, anch'essa nell'unità e nell'armonia dev'essere capace di vita e di progresso. Un ultimo confronto. Come l'uomo, l'economia nazionale ha un suo ambiente nel quale agisce e reagisce; come l'uomo, essa deve adattarsi a questo ambiente secondo quelle leggi che gli permettono il suo sviluppo optimum. Giunti a questa che è

la proposizione nucleare del nostro svolgimento possiamo ormai darci a investigazioni strettamente economiche. Abbiamo la nostra realtà, l'economia nazionale che, nel suo ambiente (quello che comunemente si designa col nome di « economia mondiale s), si trova di fronte ad altre realtà, le altre economie nazionali e che, per la nostra concezione di « economia aperta » si mette con esse in comunicazione, scambia i suoi prodotti. Se chiedessimo a un liberista in base a quali norme, a quale principio deve essa fare ciò, egli, con una risposta pronta chiara semplice, ci direbbe che il principio basilare che deve regolare il suo commercio con l'estero è quello dei « costi comparati e, della « divisione del lavoro fra le nazioni ». Questa soluzione, dominante per lungo periodo, è da noi rifiutata perché si basa su considerazioni esclusivamente economiche e perché pretende subordinare l'economia nazionale a una realtà fittizia, l'« economia mondiale ». Per tutt'altra via cercheremo quindi la nostra. Partiremo dalla economia nazionale, quest'entità che deve essere messa in grado di vivere di per sè, e rivolgeremo la nostra attenzione allo stato del suo progresso, alle caratteristiche della sua struttura, a fini (etici) che essa intende realizzare. Su questi dati, il potere centrale (il cervello, da noi postulato) dovrà disciplinare il suo traffico internazionale in modo tale che si abbia un incremento di progresso, una struttura più completa e più perfetta, una piena realizzazione di fini. In base a preoccupazioni economiche ma sopratutto politiche, scelta dei paesi con cui commerciare e dei prodotti da scambiare. Più che una questione di q uantità, problema di contingenze, (tanto o poco, tanto così e nulla di più, quanto più tanto meglio), noi facciamo una questione di maniera. Ci preme che le leggi di questo operare, dettate dalla politica (leggi etica, poiché è la politica che deve realizzare storicamente i dettami dell'etica) e non dall'economia, imbriglino l'insaziabile egoistico tornaconto individuale; proibiscano al paese più ricco di schiacciare il più povero (risultato ultimo del libero scambio); permettano, alla vita economica nazionale la prosperità e la fecondità, ad un popolo la potenza e la gloria. Sigma

Mentre inizio le note odierne, ho ancora negli occhi le 200 pagine dell'Illustrazione Italiana <Roma 1942> in numero speciale del 15 dicembre. A bituati alle fenditure sanguinanti del bisturi polemico — solo così infatti crediamo di corrispondere all'amore immenso che portiamo alla nostra patria — costretti a segnalare per un lavaggio le orticarie e gli sfoghi di certi provvedimenti e commenti, ci abbandoniamo nel sogno che sarà realtà di questa Roma estesa fino al mare, universale modernissima. E piace soffermarsi nel sogno, perché forse soltanto oggi che la mancanza di uno studio analitico del complesso dei lavori, lascia alla nostra mente libero campo di abbracciare la sintetica grandiosità dell'idea, è possibile esprimere compiutamente il proprio entusiasmo. Prima che l'amaro di una critica eventuale al particolare architettonico od organizzativo possa dar luogo a interpretazioni errate sul nostro stato d'animo turbando la valutazione complessiva dell'opera che chiude un ciclo nella storia (pensiero arte civiltà) dell'Italia XX secolo. Noi speriamo che alla sintesi voglia corrispondere il fattore analitico; all'idea, l'attuazione. Che se questa sarà degna di quella (e non si può chiedere occasione migliore) sarà preso finalmente per suo giusto verso e attuato l'asserto tante volte formulato (vanamente):(di dare alla storia italiana un complesso di opere artistiche (nel senso più esteso della parola) degno di caratterizzare la grande epoca Mussoliniana >.

Una proposta: si tratta del e Popolo d'Italia). In questi ultimi tempi, a proposito della questione cecoslovacca, si sono riesumati alcu• ni articoli di Mussolini apparsi sul Popolo d'Italia del 19, 21, 22. Conoscere il pensiero mussoliniano in quegli anni di formazione, nell'azione e nel travaglio, nella conquista di sempre più ardue posizioni, è di alto ammaestramento. Ora dall'alto del colle — i giovani — vedono snodarsi una parte soltanto della via percorsa; e sempre più intensamente pensano di ricostruire coi documenti a loro disposizione l'evolversi tutto della Rivoluzione fin dalle radici. Documenti efficacissimi non mancano: primo fra tutti gli e scritti e discorsi » del Duce. Manca però la fucina entro cui si forgiò la grande battaglia Rivoluzionaria; manca l'edizione integrale della raccolta del Popolo d'Italia dalla sua fondazione. Su quelle pagine travagliate, sta incisa la parola (rivoluzione»: con i suoi superamenti e le sue incertezze senza dubbio, ma con l'imperativo di (camminare», di non fermarsi. Dare a tutti gli Italiani la possibilità di c conoscere » è segno di chiarezza fascista. Ernst


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