"Corrente", anno II, n.11, 15 giugno 1939

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12 pagine L 1 GIUGNO 1939•XVII

CORRENTE

UN NUMERO C. 50 ABB. ANNUO L. 10

di

P ERIODICO

QUINDICINALE

VII.

DI

ANNO II • N. 11 C- C. P. N. 3/4504

Giovani le

LETTERATURA

ARTE - POLITICA

Fondato e diretto da ERNESTO TRECCANI QUESTO NUMERO DOPPIO CONTIENE SCRITTI DI: L. ALIMANTE — ARCHILOCO — ANTONIO BANFI — CARLO BETOCCHI — ATTILIO BERTOLUCCI — PIERO BIGONGIARI — CARLO BO — G. BONFANTI — CALLIMACO — CLAUDEL — GIANFRANCO CONTINI — CORRENTE —.LUIGI FALLACARA — ENRICO FALQUI — ALFONSO GATTO — JUAN RAMON JEMENEZ — FEDERICO GARCIA LORCA — MARIO LUZI — ORESTE MACRI' — ALESSANDRO PARRONCHI — CORRADO PAVOLINI — SALVATORE QUASIMODO — ROBERTO REBORA — R. M. RILKE — GIUSEPPE UNGARETTI — GIANCARLO VIGORELLI — HUGO VON HOFFMANNSTHAL.

T ESTIMONIAliTZA Di una sola risposta oramai ci incarichiamo: — del nostro lavoro. Scegliamo questa innocente « polemica » (e altri continuino i propri ormeggi, o proditorii o ingenui). Senza presumere a definizioni, poesia è per noi l'estremo commercio e l'intera attestazione. Non accettiamo la Poesia (e cioè essa ci si rifiuterebbe) se non come in un gioco di incoazione alla Verità. Perciò il nostro impegno, fuori di ogni distrazione (sopratutto attenti che la « poesia » non ci si cambi in « letteratura » : in carriera e cioè in diserzione). A nzi, il nostro servizio. Ed un servizio tutto scoperto e disponibile, poi che quel che già in noi giace nel segno netto della memoria, finiamo a riproporcelo siccome il fresco e libero modulo della coscienza. Vale intero al nostro lavoro (all'attitudine e dedizione del nostro lavoro) un testo di Plotino: « Che cosa vede dunque quest'occhio interiore?... Hai con te stesso un commercio puro, senza nessun ostacolo alla tua unificazione, senza che nient'altro sia mischiato con te stesso? Sei per intero una vera luce, non una luce di dimensione o di forma commensurabili che può diminuire o aumentare indefinitamente di grandezza, ma una luce assolutamente senza misura, perchè è superiore a ogni misura o a ogni quantità? Ti vedi in questo stato? Allora tu sei diventato una visione: abbi fiducia in te: anche restando qui, sei andato avanti: e non hai più bisogno di guida: fissa il tuo sguardo e vedrai. Perchè è il solo occhio che vede la grande bellezza... bisogna che l'occhio diventi uguale e simile all'oggetto visto per applicarsi a contemplarlo. Un occhio -non vedrebbe mai il sole senz'esser diventato simile al sole, nè un'anima il bello senz'esser bella n. Anche restando qui, sei andato avanti.-: e coloro che pretendono di « condizionare la Poesia al tempo », meditino che essa è sciolta invece nell'eternità. Noi, poi, crediamo che •nel servizio della eternità assolviamo integralmente (e col gesto più puro) i servizi del tempo, di questo nostro tempo « di poesia a.

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Non si tratta qui di definire nel con- la propria forma, come forma del mondo. dello spirito, ove l'oscura contradditoria cetto di poesia la struttura generica e • Perciò la parola ha una sussistenza ideale determinatezza dell'anima e del mondo si accorda, la poesia, che è certezza di astratta di un'ideale realtà, ma di co- di fronte al soggetto che l'ha espressa: gliere ed illuminare il vivente processo essa è il suo prodotto e insieme la sua questo accordo, è, per chi l'esprime, un d'esperienza spirituale che quel concetto legge, essa ha una propria obbiettività e atto di rivelazione creatrice, per chi l'adesigna; coglierlo almeno in una delle validità che domina l'instabile gioco del- scolta una potenza di liberazione e di fesue linee essenziali di sviluppo e vederlo l'esperienza interiore. Questa indipenden- condazione spirituale. Dal caos alla visvia via fiorire nell'inesausta ricchezza del- za obbiettiva, questa efficacia della pa- suta esperienza interiore si solleva nella le sue forme, dei suoi rapporti, dei suoi rola che noi continuamente sperimentia- parola come poesia l'immediata sua realmo, che fu consacrata nella promessa, tà spirituale, che nelle anime si riflette significati. Possiamo per questo rifarci alla matri- nel giuramento, nella formula magica, e a sè le eleva e provoca al suo problema ce viva della poesia, al linguaggio e ri- nella preghiera, è la sua stessa spiritua- le loro risposte. Sulla vita combattuta, conoscere in esso tre momenti indissolu- lità. Essa vive e s'afferma nel suo riflet- sulla realtà contrastante il discorso delbili: l'atto soggettivo d'espressione rap- tersi sull'animo di chi ha parlato, nel suo la poesia sta come il cielo della catarsi presentativa onde ha origine la parola, diffondersi e circolare nelle altre anime, e insieme della certezza e validità di ogni la sua realtà idealmente obbiettiva, la in cui risveglia o la forza di interno rac- loro aspetto, fuori o meglio oltre i limiti sua partecipazione e diffusione intersog- coglimento per la risposta, o la potenza delle altre sintesi spirituali, della morale gettiva. Giacchè parlare è anzitutto espri- di nuove esperienze, ma che insieme ri- come della religione o della scienza. mersi .ed un esprimersi in cui la potenza conduce a un piano unitario di comuniMa appunto per ciò il linguaggio come espansiva che caratterizza la personalità cazione spirituale. poesia, il discorso poetico, è linguaggio, e per cui questa trova e rinnova contiPer questo il linguaggio è l'elemento discorso in sè concluso. Esso non fluisce nuamente il suo equilibrio' nel mondo, fondamentale, il principio costruttivo e come il comune discorso frangendosi in non s'esaurisce in una serie caotica di dinamico dello spirito oggettivo o del re- una continua varietà di strutture corrireazioni, ma si sublima in un'affermazio- gno della cultura, per cui si media e ten- spondenti al variare della sua funzione ne unitaria di fronte a quello. Ciò che de a risolversi in una vivente spiritualità concreta nella diversità dei rapporti che nella parola s'esprime è sempre una sin- umana l'antinomia radicale, che domina lo richiamano, ma si definisce in una tesi organica di coscienza, ove 'l'espe- tutta la nostra realtà, tra la persona ed struttura armonica, in un ritmo che lo rienza tutta si raccoglie e si significa. La il mondo. Se tale natura del linguaggio equilibra in sè, fuori d'ogni rapporto, nel parola'è dunque espressione dell'io che determina la forma unitaria della sua suo movimento, nel suo senso interiore. ha raggiunto per rispetto al mondo la struttura, determina anche l'infinita difArmonia questa che determina non solo sua propria unità di risposta ed è insie- ferenziazione dei suoi aspetti, che dipen- una speciale musicalità, ma una speciale me rappresentazione del mondo, ma del de non solo dalla varietà delle persone, struttura stilistica del linguaggio e più mondo che ha trovato per rispetto all'io dei gruppi sociali, dei tipi e gradi di cul- ancora fa sì che i suoi elementi, le paun suo intimo senso. La parola è spirito tura, ma dalla diversità d'equilibrio tra role,.tendano per così dire a cristallizzare come spirito illumina e insieme trascen- i suoi momenti costitutivi e dalla diversa si fuor dei complessi riferimenti dell'uso, de l'anima individua e la realtà determi- funzione ch'esso possiede nelle varie sfe- per incastonarsi in un 'puro reciproco acnata che la circonda; per essa il caos del- re della spiritualità. Si pensi, da un la- cordo nel disegno vivente del tutto. La l'esperienza si chiarisce ed esprime da sè to, al linguaggio affettivo dove il momen- f orma del discorso poetico: il ritmo, la to dell'espressività personale predomina, strofa, il verso, le rime, lo stile, la naCorrente dall'altro al linguaggio tecnico-pragma- tura del vocabolario stesso poetico, non tico in cui s'accentua il momento rappre- sono che aspetti di quella essenziale nadall'altro ancora al linguaggio tura armonica cristallina, libera insomma sentativo, POESIA DI EUGENIO MONTALE della conversazione dove il' momento di e in sè idealmente conclusa di tale dia,.1 ,~~ comunicatività intersubbiettiva prevale scorso. sugli altri e si pensi che questi casi estreIdealmente forma e contenuto sono nel • "r~L~.•\ ~ 4,A.lv7ra1 V•-•+ (WO(-/ ~1•~MI ,^"f mi s'intrecciano in un'infinità di forme parlare poetico una medesima cosa: giacmutevoli e cangianti. I )n,-;h 4.'GAI. chè la parola è qui già la vivente sinte. .,~,,,,~. t1,- ,C. ~~,1t ~a.. 1~ Ma sopratutto è degno di nota e qui a si d'esperienza che si pone per sè e •non ~ . noi interessa particolarmente il fatto che rimane oscillante e incerta nell'instabile ~- 4'.14- ~ ~ G~~ L,~ ~. t .! o~ ,./i✓~. 1 ~`' },,,, 4 l'ideale obbiettività del linguaggio, quel- gioco interiore. Ma di fatto quest'unità , -/-444C. la pura indipendente validità della pa- si media attraverso aspetti e rapporti rola, ha un senso differente a seconda complessi, si realizza in una tensione che l-. +' ^h^• delle sfere spirituali in cui s'afferma, dei continuamente si rinnova. Giacchè il } i-.,,Ke ~~}c o 4.± ~ . kyli.4. • valori che vi si incarnano. Essa è infatti mondo della poesia viene *via via scol'intima persuasività del consiglio nella prendosi e costruendosi su condizioni che educazione, l'austerità della formula le- volta per volta lo limitano, lo costringo" t' :-ae-0/gale nel diritto, la nobiltà incrollabile ed no e in cui esso lotta per la sua libertà. '24.a ` assoluta della massima nella moralità, La sintesi ideale espressiva, la poesia inl'abbandono e la certezza della preghiera somma, sorge infatti per rispetto a va1/.~• U. ` religiosa, l'universalità e l'autonomia ra- lori e a situazioni di cultura che la con•/14 zionale della dimostrazione scientifica. Es- sentono, la provocano e per ciò la deterf; E( D~a,k l ~,sa è anche e in special modo la libera minano. V'è tutta una complessa feno/. realtà ideale della poesia. menologia storicamente sviluppantesi del, 17,0“--N ' •~ Perchè quella pura indipendenza ob- la realtà poetica in cui s'innesta l'atto ►~ 404,...„.11-- L• r.44, , ~i •.~ ~ ✓ecc biettiva del linguaggio in cui l'esperien- creativo d'ogni poeta, e che giustifica e za intima giunge alla sua forma e il mon- media il particolare interno equilibrio di do trova il suo significato è in tutte le struttura d'ogni poesia. L'atmosfera delaltre sfere simbolo e via a una concreta l'adunanza popolare, del rito collettivo, 44in 4- ~1~,,Jt realtà spirituale d'altra natura; ma nel- del banchetto sono ad esempio essenziali . .,...(,. 1-‘,7 ••tA la poesia è il suo essere stesso. La poesia al sorgere dell'epos, della tragedia, della ~.~1~ 44°'. ~ è nella sua essenza il linguaggio ideale, lirica; essa determina le direzioni della ~ t ►1r. w~,~. ww1/~ la parola libera da ogni determinazione o poesia, i suoi motivi e le sue strutture, funzione estrinseca, la parola come for- una tradizione insomma che nella cultu"•. 1.'t•í-s 1~ ' G •, ..• 24(P vivente di una realtà in cui l'antite- ra riflessa si codifica nella distinzione dei ma ^.a , r . • i Ad"- Ly.,,tL\ K C`-ktdJ,;Afr, si tra l'io e il mondo è immediatamente generi poetici e nelle loro norme. E quan, w~. MS~ . e. ~I► risolta, in cui cioè l'esperienza, nella sua do così la poesia si fa letteratura, se perJtic stessa concretezza immediata, ha trovato de il contatto con la vita vissuta, nè più ,,.s : • la sua forma, la sua unità ideale. Questa trova in essa il sostegno e la giustifica~ > . . `c`~ y: .. /.~- ) .;"'^ — ~-^' i zione per la sua realtà, se sperimenta coparola, questo logo, che è insieme espresL [~1.. ~ Nd,N V~ M/~•J S ~+rc \. 0 tIi !~` • /~.d~ rigidi schemi ed astratti dati retorappresentazione, me non la che è sione e ,.~.. ~,,,.,,,n . • . t~ C, . verità astratta, ma l'immanente senso rici forme e motivi tradizionali, per ciò 'y,, f~ •F ~~► f, ~cf~ ~c` ideale dell'esperienza, la presenza viva stesso acquista una libertà nuova; nuo-

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ve esperienze affiorano alla sintesi espressiva poetica ed esse esigono il rinnovarsi della sua forma, in un teso, instabile dinamismo, per cui il problema dell'artisticità poetica, della pura poesia si pone così sempre più nettamente. Noi viviamo oggi in un'età in cui questa crisi della poesia sembra giunta all'estremo. La crisi della cultura e della vita è tanto profonda e cosi violentemente rimanda al senso di una responsabilità pratica, ch'essa sembra offrire le condizioni per una visione e valutazione critica dei suoi aspetti, come nella letteratura romanzesca, ma non per una loro trasfigurazione poetica : essa sembra richiamare più la coscienza critica e .l'azione che non la contemplazione e la parola. E là dove una trasfigurazione poetica è tentata, essa è sentita, non come tale, ma come una falsa coscienza, una greve retorica che prende a prestito le sue forme dalla più stanca tradizione di scuola: insomma una menzogna di fronte alla vita, un tradimento di fronte all'arte. Ma proprio per questo la poesia contemporanea tende a rifugiarsi in una liricità più profonda. Ritraendosi dal mondo combattuto della cultura, respinta dalle strutture pragmatiche della vita, essa sorge su un piano di più elementare, vergine primitività. Essa esprime forme ancora indefinite d'esperienza ove l'io e il mondo, al di qua di ogni sintesi culturale, immediatamente partecipano. Di qui l'apparente atmosfera di pessimismo che circonda la nostra poesia, ma che è piuttosto sete di pure libere immediate esperienze; ma di qui anche la gioia e la festosità tutta intima di un mondo insospettato di spiritualità e di poeticità ch'essa va via via scoprendo alle radici della nostra vita. Di qui, oscillante, quella sua intimità libera da schemi e motivi romantici sciolta e lieve nei suoi moti e insieme quel realismo tutto freschezza e trasparenza. Di qui la novità delle sez:-ni poetiche della realtà e della vita an cora spesso appena segnate e sfuggenti, ciò che sembra giustificare le accuse d'ermetismo. Di qui ancora il senso vivo dell'arte poetica, della libertà e purezza della poesia, del valore del ritmo e della parola, la coscienza letteraria raffinata della costruzione, come della legge secondo cui si forma il cristallo luminoso della poesia. Aspetti e tendenze queste diverse che variamente si accentuano, ma che insieme esprimono questo radicale rinnovamento dell'esperienza e della realtà poetica alla sua 1ass, in una coscienza viva dei suoi problemi, in una radicale scoperta della sua insospettata elementare universalità. Nella crisi etica del nostro mondo religione e poesia — o arte in genere — pos= sono apparire come due forme d'evasione spirituale, quando non si prostituiscano al servigio di un'ideologia o di un atteggiamento contingente o non s'indugino in un generico accademismo tradizionale. Ma la loro verità è ben più profonda. La .religione non è astratta soluzione di equivoco o di fuga interiore, è radicale coscienza della crisi come atto del divino nel mondo, è riconoscimento della concreta responsabilità umana di ogni soluzione. E la poesia, proprio nella sua nuova intimità, nel suo fresco elementare senso delle cose, nella libertà e novità costruttiva della sua parola, è certezza immediata di vivente spiritualità, è appello a una sua ricostruzione libera e nuova, è scoperta delle forme e dei toni profondi e primitivi di poeticità della nostra vita, modulazione ancor esitante di quel vasto e multiforme inno dì gioia che consacrerà l'umanità più libera e più profonda del nostro lavoro e della nostra verità. Antonio Bang


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