"Corrente", anno I, n.20, 15 dicembre 1938

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di P ERIODICO

Vita Giovanile

QUINDICINALE

DI

LETTERATURA - ARTE - POLITICA

Fondato e diretto da ERNESTO TRECCANI

C. C. POSTALE N. 3-13799 ABBONAMENTO ANNUO L. 10 UN NUMERO CENTESIMI 50

SOMMARIO. — *: Cestino — CLAUDIO BELINGARDI: Nostro razzismo — TRECCANI: Filippiche in sedicesimo — Lettera inedita di Ugo Foscolo — FRANCO Rece GIANAS: Appunti sul Petrarca — V.: Segnalazioni — C. E. GADDA: II pozzo n. 14 — ANTONIO MACHADO: Iride della notte - Strofa (traduzione di Carlo Bo) — G.: Purtroppo — LUIGI BARTOLINI: Punto di vista del poeta — D. M.: Una nuova polemica — A LBERTO LATTUADA: Quadernetto — Corrente — Il nostro Soffici — DUILIO MoaostNi: Sculture di Marino Marini — LUIGI CoMENcINI: La malattia del Cinema Italiano — ERNST: Lettera ad attività corporativa — P. 0.: Lettera al Direttore.

SI PUBBLICA IN MILANO A NNO I -

NUMERO 20

15 DICEMBRE 1938 - A. XVII

N ostro razzismo

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Cestino Una grande speranza. C La nuova stagione artistica milanese si spie dunque ❑luininata delL luce di unti grande speranza. Agli artisti, al Sindacato BB. AA. di questa Milano, dalla quale si diffuse un brutto giorno nella nostra Patria l'in• fezione del giudaismo novecentista, spetta il nobile ufficio di rialzare la fiammante bandiera dell'italianità nell'Arte s. (Regime Fascista). A Marinetti. < Tu fai della confusione; e invece in Italia si ha sete di chiarezza. L'arte cosiddetta e moderna s non è la tua... s. (Il Tevere). No, è vero, non è la tua; ma è la mia, è la sua, è quella di Pinco. Siamo ancora al caos. * Una convinzione. < Ma è ora di finirla con questa diatriba destinata a sfondare le porte aperte. Che l'arte cosiddetta e moderna s non sia italiana, sia d'accatto negli angiporti dell'Internazionale, è ormai pacifico da decenni s. (Il Tevere). Ma quale è la cosiddetta? * La rovina del lago di Como. < C'è il solito Bontempelli, inventore del c Novecento s in francese, e traduttore del surrealismo in realismo magico; grande protettore dell'architettura ebraica che ha rovinato perfino il paesaggio del lago di Como... s. (I) Tevere). * < L'arte < moderna » è un tumore che deve essere tagliato, non che si debba esibire come una gloria nazionale sol perchè piace a Marinetti s. (Il Tevere). E chi mai considera Marinetti il giudice dell'arte moderna? * Non vogliamo essere fraintesi e perciò aggiorno che il nostro apprezzamento oggettivo come non ci fa considerare i'aurattismo il Punto d'arrivo della pittura italiana, così non ci permette di proporre gli ideali di Sartorio t al Grosso come il punto di partenza. Non che si siano ancora proposti Sartorio e Grosso (no!); ma il pericolo esiste, e la Mostra di Monaco e il padiglione tedesco alla Biennale forniscono la prova dell'errore cui può arrivare un rigido dogmatismo artistico. Si tratta di distinzioni particolari e non di confusioni generali; tutti i principii sono buoni in arte: e allora bisogna guardare alle opere, bisogna, in primo luogo, mantenere verso l'arte una norma di rispetto e di buona educazione. Nella libertà, nella vera libertà delle arti, senza protezioni o repressioni ufficiali, la luce non può che vincere.

Dal giorno in cui, anzichè ai particolari problemi dell'educazione fisica e della propaganda demografica, l'attenzione nostra si rivolse al più generale, totalitario problema della razza, e il Governo volle un deciso approfondamento della politica di difesa della razza — politica che non è nata con le dieci proposizioni basilari della Carta apparsa il 14 lugl-o u. s. nel Giornale d'Italia, ma data dal 1419 (vedi: nota n. 18 dell'Informazione diplomatica, 5 agosto) — giornalisti più o meno eruditi e più o meno ortodossi esegeti della dottrina del fascismo hanno versato (come s'usa dire) fiumi d'inchiostro, onde »lumeggiare», «chiarire», «spiegare » nei suoi molteplici aspetti l'essenza del problema, quasi dei loro lumi, dei loro chiarimenti, delle loro spiegazioni il popolo italiano proprio abbisognasse. e già non esistesse, almeno in potenza, una coscienza razziale. Nel numero del 3o sett., Corrente di vita giovanile (allora veramente il titolo del foglio era Vita giovanile — senz'altro —: titolo che, per essere troppo generico, poteva apparire presuntuoso: epperò venne modificato, nulla essendo più della presunzione contrario al nostro spirito di autentici fascisti) pubblicava allora un articolo: Universalismo di Roma, a firma Latinus, nel quale era, tra alcune asserzioni di ispirazione esistenzialistica dal sottoscritto inaccettabili, un esatto accenno alla Carta citata (« si tratta d`. riconoscere la realtà per poterla meglio distinguere e per poter in essa trovare i termini di attuazione della civiltà romana », universale), Nel numero del 3o ottobre : « Abbiamo letto — scriveva Ernst nelle sue prime Filippiche in sedicesimo — su quotidiani e periodic_ il trecentoventisettesimo (327), articolo vuoto e inconcludente sul tema della razza. Si dice che verranno istituite cattedre di razzismo: speriamo che un po' di competenza faccia tacere le troppe incompetenze... Il tema di attualità palpitante e di importanza capitale lo merita e anzi senz'altro lo richiede ». Ex professo — vogliamo concludere la prem:ssa —, solo oggi — che abbiamo studiato un poco — ci siamo risolti di affrontare qui l'argomento del nostro razzismo: partendo dalla definizione del vocabolo razza.

Razza (dal francese race attraverso il tedesco rasse) o più latinamente progenie (I) è « una particolare attuazione di qualità specifiche ripetuta in molte generazioni e in circostanze persistenti » (Toffoletto). Occorre insistere su questo punto fondamentale : la razza è un dato biologico. Il fascista quando parla cii razza intende riferirsi all'unità antropologica, biologica, secondo l'accezione normalmente in uso tra gli scienziati (E infatti la prima formulazione del nostro razzismo — razzismo inconfondibilmen-

•-•To7.--t.-7.-.-,...'. te originale, nel quale si possono ray' Ci proclamiamo francamente razzisti; visare le doti di equilibrio proprie della non ci abbandoniamo a sopravvaluta1 I` latinità — è stata d: un gruppo di do- zioni fantastiche e vane che tradirebcenti universitarii), non già dell'idolo bero l'Idea che sta alla base della nod'un falso intellettualismo romantico. stra dottrina. in senso deteriore : tipo de Gobineau. La nostra dottrina, che « prima di Occorre sottolineare la differenza del essere consegnata in ponderosi volumi nostro razzismo legato a obiettivi ri- è stata vissuta come passione ardente lievi, da una teorica filosofica — o piut- e operante di tutto il popolo italiano » tosto pseudofilosofica —,cioè da quello (Al popolo di Reggio Emilia, 3o ottoche solo prendeva sino a ieri comune- bre 1926. « S. e D. » vol. V, pag. 455) mente l'appellativo di razzismo e che e non ha desideri sterili d'imitazione, ci imponeva, non essendo bene a punto respinge i miti; conosce solo verità. la concezione dell'eterogeneità di raz- E — benchè lo Stato fascista, aborrenza e nazione, di r_fuggire dall'uso della te il cesaropapismo (gallicano o febroparola razza e di sostituire ad essa le niano), non abbia una teologia, ma altre : schiatta, stirpe, gente, — appun- soltanto una morale — sa distinguere to — nazione. sul piano metafisico i mezzi dal Fine: di razze l'esistenza constatiamo unico ed eterno, gl'ideali dall'Ideale: Noi umane — a cagione di un complesso di l'ideale degl'ideali, la categoria dell'ifattori che non stiamo ad elencare dif- deale. ferenti, non a priori l'una dell'altra suSe proprio d'un mito nostro — ma periore o inferiore; affermiamo che la in senso, diremo, improprio: in un composizione antropologica degli italia- senso squisitamente politico, quindi ter- sum in sedicesimo ni è nelle sue grandi linee quella di reno — vogliamo parlare, asseriamo Chi sarà mai lo spregiudicato Ernst? mille e più anni fa e respingiamo la ch'esso è la nazione italiana, perchè è Se lo chiedono alcuni periodici con totesi che accomuna tutti i mediterranei, alla nazione italiana ch'è affidato il no di insinuante mistero; a loro deper distinguere invece quelli- d'Europa presidio di quei principii universali che dico le od'srne Filippipche firmate da quelli d'Asia e d'Africa; sosteniamo da Roma cattolica — centro dell'unica col mio vero nome. infine che i caratteri antropologici pu- civiltà possibile — irradiano e in RoQuesto, perché non si creaa cne alramente europei degl'italiani non de- ma fascista ritrovano la loro immediata cune verità abbiano bisogno d'essere celate sotto il segno prudente dell'avono essere alterati. realizzazione. nonimo. Non creiamo un mito alla maniera Così intenderemo le parole pronun**s ziate dal Duce, la vigilia della nostra di Rosemberg. (2) A considerare le piccinerie che tenMolti affermano di scoprire nella no- Rivoluzione: « Il nostro mito è la na- tano di instidiciare la nostra vita di stra dottrina la esistenza — dianzi in- zione, il nostro mito è la potenza della buoni italiani, viene a volte un senso nazione! E a questo mito, a questa di scoraggiamento. Quando'leggi cersospettata — d'un mito. ta stampa, la ribellione s'alterna alla La settima delle proposizioni della potenza che noi vogliamo tradurre in nausea. Quando trovi chi (Tevere, Carta avverte che, se l'indirizzo meto- una realtà completa, subordiniamo tut- Quadrivio, Difesa della. razza, Perseo, dologico cui gli studiosi fascisti s'at- to il resto » (Discorso di Napoli, 24 ot- Quaderni di Poesia) dà liberamente il terranno sarà l'ariano-nordica la con- tobre 1922. « S. e D. » vol. II, pagi- titolo di antifascista internazionale e giudeo ai poveri pittori scultori arcezione razzista in Italia dovrà essere ne 345-346). chitetti e letterati non- disposti a saIl mito, l'ideale della nazione con- crificare al dio « opportunismo » la essenzialmente Italiana, non volendosi propria arte. E non si osi parlare di introdurre da noi le teorie tedesche co- duce la nostra vita di cittadini. E qui ci s'offrirebbe l'occasione a una arte « moderna » (il nome solo potrà me sono. Pure, la stessa affinità forfarci deferire al tribunale politico?). male del vocabolario sembra poter trar- precisazione circa la prevalenza del Il ragionamento è questo : « Noveconcetto di nazione su quello di razza, re in inganno. centista, europeista, internazionalista, Ora noi giovani — come coloro ai secondo il nostro pensiero. diciamo ebraico per farla breve » : ecNazione è la compartecipazione a coci trasformati dalla penna acuta di quali s'addebitano spesso gli eccessi, gli estremismi, l'esasperazione dell'entusia- tutta una coltura : non solo a quella Telesio Interlandi (monopolio privativa questioni sulla razza) in figli di smo — crediamo di essere in grado di materiale, ma anche a quella spiritua- Israele. A questo siamo giunti? assicurare che a un mito della razza, le » (W. Schmidt: Rasse und Volk, Non vogliamo essere soggetti alle a un mito del sangue germinatore di Salzburg - Wien, 1935). influenze straniere, e son queste Ce tutte le qualità anche spirituali della Mentre, per quanto si possa insiste- penne che dovrebbero darci una letteratura nostra? razza non si darà luogo. re sul fatto che la razza possiede in sè Che ogni provvedimento governatiIl fascismo non è neo-pagano; non qualità spirituali (3), si tratta pur sem- vo, che ogni disposizione ben posta resuscita culti barbarici; « neppure crea pre della misura in cui queste possono debba suscitare vespaio di arrivismi, un suo Dio così come volle fare a un avere una sede nel corpo, cioè nel cer- rigovernatura di commenti, tendenziocerto momento nei deliri estremi della vello, nei tendini, ecc., la vita interiore sità di polemiche? • * Convenzione, Robespierre; nè cerca va- non asservendosi a questa o a quella Per la precisione: abbiamo citato namente di cancellarlo dagli animi co- peculiarità somatica e l'anima nella sua Interlandi; ma degni compagni sono me fa il bolscevismo; il fascismo rispet- intima e vera essenza non venendo ereGastaldi, Dalla Porta, Pensabene. E ta il Dio degli asceti, dei santi, degli ditata, ma creata ex nihilo dall'Eterno potremmo riempire un'intera colonna. eroi e anche il Dio così com'è visto e come sostanza essenzialmente differenpregato dal cuore ingenuo e primitivo te dàl corpo, dal corpo indipendente Funerali di I classe: elogio funebre. del popolo » (Mussolini: Dottrina del pero:ò che riguarda le sue doti più alte. E -morto il Rotary (e il Corriere nelfascismo - « Scritti e Discorsi », voluE dunque certo: nella scala dei va- l'annuncio gli ha tolto pure l'v). Queme VIII, pag. 87). lori umani rimane prevalente sul con- sto ci chiama stravincere.

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Ben sapendo che, se la razza o la cetto di razza quello di nazione, « non nazione o lo Stato o altri elementi della razza nè regione geograficamente indosocietà umana hanno nell'ordine natu- vinata, ma schiatta storicamente perrale un posto essenziale, non faremo petuantesi, moltitudine unificata da una della razza o del sangue dei miti, così idea ch'è volontà d'esistenza e di pocome altrettanti miti non facemmo del- tenza : coscienza di sè, personalità » la disciplina, del coraggio, del lavoro. (Negar a pag. 2) Claudio Belingardl

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A bbiamo istituito una nuova rubrica.: CESTINO. Il quale cestino ha l'altezza e la. capacità di una colonna: per ragioni di spazio. Poichè di materiale ve ne sarebbe da riempire un giornale intero. Ttrecestsl


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