"Corrente", anno I, n.17, 31 ottobre 1938

Page 1

di P ERIODICO C. C. POSTALE N. 3-13799 ABBONAMENTO ANNUO L. 10 UN NUMERO CENTESIMI 60

Vita Giovanile

QUINDICINALE

LETTERATURA - ARTE - POLITICA

Fondato e diretto da ERNESTO TRECCANI SOMMARIO. — ALDO BALLARATI: Dopo Monaco — ERNST: Filippiche in sedicesimo — G. BONFANTI: Sobborgo — GILBERTO ALTIEHIERI: Occhiello a Furst — TRAVERSO: Poesie di Paolo Eluard (traduzione) — V.: Segnalazioni — CLEMENTE FUSERO: L'urna della pietà — GIANCARLO VIGORELLI: Proposta — G. V.: Cometa Vitagliano — GIUSEPPE MARCHIORI: Il (gelido, intellettuale — GIANSIRO FERRATA: Del suirealismo — FRANCO BRU SATI: Vantaggi di un'ignoranza — ENRICO PA LEARI: Le conseguenze giuridiche e sociali degli Accordi Lateranensi — R. H. WUST: La missione culturale della Svizzera.

DOPO MONACO luogo si sviluppò in una serie di accordi patrocinati da Parigi e che ebbero il loro centro nella Piccola Intesa, che aveva la funzione di mantenere lo statu quo nell'Europa orientale e danubiana, nonchè di sbarrare il passo all'invadenza germanica. Infine, si espresse nel fondamentale patto di Locarno, e cercò la consacrazione ufficiale del non ricorso alla forza nel patto Briand-Kellog. Sistema formidabile, solo apparentemente complesso ed intricato, ma in realtà rispondente ad una ben definita direttiva, costituita dalla volontà di mantenere, coll'accerchiamento della Germania, quella pace che era uscita da Versailles, e che avrebbe dovuto tradursi nella eliminazione di ogni mutamento violento della situazione europea. Quale fu l'atteggiamento della Germania di fronte a tale tentativo di accerchiamento? Si può con esattezza affermare che, indipendentemente dal regime politico interno, la volontà politica tedesca fu permanentemente tesa a negare la responsabilità della guerra, a spezI1 sistema sorto dalla guerra era ba- zare l'accerchiamento e ad attuare sato sul mantenimento della pace usci- gradatamente una influenza maggiore ta dalla vittoria alleata, e sulla pre- nell'Europa orientale. Fu dapprima cisa volontà di paralizzare a qualun- un atteggiamento che si voleva detque costo la Germania : la sconfitta tato dalla reciproca comprensione : la tedesca doveva essere tradotta in una stessa ideologia democratica faceva inferiorità, anche di natura morale, sperare in un successo della politica che polarizzasse gli spiriti sani di tut- tedesca, in quanto la unità formale di to il mondo, e rendesse praticamente fede politica, la convinzione nella forincapace la Germania di rinnovare il za della discussione e nella validità gesto del 1914. Questa volontà di dell'aeropago ginevrino sembravano i mantener la Germania in una condi- mezzi più adatti al raggiungimento di zione di inferiorità si espresse nell'ad- quelli che venivano a porsi come gli dossare le responsabilità di aver cau- obiettivi storici della politica germasato la guerra : che era la suprema re- nica : questa Ierstaendigunspolitik si sponsabilità che i popoli democratici, riassume in un nome : Stresemann, e essenzialmente pacifisti, potessero pro- in una serie di avvenimenti storici : filare da un punto di vista morale ed Rapallo; ingresso della Germania nella S.D.N.; Locarno. ideale. Ma la volontà politica di un conE vi fu certo un momento, nella creto assoggettamento della Germania storia della Germania weimariana, in si manifestò essenzialmente nella pre- cui parve che almeno la parità di didisposizione di un sistema meccanico ritti potesse venir pacificamente raged automatico di repressione, culmi- giunta, non tanto per concessione dei nante nel patto della S.D.N. che do- vincitori quanto per una mutua comveva segnare, colla esclusione della prensione : ma la impossibilità di un Germania, e colla affermazione solen- risultato concreto si manifestò quanne dei principi democratici, la immo- do da una eguaglianza formale si volle passare anche alla sostanziale paribilizzazione tedesca. Il patto della S.D.N. fu accompa- tà, e, sopratutto, quando la Germania gnato da un complesso sistema di pat- fu fatalmente portata a porre l'altra ti bilaterali, che avevano la funzione sua suprema esigenza storica : l'uniodi rafforzare il principio statico inspi- ne politica di tutti i tedeschi. La opposizione netta e completa al progetto ratore del patto societario. Nella volontà di accerchiamento del- Curtius-Schoeber — che era sostanla Germania, fu sopratutto la Francia zialmente identica alla volontà di unioche, identificando i propri interessi ne austro-tedesca manifestatasi nel secogli ideali conclamati, contribuì al- no stesso dei socialisti austriaci — fu la formazione di un sistema che, ba- la prova più completa che attraverso sato su Ginevra, si diramava in un la politica di comprensione la Gersistema complesso di patti di non ag- mania non avrebbe raggiunto i suoi gressione, di mutua assistenza, di al- obiettivi storici nè avrebbe, conseleanza colla funzione di polarizzare guentemente, infranto l'accerchiamentutte le potenze, ed in ispecie quelle to posto in essere dalla Francia. dell'Europa orientale e danubiana, in L'avvento di Hitler al potere non funzione antigermanica. mutò immediatamente il metodo poQuesto complesso di patti ebbe vari litico, se non di fronte all'implacabile centri. Anzitutto Parigi: patto fran- « no » di Barthou, che segnò effettico-polacco (19 febbraio 1921; 16 otto- vamente la fine della politica di combre 1925); patto franco-ceco (25 gen- prensione : (la qui la necessità di una naio 1924; 16 ottobre 1925); patto soluzione autoritaria ed unilaterale. franco-rumeno (io giugno 1926); patResosi impossibile, da parte della to franco-jugoslavo (i1 novembre Germania, di controbilanciare l'ege1927); patto franco-russo (29 novem- monia politica francese colla potenza bre 1032; 2 maggio 1935); accordi fra russa, l'opera politica di Hitler segnò stati maggiori franco-inglesi (19 mar- il suo primo successo nel patto tedezo 1936). sco-polacco (26 gennaio 1934); nelIn secondo luogo Mosca : patto rus- l'accordo navale coll'Inghilterra so-polacco (25 luglio 1932); patto rus1935); sopratutto, nell'asse Romaso-ceco (i6 maggio 1936). In terzo Berlino. Oggi, che gli avvenimenti si allontanano poco a poco nel tempo, e che i popoli sono nella attesa di quella pace con giustizia, che è stata la decennale aspirazione italiana, non valgono i risentimenti e le recriminazioni a sminuire il significato storico di un incontro, in cui ben si può dire che sia stato sanzionato il definitivo tramonto di un sistema che aveva costituito il principio conduttore della politica europea del dopoguerra. Il problema cecoslovacco è apparso infatti l'episodio in cui hanno trovata una nuova via di soluzione le questioni europee, che hanno cessato di essere irretite nel misterioso gioco diplomatico, per precipitare nella tragica essenzialità di una decisione di popoli. Con ciò non si vuol dire che l'accordo di Monaco sia stato la soluzione delle questioni europee : solo, esso si presenta come la liquidazione in atto del sistema di Versailles e del motivo conduttore di tutta la politica europea del dopoguerra.

DI

Questa politica fu in certo senso favorita dall'atteggiamento ambiguo della politica inglese, la quale solo alla vigilia del dramma che pareva profilarsi col precipitare della questione cecoslovacca assunse un atteggiamento netto e deciso. Prima si erano avute manifestazioni contradditorie, che poterono far sperare alla Germania che Londra non si portasse, per quanto aveva riferimento alle questioni dell'Europa continentale, nell'orbita francese. Perchè, se è vero che Baldwin aveva affermato che i confini della Germania erano sul Reno, non era men vera la opposizione tenace dell'Inghilterra ad ogni avvicinamento della Francia all'Italia (specie in rapporto al patto Lavai-Mussolini, del gennaio 1935), e che si rifletteva anche in una non velata compiacenza verso un governo di fronte popolare. Vi era poi un atteggiamento di comprensione inglese di fronte al movimento nazista (ciò che non trovava riscontro in analogo atteggiamento di fronte al fascismo); l'accordo navale del 1934, i ripetuti viaggi di lord Halifax, l'allocuzione dell'ambasciatore Henderson trovavano riscontro nella volontà della Germania stessa, ripetutamente e solennemente affermata, di un accordo generale anglo-tedesco, che si manifestò forse anche recentemente nella missione del cap. Weidemann. Da ultimo, la missione del cap. Weidemann, e la stessa missione' Runciman,_almeno nel suo spirito iniziale, aveva potuto radicare la convinzione che l'Inghilterra volesse assumersi quella funzione di mediazione e di controllo, che pareva la più consona alla sua tradizionale politica, che rifiutava ogni accordo impegnativo in rapporto alle questioni europee. La frattura del sistema di accerchiamento tuttavia veniva perseguita da Hitler con mirabile tenacia e con grande abilità : la nuova posizione strategica assunta dalla Germania a seguito degli accordi cogli Stati baltici; la neutralità assoluta del Belgio; le sempre crescenti influenze nell'Europa centro-orientale, di carattere anzitutto economico, le cui fondamenta venivano poste nei numerosi viaggi di Schacht, e che subivano una profonda evoluzione a seguito dell'Anschluss, concorsero a vincere l'egemonia continentale della Francia. * Gli accordi di Monaco rappresentano quindi la fine di un sistema : non ancora, contestualmente, l'inizio di uno nuovo. Non vi è dubbio tuttavia che la situazione europea presenta già talune direttive, le quali debbono essere presenti negli sforzi di un prossimo futuro. Ciò fa meditare sulla attualità di un ritorno del patto a quattro, che pure è stata frequentemente in questi giorni riaffacciata. Il patto mussoliniano era inspirato da una situazione politica ormai irremediabilmente modificata, e la sua funzione di pacifica evoluzione, si trova oggi in buona parte precorsa dagli avvenimenti. La conquista imperiale; la attuazione della grande Germania; la realtà dell'Asse Roma-Berlino non sono infatti i soli fatti nuovi di cui bisogna tener conto : vi è anche un diverso assetto che sta creandosi nei Balcani, dopo l'accordo di Bled (21-23 agosto 1935) e dopo l'accordo tra Piccola Intesa e Bulgaria; vi sono i nuovi rapporti italo-jugoslavi (23 marzo 1937); vi è l'Ungheria forte ed armata; la Jugoslavia sempre più portata alla paciiìcazione interna e alla autonomia esteriore; la Polonia, che ha dato indubbie prove della sua vitalit3+ e della

volontà di indipendenza; infine la nuova situazione che si sta creando a seguito della formazione della Spagna nazionale. Questo germinare di forze autonome — le cui protagoniste sono Italia e Germania — che trova una progressiva espressione in soluzioni politiche antidemocratiche e in sistemi economici a base autarchica, non può essere trascurato nella nuova formazione dell'assetto europeo. Tramontato il blocco antigermanico; cessato l'ideale della sicurezza collettiva; delineatesi nuove forze, occorre oggi una decisa e ferma volontà di ri-

SI PUBBLICA IN MILANO A NNO I -

NUMERO 17

31 OTTOBRE 1938 - A. XVII

costruzione, che sia ad un tempo inspirata ad una coscienza europea e all'insopprimibile rispetto delle esigenze nazionali. Se a Monaco è caduto il sistema di Versailles, occorre oggi, per la ricostruzione, che sia debellato anche il superstite spirito di Versailles : occorre che le varie forze negative, ammantate degli ideali democratici, ma in realtà inspirate ad interessi antieuropei, cedano il posta ad una cosciente e pace. concorde volontà Che non deve essere la pace a qualunque costo, ma la pace con giustizia. Gianearlo Ballarsi/

di

geacelima Chi ha seguito Ernst su queste colonne — dai « Bigotti del Partito » ai « Carri della noia », ria « Certi critici» a « Rime obbligate e titolomania » — avrà — se bene intenzionato — sentito il sugo di tante punture: avrai sentito la morale che si chiama « verità » affiorare di tra le righe : a volte verità scottanti per menti piccine o impreparate a raccoglierle, indice di una fede « sana » e libera da « ingorghi-pregiudizi » per chi, sicuro della integrità dei proprio animo fascista in ciò che•è « essenza », non teme di affrontare gli appunti a particolari in cui vanno a naufragare le paure meschine delle coscienze sporche. ••• Colpa è della travolgente irruenza di Demostene se le sue tre più celebri orazioni, le Filippiche, son passate a significare — nei secoli e negli anni — le « ripassate » pungenti e ponderate di uomini diversi su uomini e cose del tempo; colpa sua o dei posteri se, ridotte in sedicesimo, si sono presentate come titolo per cotanto più modeste penne; fino a servire per le « osservazioni » serene del tempo d'oggi. s •• Principiamo il seguito dunque; capitolo primo. •••

Ho cercato a volte di analizzare il malessere o meglio la stizza provata nel leggere certi articoli di fondo a commento delle imprese decisive del nostro Capo: tanto inutili e magniloquenti quelli quanto indispensabili ed a nti-rettoriche queste. Ora come reazione risultante di detta analisi è uscito che malessere e stizza non sono dovuti ad altro che al dispiacere di non potere in qualche modo dimostrare il nostro animo profondamente consenziente, dato che sensibilità e comprensione vera recalcitrano all'idea di servire la « causa » con articoli inutili nella sostanza ed inefficaci nella lode appiccicaticcia. Cosl si passa dall'angoscia d'essere fraintesi nella gioia di non sentirsi inutilmente servili. Le due cose però non si compensano e nostro studio è di far qualcosa che elimini l'una pur conservando l'altra... •••

Una critica : « Inni e bandiere »: buon corsivo con una o due note false. Si tratta delle «Questioni di stile» in Critica fascista del 10 ottobre, dedicate questa volta alle recenti disposizioni del .Ministro Segretario del Partito intorno al modo di comportarsi d urante l'esecuzione dell'inno « Giovinezza ». Nel corso del breve articolo ag. n accenna alla primaria importanza del p rovvedimento, deplorando il contegno spesso irriverente di troppi italiani; coli riaffermando la propria calo-

rosa approvazione per questa norma del Partito aggiunge: « la quale (disposizione) oltre che a Giovinezza dovrebbe essere estesa pure alla « Marcia reale »... ». Ora mi si permetta un appunto: non sembra stl-ano che Giovinezza — inno del Partito — riceva un tributo d'omaggio che non è fatto spettare (o che almeno non si menziona come obbligatorio) alla « marcia reale », fino a prova contraria inno nazionale? Si ricordi quanto ha detto il Duce: Il Fascismo è l'Italia; ciò che è tipicamente fascista e ciò che è tipicamente nazionale, il simbolo estetico del Fascismo e quello della Nazione sono una stessa cosa: due simboli gloriosi che esigono un solo ed identico rispetto. •• • Sottolineando gli aspetti dei rinnovati « corsi premilitari » sotto l'egida della G.I.L., « Libro e Moschetto » afferma: « non si tratta più di un servizio sedentario, più ò meno noioso; non più di un servizio basato esclusivamente sulle passeggiate e sulle marce alla periferia della città — si tratta invece di un servizio, ecc. ecc. ». Siamo dolenti di dover consigliare lo zelante e ben intenzionato articolista di recarsi un sabato pomeriggio alla « Città degli Studi »: vedrà purtroppo e « servizio sedentario », e « calme passeggiate » e tristi marce alla periferia della città... Sarà forse, solo questione di assestamento. •••

A bbiamo letto su quotidiani e periodici il trecentoventisettesinto (327) articolo vuoto e inconcludente e parolaio sul tema della razza. Si dice che verranno istituite cattedre di « razzismo »: speriamo che un po' di competenza faccia tacere le troppe incompelenze... Il tema di attualità palpitante e di importanza capitale la merita e anzi senz'altro la richiede. •••

A ncora sulla « Marcia reale ». Sempre di « Critica fascista » quest'altre Parole : « ... marcia reale, almeno fino a che codesta brutta musica sarà l'inno nazionale italiano, e non si affronterà il problema per darci un inno nazionale più sostanzioso... ». Occorre ripetere che — senza contare quanto forte, squadrato e marziale sia il nostro bel inno del Re — certe cose non si cambiano, perchè troppo fremente spirito patriottico e tradizionale questa musica fa squillare nelle sue care note? •• •

Mussolini: amo .quegli Italiani che dicono sempre la verità... •• •

Stiamo facendo il possibile... Brasi


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.
"Corrente", anno I, n.17, 31 ottobre 1938 by Fondazione Corrente Onlus - Issuu