Galileiponlinemarzo2011

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Numero Unico

Marzo 2011

galilei

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Liceo Scientifico Statale “G. Galilei” Manfredonia Progetto PON C 1 “A chiare lettere” Dirigente Scolastico Prof. Roberto Menga Esperto Prof. Luigi Amoroso - Tutor Prof.ssa Barbara Salice

Un vero gioiello dell’arte barocca di Manfredonia LA CHIESA DI SANTA CHIARA SEMPRE CHIUSA Quando vai in giro per Manfredonia, si possono ammirare molti edifici ed opere storiche: il Castello Svevo-angiono vicino al lungomare, dove sono custodite le Stele Daune, Palazzo dei Celestini e Delli Santi, le chiese di san Leonardo, san Benedetto, san Domenico, la Cattedrale o la Basilica di Santa Maria Maggiore a Siponto. Andando in via Tribuna, si trova una chiesa a cui i manfredoniani, soprattutto i più anziani, sono particolarmente legati: quella di Santa Chiara. La chiesa è stata costruita nel 1592 sotto l’arcivescovo D.Ginnasio, soprattutto grazie ai soldi ricevuti da una giovane vedova di nome Isabella De Florio. Inizialmente era un convento di suore, ma fu fatta diventare chiesa dal cardinale Orsini nel 1680. La chiesa ha vissuto una strana vicenda: dopo essere stata innalzata, non venne più usata sino al 1870, anno in cui Italia e Chiesa si divisero, dopo la Breccia di Porta Pia. Nel corso del tempo la chiesa si rovinò e solo qualche decennio fa venne ristrutturata e utilizzata nuovamente come luogo di culto. In questi anni Santa Chiara è sempre chiusa: nel 2000 la chiesa venne riaperta ma, dopo pochissimo tempo, fu di nuovo chiusa per non essere più riaperta. Viene aperta alle sacre funzioni solo il 22 maggio, giorno di Santa Rita, poiché all’interno della chiesa c’è una statua in legno raffigurante la Santa. Per entrare ci sono due entrate: la principale, che si trova in via Santa Chiara, e la secondaria, che si trova in via Tribuna. I due portali sono abbastanza semplici ed entrambi sono preceduti da una scalinata che conduce alla chiesa. Entrando dal portale principale, possiamo subito notare che la chiesa è costituita dall’unica navata centrale, coperta da una volta semicilindrica lunettata e con motivi decorativi ispirati alla stile barocco settecentesco. Sia a destra che a sinistra si aprono sei grandi arconi, tre da una parte e tre dall’altra: ogni arcone contiene un altare di stile barocco tranne il primo a destra, essendo l’entrata secondaria di via Tribuna. Quattro altari sono rivestiti di marmi policromi, il primo a sinistra è fatto in legno intarsiato. Nelle zone lunettate si aprono, al di sopra della trabeazione, tre coppie di lunghe finestre munite di grate. Soprastante all’ingresso principale si può osservare una tela, che raffigura l’Assunzione della Madonna. All’interno della chiesa, inoltre, si possono osservare un sacco di tele, statue e elementi artistici, anche se, nel corso del tempo, molti di questi sono andati perduti. Nella parte destra della chiesa, appena entrati, sopra il primo altare detto della Crocifissione, c’è un grande Cristo in legno con il perizoma fatto d’argento. Dietro la scultura c’è una grande tela divisa in due parti: sulla parte superiore è raffigurato Dio che offre a Gesù l’amore dell’umanità mentre sulla parte inferiore Cristo, le pie donne e San Giovanni l’Evangelista. Andando avanti troviamo una piccola nicchia che, dagli inizi del Novecento, conserva la statua di santa Rita. Infine troviamo un elemento architettonico fatto in legno intarsiato. Nella parte sinistra della chiesa troviamo : un altare dedicato a Santa Maria delle Grazie, sopra il quale troviamo un dipinto, incorniciato in una cornice dorata, che raffigura la Madonna delle Grazie ed alcuni monaci francescani; sopra l’altare centrale troviamo, invece, un tela del Settecento che raffigura Gesù alla colonna e messo in una cornice dorata di stile barocco. Anche l’ultimo arcone a sinistra, come quello a destra di santa Rita, presenta una nicchia in cui dentro troviamo una statua in gesso della Madonna. Nel presbiterio troviamo il maestoso altare maggiore: lì notiamo la statua di santa Chiara, fatta in legno finemente intarsiato e che ci fa intuire che lo scultore era veramente bravo. La mano destra è alzata come se comandasse mentre in quella sinistra vengono conservati degli oggetti consacrati. Tutte queste opere sono veramente molto belle ma soprattutto l’altare maggiore colpisce per la sua straordinaria bellezza. Appena entrati nella chiesa, guardando nella parte destra, c’è un epigrafe del cardinale Orsini scritta in latino e che in italiano recita: “Questo insigne tempio D.O.M. in memoria di Santa Chiara Vergine insieme col convento delle clarisse eretto e dotato a spese della fiorente famiglia De Florio nell’anno 1592 sotto il pontificato di Domenico Ginnasio arcivescovo di Siponto”. La chiesa è veramente molto bella, con elementi barocchi davvero eccezionali, ha “soltanto” un problema: è chiusa. Un grande problema ed un grande dispiacere per la gente manfredoniana, che non può ammirarne la bellezza. La popolazione è molto legata a questa chiesa e si chiede come mai continui a non essere aperta al pubblico. Francesco Lauriola II E


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Galileiponlinemarzo2011 by maria - Issuu