ALCARAZ TRIONFA A INDIAN WELLS
ROLAND GARROS 1976
LA VITTORIA DI PANATTA
MIAMI: SINNER PROTAGONISTA
MONTECARLO
TITOLO A RUBLEV
N.2
Mar - Apr 2023 www.formulatennis.com FORMULA
TENNIS
FORMULATENNIS magazine
Periodico bimestrale di informazione sportiva
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Redattori: Fabrizio Brascugli, Simone Brugnoli, Daniele Flavi, Enrico Milani.
Hanno collaborato: Giuseppe Alvisi, Riccardo Bisti, Salvatore Di Bartolo, Antonio Mancuso, Stefano Milani, Caterina Milli, Paola Petrini, Fabrizio Salvi.
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N. 2 Mar - Apr 2023
SOMMARIO
L’ EDITORIALE
ALCARAZ TRIONFA AD INDIAN WELLS pag. 5
INDIAN WELLS, TITOLO A ELENA RYBAKINA pag. 11
MIAMI, TITOLO A MEDVEDEV pag. 14
PETRA KVITOVA TRIONFA A MIAMI pag. 23
IL GRANDE MISTERO
DEL SERVIZIO DI SINNER pag. 27
LA RIVINCITA DEL TENNISTA GUERRIGLIERO pag. 31
PERCHÉ I ROSSI DI CAPELLI
SONO COSÌ FORTI pag. 35
MONTE-CARLO, TIOLO A RUBLEV pag. 38
ADRIANO PANATTA
DIPINGE D’AZZURRO IL ROLAND-GARROS pag. 41
I TORNEI A VENIRE:
INTERNAZIONALI BNL D’ITALIA pag. 44
ROLAND GARROS pag. 45
WIMBLEDON pag. 46
L’EDITORIALE
Cambio generazionale: Alcaraz e Sinner, il tennis del futuro.
Il cambio di generazione è arrivato al vertice del tennis mondiale. I torneo americani sul cemento e le prime competizioni europee su terra battura hanno confermato un trend inequivocabile. Un nome su tutti quello di Carlos Alcaraz. Il murciano allievo dell’ex numero 1 del mondo Carlos Ferrero non ha che un solo nemico. Gli infortuni. Saltati gli Open d’Australia Carlos ha vinto il Masters 1000 di Indian Wells e si è fermato a Miami in semifinale battuto dal nostro Jannik Sinner. Poi lo spagnolo che ha saltato Monte-Carlo ancora a causa di un problema fisico ha infilato la doppietta Barcellona e Madrid. Un altro Masters 1000 nel palmares e la sicurezza di tornare n.1 del mondo comunque vadano gli Internazionali d’Italia. Venti anni compiuti il 4 maggio sta togliendo ai Fab4 tutti i record di precocità. Solo due sconfitte nel 2023. La prima a Rio de Janeiro più per infortunio che per meriti di Cameron Norrie. La seconda a Miami in semifinale ad opera di Jannik Sinner. L’azzurro è il secondo pilastro del vertice del futuro. Criticato da molti dopo il divorzio da Piatti, il nativo di San Candido sta raccogliendo i frutti del lavoro fatto con il nuovo coach Simone Vagnozzi. Semifinale ad Indian Wells persa con Alcaraz, una rivalità che occuperà gli anni a venire, finale a Miami, prendendosi la rivincita sullo spagnolo, persa con il russo Daniil Medvedev e ancora semifinale a Monte-Carlo battuto dopo una rocambolesca partita interrotta per pioggia da Holger Rune. Sinner è quello che ha più margini di progresso. Modificare un gioco basato sull’aggressività da fondo non è facile. I giocatori cercano sempre la loro zona di confort, ma Jannik ci sta provando. Certo a rete non sarà mai un Rafter, ma piano piano piano qualche chiusura al volo si inizia a vedere. Incredibile la forza mentale. Sinner gioca tutti i punti con la stessa intensità senza farsi condizionare dal punteggio. Subisce ancora le intemperanze dell’avversario se questo si mette ad aizzare il pubblico come è successo con Tiafoe e Rune a Monte-Carlo. Ma questi sono dettagli. Jannik e forte ed arriverà ad uno Slam.
Enrico Milani
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CARLOS ALCARAZ TRIONFA A INDIAN WELLS E RITORNA N.1 DEL MONDO, SINNER SI FERMA IN SEMIFINALE di Enrico Milani
Indian Wells. E’ il primo Masters 1000 della stagione. Si gioca in California, vicino a Palm Springs. In mezzo al deserto, clima secco per la gioia dei pensionati miliardari americani che qui vengono a svernare o a vivere per sempre. Come ogni anno il calendario prima di Indian Wells si biforca in due tronconi.
La stagione indoor europea, con appendice finale sul cemento degli Emirati del Golfo (Doha e Dubai) e la tournèe sudamericana sulla terra rossa. Manca Nadal fermo per l’infortunio subito in Australia e soprattutto manca Novak Djokovic fermato da una legge americana che impedisce fino a maggio 2023 l’ingresso negli Stati Uniti a chi non è vaccinato contro il Covid. Testa di serie numero uno Carlos
Alcaraz vincitore sulla terra di Buenos Aires e poi sconfitto in finale, menomato da un infortunio a Rio de Janeiro. Numero due del torneo Stefanos Tsitsipas che non aveva brillato in nessuno dei tornei disputati, testa di serie n.3 Casper Ruud, quattro Taylor Fritz e solo al sesto posto Daniil Medvedev che aveva vinto gli ultimi tre tornei disputati Rotterdam in finale sul nostro Sinner, Doha e Dubai questi ultimi giocati sul cemento all’aperto la superficie più simile a quella di Indian Wells. Anche il tennis italiano faceva la sua figura. Cinque i giocatori presenti e tre teste di serie. Jannik Sinner n.11, Lorenzo Musetti n.19 e Matteo Berrettini n.20. Completavano il quadro Lorenzo Sonego e Fabio Fognini.
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ITALIANI FUORI AL PRIMO TURNO
Non inizia bene il torneo per i colori azzurri. Fabio Fognini (88) esce al primo turno lasciando via libera all’americano Ben Shelton, 20 anni e 41 del mondo. Un match da dimenticare per il ligure che dopo un primo set lottato (4-6) non racimola che un game nella seconda frazione (1-6).
Non fa meglio Lorenzo Sonego (60). Il torinese esce subito fuori al primo Masters 1000 della stagione. L’azzurro cede all’australiano Jason Kubler (75) con il punteggio di 6-4, 7-6. Lorenzo conferma purtroppo la tradizione negativa sia ad Indian Wells, tre sconfitte su tre partecipazione così come contro l’australiano contro il quale ha perso tutte e tre gli incontri giocati.
SECONDO TURNO DUE SCONFITTE ED UNA VITTORIA
Tutte le teste di serie usufruiscono di un bye al primo turno, ma della pattuglia italiana non resterà che Jannik Sinner.
Ancora una sconfitta per Lorenzo Musetti (21) battuto 6-4 6-4 al primo turno del Masters 1000 californiano dal francese Adrian Mannarino , 34 anni e n.68 del ranking. Lorenzo era partito bene togliendo il servizio al francese, ma poi si è piano spento, giocando un tennis rinunciatario, di rimessa , due metri dietro la linea di fondo. Purtroppo il toscano si avvita dietro scelte tattiche sbagliate come quella di insistere sul rovescio di Mannarino che da buon mancino trovava angoli impossibili. Inoltre il rovescio di Lorenzo non è più incisivo come prima. Il lungolinea è sparito ed anche il servizio si è come involuto. Anche nella seconda frazione dopo aver recuperato il break sul 4 pari Musetti ha perso nuovamente il turno di battuta regalando la partita al francese. Un brutto Musetti che deve cambiare subito qualcosa perché continuare come ieri a remare due metri dietro la linea di fondo equivale a sconfitta sicura. Miami è tra una decina di giorni. Il tempo per recuperare c’è.
Berrettini fuori con Taro Daniel
Purtroppo continua la crisi di Matteo Berrettini (23). Il romano subisce un’amara sconfitta (6-7 6-0 3-6) al primo turno del Masters 1000 californiano contro il giapponese Taro Daniel (103) uscito dalle qualificazioni. Matteo ha detto di non essere stato avvantaggiato dal clima freddo della sera e dalle palle che dopo pochi scambi si aprono e non permettono di scaricare la potenza dei colpi. Inoltre ha aggiunto che se non avesse commesso due o tre errori nel tiebreak del primo set la partita sarebbe andata in modo diverso. Comunque una brutta prestazione di Matteo che al di là dei vincenti 35 a 15 e dei punti diretti con il servizio 27 a 9 ha commesso troppi errori non forzato 50 a 11 che gli sono costati la partita. Berrettini paga una cattiva preparazione invernale con la partecipazione alla United Cup, ed anche il mese di stop dopo gli Open d’Australia, mentre gli altri affinavano nei tornei colpi e fisico. Matteo ha bisogno di giocare match e ritrovare fiducia. Con 6-0 della seconda frazione ha dimostrato che i colpi ci sono ancora.
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Sinner c’è ed elimina Gasquet
Bella vittoria di Jannik Sinner (13) che supera in due set il veterano (36 anni) francese Richard Gasquet 6-3 7-6. Partito male Jannik dopo aver annullato la palla del doppio break per Gasquet ha messo la quarta e chiuso la prima frazione con una striscia di quatto giochi a zero. Nel secondo set sono i servizi a dominare. Nessuna palla break e logica conclusione al tie-break. Jannik va avanti tre a due e poi chiude con quattro punti consecutivi. Finalmente un italiano vincente in California. “Una partita difficile ho iniziato teso, poi sono entrato in partita. Anche al tie-break sono stato concentrato. Gasquet è sempre difficile da giocare perché mette una palla alta non facile da spingere, ma sono contento di come ho giocato” dice Jannik che inizia nel migliore dei modi il torneo californiano.
Tsitsipas eliminato da Thompson
La vera sorpresa del secondo turno è l’eliminazione della testa di serie numero due Stefanos Tsitsipas che dalla finale persa con Djokovic degli Open d’Australia non era più riuscito a brillare. Suo giustiziere l’australiano Jordan Thompson (87) che comunque al turno successivo non confermerà il risultato.
TERZO TURNO
Tutti avanti i favoriti del torneo. Fatica Daniil Medvedev che vince in tre set con lo score di 6-2 3-6 6-1 contro il bielorusso Ilya Ivashka (n.86). Un secondo parziale nel quale Medvedev si è un po’ disunito, ma poi è abile a resettare e a far valere la sua maggior solidità. Bene Alexander Zverev (14) che si sta ritrovando, dopo il gravissimo infortunio subìto nella semifinale del Roland Garros dell’anno passato contro lo spagnolo Rafael Nadal. Sascha si è imposto contro un coriaceo Emil Ruusuvuori (59) con lo score di 7-5 1-6 7-5 in quasi tre ore di gioco. Decisamente più agevole la vittoria di Andrey Rublev (n.7 del mondo) contro il francese Ugo Humbert (72): 7-5 6-3 per la testa di serie n.6 che affronterà il britannico Cameron Norrie. Il n.12 ATP è stato impegnato non poco dal giapponese Taro Daniel (n.103 del ranking), giustiziere nel secondo turno di Matteo Berrettini. Norrie l’ha spuntata per 6-7 (5) 7-5 6-2, recuperando anche un break di ritardo nel secondo parziale.
Le sorprese in negativo sono state le sconfitte di Casper Ruud e di Karen Khachanov. Non è un 2023 esaltante, fino a questo momento, per il norvegese (n.4 del mondo) e il ko contro il cileno Cristian Garin (n.97 del mondo) per 6-4 7-6 (2) evidenzia questo aspetto.
Tutto facile vince per l’americano Frances Tiafoe (n.16 del ranking), vittorioso per 6-3 6-2 contro l’australiano Jason Kubler (n.75 del mondo), che aveva battuto Lorenzo Sonego nel primo turno. Prosegue l’avventura dello statunitense e prossima sfida contro il cileno Alejandro Tabilo (n.187 del ranking), impostosi per 6-3 7-6 (6) contro l’altro australiano Jordan Thompson (n.87 ATP), incapace di dar seguito alla vittoria nel turno precedente contro Stefanos Tsitsipas (n.3 del ranking).
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LA CORSA DI SINNER
Solido e convincente Jannik Sinner (13) elimina in due set il francese Adrian Mannarino (68) , 7-6 6-4 lo score in un incontro difficile, dove l’altoatesino è stato costretto a giocare un match concentrato e paziente e ad annullare un set nel tie-break della prima frazione.
Adrian Mannarino si è confermato avversario difficile al di là della posizione che occupa in classifica. Preciso con il servizio e costante da fondo campo il francese ha regalato pochissimi punti. Bravo Sinner a non farsi prendere dalla fretta ed a costruire la sua ragnatela da fondo che piano piano allontanava Mannarino dalla palla e lo costringeva all’errore. Ai sedicesimi, Jannik avrà di fronte il veterano (37 anni) Stan Wawrinka (100) che ha eliminato a sorpreso Holger Rune (8) classe 2003 il più caldo dei giovani emergenti. Il momento magico continua. Jannik spazza via in due set (6-1 6-4) lo svizzero Stan Wawrinka (100). Partita solida come al solito da parte di Jannik che aveva già battuto lo svizzero al recente torneo di Rotterdam. Stan ha fatto quello che poteva. In difesa, due metri fuori dal campo, per il tre volte vincitore Slam la palla dell’italiano andava troppo veloce. Sinner ha dominato senza problemi, salvo un piccolo calo nel secondo set quando avanti di un break ha ceduto il turno di servizio, per poi brekkare di nuovo e chiudere il match.
“Ogni partita è differente – ha detto l’altoatesino -. Con Adrian ho fatto fatica con il rovescio. Lui gioca molto piatto, Stan invece gioca un po’ più alto e sono riuscito ad andare meglio attraverso la palla. Penso di poter migliorare un paio di cose. Oggi per esempio non ho servito bene. Domani farò un paio di sessioni di allenamento, e spero di arrivare pronto dopodomani“.
Primo italiano nei quarti ad Indian Wells Jannik affronterà per un posto in semifinale l’americano Taylor Fritz che lo scorso anno lo aveva battuto sempre qui in California agli ottavi. Non sarà facile visto che il bilancio in carriera contro i top 5 è negativo, 2-16, ma al tennis di Sinner non ci sono limiti. Appuntamento a giovedì.
E giovedì arriva una splendida vittoria per Jannik Sinner (13) che batte in tre set 6-4 4-6 6-4 e 2 ore e 17 minuti di gioco, l’americano Taylor Fritz (5), e guadagna la semifinale del primo Masters 1000 della stagione. E’ stata una partita difficile condizionata nel terzo set dal vento che disturbava servizio e risposta. Il primo set si è risolto con un break nel gioco di apertura. Sinner ha strappato il servizio a Fritz e poi ha mantenuto il vantaggio fino al 6-4. La seconda frazione vede la regola del servizio, fino al 4-5 quando Sinner che serve per rimanere nel set, commette due errori di troppo. Break e tutto rinviato al terzo. Il vento che nel deserto california-
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no è una presenza costante non aiuta i giocatori e fa calare la qualità del tennis. Break e controbreak in apertura e poi equilibrio fino al 4 pari, quando Jannik assesta la zampata vincente. Primo italiano in semifinale a Indian Wells dopo 47 anni di torneo e seconda in un Masters 1000 dopo quella di Miami 2021.
Per Sinner seconda vittoria in carriera contro un top 5 e dopodomani sfida contro Carlos Alcaraz per un posto in finale. Il bilancio degli scontri diretti è in perfetta parità. Due vittorie per Jannik a Wimbledon ed Umago e due per Alcaraz a Paris Bercy e agli US Open nel 2022, dopo aver annullato un match point. Sinner comunque in questo 2023 è diventato un altro giocatore, più maturo e più consapevole dei suoi mezzi. Il servizio, il dritto tutti i colpi sono migliorati. Anche la tattica di gioco, più proiettata verso l’avanti dimostra una nuova determinazione nella ricerca del punto.
LA MARCIA DI ALCARAZ
Il numero due mondo, ma ritornerà sul tetto del tennis alla fine del torneo, si presenta alla semifinale contro Sinner senza perdere un set. Vittime predestinate Thanasi Kokkinakis (94) al primo turno, poi Tallon Griekspoor (36), Jack Draper (56) e Felix Auger-Aliassime (10) nei quarti.
SINNER LOTTA, MA ALCARAZ VINCE IN DUE SET
Ha lottato fino alla fine Jannik Sinner (13), ma non è stato sufficiente contro un Carlos Alcaraz (2) straripante. Lo spagnolo in questo momento è più forte dell’altoatesino, una realtà che non si può ignorare. Alcaraz ha giocato una partita tutta d’attacco, mentre Jannik ha fatto quello che gli riesce meglio. E’ rimasto a fondo campo a scambiare cercando di allungare il punto, tattica che contro un attaccante come Alcaraz non può funzionare. Avanti 4-2 nel primo set l’allievo di Carlos Ferrero ha avuto un passaggio a vuoto di cui Sinner ha approfittato fino a trovarsi 6-5 e set point. Passato il momento non ci
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sono stati più dubbi su chi sarebbe stato il vincitore dell’incontro. Jannik ci ha provato fino alla fine, ma contro un giocatore come il n.2 del mondo si deve osare di più, non restare a scambiare da fondo. Per il momento le 11 posizioni di differenza in classifica ci sono tutte. Nessuno però è imbattibile e il numero uno azzurro può comunque essere soddisfatto di come è andata e dell’ennesimo torneo positivo di questa prima parte di 2023.
“Oggi – ha detto l’altoatesino in conferenza stampa – ci sono state alcune occasioni che non sono riuscito a cogliere. Soprattutto nel primo set, ma è andato tutto molto veloce. Il tennis è così. Una delle differenze l’ha fatta il servizio: non sono riuscito a servire come potrei, tenendo percentuali basse. È dura vincere una partita così importante senza l’aiuto del servizio. Sono comunque ottimista – ha aggiunto – perché mi accorgo di essere molto vicino a un giocatore come lui nonostante senta di dover ancora migliorare molto, in particolare nei movimenti in campo. Posso spostarmi ancora più rapidamente e mi auguro di riuscirci presto. Negli ultimi mesi sono migliorato molto, ma l’obiettivo è essere un giocatore ancora diverso nel giro di un anno. Ho bisogno di ancora 2-3 stagioni per arrivare al top fisicamente e lo devo accettare, anche se per me è
difficile visto che mi alleno sempre per competere al massimo. Comunque è stato un torneo positivo: ho battuto un top-5 e ho giocato alla pari con Carlos che ha vinto solo 4 punti più di me. Siamo ottimisti”.
ALCARAZ TRIONFA E TORNA N.1 DEL MONDO
E’ solo lui il re della California e del tennis mondiale. Carlos Alcaraz ha spazzato via in finale il russo Daniil Medvedev conquistando il Masters 1000 di Indian Wells, secondo teen-ager nella storia del tennis dopo Boris Becker nel 1989. Alcaraz ha dominato l’incontro facendo vedere tutto il suo repertorio di colpi. Dritti vincenti da fondo campo, serve and volley, smorzate, alla continua ricerca del punto senza colpi di attesa. Diciannove vincenti contro 10 errori non forzati e solo 70 minuti per chiudere la finale. Per Medvedev è la prima sconfitta dopo 19 vittorie consecutive e tre titoli in tre settimane. Forse era stanco forse disturbato dal vento più dello spagnolo, ma non c’è stata partita in nessuno dei due set. Alcaraz non ha mai dovuto fronteggiare una palla break ed ha aperto con un vantaggio di 3-0 nel e 4-0 nel secondo set. Da oggi lo spagnolo è di nuovo n.1 del mondo unico teen-ager nella storia del tennis ed e anche l’unico giocatore ad avere conquistato prima dei 20 anni sia Indian Wells che Miami. Alcaraz su tutti.
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INDIAN WELLS TITOLO A ELENA RYBAKINA
CHE SCONFIGGE ARYNA SABALENKA IN FINALE.
RYBAKINA IN FINALE SI PRENDE LA RIVINCITA DEGLI OPEN D’AUSTRALIA
Il tennis femminile disegna piano piano le sue gerarchie. Ad Indian Wells il titolo se lo contendono la kazaka, ma nata a Mosca, Elena Rybakina (10) e la bielorussa Aryna Sabalenka (2). Le due sono le tenniste più in forma del momento. La finale è una ripetizione di quella degli Open d’Australia che aveva visto prevalere la Sabalenka. Nel primo WTA 1000 della stagione il successo va invece ad Elena Rybakina - Il primo set della finale è equilibratissimo. Un break per parte e poi un lunghissimo tiebreak. Ventiquattro punti giocati con la Rybakina che chiude il primo set. Nella seconda frazione alla kazaka basta un break per chiudere set e partita. Per la Rybakina che nel 2022 ha trionfato a Wimbledon questo è il primo trofeo 1000 della carriera.
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di Caterina Milli
LE ITALIANE
Si sa che sul cemento le tenniste azzurre non sono a loro agio e Indian Wells ne è una ulteriore dimostrazione. Il primo turno si conclude con un’ecatombe. Tre sconfitte su quattro incontri, con laTrevisan che è ammessa direttamente al secondo turno. Lucia Bronzetti (71) cede in 3 set contro l’americana Bernarda Pera (43) 7-5- 4-6 -6-3. Jasmine Paolini (70) si arrende 7-4 6-1 contro la tedesca Tatjana Maria (70), mentre Elisabetta Cocciaretto (50) esce per mano della spagnola Parrizas Diaz (88). Vince soltanto Camila Giorgi (46) che supera l’olandese Arantxa Rus (130) per 6-3 6-3. Camila ha vendicato Sara Errani sconfitta nell’ultimo turno delle quali proprio dalla Rus. Questa volta pero la marchigiana si ferma al turno
MARTINA TREVISAN
Buona invece la prestazione di Martina Trevisan (26) che riscatta un opaco Open d’Australia. La toscana entra in gara direttamente al 2° turno dove batte in rimonta la statunitense Madison Brengle (87) con lo score di 57 61 62. Purtroppo il torneo di Martina finisce al turno successivo . La mancina di Firenze
lascia via libera alla ceca Karolina Muchova, n.76 del ranking, ma top 20 nel 2021 (l’anno della semifinale agli Australian Open e dei quarti a Wimbledon), e reduce dal quarti nel WTA 1000 di Dubai. Trevisan lotta per tre set, ma alla fine cede incamerando la seconda sconfitta contro la ceca che l’aveva superata in due set il mese scorso a Doha.
successivo. Camila cede le armi alla distanza contro la statunitense Pegula, numero tre del mondo.
Miami. Titolo a Medvedev, Sinner cede in finale. L’azzurro scarico dopo il match con Alcaraz.
di Giuseppe Alvisi
Miami seconda tappa del Double Sunshine dopo Indian Wells. Si gioca nello stadio dei Miami Dolphins, adattato per l’occasione. Manca il fascino della vecchia sede di Key Biscane, ma i protagonisti sono tutti là pronti a dare il massimo. Alcaraz si presenta da numero uno del mondo e guida il seeding. Lo spagnolo che difende la vittoria del 2022 è obbligato a vincere se non vuole cedere a Djokovic la testa della classifica mondiale. Le teste di serie sono più o meno le stesse di Indian Wells. Tsitsipas n.2, Ruud n.3 e Medvedev finalista di Indian Wells al n.8. Sempre cinque gli italiani presenti. Le tre teste di serie guadagnano tutte una
posizione Jannik Sinner n.10, Lorenzo Musetti n.18 e Matteo Berrettini n.19. Completano il quadro Lorenzo Sonego e Fabio Fognini.
Il primo ad uscire è Fabio Fognini (91) che sul cemento non riesce a trovare la sicurezza del suo gioco. Fabio lascia strada al tedesco Jan-Lennard Struff (103). Il ligure lotta tre set, ma sarà Struff a qualificarsi per il secondo turno.
Purtroppo continua la crisi per Matteo Berrettini (23) che rimedia un’altra sconfitta al primo turno contro l’americano McKenzie McDonald (55).
Fatali per Matteo i due tie-break, con qualche rimpianto per il primo dove era avanti 4 punti a due.
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Qualcosa di buono si è visto a livello di dritto e servizio, ma 49 errori non forzati su 26 giochi disputati sono troppi se si vuole reintegrare la top 10. Qualcosa di buono si è visto, ma siamo ancora lontani dal Berrettini dello scorso anno. Anche per lui la tournèe americana si è risolta in un disastro. Peccato perché Berrettini non ha praticamente punti da difendere fino al torneo del Queen’s 2023. Ora anche per lui si aspetta il riscatto sulla terra rossa europea. Non è la sua superficie preferita, ma è
LORENZO SONEGO AVANZA AGLI OTTAVI
Non delude invece Lorenzo Sonego (59) che riscatta la brutta prestazione di Indian Wells. Il torinese batte al primo turno Dominic Thiem (106).. Si ripete al secondo turno contro Daniel Evans (29) in rimonta dopo aver perso la prima frazione. Il capolavoro arriva contro l’americano Frances Tiafoe (14) battuto in due set. La corsa di Lorenzo si ferma contro l’argentino Francisco Cerundolo (31). L’azzurro vince il primo set, ma poi si arrende al ritorno di Cerundolo che a Miami gioca il suo miglior tennis sul cemento. Bilancio positivo per Sonego che con i punti conquistati risale la classifica guadagnando ben 12 posizioni.
quella su cui è cresciuto e di cui conosce meglio i segreti.
Male anche Lorenzo Musetti (21) eliminato dal ceco Jiri Lehecka, n.44 ATP. A Lehecka classe 2001 sono bastati due break per set 6-4 6-4 lo score. A Musetti è mancato il servizio ed anche una tattica di gioco. Lorenzo è ritornato e remare da fondo, due metri dietro la riga senza un piano di gioco, Sembra che ogni volta giochi dei colpi estemporanei che ovviamente non danno frutti.
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Musetti che non vince dal match di Buenos Aires contro Pedro Cachin ha incassato cinque sconfitte di fila. Prima dello stop contro Lehecka, si era arreso in Argentina contro il peruviano Juan Pablo Varillas (allora n.101), a Santiago contro il cileno Nicolas Jarry (n.139 un mese fa e ora n.57), a Santiago contro lo spagnolo Jaume Munar (n.66 al momento della sfida) e a Indian Wells contro il francese Adrian Mannarino (n.68). Ora Lehecka incontrerà Karen Khachanov o l’argentino Tomas Martin Etcheverry. Si aspetta la terra rossa europea per il riscatto.
I FAVORITI AVANZANO SENZA SORPRESE
Non ci sono sorprese fino ai quarti di finale dove Karen Khachanov (12) elimina la testa di serie n.2 Stefanos Tsistsipas. Le due sorprese sono Francisco Cerundolo e l’americano Christopher Eubanks (87) che approfitta del vuoto lasciato da Hurkacz e Norrie.
JANNIK SINNER CAVALCATA VINCENTE
Valore sicuro e tennista cresciuto dal 2022 Jannik
Sinner ripete e migliora la performance di Indian Wells. L’obbiettivo è la rivincita contro Carlos Alcaraz
che in California lo aveva sconfitto in semifinale. I due sono dalla stessa parte del tabellone e la sfida è nell’aria. Il primo ostacolo per il nativo di San Candido è il russo Andrey Rublev contro cui era stato costretto al ritiro a Parigi dopo aver dominato il primo set. Jannik stupisce per l’autorità con cui supera il numero 7 del mondo.
E’ una partita quasi perfetta quella di Jannik specialmente nel primo set dominato con autorità. Il russo vince il primo gioco poi c’è un solo tennista in campo. Jannik conquista 5 giochi consecutivi e chiude la prima frazione per sei giochi a due. Nel secondo set equilibrio fino al 3 pari poi l’azzurra ingrana la marcia superiore. Break e partita decisa. Il servizio è stato oggi l’arma decisiva di Sinner. Otto aces e nessun doppio fallo e nemmeno una palla break concessa a Rublev. L’altoatesino ha dunque ritoccato ancora il suo miglior inizio stagione di sempre. Diciannove partite vinte delle 23 partite giocate fin qui e 15 delle ultime 17.
“In ogni match provo ogni volta a fare del mio meglio – ha detto Jannik -. Andrey non è mai un avversario facile da affrontare perché tira forte e spinge
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su ogni colpo ma oggi il mio livello di gioco è stato ottimo: ho servito bene, anche rispetto alle altre partite. Stavolta ho cambiato un po’ la tattica ‘bomba contro bomba’: ho cercato di essere più aggressivo di lui, ci sono riuscito e sono molto soddisfatto”. La vittima designata del turno successivo è Emil Ruusuvuori che raccoglie solo 4 giochi. E’ semifinale e sarà di nuovo sfida contro Carlos Alcaraz.
LA SEMIFINALE: SINNER ELIMINA ALCARAZ
Jannik Sinner (11) batte in tre set il n.1 del mondo Carlos Alcaraz 6-7(4), 6-4, 6-2 lo score, e va per la seconda volta in finale nel Masters 1000 di Miami. Una semifinale giocata a livelli altissimi e dominata, nonostante la perdita della prima frazione, da Sinner. Scambi lunghissimi con un tennis tutto d’attacco per la delizia del pubblico americano. Sinner è andato subito avanti per 4 giochi a 1 per poi subire il ritorno dello spagnolo. Memorabile un punto di 25 scambi, già diventato virale sul net, vinto da Jannik, ma che per lo sforzo gli costava un doppio fallo ed il break. Anche nel tie-break l’azzurro andava
avanti quattro punti ad uno, ma un paio di errori banali permettevano a Alcaraz di rientrare e chiudere il set. La partita comunque la stava facendo Sinner. Avanti subito di un break nella seconda frazione si faceva raggiungere da Alcaraz che con un scatto di orgoglio rimetteva lo score in parità. Il n.1 del mondo molto falloso specialmente al servizio. Sul 4 pari Alcaraz nel gioco di battuta commetteva due doppi falli, alla fine saranno 9 in totale contro 5 aces, che mandavano Jannik a servire per il set. Jannik non perdeva l’occasione. Secondo set in cascina e tutto rinviato al terzo.
“Oh, di sicuro è una delle migliori vittorie. Ovviamente è stata una partita molto dura contro di lui. Penso che entrambi abbiamo giocato una partita di altissimo livello. Da parte mia, penso di aver cambiato un paio di cose da Indian Wells a qui, cosa che ho dovuto fare, e sono andate per la mia strada. Ne sono felice“, ha detto Sinner.
La terza frazione era una cavalcata di Jannik. Alcaraz calava fisicamente e soffriva di crampi mostrando chiari segni di aver perso la concentrazione.
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“Ho iniziato ad avere i crampi all’inizio del terzo set, ma non è stato questo il motivo per cui ho perso la partita. Sai, sono tornato dopo i crampi all’inizio, ho iniziato a sentirmi meglio. Ma, ovviamente, Jannik è stato migliore di me nel terzo set. Questa è la verità, lo sai.” Dichiarava lo spagnolo. Sinner continuava il martellamento da fondo specialmente in risposta e toglieva due volte il servizio allo spagnolo che raccattava solo due giochi. Finale e nono italiano a battere n.1 del mondo in carica.
Con il risultato di oggi Jannik eguaglierà alla nona posizione il suo best ranking, mentre Novak Djokovic tornerà in vetta al ranking ATP, dal momento che lo spagnolo aveva bisogno di difendere il suo titolo al Miami Open per rimanere al numero 1 del mondo.
Questa sarà la seconda finale del Miami Open di Sinner: nel 2021, ha perso contro Hubert Hurkacz in quello che è stata la sua prima finale di un Masters-1000. Suo avversario sarà Daniil Medvedev, contro il quale non ha mai vinto avendo perso tutte e cinque le partite precedenti. Ultimo
incontro è stata la finale di Rotterdam, in cui il russo si è imposto 5-7, 6-2, 6-2. Si giocava al coperto e da allora Sinner più che fare enormi progressi ha consolidato il suo gioco ed è passato ad un livello di gioco superiore. Medvedev è un avversario che tira meno forte di Alcaraz, ma prende anche meno rischi e ti avvolge nella sua ragnatela. Non sarà facile, ma Jannik ha tutti i colpi per vincere. “Ovviamente domenica è un’altra partita. Partita molto, molto diversa. Non ho mai vinto contro Daniil, quindi vediamo come va”.
LA FINALE SINNER SCARICO CEDE A MEDVEDEV
Il sogno finisce in finale. Il titolo va a Daniil Medvedev (5), 7/5 6-3 lo score e Sinner incassa la sesta sconfitta su sei incontri con il russo. La finale era iniziata bene con Jannik che toglieva per primo il servizio all’avversario, ma restituiva il favore nel gioco successivo. Il match si svolgeva come da copione. Medvedev ben lontano dalla riga di fondo, 5 metri e 90 indietro sulla risposta, a macinare colpi su colpi come se correre e correre non gli facesse nessun effetto. Jannik doveva
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“In generale, amo i campi in cemento. Adoro giocarci sopra. Sì, se fosse una mia scelta, sarebbero solo campi in cemento, ma capisco perfettamente che non è giusto, possiamo dire così. Quindi, sì, mi sento al meglio nel mio gioco sui campi in cemento. Anche se so di poter giocare abbastanza bene su erba e terra battuta, sul cemento mi sento più fluido. Sul cemento non posso giocare il mio miglior tennis ma vincere comunque le partite. Questa è una grande differenza. Sento che già quest’anno sta migliorando, quindi inizia a esserci sempre meno differenza. La partita di Rotterdam è stata brutale. Voglio dire, oggi nel primo set ha avuto il primo break. Si sta decisamente avvicinando sempre di più, ma spero di poter continuare a dargli questo problema perché sono sicuro che lo vedrò nelle fasi successive del torneo se riuscirò a giocare bene”, ha affermato il numero 5 del mondo .
forzare dritto e rovescio per conquistare il punto e teneva con difficoltà i giochi di servizio. Poi il caldo opprimente (si giocava alle 13 locali con 35 gradi) della Hard Rock Arena la casa dei Miami Dolphins, mette a dura prova il fisico dell’altoatesino. Sinner ricorre al fisio ed entra in campo al medico che da all’azzurro forse un antidolorifico. Purtroppo il calo fisico era evidente. Medvedev continuava a tessere la sua ragnatela e sul 5-6 quattro errori non forzati davano il set al russo. La seconda frazione iniziava con Sinner palesemente scarico che perdeva il servizio in apertura. Sotto 0-2 Jannik riusciva a brekkare Medvedev, ma la sua era solo una fiammata d’orgoglio. Nel gioco successivo
Sinner cedeva nuovamente il gioco di battuta e Medvedev volava verso il suo primo successo a Miami.
“Veramente felice. È il miglior inizio di stagione che abbia mai avuto. Incredibile quantità di punti vinti. Di sicuro è un peccato che non ci sia stato
un Grande Slam in questo periodo di tempo, ma sì, in generale sono super felice e non vedo l’ora che arrivi la stagione ancora di più “, dichiarava il campione del Miami Open 2023.
In aggiunta a ciò, il 27enne russo è 29-3 in stagione, avendo vinto 24 delle ultime 25 partite e attualmente guida il tour in termini di vittorie nella stagione. È diventato anche uno dei giocatori a raggiungere la finale in tutti e sei i Masters 1000 e i Grandi Slam sul cemento.
Medvedev ora ha un record di 6-0 nelle partite contro Sinner – e questa è stata la loro seconda finale della stagione: in precedenza a Rotterdam, il numero 5 del mondo ha superato l’italiano 5-7, 6-2, 6-2.
Va anche detto che Medvedev è per il momento tennisticamente più forte di Sinner. Il ventisettenne russo, ex numero uno del mondo, vanta uno Slam vinto, 19 tornei, e da lunedì ritornerà al quarto posto della classifica. Questa è stata l’ottava
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finale ATP Masters 1000 di Medvedev e il primo titolo a questo livello da quando ha vinto Toronto nel 2021, contro Reilly Opelka. È l’ottavo giocatore a vincere cinque diversi tornei Masters-1000.
Il prossimo appuntamento per Medvedev è ora una serie di tornei sulla terra battuta, una superficie sulla quale ha già confessato di non trovarsi altrettanto a suo agio. Ci saranno altre finali o abbiamo visto abbastanza del numero 5 del mondo in questa stagione?
“So che posso giocare bene sulla terra battuta. Ho battuto Tsitsipas e Novak nello stesso torneo una volta, è un bel risultato sulla terra battuta. Sui campi in cemento come qui sento, tipo, che molte delle partite non ho giocato il mio miglior tennis, ma sono riuscito a vincerle e il torneo. La terra battuta è più dura per me. Se non gioco il mio miglior tennis, posso perdere molto più facilmente. Quindi sì, spero di poter essere al meglio nella stagione sulla terra battuta.
Purtroppo Jannik pagava lo sforzo dell’incontro
con Alcaraz. Contro un difensore come Medvedev impossibile vincere se non si è fisicamente al 100%.
“Purtroppo oggi non è stata la mia giornata. Tuttavia, non voglio togliere nulla a Daniil. Stava servendo incredibilmente. È stato molto coraggioso con il modo in cui ha giocato oggi. È uno dei migliori giocatori al mondo”, ha commentato Sinner, che ha aggiunto:
“Ovviamente deluso per oggi. Mi sono svegliato non nel miglior modo possibile. Mi sentivo un po’ male, ma abbiamo provato, sai, ad uscire in campo, provando a fare un tentativo.”
Il bilancio di Sinner della trasferta americana è comunque positivo. Semifinale a Indian Wells persa con il vincitore Alcaraz, finale a Miami, e ritorno nella top 10, al numero 9, a meno di 150 punti di distanza dalla sesta posizione. Inoltre il Double Sunshine ci ha restituito un tennista in crescita, temuto da tutti gli avversari, in grado di vincere con chiunque.
La stagione sul rosso è arrivata. Forza Jannik.
FORMULA N. 2 Mar - Apr 2023
MIAMI PETRA KVITOVA TRIONFA E ROVINA LA FESTA ALLA RYBAKINA.
di Stefano Milani
Miami - Due settimane fa, tutti gli occhi erano puntati sul titolo che Elena Rybakina aveva conquistato a Indian Wells e sul suo possibile Sunshine Double. Purtroppo è stata Petra Kvitova a rovinare la festa: la ceca è andata fino in finale e ha messo fine al sogno della kazaka battendola 7-6(14), 6-2, aggiudicandosi il suo nono WTA 1000 in carriera e il suo primo Miami Open.
LA FINALE KVITOVA - RYBAKINA
Rybakina veniva da una serie di 13 vittorie consecutive – l’ultima sconfitta è stata contro la brasiliana Beatriz Haddad Maia nei quarti di finale di Abu Dhabi a febbraio –, mentre Kvitova cercava a 33 anni il 30esimo titolo della sua carriera.
“Penso che l’esperienza di oggi abbia giocato un buon ruolo nella mia mente, a dire il vero. Ho giocato così tante finali. So di poter giocare bene in
finale, non importa chi sto affrontando. Quindi penso che mentalmente sia stato molto importante per me sfruttare la mia esperienza. Sì, ovviamente questo significa molto. I giovani stanno arrivando tutto il tempo. È difficile affrontarli davvero tutto il tempo (sorridendo). È molto stancante. Anche Elena è giovane. Quindi, sì, è ancora difficile competere, ovviamente, con tutti loro”, ha sottolineato la Kvitova. La testa di serie numero 15 ha controllato la partita dall’inizio e ha avuto la possibilità di chiudere il primo set nel decimo gioco, servendo sul 5-4.
Tuttavia, quello è stato il momento in cui la 23enne kazaka ha trasformato il suo primo break point e pareggiato sul 5-5.
Il set si è concluso con un tie-break durato 22 minuti, in cui entrambi i giocatori hanno avuto qualche possibilità di aggiudicarsi la vittoria – tuttavia, è sta-
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ta Kvitova a chiudere la prima frazione, 16-14, dopo aver salvato cinque set point.
“Sì, di sicuro il tiebreak è stato decisivo oggi, credo, per tutta la partita. Penso che sia stato il più lungo che abbia mai giocato in vita mia, ed è stato come, sì, se non avessi servito, non avrei potuto essere lì. Voglio dire, ho avuto tipo tre ace all’inizio ed è stata dura. Ho avuto una pausa come nel primo set e lei mi ha tolto di nuovo il servizio. Non è facile giocare con Elena al livello attuale”.
Come ad Indian Wells quando l’equilibrio si era rotto con il primo set vinto dopo un lunghissimo tie-break da Rybakina, a Miami è stata Kvitova a prendere il largo.
“Sì, forse se il primo set fosse andato a modo mio, il secondo sarebbe stato diverso, ma ovviamente perché ero un po’ stanca fisicamente, penso che sia per questo che non ho avuto successo nei momenti importanti. Stavo anche prendendo alcune decisioni stupide in campo, quindi penso solo di aver sentito la tensione e la stanchezza, ma Petra ha giocato bene. Spero che la prossima volta vada a modo mio”, ha spiegato delusa Rybakina.
Kvitova ha lasciato solo due giochi alla kazaka ed è diventata la più anziana campionessa di Miami dai tempi di Serena Williams nel 2015.
Petra Kvitova, due volte vincitrice a Wimbledon, tornerà nella Top 10 WTA, per la prima volta da settembre 2021, a partire da lunedì prossimo. Questo è stato il suo 20esimo titolo nei tornei sul cemento e il suo più grande risultato in cinque anni: l’ultimo era stato nel 2018, a Madrid.
“Penso di aver giocato già molto bene a Indian Wells, e ho continuato ad andare qui, cercando di concentrarmi su ogni partita. Ho avuto ottime avversarie durante il torneo, e anche Elena lo è di sicuro. Penso che il servizio mi abbia davvero aiutato, campi un po’ più veloci qui con le palle più veloci, che penso si adattino al mio gioco”, ha detto la ceca.
A sua volta, la kazaka è diventata la quarta giocatrice a non vincere il Sunshine Double nella finale di Miami dopo Serena Williams (1999), Lindsay Davenport (2000) e Maria Sharapova (2006 e 2013). Nonostante la sconfitta qui, conclude marzo con un ottimo feeling per il suo gioco e con ottime prospettive per affrontare il resto della stagione.
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IL TORNEO DELLE ITALIANE
In quattro alla partenza ed anche sul cemento di Miami le sole a brillare sono Martina Trevisan e Camila Giorgi. Sfortunato il sorteggio per Elisabetta
Cocciaretto (49) che trova al primo turno l’ucraina
Marta Kostyuk (38) che sul cemento di Austin in febbraio aveva conquistato il suo primo trofeo del circuito maggiore. Il risultato non ammette repliche
6-3 6-2 per l’ucraina e trasferta america senza vittorie per Cocciaretto. Fuori al primo turno anche
Jasmine Paolini (71).
La toscana si fa rimontare da Mirjam Bjorklund (149) uscita dalle qualificazioni. La svedese si impne
MARTINA TREVISAN AI QUARTI
Ha imparato finalmente a giocare sulle superfici veloci Martina Trevisan (26) che conferma i progressi visti a Indian Wells. La semifinalista del Roland Garros 2022, approda ai quarti di finale, sua migliore performance in un mille dove cede ad Elena Ryakina, vincitrice di Indian Wells e futura finalista. Martina esordisce battendo 6-4 6-3,la giapponese Nao Hibino (114). Al turno successivo lotta e vince in rimonta 4-6 7-5 6-4 contro l’ame-
per 4-6 6-4 6-4 vincendo la sua prima partita in un Masters 1000.
Una vittoria ed una sconfitta invece per Camila Giorgi (44). Opposta alla veterana , 37 anni, Katia Kanepi (57) , la 31enne di Macerata vince il match fino ad oggi pù lungo dell’anno. Tre ore e trentadue minuti per giocare tre set conclusi tutti al tie-break
7-6 6-7 7-6. Camila discontinua come al solito alla fine collezionerà 11 ace contro 14 doppi falli, in un incontro dove entrambe le giocatrici conquisteranno, 135, lo stesso numero di punti. Fatale a Camila il secondo turno contro Victoria Azarenka (16). La bielorussa vince failmente 6-3 6-1 in due set.
ricana Claire Liu (54) . Completa l’opera agli ottavi con un ottimo successo contro Jekena Ostapenko (10) vincitrice del Roland Garros 2017. Martina gioca una delle sue migliori partita sul cemento e regola la lettone con un doppio 6-3 6-3. SI conclude quindi in modo positivo la trasferta americana della Trevisan. Su una superficie a lei ostica un quarto di finale in un mille è un risultato da mettere in cornice. Ora arriva la terra la preferita di Martina.
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IL GRANDE MISTERO DEL SERVIZIO DI JANNIK SINNER
di Fabrizio Brascugli
Jannik Sinner è già un giocatore affermato, riesce a competere con i migliori giocatori della classifica mondiale, sconfigge i primi dieci del ranking e probabilmente entrerà anche lui nel gruppo dei migliori dieci e non bisognerà attendere molto. Nel Master 1000 di Indian Wells (2023) ha giocato un’ottima semifinale con il futuro vincitore, Carlos Alcaraz, arrivando a set point nella prima partita.
Ha fatto meglio di Danil Medvedev che in finale ha perso contro lo spagnolo Alcaraz con il punteggio di 63, 62. Però c’è qualche particolare che rende l’italiano ancora leggermente al di sotto di certi standard di gioco, che i suoi avversari sul campo riescono a raggiungere. Uno di questi aspetti è probabilmente la necessità di una maggiore sicurezza nel gioco di volo, ma non vorrei soffermarmi su questo aspetto. Vorrei cercare di
analizzare per quanto possibile un solo colpo: la prima palla di servizio.
Dal 2021 sono stati apportati diversi cambiamenti al suo servizio i quali sono stati ben evidenziati nel video di Tennis Unleashed su Youtube. Fondamentalmente Jannik a modificato tre caratteristiche principali:
1. La posizione dei piedi. Ora la base di appoggio è leggermente più larga e i piedi sono più sfalsati. Questo consente una maggiore spinta di gambe in altezza e rotazione.
2. Prende una maggiore rotazione con il busto. Oggi con una telecamera posta a fondo campo è possibile vedere il petto del giocatore in fase di preparazione, mentre in precedenza Jannik rimaneva maggiormente con la linea delle spalle perpendicolare alla rete.
3. Il lancio di palla è cambiato. In precedenza il braccio che lanciava e quello che impugnava la
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racchetta si muovevano insieme, ora il braccio che lancia precede il braccio racchetta. Non vanno in alto insieme ma il braccio racchetta rimane basso quando il braccio sinistro si alza e lancia la palla. Questo dovrebbe consentire una maggiore velocità esecutiva e un maggiore inerzia all’impatto. Questi accorgimenti principali avevano come obiettivo primario quello di rendere il servizio dell’italiano più potente. Sembra che questo risultato sia stato raggiunto, perché la percentuale dei punti realizzata con la prima di servizio è aumentata. Nel 2019 Sinner realizzava il 69,7% dei punti con la prima palla di servizio, nel 2020 e nel 2021 era intorno al 71,2%, nel 2022 è salito al 74,5%. In questa prima parte di stagione del 2023 la sua percentuale di punti vinti con la prima di servizio è salita al 76,6%. I cambiamenti hanno funzionato. Però la percentuale di realizzazione non è l’unica cosa da tenere in considerazione, perché è altrettanto importante il numero di prime servite in campo e da questo punto di vista le cose non sono cambiate.
Sinner nel 2019 serviva 59,3% di prime in campo, nel 2020 ne ha messe nel rettangolo piccolo il 61,3%, nel 2021 il 59,9%, nel 2022 il 58,4%. In
questa prima parte di stagione del 2023 ancora il 59,9% come nel 2021. Insomma fa più punti con la prima palla, ma mette in campo lo stesso numero di prime. Nella semifinale con Carlos Alcaraz la sua percentuale è scesa al 50%, una sì e una no. Sembrerebbe opportuno cercare di dare un po’ di regolarità in più alla potenza che riesce ad esprimere l’italiano. I cambiamenti apportati sono stati neutri nei confronti della regolarità, ovvero non l’hanno migliorata e nemmeno peggiorata e questo è un buon punto di partenza, ma le percentuali di Sinner sono troppo basse.
Alcaraz per esempio quest’anno ha il 66,9% di prime in campo e non è mai sceso sotto il 62% dal 2020. Danil Medvedev ha il 65% e non scende sotto il 60% dal 2020. Novak Djokovic ha una percentuale di prime palle in campo, per esempio, che non scende sotto il 62,4% dal 2004, con una media carriera del 64,9%. Rafael Nadal ha una media carriera dal 2002 del 68% di prime in campo.
Servire poche prime palle espone Jannik Sinner a fare gli straordinari negli scambi quando serve la seconda e lo lascia vulnerabile a break difficilmente recuperabili con i giocatori di alto livello. Dove e come trovare questa piccola percentuale
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di regolarità in più? Se, come abbiamo visto, gli accorgimenti già apportati non incidono sulla continuità, si potrebbe fare qualcosa nella gestione dell’impatto? Credo possa valere la pena cercare accorgimenti e lavorare sull’impatto. Nello specifico sull’angolo di impatto. Da alcuni filmati osservati a velocità molto rallentata sembra che il braccio racchetta di Jannik abbia una direzionalità accentuata nella direzione della rete, una propensione in avanti. Questo atteggiamento esecutivo potrebbe aumentare i margini di errore, in quanto l’intero braccio racchetta ruota intorno al punto di rotazione che è la spalla. Cercare in questo modo il giusto angolo di impatto potrebbe divenire un’impresa ardua: è sufficiente un’inclinazione maggiore o minore di solo qualche grado per ottenere palle lunghe o palle a rete. Inoltre anche nei giocatori alti i margini di “luce” per schiacciare non sono ampi, si tratta di poche decine di centimetri. L’idea è quella di cercare aumentare l’angolo di lateralità dell’impatto, con il braccio racchetta
che cerca un’uscita più verso destra, in modo da imprimere la stessa energia con più controllo e diminuendo le possibilità di errore dovute ai pochi gradi di inclinazione del braccio. Roger Federer aveva un angolo di impatto con un’uscita laterale abbastanza evidente, questo gli consentiva una minore chiusura in avanti del braccio racchetta diminuendo gli errori e mantenendo l’efficacia del colpo.
Federer aveva più o meno le stesse percentuali di Sinner fino al 2003 (59,5%), dal 2004 non è più sceso sotto il 61,6% con picchi del 65,8%, 66%, 64,7% nelle migliori stagioni.
Ovviamente si tratta di aggiustamenti minimi, che l’atleta deve provare e sentire, fine tuning (sintonia fine), come quando, con le vecchie radio analogiche, una volta trovata la stazione, si cercavano piccoli aggiustamenti per sentirla meglio. Vai un po’ più laterale Jannik!
Per le statistiche cortesia di Tennisabstract.com
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LA RIVINCITA DEL TENNISTA GUERRIGLIERO
di Riccardo Bisti da tennimagazineitalia.it
Non capita quasi mai che un atleta torni più forte di prima dopo una sospensione per doping. Dopo 15 mesi di squalifica per colpe (soprattutto) altrui, Guillermo Canas riuscì nell’impresa. Nel marzo 2007 si tolse la soddisfazione di battere per due volte un Federer all’epoca inarrivabile. Il successo a Miami fu epica sportiva.
“L’ATP mi ha lasciato solo. Non hanno mai riconosciuto quello che è successo, mi hanno soltanto attaccato”. Guillermo Canas pronuncia queste parole a mente fredda, anni dopo una squalifica che aveva bloccato la sua carriera sul più bello. Non c’è risentimento nelle sue parole, e nemmeno particolari idee complottiste. Ma non si possono slegare i quindici mesi di stop forzato tra il 2005 e il 2006 e la più bella impresa della sua carriera. In quel marzo 2007 ha compiuto un’impresa eccezionale, per cui è ricordato ancora oggi e che ha riabilitato – ancor più delle 18 pagine di sentenza del CAS di Losanna – un’immagine
compromessa dall’errore di Salvador Chinchilla, medico del torneo ATP di Acapulco, il quale gli prescrisse un medicinale contenente idrocloritiazide (HCT), un diuretico che in sè non è dopante, ma fa parte della lista delle sostanze proibite perché potrebbe fungere da sostanza coprente. Questa storia merita di essere raccontata a dovere, perché Willy ha avuto la forza di tornare – come si dice in questi casi – più forte di prima. E lo ha fatto nel modo più fragoroso, battendo due volte in pochi giorni un tennista che all’epoca era imbattibile. Tra il 2006 e il 2007, Roger Federer era inavvicinabile. Rafael Nadal lo batteva solo sulla terra, Novak Djokovic era ancora agli inizi, gli altri erano distanti anni luce. Aveva perso l’ultima partita nell’estate 2006, contro Andy Murray a Cincinnati.
Da allora, soltanto trionfi: Us Open, Tokyo, Madrid, Basilea, ATP Finals e Australian Open. La sconfitta contro Canas all’esordio a Indian Wells fece
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clamore, ma uno scivolone dopo 41 vittorie di fila era quasi fisiologico. Per questo si presentò a Miami (pardon, a Key Biscayne) con rilucidata rabbia agonistica. Le vittorie contro Sam Querrey e Nicolas Almagro facevano pensare a una ritrovata routine vittoriosa. Ma negli ottavi c’era ancora lui, il 27enne di Tapiales, quartierone di 15.000 abitanti alla periferia di Buenos Aires. Era stato costretto a giocare le qualificazioni, poi aveva superato Henman, Ferrero (dopo tre ore di battaglia) e Gasquet. Insomma, sembrava tutto apparecchiato per una gustosa rivincita di Federer. Era martedì 27 marzo 2007, giorno dedicato agli ottavi di finale, ultimo match della sessione diurna. Non ce ne vogliano Carlos Alcaraz e Tommy Paul, protagonisti del match analogo nel 2023, ma c’era ben altro fascino. A partire dalla location, il campo centrale di Key Biscayne, isolotto collegato a Miami da un ponte costruito negli anni ‘40. Un parco spettacolare, forse un po’ anacronistico, ma bellissimo. E un campo centrale da 13.000 posti in cui la passione globale per il Divin Federer si scontrava con il rumore dei latinos, da sempre protagonisti sugli spalti. Come tutti i match che profumano di epica, iniziò col sole e terminò due ore e trentanove minuti dopo, sotto la luce dei riflettori. Una battaglia spettacolare, un contrasto di stili entusiasmante e un’altalena di punteggio da brividi.
Canas brekkò per primo, fu ripreso ma vinse ugualmente il primo al tie-break. Federer vinse agevolmente il secondo e il suo linguaggio del corpo lasciava intendere il nervoso, quasi il fastidio di dover faticare di nuovo con lo stesso avversario. Lo si intuiva dallo sguardo corrucciato, da dettagli all’apparenza insignificanti come il modo con cui ributtava la palla dall’altra parte dopo aver tenuto un turno di servizio. Nel terzo volava 2-0 e palla per il doppio break. Canas la salvò con una prima a uscire, poi trovò il controbreak nel sesto
game. Il match diventò una battaglia punto a punto, entusiasmante, in cui Canas accompagnò la fase difensiva a un disegno tattico il più possibile aggressivo, persino con qualche discesa a rete. Alla finè la spuntò al tie-break, esultando in modo tutto sommato sobrio dopo l’ultimo servizio vincente. Federer la prese malissimo, freddo alla stretta di mano e rapido nell’uscire dal campo. Non gli andava giù perdere due volte di fila contro lo stesso avversario, peraltro in un match in cui aveva vinto più punti (111 contro 108). Lo svizzero avrebbe poi vinto gli ultimi due scontri diretti (Madrid 2007 e Roma 2008), ma quel match fu la Rivincita per eccellenza, e la maiuscola non è un refuso.
Classe 1977 e proveniente da una famiglia semplice, Canas fu uno degli ultimi a godere del finto benessere dell’Argentina degli anni ‘90, quando l’allora presidente Carlos Menem impose la parità tra il peso e il dollaro americano.
Talentuoso il giusto, cresciuto nel mito di Guillermo Vilas e del primo Maradona (anche se la sua unica fede calcistica è l’Independiente), ha avuto una buona carriera junior e grazie a una federazione ancora lontana dalle ristrettezze degli anni 2000 potè girare per i tornei giovanili. Fu proprio Vilas a metterlo sotto la sua ala protettrice. Una volta lo vide allenarsi e gli chiese: “Hai cambiato racchetta?”. In verità era rimasto senza e stava giocando con un telaio in prestito. Il Gran Willy alzò la cornetta, chiamò in Austria e a tempo di record arrivarono sei racchette Head tra le mani del piccolo Willy.
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L’impatto tra i professionisti fu normale. Ingresso tra i top-100 a vent’anni e mezzo, dignitoso stazionamento per qualche anno prima di un infortunio al polso che lo fece giocare a intermittenza nell’anno 2000. L’anno dopo cambiò marcia, scalando oltre 200 posizioni, chiudendo al numero 15 e venendo nominato Comeback Player of the Year.
Nel 2002 ha vinto il suo torneo più importante, il Masters 1000 di Toronto, battendo quattro top10 lungo il percorso (Federer, Kafelnikov, Safin e Haas) più Andy Roddick in finale. Ma si fece ancora male nel 2003: la rimozione di una cisti al polso destro gli fece perdere quasi tutta la stagione, costringendolo all’ennesima rincorsa. Quella del 2004 fu impetuosa come quella di tre anni prima, poi giocò una prima parte di 2005 spettacolare, facendo il suo ingresso tra i top-10 e perdendo –col senno di poi – l’occasione della vita al Roland Garros, cedendo in cinque set nei quarti contro
Mariano Puerta. Se c’era un momento in cui Rafa Nadal era ancora avvicinabile, era proprio quello. Ma Willy aveva un peso enorme dentro di sé: un mese prima gli avevano comunicato che era risultato positivo a un test antidoping svolto il 21 febbraio 2005 ad Acapulco. Idroclorotiazide, appunto. Vale la pena ricordare il contesto: nei primi anni 2000, l’impetuosa cavalcata della Legiòn, la più forte generazione di tennisti argentini, fu inquinata da ben otto casi di positività all’antidoping. C’era la convinzione – nemmeno troppo velata – che quei successi fossero aiutati dalla chimica. Prima di lui erano caduti nella rete Juan Ignacio Chela, Guillermo Coria, Mariano Puerta (due volte, il caso più clamoroso), Martin Rodriguez e Diego Hipperdinger. Dopo di lui sarebbe successo anche a Mariano Hood.
Guillermo Canas ha vinto sette titoli ATP. Il più importante è stato il Masters 1000 di Toronto nel 2002. Anche allora battè Roger Federer.
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«L’ATP mi ha lasciato solo. Non hanno mai riconosciuto quello che è successo, mi hanno soltanto attaccato».
Guillermo Canas
PERCHÉ I ROSSI DI CAPELLI SONO COSÌ FORTI?
MANI, BRACCIA, PESI E PENDOLI.
DA ROD LAVER E DON BUDGE FINO A MURRAY E JANNIK SINNER di Fabrizio Brascugli
Ce ne sono molti nella storia del tennis di grandi giocatori con i capelli rossi Rod Laver e Donald Budge sono stati i primi e finora gli unici a completare il Grande Slam, ne sono seguiti di fortissimi. Jim Curier, John McEnroe, il più giovane vincitore di Wimbledon Boris Becker, Andy Murray ha riportato il titolo dei Championships in Inghilterra dopo che Fred Perry lo aveva conquistato 77 anni prima. Questi sono solo i più forti e non dobbiamo dimenticare Bobby Riggs, vincitore di un torneo di Wimbledon (1939) e di due US Open (1939, 1941).
Ce ne sono altri: il doppista Mark Wooodforde, Ernest Gulbis, Kyle Edmund, il belga David Goffin, vira
sul rosso anche la chioma di Alexander Zverev. Ma il gene MC1R potrebbe essere presente anche in altri giocatori se si osservano lentiggini e occhi chiari, anche se non ci sono certezze in merito a questa correlazione. Si tratta di un gene recessivo che è considerato in via di estinzione.
Il giovane altoatesino Jannik Sinner è uscito vincitore dai tornei di Bergamo e Trento, con la vittoria bergamasca è diventato il più giovane italiano vincitore di un torneo Challenger. Poi il decollo con due titoli ATP 250, la finale al Masters 1000 di Miami e l’ingresso nella top-20 al n.19, ma 11esimo nella race la classifica che considera i risultati da inizio anno.
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Le sue vittorie in giovane età sono il sintomo della presenza di un buon talento tennistico. Questo sembra fuori di dubbio. Potrebbe trattarsi di una semplice coincidenza, in fondo a livello scientifico non ci sono studi in merito, non ancora. Potremmo esser costretti a brancolare nel buio, affidarsi al concetto di mistero, oggi tanto acclamato. Darsi una spiegazione in forma religiosa, sospendere l’attività del pensiero e vivere felici affidandoci al fato. Allegria. Ma cercare di comprendere le cause dei fenomeni è una necessità della mente umana anche se non di tutte, quindi smettere di formulare ipotesi è innaturale, sintomo di poca curiosità. Ipotizziamo, rischiamo. Un’associazione non è necessariamente una correlazione. Le correlazioni vanno dimostrate, perciò la situazione nei tempi moderni dell’esaltazione dell’opinione, della doxa, diviene alquanto difficoltosa, considerato che si riesce a contestare anche teorie ormai accreditate come l’evoluzione; il dibattito sul clima ha assunto ormai i connotati del commento da bar dopo la partita della domenica. Prima di trovare una qualunque correlazione è necessario formulare un’ipotesi che dovrà essere vagliata. Ciò che si trova in rete non aiuta molto in questo caso: siamo sempre nel campo del non correlato, almeno non pienamente. Questo non impedisce però di mettere insieme indizi, notare particolari e valutare le ipotetiche conseguenze. Non sappiamo con precisione se il numero di tennisti professionisti rispecchia le proporzioni del numero della popolazione dai capelli rossi che è all’incirca il 2% del totale, o se sono di più in proporzione, ci si riferisce solo a coloro che hanno il carattere manifesto, in quanto il gene è recessivo. Però di bravi ce ne
sono diversi e ce ne sono stati, anche se il carattere sembra essere sulla via della scomparsa, come evidenziano recenti studi. Cosa ci si può aspettare da un carattere recessivo?
In più, non si colpisce la palla con i capelli, questo è chiaro, credo, a tutti i maestri di tennis, quindi dovremmo vedere se tale fenotipo è indice di caratteristiche che aiutano ad avere dei vantaggi quando si colpisce una palla, o quantomeno se, con una buona frequenza, è associabile ad altre peculiarità fisiche utili nel gioco del tennis. Un ulteriore passaggio che sembra complicare le cose ancora di più, ma forse solo a prima vista. L’ipotesi va valutata con attenzione e sottoposta, nel senso inteso dal filosofo Karl Popper, a prove di confutazione, ma prima va formulata in modo razionale. La condizione che un elemento sia indice di un altro non implica che esista un rapporto di esclusività tra l’elemento indice e quello indicato, ovvero certe caratteristiche possono essere presenti anche in altre persone, indipendentemente, in questo caso, dal colore dei capelli. Si tratta di un’informazione indicativa: con la presenza di un determinato elemento aumentano le probabilità della presenza anche di un’altra caratteristica. Siamo ormai nella scienza delle probabilità, da molto tempo. Pertanto avere i capelli rossi dovrebbe aumentare le probabilità che le persone abbiamo anche una o
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più caratteristiche fisiche che conferiscono dei vantaggi nel colpire una pallina da tennis. La domanda successiva è quella di chiedersi quali caratteristiche fisiche conferiscono dei vantaggi nel gioco del tennis. Ci sono alcune indicazioni che vengono in soccorso: Vita e costumi di Giulio Agricola è l’opera che fu scritta dallo storico romano Tacito nella quale descrisse la conquista della Britannia e nella quale descrisse anche le popolazioni del posto. Un particolare riferimento alle persone dai capelli rossi lascia traccia delle osservazioni dello storico, il quale costatò che le persone con rutilismo avevano anche dei grandi arti. “Rossi di capelli dai grandi arti”. Sembra anche che fossero venduti come schiavi a un prezzo maggiore, perché ritenuti più forti. Qui alcune informazioni scientifiche più moderne possono inserirsi fornendo quella che sembra essere una conferma delle acute osservazioni dello storico. I capelli rossi, associati ad una pelle chiara consentono una migliore sintetizzazione della vitamina D anche in condizione di poca luce solare come accade nelle aree del nord. Si tratterebbe di una coevoluzione avvenuta nelle aree del nord con l’effetto di prevenzione del rachitismo. La vitamina D è responsabile della costituzione ossea. Arti più grandi, più pesanti, più lunghi. Con un peso specifico maggiore!? Dal lato del tennis quello che è utile e non poco nel colpire la palla è il “momentum”. Il momento d’inerzia all’impatto, il quale è strettamente correlato alla massa (il peso) e alla velocità. Nel momento angolare è anche importante la lunghezza del raggio, in questo caso il braccio, nelle formule è calcolato al quadrato. Un braccio più lungo, più pesante, magari a causa di un maggiore peso specifico osseo, a parità di velocità con uno più leggero, più corto, possiede un maggiore momento di inerzia all’impatto. Ma anche con una velocità ridotta in modo non eccessivo può eguagliare il momento di inerzia di un braccio con maggiore velocità ma più leggero e/o più corto. Una riduzione di velocità che mantiene la stessa efficienza di impatto consente una maggiore accuratezza dei colpi riducendo gli errori, si veda la teoria del chiodo e del martello in questo blog. Il vantaggio del braccio pesante sarebbe duplice: maggiore impatto a velocità uguali e stesso impatto a velocità ridotta. Ma la potenza non è niente senza il controllo. Un braccio più grande però di solito è composto anche da una mano più grossa, la quale quando impugna una racchetta, come abbiamo visto in un post precedente, ha degli effetti sulla
racchetta perché di fatto aggiunge peso al manico. Uno di questi effetti è quello di spostare il baricentro rendendo l’attrezzo più bilanciato verso il manico, più head light come si usa dire in inglese. Una racchetta più bilanciata verso il manico è più maneggevole. Maneggevolezza, potenza, consistenza dei colpi a velocità ridotte sono tutte condizioni che consento lo sviluppo progressivo di un tennis efficace e vincente. Maggiori rotazioni, maggiore velocità, cambi di ritmo. Sembra che sussistano molteplici condizioni per coloro che possiedono determinate caratteristiche per sviluppare un tennis solido ed efficace. Condizioni che Jannik Sinner sembra proprio avere. Perciò se seguito con attenzione e cura, senza ansia, apprensione o isteriche aspettative, come sembra proprio che sia da Piatti e Sartori, il suo sviluppo tennistico dovrebbe essere lineare. Sarebbe anche giunta l’ora, perché i record e i ricordi di Nicola Pietrangeli e Adriano Panatta iniziano a essere un po’ vecchiotti. Il fatto che Federer, Nadal e Djokovic siano mori non è tecnicamente una prova a confutazione. Se avessero un braccio corto, leggero e piccolo correlato da una mano minuscola questa sì sarebbe una prova a confutazione. Per coloro che hanno un bimbo o una bimba con i capelli rossi: regalategli una racchetta, iscrivetelo a un corso di tennis, assicuratevi che il maestro sia bravo. Non si sa mai. Avesse ragione Publio Cornelio Tacito.
P.S. Anche tra le ragazze ce ne sono diverse (Stosur, Sandra Cecchini, credo Monica Seles) però non ho avuto modo di fare una ricerca più accurata e potrebbero esserci altri fattori che influiscono sparigliando un po’ le carte.
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MONTE-CARLO.
TITOLO A RUBLEV CHE BATTE RUNE IN FINALE.
SEMIFINALE PER SINNER, MUSETTI BATTE IL N.1 DEL MONDO DJOKOVIC.
E’ il russo Andrey Rublev che in finale batte in rimonta il danese Holger Rune (9) per 5-7 6-2 7-5, il nuovo re di Monte-Carlo. Per Rublev che nel 2021 aveva perso in finale contro Tsitsipas questo è il primo Masters 1000 in carriera.
PROTAGONISTI GLI ITALIANI.
MATTEO BERRETINI
Doveva essere il torno della ripresa. Purtroppo è stato il torneo dell’ennesimo infortunio del n.22 del mondo. Il romano inizia bene la settimana monegasca con una vittoria contro lo statunitense Maxime Cressy(40). Al turno successivo supera l’ostico argentino Francisco Cerundolo, annullando un match-point, ma nel terzo set inizia a sentire un dolore agli addominali. Gli esami successivi confermano un lesione di 2 cm. E’ la fine del torneo
per Matteo che avrebbe dovuto affrontare Holger Rune e l’inizio di un nuovo calvario. Berrettini rinuncia a Barcellona, Madrid e quasi sicuramente anche a Roma e Roland Garros. Una mazzata in testa che Matteo non meritava.
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di Salvatore Di Bartolo
LUCA NARDI
La terra del Principato sorride ai giocatori italiani.
Inizia Luca Nardi (159) che fatica contro la wild-card monegasca Vacherot, n°375 del mondo, ma alla fine fa il suo e si garantisce la prima vittoria in un Masters 1000 della carriera alla sua seconda partecipazione (Roma 2022 l’altra). Fatale il derby al secondo turno contro Lorenzo Musetti, ma tanti punti e tanta fiducia.
LORENZO MUSETTI
Lorenzo inizia con un avversario ostico. Il serbo Miomir Kecmanovic (45) reduce dalla finale all’Estoril. Musetti fatica la prima frazione vinto al tie-break, ma poi dilaga con un perentorio 6-0 e si qualifica per il secondo turno. Il carrarese si ripete contro Nardi troppo tenero per il n.21 del mondo. Un doppio 6-0 che fa capire a Nardi (!59) quanto è lunga la strada verso la top 20. Ottavi di finale contro il n.1 del mondo Novak Djokovic e qui arriva il capolavoro del toscano. Sotto di un set Muset non molla e recupera sotto di un break la seconda frazione al serbo. Visibilmente non al massimo, servizio non oltre i 150km/h Novak non riesce a contrastare l’italiano che chiude per sei giochi a quattro al terzo. Ancora un derby italiano nei quarti, Musetti avrà di fronte Jannik Sinner che impone il suo tennis superiore. Lorenzo lascia il torneo, ma rimane la soddisfazione di un ottimo percorso.
JANNIK SINNER
Tre Masters 1000 e tre semifinali per il nativo di San Candido.
Dopo un primo turno passato giocando un solo set contro Diego Schwartzman (37) che si ritira sotto 6-0 3-1, Jannik trova il solido Hubert Hurkacz (13) che lo aveva sconfitto nel 2021 in finale a Miami. Una partita difficile con il polacco che va avanti di un set e si procura una palla match. Il carattere di ferro dell’altoatesino viene fuori. Sinner annulla il match-point e chiude 6-1 al terzo. Quarti di finale contro Lorenzo Musetti (21). L’allievo di Vagnozzi domina con un doppio 6-2. Sinner rimane
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concentrato dal primo all’ultimo scambio, mentre Lorenzo è scarico dopo il successo su Djokovic. La semifinale oppone Sinner a Holger Rune (9) che lo precede di una posizione in classifica. L’azzurro inizia alla grande lasciando solo un gioco al norvegese classe 2003. Purtroppo il tempo fa le bizze ed uno scroscio di pioggia interrompe l’incontro. Al rientro in campo il pendolo batte dalla parte di Rune. Il norvegese discute con il pubblico, tutto dalla parte di Jannik, e si carica mentre l’azzurro non trova più i colpi brillanti della prima frazione. Sinner cede secondo e terzo set con un doppio 7-5 complice anche la stanchezza che si fa sentire per un giocatore che dall’inizio dell’anno non si è mai fermato. Sinner consolida l’ottava posizione nel ranking.
Una sconfitta non fa primavera e la stagione su terra è appena iniziata.
LE VITTORIE ITALIANE CONTRO IL N.1 DEL MONDO
Sono nove le vittorie dei tennisti italiani contro un numero uno del mondo. Inizia Corrado Barazzutti nel 1974 seguito da Adriano Panatta il solo a vantare due successi contro il top delle classifiche. 17 maggio 1974 Corrado Barazzutti, numero 71, batte nei quarti a Monaco di Baviera il rumeno Ilie Nastase per 36 76 61 sulla terra battuta.9 novembre
1975 Adriano Panatta, numero 19, batte in finale a Stoccolma lo statunitense Jimmy Connors per 46 63 75 sul sintetico indoor.13 aprile 1977 Adriano Panatta, numero 12, batte al 1° turno di Houston lo statunitense Jimmy Connors per 61 75 sulla terra verde americana.15 giugno 2000 Gianluca Pozzi, numero 76, batte negli ottavi del Queen’s lo statunitense Andre Agassi per 46 32 sull’erba.10 maggio 2007 Filippo Volandri, numero 53, batte negli ottavi degli Internazionali d’Italia Roger Federer per 62 64 sulla terra rossa.16 maggio 2017
Fabio Fognini, numero 29, batte al secondo turno degli Internazionali d’Italia Andy Murray per 62 64 sulla terra rossa.30 ottobre 2020 Lorenzo Sonego, numero 42, batte ai quarti di Vienna Novak Djokovic per 62 61 sul cemento indoor.31 marzo 2023 Jannik
Sinner, numero 11, batte in semifinale a Miami Carlos Alcaraz per 67 64 62 sul cemento.13 aprile 2023 Lorenzo Musetti, numero 21, batte negli ottavi a Monte-Carlo Novak Djokovic 46 75 64.
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CORREVA L’ANNO 1976: ADRIANO PANATTA DIPINGE D’AZZURRO
LA TERRA ROSSA DEL ROLAND GARROS
di Paolo Rossi
Nel sempre più lontano 1976
, Adriano Panatta vinse il Roland Garros firmando una delle imprese più affascinanti nella storia del tennis open italiano. Fu l’apice nella carriera del tennista romano, un successo in terra di Francia che giunse dopo appena due settimane dal trionfo agli Internazionali d’Italia. Due straordinari esiti ottenuti annullando ben 11 matchpoint nel primo turno al Foro Italico di Roma giocando contro l’australiano Kim Warwick, ed uno rocambolesco al cecoslovacco Pavel Hutka nel primo turno di Parigi nel quinto set.
Un numero del quotidiano sportivo francese l’Equipe uscito il 29 maggio del 2020 celebrò Adriano Panatta ricordando il suo successo al Roland Garros con un titolo emblematico: “Panatta marchait sur l’eau (Panatta camminava sull’acqua)”. Il riferimento
simbolico è ai miracoli di Adriano compiuti in quei momenti memorabili.
La prossima edizione del Roland Garros 2023 è ormai imminente. In attesa di conoscerne gli esiti, ricordiamo nei dettagli le emozioni di quando l’Adriano nazionale consolidò la sua fama in tutto il mondo del tennis.
Parigi, Stade Roland Garros. Correva l’anno 1976. Da lunedì 31 Maggio a domenica 13 Giugno si giocano i Campionati Internazionali di Francia. I mezzi di comunicazione di massa hanno ormai contribuito a trasformare la già straordinaria kermesse parigina in un evento di portata planetaria. La televisione presente in ogni abitazione trasforma i campioni dello sport in divi del jet set.
Sul campo centrale del Bois de Boulogne d’un tar-
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do pomeriggio francese sono in corso i matches di primo turno. In campo c’è Adriano Panatta, alla sua ottava partecipazione al torneo di Parigi e fresco vincitore del torneo di Roma, la cui finale era stata giocata domenica 30 Maggio, opposto due giorni dopo al cecoslovacco Pavel Hutka, originale giocatore bimane che serviva con la mano sinistra ma poi nei colpi di rimbalzo preferiva utilizzare la mano destra. Dopo quasi tre ore di lotta il punteggio è in una fase cruciale e pressoché drammatica: 2-6, 6-2, 6-2, 0-6, 9-10 e 30-40. Siamo al quinto e decisivo set e Adriano fronteggia una pericolosa “balle de match” dove tutto sembra quasi perduto. Il cielo è coperto e l’ora è tarda. L’italiano è al servizio ma sbaglia la prima palla. Sulla seconda servita in slice Adriano scende a rete. La risposta di Hutka sfiora il nastro e viene rallentata. Panatta è sulla linea di metà campo e attacca con un diritto in demi volee, tipico del suo repertorio offensivo. Hutka alza un pericoloso pallonetto diretto verso il rovescio di Adriano. Panatta di spalle risponde con la sua classica veronica incrociata, che però non è vincente. Il cecoslovacco ben piazzato sulla diagonale si avventa sulla palla e con uno dei suoi colpi bimani scaglia un cross stretto verso Panatta. Pare l’atto decisivo del confronto che potrebbe eliminare dal tabellone il tennista romano. La traiettoria è insidiosa e Hutka immagina già la gioia vincente della successiva stretta di mano. Invece il match sta per cambiare padrone ed avrà un altro esito. Il romano si getta in un tuffo salvifico e chiude il varco. La dea bendata compiaciuta da tanto ardire lo premia e segnerà il destino di quell’edizione del torneo. La racchetta Wip di Panatta incoccia la palla al centro del piatto corde e trasforma il contatto in una feno-
menale volee in lungo linea. Il colpo è imprendibile. La balle de match, unica della partita, viene così annullata. Adriano resta a terra qualche attimo con gli rivolti occhi al cielo. Poi con l’aiuto della mano sinistra sistema gli intrecci nelle corde della sua racchetta, si alza e sotto l’ovazione del pubblico balzato in piedi come se avesse segnato il PSG, sorride sornione. Un’espressione in cui trapelava quanto sarebbe accaduto nei giorni successivi.
Quel punto miracoloso gli indicò la via astrale per chiudere il quinto set per 12-10, superare l’ostacolo e convolare alla vittoria nel torneo parigino da autentico campione.
Gil De Kermadec, ex tennista francese negli anni ’50, realizzò un film dedicato all’edizione 1976 del torneo di Parigi. Il punto in cui Panatta annulla il matchpoint è la scena d’apertura del documentario. Panatta vide le immagini del film in cui divenne il protagonista, proiettato all’inaugurazione del torneo del Roland Garros edizione 1977. Gil De Kermadec è poi diventato un cineasta appassionato e creò un metodo di osservazione delle posture dei tennisti a scopo didattico. In seguito rinunciò alle riprese con finalità didattiche e scelse un soggetto eccezionale per filmare dal vivo quello che un campione faceva durante i matches. Scelse John McEnroe, le cui riprese sono diventate un film uscito in Francia nel 2018 intitolato: “L’impero della perfezione”.
Dopo aver battuto Hutka in maniera eroica, nei turni successivi Panatta infilò uno dietro l’altro il giapponese Kuki 6-3, 6-1, 7-5, il cecoslovacco Hrebec 7-5, 6-3, 6-4, lo jugoslavo Franulovic 6-2, 6-2, 6-7, 6-3 negli ottavi di finale. Dopo questa vittoria contro Franulovic, Panatta rientrò a Saint-Germain-des Prés
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Borg e Panatta al Roland Garros del 1976.
in hotel, zona dove di solito amava soggiornare durante il Roland Garros. Si recò poi al Café des Arts per guardare il match in cui Borg stava affrontando Jauffret, dove vinse Borg 10-8 al quinto. Adriano tifava Björn. Preferiva affrontare Borg nei quarti anziché Jauffret, perché odiava giocare contro il francese. “È paradossale, ma è così” come ha spesso ricordato. Il suo desiderio fu soddisfatto e nei quarti Panatta trovò proprio Björn Borg, superato col punteggio di 6-3, 6-3, 3-6, 7-6. In semifinale dominò l’americano Eddie Dibbs per 6-3, 6-2, 6-4. La RAI iniziò a trasmettere il torneo in quei giorni ed il telecronista Guido Oddo incensava Panatta nel corso delle dirette con commenti originali: “Panatta tira fuori dal suo cappello a cilindro un altro colpo vincente…”. Nel giorno della finale Adriano superò in quattro set lo statunitense Harold Solomon col risultato di 6-1, 6-4, 4-6, 7-6. Era il 13 Giugno del 1976. Fu una giornata gloriosa per il Tennis d’Italia di 47 anni fa, l’ultima vittoria azzurra nel singolare maschile al Roland Garros e l’ultima in singolare maschile in una pro-
1976: Il tuffo contro Hutka ha appena annullato il matchpoint.
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va del Grande Slam. Quel matchpoint avventuroso annullato nel primo turno del torneo contro Hutka creò la congiuntura ideale per avviare una cavalcata straordinaria. Chi ha superato gli “anta” si ricorda in maniera indelebile questo successo di Panatta che giunse a distanza di 16 anni dal trionfo, doppio, 1959 e 1960, di Nicola Pietrangeli.
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Adriano a Parigi nell’edizione del torneo del 2016 invitato a premiare il vincitore del singolare maschile.
FFT
Panatta Rolland Garros
Una parata di stelle è pronta ad illuminare il red carpet del Foro Italico per la storica ‘prima’ degli Internazionali BNL d’Italia con l’upgrade. L’entry list dell’80.ma edizione del torneo più importante e prestigioso del panorama nazionale vede infatti iscritti, ai nastri di partenza, tutti i primi 70 giocatori del ranking ATP.
In cima alla lista, non poteva che esserci il n.1 della classifica e campione in carica del torneo, il serbo Novak Djokovic, 6 volte trionfatore a Roma. A seguirlo, sono lo spagnolo Carlos Alcaraz e il greco Stefanos Tsitsipas.
Quattro gli italiani ammessi direttamente nel main draw. Guida Jannik Sinner, seguito da Lorenzo Musetti, Lorenzo Sonego. Entrato anche Marco Cecchinato, insieme al francese Ugo Humbert e al brasiliano Thiago Monteiro. Si sono infatti cancellati gli infortunati Marin Cilic, Nick Kyrgios (problemi al ginocchio per entrambi) e Soon-woo Kwon (spalla).
IL PROGRAMMA DEL TORNEO
L’ampio e gustoso programma degli Internazionali BNL d’Italia 2023 prenderà il via con le pre-qualificazioni che si giocheranno dal 2 al 5 maggio. L’8 e il 9 maggio si disputeranno quindi le qualificazioni: da martedì 9 partirà anche il main draw femminile con
alcuni match di primo turno. Dal 10 maggio andrà in scena anche il tabellone maschile. Il 20 maggio, sarà un super-sabato: nella sessione diurna (dalle ore 13) spazio alle semifinali ATP; in quella serale (dalle ore 19) prima la finale del singolare WTA, poi quella del doppio WTA. Domenica 21 maggio, infine, grande conclusione con la sessione diurna (sempre dalle ore 13) che assegnerà in successione il titolo di doppio maschile e a seguire quello di singolare.
BIGLIETTERIA
E’ possibile acquistare i biglietti per l’80.ma edizione degli Internazionali BNL d’Italia al seguente indirizzo web: https://ticketing.internazionalibnlditalia.com/ Per tutti i tesserati FITP 2023 c’è una straordinaria opportunità: è infatti possibile acquistare i biglietti con una scontistica pari al 20% e gli abbonamenti con una riduzione del 10%. Lo sconto è valido per un limite di 1 biglietto per sessione (per massimo 3 sessioni) o di 1 abbonamento. Per usufruirne è necessario inserire gli estremi della tessera in fase di registrazione o nella sezione “Profilo - Modifica i tuoi dati”. Per i tesserati minori di 18 anni, è possibile inserire gli estremi della tessera dopo aver effettuato la registrazione a nome di un utente maggiorenne.
FORMULATENNIS N. 2 Mar - Apr 2023 44 INTERNAZIONALI D’ITALIA 8-21 Maggio
ROLAND GARROS
COACHING “FUORI CAMPO” PER LA PRIMA VOLTA AL ROLAND-GARROS
Quest’anno gli allenatori saranno autorizzati a dare consigli ai propri giocatori durante le partite, ma questa nuova misura sarà strettamente monitorata.
Il coaching “verbale” deve essere impartito esclusivamente dagli allenatori o dal loro entourage dalla loro postazione dedicata. Deve essere limitato a poche parole e deve essere dato solo quando il giocatore si trova nella stessa metà campo del suo allenatore.
Il coaching “non verbale” è autorizzato indipendentemente dal lato del campo in cui si trova il giocatore. Durante la partita, i giocatori non possono avvicinarsi o iniziare una conversazione con il loro allenatore, nemmeno quando stanno cambiando campo o durante le pause alla fine di ogni set, tranne durante una pausa medica, una pausa per andare in bagno o quando l’avversario è cambiare il loro kit.
Quest’anno le dieci sedute notturne, in programma da lunedì 29 maggio a mercoledì 7 giugno sul campo Philippe-Chatrier, inizieranno alle 20.30, mezz’ora prima rispetto allo scorso anno.
Quest’anno i giocatori beneficeranno di vari nuovi
27 Maggio - 11 Giugno
spazi – altri 240 m2 in totale, suddivisi tra il campo Philippe-Chatrier e il campo Suzanne-Lenglen –dove potranno riposarsi e riprendersi in tutta comodità. Queste sale di recupero, sale di allenamento e sale giochi saranno aperte sia ai giocatori che al loro entourage. Sarà inoltre allestito un vivaio di “nuova generazione” nel centro di formazione Jean-Bouin per tutta la durata del torneo. Arredata come una casa, questa nuova struttura dispone di uno spazio all’aperto e offrirà un ricco programma di attività per i bambini.
GLI SPALTI SUPERIORI DEL CAMPO
SIMONNE-MATHIEU SONO ORA APERTI
A TUTTI I POSSESSORI DI BIGLIETTO
Al torneo 2023, tutti gli spettatori, qualunque sia il tipo di biglietto in loro possesso, potranno accedere alle tribune superiori del campo Simonne-Mathieu, dove potranno sedersi in qualsiasi posto disponibile. Le tribune inferiori saranno riservate ai possessori di biglietti per il tribunale Simonne-Mathieu. Desiderosa di offrire agli spettatori un’esperienza di alta qualità, la FFT ha voluto ridurre il numero di persone all’interno dello stadio e quindi ha deciso di non vendere i biglietti per i 2.000 posti nelle tribune superiori di questo campo.
FORMULATENNIS N. 2 Mar - Apr 2023 45
Alcune novita del Roland Garros 2023
Wimbledon 2023 un torneo eccezionale. Londra, Regno Unito, martedì 25 aprile 2023: L’All England Lawn Tennis Club ha annunciato oggi gli accordi per la 136a edizione dei Campionati (3-16 luglio), compresi i miglioramenti per le qualificazioni e la sostenibilità ambientale, insieme a un aggiornamento sugli investimenti in strutture per il futuro.
Ian Hewitt, presidente dell’All England Club, ha commentato: “Attendiamo con grande entusiasmo i campionati e siamo lieti che le prime indicazioni siano di forte interesse a partecipare a Wimbledon quest’anno. Il nostro scrutinio pubblico di Wimbledon ha ricevuto un numero senza precedenti di domande e, a seguito delle difficoltà con i viaggi internazionali negli ultimi due anni, stiamo assistendo a un rinnovato interesse da parte dei candidati stranieri”.
Hewitt ha anche commentato la recente decisione di accettare le iscrizioni di giocatori russi e bielorussi come atleti “neutrali” ai campionati.
“Il nostro annuncio è stato fatto il mese scorso dopo un’attenta e profonda considerazione. All’epoca, abbiamo esposto i fattori che hanno ispirato la nostra decisione e perché, tenendo conto di tutte le circostanze, riteniamo che questi siano gli accordi appropriati per Wimbledon quest’anno. È stata una decisione difficile e impegnativa, che è stata presa con il pieno sostegno del nostro governo britannico e degli organismi internazionali interessati al tennis, ma non
diminuisce in alcun modo la nostra totale condanna dell’invasione illegale dell’Ucraina da parte della Russia”.
Hewitt ha delineato tre ulteriori filoni di sostegno per il popolo ucraino, basandosi sulle significative donazioni dello scorso anno attraverso la Wimbledon Foundation e The Championships, oltre a un’offerta di biglietti per gli ucraini che si sono stabiliti nei distretti locali di Merton e Wandsworth.
“Siamo lieti di condividere che, in collaborazione con la LTA, doneremo ai soccorsi ucraini una sterlina per ogni titolare di biglietto ai Campionati di quest’anno, il che si tradurrà in un contributo di oltre mezzo milione di sterline.
“Lavoreremo ancora una volta con i Consigli di Merton e Wandsworth e con la Croce Rossa britannica per invitare 1.000 rifugiati ucraini a unirsi a noi per un giorno a Wimbledon, inclusi biglietti, cibo e bevande e trasporto.
“Per i giocatori ucraini, l’All England Club e la LTA finanzieranno le spese di alloggio di due stanze per tutti i giocatori del tabellone principale e delle qualificazioni per l’intera stagione sull’erba. A quei giocatori verrà anche offerta l’opportunità di allenarsi sui campi dell’All England Club o tramite l’LTA sui campi di Surbiton tra la loro ultima partita al Roland-Garros e il sabato prima della settimana di qualificazione a Wimbledon”.
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WIMBLEDON 3-16 Luglio