ENDAS OGGI
In caso di mancato recapito inviare all’ufficio di Bologna Cpo per la restituzione al mittente che si impegna a corrispondere i diritti postali ENDAS EMILIA ROMAGNA ANNO XXXVII N. 3 Ottobre-Novembre-Dicembre 2013
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Periodico dell’Endas Emilia Romagna di informazione culturale, sportiva, ricreativa
di Luciano Biasini
BUON COMPLEANNO ENDAS EMILIA ROMAGNA! di Franco Zoffoli
Dipendenza dal gioco d’azzardo. Cresce l’allarme sociale. I dati sul gioco d’azzardo dicono molto chiaramente che più un Paese affronta un periodo di recessione e più aumenta la spesa per il gioco d’azzardo e più le persone sono a rischio di povertà. Quindi è più facile che tentino la fortuna al gioco. Oggi l’Italia dei nuovi poveri, è perfettamente in linea con queste due verità. Fino a dieci anni fa le scommesse in Italia erano esclusivamente nelle mani della criminalità organizzata, le slot machine erano limitate alla rete terrestre ed estranee allo Stato e il giro d’affari, pur importante, era comunque contenuto. Poi lo Stato ha iniziato a occuparsene, con il buon intento di regolare un settore in continuo divenire nel quale si avvertiva un vuoto legislativo. Vincono le slot, quasi 400mila in Italia, ma ora c’è il boom delle VLT (video lotteries) e dei minicasinò. Le stesse autorità ammettono che queste macchine sono troppe e puntano il dito sul tema della ludopatia e della dipendenza da gioco, ormai incontrollate. Fino a pochi anni fa, chi voleva accedere al gioco doveva entrare in una ricevitoria. Questo significava doversi muovere fisicamente, rispettare gli orari di apertura dei giochi e dell’attività commerciale, utilizzare denaro contante. Il controllo su possibili comportamenti ludopatici risultava in questo ambiente più facile. Il ricevitore era dunque un filtro tra il giocatore e il giudizio sociale, un forte deterrente in alcuni casi. Senza contare la maggior possibilità di controllo sull’età anagrafica. Va tenuto presente che circa l’82 per cento dei giocatori si definisce “accanito” e che il gioco d’azzardo colpisce le fasce più deboli della popolazione che hanno la possibilità di giocare ora poste sempre più alte, comodamente seduti davanti al pc di casa, liberi di rovinarsi. Dunque aumenta la dipendenza dal gioco d’azzardo e cresce l’allarme sociale. Quando pensiamo alla dipendenza dal gioco d’azzardo dobbiamo però tener conto della natura umana. Se è dubbia una predisposizione genetica, molti approcci mentali fanno parte della trappola del gioco. Il legame con il gioco è fatto anche di false credenze e false interpretazioni. Un legame importante infatti è generato dall’ esperienza del «quasi vinto» quando, per esempio, tirando i dadi esce sei invece che sette. Questa interpretazione spinge a giocare ancora, trainati dalla sensazione che «si stava per vincere». Poiché si ritiene che coloro i quali dipendono o dipenderanno dal gioco hanno un problema con il piacere, nel senso che hanno difficoltà a sperimentarlo con pienezza e senso di appagamento, l’offerta di gioco permette di avere innumerevoli appuntamenti quotidiani con un eccitamento che rende il resto della giornata vuoto e con scarso senso. Combattere la dipendenza dal gioco d’azzardo vuol dire anche intervenire nell’educazione dei giovani. Non è una piccola impresa. Per questo è fortemente avvertita la necessità di regolamentare, facendo un passo indietro, alcuni giochi che di ludico ormai non hanno più nulla.
I quadri dirigenti dell’Endas Emilia Romagna si sono dati appuntamento, sabato 19 ottobre, a Modena, presso il prestigioso centro culturale Teatro Guiglia, per festeggiare i quarant’anni di storia trascorsi dalla convocazione del 1° Congresso Regionale (Bologna - 15 aprile 1973). E’ stato un incontro conviviale, a cui ha fatto seguito un seminario di studio e di proposizione, sul tema: “1973-2013 : Quarant’anni di Storia guardando al futuro”. Il Presidente nazionale Endas, Piero Benedetti, impossibilitato a partecipare per altri impegni istituzionali concomitanti, ha fatto pervenire il suo saluto e le sue congratulazioni per i prestigiosi traguardi raggiunti e per il valore aggiunto che Endas E.R. rappresenta per tutta l’Associazione. La cortese ospitalità dell’amico Arrigo Guiglia, presidente provinciale di Endas Modena, ci ha condotto in una istruttiva visita alla città, partendo dal suo centro, il ghetto ebraico. La concomitanza del giorno di sabato, simbolo del diritto al riposo per la religione ebraica, ma anche giorno da dedicare alla comunità e agli amici, ci ha aiutato a trovare la chiave di lettura per interpretare questo momento: un incontro riflessivo e propositivo tra amici, con l’intento di ripercorrere brevemente la nostra storia e di guardare al futuro. Sono trascorsi quarant’anni dal 1° Congresso dell’Endas Emilia Romagna; nel gennaio del 1973 il presidente nazionale, Dante Cerquetti, incaricò l’amico cesenate Armando Spazzoli, dinamico dirigente scolastico, di convocare il primo Congresso regionale in collaborazione con i segretari provinciali che, fino ad allora, avevano operato sul territorio, in contatto con gli affiliati e gli associati e coordinati dalla sede nazionale. In quel congresso il prof. Armando Spazzoli fu eletto primo Presidente regionale. In quegli anni, egli mi invitò, quale giovane laureato in Scienze Motorie, a fare parte dell’Endas, facendomi da tutor e onorandomi della sua amicizia; è, questo, uno dei motivi per cui sono molto orgoglioso di essere qui, oggi, in Endas, a ricoprire il ruolo
istituzionale che fu suo. Le nostre radici ci indicano molto chiaramente qual è il ruolo dell’Endas nella società: creare occasioni di partecipazione attiva dei cittadini, accrescere il loro senso civico ed il loro spirito di appartenenza ad una comunità, interagendo con le altre realtà sociali e con la pubblica amministrazione. Non stiamo certo attraversando momenti facili, per le nostre associazioni, compresse sempre più dalla burocrazia e poste in sofferenza anche
Il convegno al Centro culturale Teatro Guiglia di Modena
dalla decrescente entità dei fondi pubblici destinati al terzo settore. A livello regionale ci sono cambiamenti anche nei criteri di contribuzione; ora ci viene chiesto di progettare in rete con le altre associazioni. L’Endas è, da tempo, inserita nel Forum regionale del Terzo Settore, che si presenta molto variegato e che comprende, tra l’altro, associazioni di promozione sociale, di volontariato, cooperative sociali. I soggetti che compongono il Forum nascono e si muovono con motivazioni diverse e rappresentano un valore sociale, culturale, ambientale: sono, quindi, una risorsa civica ed economica per la pubblica amministrazione. Il percorso che il Forum dell’Emilia Romagna sta affrontando non è certo facile, ma sta proseguendo, nel rispetto dei diversi ruoli e dell’organizzazione di ciascun componente. Da questa collaborazione è scaturito il Codice Etico Regionale di autoregolamentazione che sottolinea, in modo netto, il ruolo del Terzo Settore, quale attore primario nella partecipazione civica. Per
il futuro il Forum ha tanti obiettivi da raggiungere e, tra questi, pensando ai giovani, c’è allo studio la promozione di un “volontariato civile”, che coinvolga gli studenti maggiorenni per un periodo limitato di tre/quattro mesi, dando loro un credito formativo, e che, come già accade in altri paesi Europei e negli Stati Uniti, sia obbligatorio per accedere al Diploma; sarà un valore aggiunto per la crescita della loro cultura civica e solidaristica. Nell’Endas Emilia Romagna siamo abituati, da sempre, ad essere gli artefici del nostro percorso, usufruendo di un prezioso contributo: la collaborazione spontanea e gratuita dei nostri quadri dirigenti. Non saremmo certo arrivati fino ai livelli attuali, oltre 46.000 associati in regione, senza l’impegno quotidiano delle nostre strutture, a tutti i livelli. La nostra forza deriva anche dal continuo confronto, inteso come momento propositivo di crescita, a cui siamo abituati; la democraticità assembleare e la trasparenza delle nostre decisioni sono considerate, in tutta la nostra associazione, un esempio positivo da imitare. Il mondo dell’associazionismo sta cambiando, i circoli tradizionali stanno scomparendo, ne stanno nascendo altri, nuovi, alternativi; i prossimi anni saranno una sfida per la nostra associazione e noi siamo pronti a “guardare al futuro”, senza avere paura del rinnovamento. Purtroppo, da molti anni, l’atteggiamento di gran parte della classe dirigente del nostro Paese ha trasmesso a molti, giovani inclusi, che a contare sono la furbizia, l’opportunismo, la finta cultura, dando forza al concetto che “l’importante è apparire”. Anche per questo motivo, guardando al futuro, dobbiamo darci come obiettivo quello di coinvolgere sempre più i giovani, ascoltarli, aiutarli a trovare una propria identità, ad acquisire autonomia, trasmettendo loro i valori che, da sempre, abbiamo fatto nostri e incentivando, sempre più, la loro partecipazione attiva nella vita della nostra associazione.
Confrontiamoci
ASSOCIATI CON CHIAREZZA Le associazioni fanno gioco di squadra
Il Paese sta attraversando un momento di profonda crisi economica e sociale che sta producendo gravi conseguenze in termini di coesione sociale e partecipazione attiva dei cittadini alla vita pubblica. Appare, quindi, sempre più necessario valorizzare l’esperienza di organizzazioni che lavorano quotidianamente in rete con i loro circoli, con le palestre, con gli oratori, con i dopolavoro, con i centri sociali e che promuovono in tanti luoghi un principio di partecipazione democratica che sviluppa un forte protagonismo diretto dei cittadini. L’associazionismo in Emilia Romagna è molto radicato e raccoglie numerose associazioni e comitati, ma anche molte reti di associazioni, come l’ARCI e l’ENDAS. Oggi occorre fare un salto di qualità nelle relazioni tra tutte le maggiori associazioni regionali per promuovere un grande progetto comune per la valorizzazione dell’associazionismo di promozione sociale. A questo scopo le associazioni: ARCI, ACLI, ANCESCAO, ENDAS, UISP, CSI, AICS, ANSPI, AUSER, FITEL e MCL con il Forum del Terzo Settore e con il confronto con gli Assessorati regionali al Commercio ed alla Sanità hanno sottoscritto il Codice di Autoregolamentazione, per il contrasto all’abusivismo associativo, per migliorare e rendere periodica la collaborazione con le Istituzioni, per informare correttamente gli associati dei vincoli e delle regole da rispettare, affinché le associazioni possano contribuire, forti della serietà, a collaborare reciprocamente piuttosto che a competere. E’ l’inizio di un nuovo gioco di squadra tra la maggiori associazioni di promozione sociale allo scopo di monitorare e contrastare la nascita di false associazioni in chiaro contrasto con i principi fondanti l’associazionismo. Il nostro progetto “ASSOCIATI CON CHIAREZZA” oltre a migliorare i rapporti inter associativi mantenendo, ad esempio, la medesima attenzione per la concessione di affiliazioni in linea con le leggi di riferimento, definendo i criteri comuni per l’utilizzo della pubblicità, stilando protocolli per la somministrazione, per la gestione democratica delle nostre basi, oltre a predisporre azioni congiunte per sensibilizzare ad alcune problematiche legate all’abuso di sostanze e per contrastare le ludopatie. Sarà quindi l’occasione per gettare le basi anche di una nuova interlocuzione con l’Amministrazione regionale e con le diverse Amministrazioni locali, per la promozione di formazione congiunta, dialogo e condivisione allo scopo di superare eventuali criticità e soprattutto per la valorizzazione del grande apporto culturale e sociale che il mondo dell’associazionismo garantisce quotidianamente in Regione.”
Paolo Marcolini, Presidente ARCI Emilia Romagna