ENDAS OGGI
In caso di mancato recapito inviare all’ufficio di Bologna Cpo per la restituzione al mittente che si impegna a corrispondere i diritti postali ENDAS EMILIA ROMAGNA ANNO XXXVII N. 3 Ottobre-Novembre-Dicembre 2013
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Periodico dell’Endas Emilia Romagna di informazione culturale, sportiva, ricreativa
di Luciano Biasini
BUON COMPLEANNO ENDAS EMILIA ROMAGNA! di Franco Zoffoli
Dipendenza dal gioco d’azzardo. Cresce l’allarme sociale. I dati sul gioco d’azzardo dicono molto chiaramente che più un Paese affronta un periodo di recessione e più aumenta la spesa per il gioco d’azzardo e più le persone sono a rischio di povertà. Quindi è più facile che tentino la fortuna al gioco. Oggi l’Italia dei nuovi poveri, è perfettamente in linea con queste due verità. Fino a dieci anni fa le scommesse in Italia erano esclusivamente nelle mani della criminalità organizzata, le slot machine erano limitate alla rete terrestre ed estranee allo Stato e il giro d’affari, pur importante, era comunque contenuto. Poi lo Stato ha iniziato a occuparsene, con il buon intento di regolare un settore in continuo divenire nel quale si avvertiva un vuoto legislativo. Vincono le slot, quasi 400mila in Italia, ma ora c’è il boom delle VLT (video lotteries) e dei minicasinò. Le stesse autorità ammettono che queste macchine sono troppe e puntano il dito sul tema della ludopatia e della dipendenza da gioco, ormai incontrollate. Fino a pochi anni fa, chi voleva accedere al gioco doveva entrare in una ricevitoria. Questo significava doversi muovere fisicamente, rispettare gli orari di apertura dei giochi e dell’attività commerciale, utilizzare denaro contante. Il controllo su possibili comportamenti ludopatici risultava in questo ambiente più facile. Il ricevitore era dunque un filtro tra il giocatore e il giudizio sociale, un forte deterrente in alcuni casi. Senza contare la maggior possibilità di controllo sull’età anagrafica. Va tenuto presente che circa l’82 per cento dei giocatori si definisce “accanito” e che il gioco d’azzardo colpisce le fasce più deboli della popolazione che hanno la possibilità di giocare ora poste sempre più alte, comodamente seduti davanti al pc di casa, liberi di rovinarsi. Dunque aumenta la dipendenza dal gioco d’azzardo e cresce l’allarme sociale. Quando pensiamo alla dipendenza dal gioco d’azzardo dobbiamo però tener conto della natura umana. Se è dubbia una predisposizione genetica, molti approcci mentali fanno parte della trappola del gioco. Il legame con il gioco è fatto anche di false credenze e false interpretazioni. Un legame importante infatti è generato dall’ esperienza del «quasi vinto» quando, per esempio, tirando i dadi esce sei invece che sette. Questa interpretazione spinge a giocare ancora, trainati dalla sensazione che «si stava per vincere». Poiché si ritiene che coloro i quali dipendono o dipenderanno dal gioco hanno un problema con il piacere, nel senso che hanno difficoltà a sperimentarlo con pienezza e senso di appagamento, l’offerta di gioco permette di avere innumerevoli appuntamenti quotidiani con un eccitamento che rende il resto della giornata vuoto e con scarso senso. Combattere la dipendenza dal gioco d’azzardo vuol dire anche intervenire nell’educazione dei giovani. Non è una piccola impresa. Per questo è fortemente avvertita la necessità di regolamentare, facendo un passo indietro, alcuni giochi che di ludico ormai non hanno più nulla.
I quadri dirigenti dell’Endas Emilia Romagna si sono dati appuntamento, sabato 19 ottobre, a Modena, presso il prestigioso centro culturale Teatro Guiglia, per festeggiare i quarant’anni di storia trascorsi dalla convocazione del 1° Congresso Regionale (Bologna - 15 aprile 1973). E’ stato un incontro conviviale, a cui ha fatto seguito un seminario di studio e di proposizione, sul tema: “1973-2013 : Quarant’anni di Storia guardando al futuro”. Il Presidente nazionale Endas, Piero Benedetti, impossibilitato a partecipare per altri impegni istituzionali concomitanti, ha fatto pervenire il suo saluto e le sue congratulazioni per i prestigiosi traguardi raggiunti e per il valore aggiunto che Endas E.R. rappresenta per tutta l’Associazione. La cortese ospitalità dell’amico Arrigo Guiglia, presidente provinciale di Endas Modena, ci ha condotto in una istruttiva visita alla città, partendo dal suo centro, il ghetto ebraico. La concomitanza del giorno di sabato, simbolo del diritto al riposo per la religione ebraica, ma anche giorno da dedicare alla comunità e agli amici, ci ha aiutato a trovare la chiave di lettura per interpretare questo momento: un incontro riflessivo e propositivo tra amici, con l’intento di ripercorrere brevemente la nostra storia e di guardare al futuro. Sono trascorsi quarant’anni dal 1° Congresso dell’Endas Emilia Romagna; nel gennaio del 1973 il presidente nazionale, Dante Cerquetti, incaricò l’amico cesenate Armando Spazzoli, dinamico dirigente scolastico, di convocare il primo Congresso regionale in collaborazione con i segretari provinciali che, fino ad allora, avevano operato sul territorio, in contatto con gli affiliati e gli associati e coordinati dalla sede nazionale. In quel congresso il prof. Armando Spazzoli fu eletto primo Presidente regionale. In quegli anni, egli mi invitò, quale giovane laureato in Scienze Motorie, a fare parte dell’Endas, facendomi da tutor e onorandomi della sua amicizia; è, questo, uno dei motivi per cui sono molto orgoglioso di essere qui, oggi, in Endas, a ricoprire il ruolo
istituzionale che fu suo. Le nostre radici ci indicano molto chiaramente qual è il ruolo dell’Endas nella società: creare occasioni di partecipazione attiva dei cittadini, accrescere il loro senso civico ed il loro spirito di appartenenza ad una comunità, interagendo con le altre realtà sociali e con la pubblica amministrazione. Non stiamo certo attraversando momenti facili, per le nostre associazioni, compresse sempre più dalla burocrazia e poste in sofferenza anche
Il convegno al Centro culturale Teatro Guiglia di Modena
dalla decrescente entità dei fondi pubblici destinati al terzo settore. A livello regionale ci sono cambiamenti anche nei criteri di contribuzione; ora ci viene chiesto di progettare in rete con le altre associazioni. L’Endas è, da tempo, inserita nel Forum regionale del Terzo Settore, che si presenta molto variegato e che comprende, tra l’altro, associazioni di promozione sociale, di volontariato, cooperative sociali. I soggetti che compongono il Forum nascono e si muovono con motivazioni diverse e rappresentano un valore sociale, culturale, ambientale: sono, quindi, una risorsa civica ed economica per la pubblica amministrazione. Il percorso che il Forum dell’Emilia Romagna sta affrontando non è certo facile, ma sta proseguendo, nel rispetto dei diversi ruoli e dell’organizzazione di ciascun componente. Da questa collaborazione è scaturito il Codice Etico Regionale di autoregolamentazione che sottolinea, in modo netto, il ruolo del Terzo Settore, quale attore primario nella partecipazione civica. Per
il futuro il Forum ha tanti obiettivi da raggiungere e, tra questi, pensando ai giovani, c’è allo studio la promozione di un “volontariato civile”, che coinvolga gli studenti maggiorenni per un periodo limitato di tre/quattro mesi, dando loro un credito formativo, e che, come già accade in altri paesi Europei e negli Stati Uniti, sia obbligatorio per accedere al Diploma; sarà un valore aggiunto per la crescita della loro cultura civica e solidaristica. Nell’Endas Emilia Romagna siamo abituati, da sempre, ad essere gli artefici del nostro percorso, usufruendo di un prezioso contributo: la collaborazione spontanea e gratuita dei nostri quadri dirigenti. Non saremmo certo arrivati fino ai livelli attuali, oltre 46.000 associati in regione, senza l’impegno quotidiano delle nostre strutture, a tutti i livelli. La nostra forza deriva anche dal continuo confronto, inteso come momento propositivo di crescita, a cui siamo abituati; la democraticità assembleare e la trasparenza delle nostre decisioni sono considerate, in tutta la nostra associazione, un esempio positivo da imitare. Il mondo dell’associazionismo sta cambiando, i circoli tradizionali stanno scomparendo, ne stanno nascendo altri, nuovi, alternativi; i prossimi anni saranno una sfida per la nostra associazione e noi siamo pronti a “guardare al futuro”, senza avere paura del rinnovamento. Purtroppo, da molti anni, l’atteggiamento di gran parte della classe dirigente del nostro Paese ha trasmesso a molti, giovani inclusi, che a contare sono la furbizia, l’opportunismo, la finta cultura, dando forza al concetto che “l’importante è apparire”. Anche per questo motivo, guardando al futuro, dobbiamo darci come obiettivo quello di coinvolgere sempre più i giovani, ascoltarli, aiutarli a trovare una propria identità, ad acquisire autonomia, trasmettendo loro i valori che, da sempre, abbiamo fatto nostri e incentivando, sempre più, la loro partecipazione attiva nella vita della nostra associazione.
Confrontiamoci
ASSOCIATI CON CHIAREZZA Le associazioni fanno gioco di squadra
Il Paese sta attraversando un momento di profonda crisi economica e sociale che sta producendo gravi conseguenze in termini di coesione sociale e partecipazione attiva dei cittadini alla vita pubblica. Appare, quindi, sempre più necessario valorizzare l’esperienza di organizzazioni che lavorano quotidianamente in rete con i loro circoli, con le palestre, con gli oratori, con i dopolavoro, con i centri sociali e che promuovono in tanti luoghi un principio di partecipazione democratica che sviluppa un forte protagonismo diretto dei cittadini. L’associazionismo in Emilia Romagna è molto radicato e raccoglie numerose associazioni e comitati, ma anche molte reti di associazioni, come l’ARCI e l’ENDAS. Oggi occorre fare un salto di qualità nelle relazioni tra tutte le maggiori associazioni regionali per promuovere un grande progetto comune per la valorizzazione dell’associazionismo di promozione sociale. A questo scopo le associazioni: ARCI, ACLI, ANCESCAO, ENDAS, UISP, CSI, AICS, ANSPI, AUSER, FITEL e MCL con il Forum del Terzo Settore e con il confronto con gli Assessorati regionali al Commercio ed alla Sanità hanno sottoscritto il Codice di Autoregolamentazione, per il contrasto all’abusivismo associativo, per migliorare e rendere periodica la collaborazione con le Istituzioni, per informare correttamente gli associati dei vincoli e delle regole da rispettare, affinché le associazioni possano contribuire, forti della serietà, a collaborare reciprocamente piuttosto che a competere. E’ l’inizio di un nuovo gioco di squadra tra la maggiori associazioni di promozione sociale allo scopo di monitorare e contrastare la nascita di false associazioni in chiaro contrasto con i principi fondanti l’associazionismo. Il nostro progetto “ASSOCIATI CON CHIAREZZA” oltre a migliorare i rapporti inter associativi mantenendo, ad esempio, la medesima attenzione per la concessione di affiliazioni in linea con le leggi di riferimento, definendo i criteri comuni per l’utilizzo della pubblicità, stilando protocolli per la somministrazione, per la gestione democratica delle nostre basi, oltre a predisporre azioni congiunte per sensibilizzare ad alcune problematiche legate all’abuso di sostanze e per contrastare le ludopatie. Sarà quindi l’occasione per gettare le basi anche di una nuova interlocuzione con l’Amministrazione regionale e con le diverse Amministrazioni locali, per la promozione di formazione congiunta, dialogo e condivisione allo scopo di superare eventuali criticità e soprattutto per la valorizzazione del grande apporto culturale e sociale che il mondo dell’associazionismo garantisce quotidianamente in Regione.”
Paolo Marcolini, Presidente ARCI Emilia Romagna
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JAZZ CLUB DI FERRARA:
15 ANNI DI GRANDE JAZZ AL TORRIONE SAN GIOVANNI
Entrando nel vivo della programmazione, il pubblico del Torrione assaporerà l’atmosfera di un vero e proprio Festival che omaggia il miglior jazz statunitense sia nelle forme classiche, sia in quelle contemporanee e di ricerca. Il palco del Torrione sarà calcato da Jason Adasiewicz con Sunrooms (7 dicembre), Larry Goldings insieme a Peter Bernstein e Bill Stewart (14 dicembre). Il gran finale, prima della consueta pausa natalizia, vedrà in scena una formazione di All-Star (Kenny Werner, Lionel Loueke e Chris Cheek) guidata dal pirotecnico batterista Ferenc Nemeth (21 dicembre) e la serata di beneficienza a favore della Associazione Giulia Onlus il 28 dicembre con il concerto Monia…non solo jazz. La stagione riprenderà poi il 18 gennaio con Wayne Escoffery Quintet, il 25 gennaio con Zhenya Strigalev’s, il 31 gennaio David King Trio e il 1 febbraio con Dado Moroni Quintet. Forte del grande consenso e successo di pubblico, proseguirà anche la rassegna OFF che Ferrara Musica, in collaborazione con il Jazz Club Ferrara, produce all’interno del Torrione da oltre cinque anni. Anche quest’anno ritroveremo i Mahler Chamber Soloists (12 dicembre) che si alterneranno, nella seconda parte della stagione, con i solisti della Chamber Orchestra of Europe nell’esplorare nuovi territori musicali in bilico tra musica classica, jazz e contemporanea. Questi incontri, dal carattere fresco e informale, offrono la preziosa occasione di ascoltare musicisti – reali virtuosi del proprio strumento - in un contesto più libero e disinvolto da quello tradizionalmente previsto per avvicinarsi al loro mondo da una prospettiva insolita e innovativa. Alle consuete serate del venerdì e sabato si affiancheranno i lunedì di Happy
Il Torrione del Jazz Club
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TEATRO… VOCE DELLA SOCIETà GIOVANILE Gli spettacoli vincitori (Stranieri, Storie di amore e confino, Tomato soap) sono stati scelti da una giuria di esperti (Angelica Zanardi - attrice e autrice, Maurizio Ravegnani - direzione regionale Endas Emilia Romagna e Monica Morleo - organizzatrice teatrale) per l’interesse rappresentato dal tema scelto e per la qualità del lavoro attoriale-performativo.
Dopo quindici anni ininterrotti di attività all’interno del Torrione San Giovanni, il Jazz Club Ferrara non solo si è conquistato un ruolo centrale all’interno del sistema culturale cittadino e regionale, ma si può definire di diritto una delle realtà più vivaci e vitali del panorama jazzistico europeo. Ne sono testimonianza i riconoscimenti di testate giornalistiche specializzate (sono due i Jazzit Awards che premiano il Torrione quale club più amato dai lettori della prestigiosa rivista), l’apprezzamento su scala internazionale di tanti tra gli addetti ai lavori e soprattutto, la costante e calorosa partecipazione di un pubblico affezionato, sempre numeroso e totalmente trasversale in termini di fasce di età, professione e livello di istruzione. È grazie al virtuoso, e positivamente contagioso network, fortemente auspicato dalle Istituzioni, che il Jazz Club Ferrara ha sviluppato, attraverso proficue collaborazioni, una serie di attività che non si limitano alla sola presentazione di prestigiosi artisti internazionali, ma che ha generato, e continua a generare, sinergie e produzioni “dal basso” che proprio dal Torrione hanno mosso i primi passi. Nella prima parte della rassegna Ferrara in Jazz 2013/2014 proposta dal Jazz Club, rilevante spazio sarà destinato alle co-produzioni con Bologna Jazz Festival e Ferrara Musica. La seconda tranche della rassegna riconferma invece, oltre a Ferrara Musica, il virtuoso sodalizio con Crossroads - Jazz e altro in Emilia-Romagna e una varietà di iniziative didattiche caratterizzate sia dalla collaborazione con i docenti e gli allievi del Dipartimento Jazz del Conservatorio “G. Frescobaldi” di Ferrara, sia con la realizzazione di conferenze e master class di perfezionamento musicale aperte al pubblico.
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Stranieri
Il Jazz club all’interno
Go Lucky Local, con ingresso a offerta libera, caratterizzati da concerti e presentazioni discografiche dei talenti più interessanti del jazz italiano (2 dicembre - Bill Carrothers Piano Solo; 9 dicembre - XY Quartet; 16 dicembre Fawda Trio + Vaghelis Merkouris; 23 dicembre - Carlo Atti & Friends; 20 gennaio - MOF; 27 gennaio - Zeno De Rossi Trio; 3 febbraio Matteo Bortone Travelers). L’appuntamento fisso del lunedì sarà altresì impreziosito dal ricco aperitivo a buffet del Wine-bar del Torrione accompagnato dalla raffinata selezione musicale di Andreino Dj: piacevole preludio alle infuocate Jam Session, apprezzatissime dagli allievi del Conservatorio della città estense e da una fitta schiera di musicisti, divenute reale palestra e laboratorio di musica d’insieme. Le attività organizzate dal Jazz Club Ferrara sono state realizzate con il contributo della Regione Emilia Romagna, del Comune di Ferrara e con il prezioso sostegno di partner privati tra cui la Banca di Romagna.
VETRINA DI GIOVANI ARTISTI
Luca Zarattini inaugura la sua personale presso il Jazz Club di Ferrara
Lunedì 23 dicembre alle ore 21.30 l’Endas Emilia Romagna in collaborazione con Jazz Club Ferrara inaugurano la mostra “XXY”, la nuova personale del giovane artista Luca Zarattini. L’iniziativa si inserisce nel progetto culturale regionale rivolto ai giovani artisti Vetrina di giovani artisti realizzato grazie al sostegno della Regione Emilia Romagna - Assessorato alla cultura. I cromosomi XY definiscono il sesso maschile, XX quello femminile. XXY è un intreccio raro che sottolinea la presenza di entrambi i caratteri in uno stesso corpo dando origine all’androginia. E con XXY ci viene chiesto di andare oltre, di non vedere semplici mani. Esse sono piuttosto forme che, nella dinamica del processo creativo, si mescolano in un perpetuo mutare a guisa di infinite combinazioni di note. La vernice, a cura di Eleonora Sole Travagli, s’inserisce nel palinsesto di Happy Go Lucky Local che il 23 dicembre prevede la jam session di Carlo Atti & Friends preceduta - a partire dalle ore 20.00 - dal ricco aperitivo a buffet accompagnato dalla selezione musicale di Andreino Dj. Parte del ricavato della vendita delle opere sarà devoluto all’Associazione Giulia Onlus in occasione del concerto benefico che si terrà al Torrione San Giovanni nella serata di sabato 28 dicembre. La mostra sarà aperta dal 23 al 28 dicembre 2013 ed è visitabile nelle serate di programmazione del Jazz Club Ferrara a partire dalle 19.30. Per info: 339/7886261 (dalle 15.30) www.jazzclubferrara.com - jazzclub@jazzclubferrara.com
da un’idea di Farid Bentoumi, di e con Lea Lecher, Adele Raes, Laura Belli, Jördis Wölk, Daniele Pennati, Lorenzo Torracchi e Daniele Bianco, una produzione Ztt In uno scantinato, sotto il livello della strada di una grande città europea, vivono sette immigrati ammassati e senza privacy, senza permesso di soggiorno, senza documenti. Vengono da diversi paesi e diversi motivi li hanno spinti a partire. Tuttavia ci sono molte cose che li accomunano: hanno affrontato un viaggio che era l’investimento di una vita con il sogno di arrivare nell’Europa delle meraviglie, di trovare un lavoro, avere soldi, dignità e libertà. Hanno lasciato indietro ricordi e persone care che ora li accompagnano nei sogni e nei pensieri; stanno assaggiando l’Europa ostile della burocrazia e delle leggi per immigrati. Nell’arco di tempo che lega la fine di un giorno lavorativo con l’inizio di un altro, si vedono vivere gli “stranieri”. Ci si immerge nei loro sogni e nelle loro speranze, si annusano le loro paure e si rivivono i loro traumi, in un susseguirsi di momenti realistici e digressioni astratte raccontate attraverso la danza, l’acrobazia, la parola, la musica, la poesia.
Storie di amore e confino di e con Ruggiero Valentini
Sotto il fascismo centinaia di persone, quasi esclusivamente uomini, vennero arrestate e mandate al confino perché omosessuali. Fu una vasta opera di repressione e segregazione, svolta nel massimo silenzio. A questo silenzio contribuivano anche le vittime. Confinati e ammoniti cercavano di occultare e far dimenticare lo scandalo che li aveva travolti. Filippo e Salvatore sono due testimonianze di quel periodo, vivono a Catania ma la loro storia potrebbe essere ambientata in una qualsiasi città del meridione. Raccontano con la loro esperienza il ventennio tra le due guerre; tra aneddoti e ricordi, dipingono una realtà a volte allegra, il più delle volte amara, per chi come loro doveva vivere la propria affettività, le storie d’amore e di sesso,
in clandestinità (come oggi del resto). Il tutto è pervaso da uno sfondo noir; dove l’indagine per un omicidio di un omosessuale diventa il pretesto per attuare una repressione (ai danni di omosessuali e non solo) durata quasi dieci anni.
Tomato soap
con Ariela Maggi e Giulio Canestrelli, una produzione Manimotó Lo spettacolo è la storia di un uomo e una donna: l’incontro, l’amore, il loro divenire uno. Uno più uno fa due, certo. In amore invece fa sempre
uno. Dove si nasconde quell’uno dimenticato nella somma? Tomato Soap porta in scena il dramma di due pupazzi Gianni e Gilda che tentano grottescamente di possedersi in modo totale, rinunciando a se stessi in un’escalation di violenza psicologica e abuso di potere. La decisione di rinchiudersi tra le mura domestiche e di abbandonare il mondo esterno non sarà sufficiente a rassicurarli. E se invece il racconto di Gilda e Gianni non fosse altro che il pretesto per un gioco perverso di una coppia di attori-manipolatori pronti ad utilizzarli come simulacri di sé stessi? A dispetto della gravità
dell’argomento lo spettacolo vuole essere uno spettacolo colmo di ironia, di sollecitazioni al riso e di situazioni comiche nelle quali il pubblico possa facilmente riconoscersi. L’universo comico, onirico e allo stesso tempo crudelmente realista dello spettacolo accompagna gli spettatori al limite della risata, là dove la tragedia diventa grottesca. L’iniziativa si inserisce nel progetto culturale rivolto ai giovani artisti Vetrina di giovani artisti realizzato grazie al sostegno della Regione Emilia Romagna - Assessorato alla cultura. 3
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A Bologna un’altra stagione di musica classica
Dopo il concerto inaugurale del 28 settembre con Sofya Gulyak, sono andati in scena altri tre appuntamenti tra ottobre e novembre con Stefano Maffizzoni e Walter Favero, Namaste Ensemble e Giuseppe Aneomanti. La stagione riprenderà poi il 1 marzo 2014 con il duo di Marcello Bianchi (violino) e Daniela De Micheli (pianoforte). Il duo è una formazione assai affiatata e attiva fin dal 1994, con alle spalle innumerevoli concerti presso le più importanti istituzioni musicali italiane e di alcun notevoli registrazioni discografiche, fra cui l’impegnativa integrale in 8 CD della musica cameristica di Lorenzo Perosi per l’etichetta Bongiovanni. Il sesto concerto in stagione, previsto il 15 marzo, segna il ritorno a Bologna del chitarrista romano Fabio Fasano in duo col pianista e
Il pianista Alberto Nosè
Pierluigi Puglisi: si apre con la Fantasia para un gentilhombre di Joaquin Rodrigo, si prosegue con l’Improvviso di Franco Margola, con Insieme del compositore inglese scomparso nel 2004 John Duarte, infine la Fantasia op. 145 di Mario Castelnuovo-Tedesco, dedicata a Segovia. Fasano ha al suo attivo circa venticinque anni di attività concertistica. La sua ricerca si è concentrata, soprattutto, sulla musica del novecento storico e sul repertorio contemporaneo.
portato ad esibirsi in Europa e in tutto il mondo con le migliori orchestre e direttori. Anche la stagione 2013/14 del Circolo della Musica di Bologna si svolgerà di sabato alle ore 21,15 all’Oratorio di San Rocco (a Bologna in via Calari, 4/2), una sala dall’eccellente acustica, nella quale ormai con proverbiale fedeltà si riunisce ogni sabato sera un pubblico sempre più esigente.
Per info e prenotazioni: 051/742343 - 335/5359064 circolodellamusica@alice.it - www.circolodellamusica.it
I vincitori del Premio Endas Emilia Romagna
Il concorso si è avvalso di una giuria internazionale altamente qualificata composta da Anna Kravtchenko, concertista di fama internazionale, oggi fra le più accreditate interpreti della musica di Chopin e Liszt, è stata la vincitrice
Il 29 marzo 2014 sarà la volta del noto pianista catanese, di origine svedese, Olaf John Laneri, vincitore della 50esima edizione del Concorso Busoni di Bolzano, interprete assieme virtuoso, colto e raffinato, fra i più attivi e apprezzati della sua generazione, molto seguito in ogni sua esibizione a Bologna: ricordiamo che proprio al Circolo della Musica di Bologna, Laneri ha realizzato in otto diversi concerti, nell’arco di quattro anni, un’ormai storica integrale delle 32 Sonate di Beethoven. Grande chiusura di stagione il 12 aprile con il pianista Alberto Nosè. Già allievo di Laura Palmieri e Leonid Margarius e vincitore a soli 11 anni del Concorso internazionale Jugend für Mozart di Salisburgo e, in seguito di un’impressionante serie di concorsi internazionali, fra cui il primo premio assoluto al Paloma O’Shea di Santander, al Maj Lind di Helsinki, al Vendôme Prize di Parigi, al Gante di Pordenone e, due anni fa, al Top of the World International Piano Competition di Tromsø (Norvegia) e grazie a tali e tante affermazioni, Nosè ha iniziato una strepitosa carriera che lo ha 4
“Giotto rimutò l’arte del dipingere di greco in latino e ridusse al moderno; ed ebbe l’arte più compiuta che avessi mai più nessuno”. Così scriveva il pittore e teorico Cennino Cennini intorno al 1390 nel suo “Libro d’arte”, per descrivere la rivoluzione giottesca.
Concorso Andrea Baldi 2013
Giuria e la vincitrice Yoshiko Furukawa
del Concorso Busoni di Bolzano nel 1992, Leonhard Westermayr, già allievo di Walter Krafft, è pianista dalla tecnica infallibile che ha tenuto più di mille concerti in Europa, Africa, in America ed in Asia e ha già inciso una decina di dischi molto ben accolti dalla critica, Alberto Nosè, vincitore di numerosi Concorsi Internazionali (Paloma O’Shea di Santander (1° Premio, Medaglia d’oro e Premio del Pubblico), F. Chopin di Varsavia (5° premio nel 2000), Maj Lind di Helsinki (1° premio nel 2002), Vendôme Prize di Parigi (1° premio nel 2000). Giuseppe Aneomanti, appartenente alla gloriosa scuola di Giuseppe Accorsi, Carlo Vidusso e Alberto Mozzati, vincitore del concorso “P. Neglia” di Enna, concertista attivissimo in sala di concerto, docente apprezzato nei conservatori italiani e in numerose master class e Boris Bechkterev, che, dopo aver ottenuto il Primo Premio al Concorso Sovietico per Pianisti, inizia un’importante attività concertistica come solista e in duo con il violinista Vladimir Spivakov.
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A Cesena le Associazioni Adarc ed Endas si sono impegnate congiuntamente per la realizzazione di un progetto articolato di conferenze di storia dell’arte per la stagione 2013/14. Il tema sarà quello delle “rivoluzioni” e, sotto l’encomiabile guida e direzione artistica del Prof. Marco Vallicelli che da circa vent’anni cura l’iniziativa, verranno tenuti gli incontri i secondi giovedì di ogni mese, da novembre fino ad aprile 2014, alle ore 20.45 presso la sala Endas Silvio Severini in Corso Mazzini, 46.
L’ingresso singolo ai concerti è di 10 euro per i soci Endas, mentre i non soci dovranno pagare 2 euro in più per la tessera annuale. Da quest’anno chi si associa al Circolo della musica avrà diritto all’entrata gratuita con posto riservato a 10 concerti scelti su almeno 15 eventi annuali.
Nell’ambito del Concorso pianistico Andrea Baldi da quest’anno l’Endas Emilia Romagna ha deciso di istituire un premio di 500 euro dedicato specificamente alla categoria E che comprende giovani musicisti tra i 19 e i 35 anni. Il premio è stato consegnato il 9 giugno, in occasione della serata finale del concorso che si è tenuto a Bologna presso l’Oratorio di San Rocco, dal presidente emerito Endas Emilia Romagna prof. Luciano Biasini al giovane vincitore Giulio Andreetta che ha ottenuto 98 punti su 100. Oltre al premio in denaro Andreetta ha vinto anche la possibilità di esibirsi in quattro concerti; a Yoshiko Furukawa, che ha ottenuto invece 95 punti su 100, è stata invece data la possibilità di esibirsi in un concerto.
Cultura
APPUNTI DI STORIA DELL’ARTE A CESENA
promossa dal Circolo della Musica Il Circolo della Musica di Bologna presenta la sua ventinovesima stagione concertistica diretta dal 1984 dal pianista bolognese Sandro Baldi e realizzata con il sostegno Endas Bologna. Una stagione, assai cara al pubblico bolognese, che ha portato in città il fior fiore del concertismo nazionale ed internazionale, spesso segnalando per prima alcuni dei più grandi talenti musicali oggi in attività nelle grandi stagioni di concerto e valorizzando molti grandi maestri italiani. Come da tradizione è il pianoforte a farla da padrone: quattro i recital pianistici in programma su otto appuntamenti e tutti di grande rilievo, con i nomi di Sofya Gulyak, Alberto Nosè, Giuseppe Aneomanti e Olaf John Laneri, mentre altri quattro appuntamenti saranno dedicati alla formazione di duo.
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Il ciclo Appunti di Storia dell’Arte è ispirato ai concetti abbinati di “arte” e “rivoluzione”. Le conferenze in programma tratteranno quei momenti della storia dell’arte, in cui, spesso ad opera di singoli, geniali, artisti, sono accaduti rivolgimenti epocali nella concezione, nella finalità, nell’interpretazione, nell’impostazione compositiva, finanche nella tecnica dell’opera d’arte stessa. Sono stati scelti sei periodi, con relativi protagonisti significativi, emblematici di mutamenti profondi, a volte radicali, della produzione artistica.
A RAVENNA SI ASPETTA IL NATALE CON IL TEATRO E IL BALLO Il 22 e il 23 dicembre presso il Teatro Comunale di Cervia (Ra) l’Endas provinciale di Ravenna organizza due giornate durante le quali gli allievi delle diverse scuole associate Endas, potranno ritrovarsi e proporsi al pubblico per passare insieme momenti di svago e cultura in attesa delle festività natalizie. Il 22 dicembre alle ore 21 la Compagnia teatrale Luigi Rasi (che da quasi 30 anni lavora a fianco dell’Endas provinciale di Ravenna) presenterà un vaudeville scritto da C. M. Hennequin e P. Bilhaud. Questa divertentissima pièce teatrale in 3 atti vedrà in scena, sotto la regia di Alessandra Casanova, Francesca Maria Bucci, Costanza Casadei, Asia Galeotti, Ettore Giallongo, Edoardo Liverani, Caterina Marchetti, Patrizia Miglietti, Carmen
Nardi, Daniela Papalillo, Paola Piergentili, Diego Poltronieri, Francesco Porzio, Elisabetta Rivalta e Sabina Squarzoni. Lunedì 23 dicembre sarà invece di scena, sempre alle 21, il ballo con una serata ideata dall’Endas provinciale di Ravenna per incentivare i rapporti fra le varie discipline e per rafforzare le sinergie e condividere dei percorsi comuni. Durante la serata si esibiranno le scuole di ballo affiliate Endas: Giuseppe & Friends, Gruppo Ballerini Romagnoli alla Casadei, Nefer Belly Dance, Rhythmic Ravenna e Zagat. Per maggiori informazioni: Endas Provinciale di Ravenna www.endasravenna.it circoli@endasravenna.it 0544/590928 5
L a Cp u lat ur roa l a C ual it u G r a i o Cvual tnu ri a
CL u lat u rpa a rCou ll a t u ra a i CGuil o t uvr aa n i
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GIOVANI & SPORT Parlare dei giovani mette allegria: si pensa sempre alla gioventù come ad un periodo di spensieratezza, divertimento, libertà, nuove esperienze… Questa età è però critica in riferimento allo sport, infatti è proprio il momento in cui avviene sempre più spesso l’”abbandono precoce” dell’attività sportiva. I ragazzi vivono in questa età una crisi dovuta sia al cambiamento della propria struttura morfologica, sia a maggiori impegni richiesti dalla società (come gli impegni scolastici) e dalla maggiore autonomia nella gestione del proprio tempo libero data loro dai genitori. In particolare i ragazzi che frequentano la scuola secondaria di primo grado si trovano in pieno passaggio dalla fase adolescenziale a quella di giovane adulto e i ragazzi dai 15 ai 18 anni sono invece alla ricerca di una propria identità, differente da quella genitoriale, che li possa inserire e accreditare nel mondo degli adulti. Partendo da questo contesto lo sport puo’ divenire, per questa fascia di età, un ulteriore ostacolo che può portare i ragazzi all’abbandono della pratica sportiva vista, con la crescita, non piu’ come divertimento ma nella sua accezione negativa di sacrificio, perdita di tempo libero e maggiore impegno. Molto spesso incide anche il fatto che non tutti siano portati al movimento e si decide di abbandonare lo sport perché ci si rende conto che oltre un certo ‘limite’ non si riesce ad arrivare. Ma ai giovani dovrebbe essere chiaro come lo sport non vada praticato necessariamente solo con l’intenzione di diventare un campione, il capocannoniere o la prima ballerina, ma anche solo con l’intenzione di partecipare, socializzare e condurre uno stile di vita sano. Ci sono infatti valori nello sport che se appresi sin da piccoli possono essere ben presenti per tutta la vita rispetto, socialità, unione, disponibilità, sostegno cercando di tener lontani nell’età compresa tra i 14 e i 19 anni cattive abitudini (fumo, alcool, dieta equilibrata). Un buon luogo per diffondere la cultura del movimento potrebbe essere la scuola, che è la situazione primaria in cui incontrare i ragazzini, insistendo con le ore di educazione fisica o ideando dei progetti validi con l’obiettivo di modificare lo stile di vita rendendo i giovani più attivi, il che significa anche più sani. Attraverso questi programmi si può migliorare il benessere della popolazione del futuro, e ricordiamoci sempre che i giovani di oggi saranno gli adulti di domani. Alessandra Zammarchi laureanda in Management dell’attività motoria e sportiva
SEGUIRE LE PROPRIE PASSIONI? NO… LASCIA PERDERE! Arriva un momento in cui, né adolescente né già adulto, un giovane si pone davanti ad un bivio: è il momento dell’iscrizione all’università. Che facoltà scegliere? La decisione dovrebbe essere finalizzata a trovare un lavoro o a seguire le proprie passioni? Questo è il dubbio che ha assalito, almeno una volta, un qualsiasi studente ormai alle porte della maturità. C’è chi rinuncia al sogno e si arrende alle leggi di mercato scegliendo la strada più facile e sicura, quella che molto probabilmente garantirà un’occupazione futura. C’è invece chi non riesce a rinunciare e si iscrive, ad esempio, ad una facoltà come quella di Lettere. Io faccio parte della seconda categoria. Senza sapere bene a cosa stessi andando incontro, quattro anni fa, mi sono trasferita a Bologna e ho fatto il mio ingresso in questo nuovo mondo aspettandomi un clima di apertura mentale, un brulicare di idee che mi avesse finalmente fatto sentire circondata da persone simili a me per gusti ed interessi. Mi dispiace ammettere, oggi, che le mie aspettative sono state in gran parte deluse. Sembra aleggiare, nella aule, una sorta di silenziosa rassegnazione nei confronti del ruolo che oggi ha la cultura. Insomma, se sei uno studente di Lettere, ecco l’accoglienza che ti spetta: fin dal primo giorno di università docenti e assistenti non faranno che ripeterti che non troverai mai lavoro, che la cultura non paga, che faresti meglio a cambiare idea e optare, non so, per facoltà come Medicina, Giurisprudenza o Economia, che potranno sicuramente garantirti un futuro sicuro e non all’insegna del precariato. Mi chiedo se un docente, così facendo, assolva al suo compito di insegnante o si limiti ad omologarsi passivamente al coro degli sconfitti, di quelli che non vedono una via d’uscita alla situazione in cui il nostro paese si trova oggi. L’Italia è stata la culla dell’arte, della letteratura, della poesia; credo valga la pena almeno di tentare di portare avanti una tale tradizione piuttosto che dichiararsi ormai vinti e senza possibilità di uscirne. Se i docenti per primi non riescono a guardare a noi studenti come ad una possibile rinascita, viene meno il senso di tutto ciò che gli studi umanistici dovrebbero rappresentare. Ritengo di appartenere ad una generazione ben conscia degli evidenti limiti che oggi pone il mercato del lavoro a chi, come me, decide di seguire la sua passione e studiare lettere, arte e filosofia pur sapendo che, dopo anni di fatiche e veglie notturne sui libri, rimarrà probabilmente solo la gloria e nessuna effettiva possibilità lavorativa. Gli studenti di Lettere e delle facoltà umanistiche in generale sanno bene che tipo di scelta hanno fatto, e il compito dei professori non dovrebbe essere affatto quello di sottolineare ironicamente la futilità dell’impresa, bensì di convincerli del contrario, di alimentare la passione, di stimolare il confronto, di ricordare che personalità come Pascoli e Pasolini sono state nelle stesse aule della facoltà di Lettere e Filosofia di Bologna a studiare probabilmente per gli stessi esami che dobbiamo sostenere oggi. Credo che bisogni reinventarsi in qualche modo, puntare sulla cultura anziché darla per spacciata, incentivare l’istruzione anziché fare continui tagli. Bisognerebbe creare nuovi sbocchi lavorativi che diano un’occupazione ai giovani letterati anziché spingerli ad intraprendere una carriera diversa da quella che hanno scelto. Se una soluzione c’è, a mio avviso, deve essere ricercata all’interno di un clima innovativo che punti sui giovani e sulle innumerevoli opportunità che l’università, come in passato, potrebbe ancora oggi offrire. Laura Micari Studentessa di lettere
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Associazionismo
Associazionismo
Associazionismo
Coordinamento interassociativo regionale identità e dinamiche interassociative di Luciano Biasini Con lo svolgimento della recente Conferenza regionale dell’associazionismo di promozione sociale, ha preso corpo e avvio un più stretto coordinamento tra maggiori realtà associative storiche della nostra regione. E’ pur vero che il tema dell’identità, sin dal loro apparire sulla scena giuridica italiana, prima con il decreto 460/97 poi con la legge 383/2000, è sempre stato anima e forza delle Associazioni di Promozione Sociale (APS); ma è stato anche uno dei motivi della loro debolezza all’interno del mondo del terzo settore. Prese a sè stante le diverse attività messe in campo dalle APS regionali (sport, spettacolo, cultura, ricreazione, solidarietà e altre) ci parlano più della diversità che non di una comune identità. Per individuare tratti identitari comuni è necessario passare dal cosa fanno al perché e come lo fanno. Se nelle attività che svolgono le associazioni esprimono la propria identità soggettiva di associazione nel perchè e come fanno queste attività possiamo individuare una identità di “genere” come APS. Alla base del “fare” c’è un complesso sistema valoriale e ideale, c’è il senso di promuovere socialità, animazione della comunità, promuovere coesione sociale, agire per l’interesse generale. Ciò che caratterizza le attività delle APS è la partecipazione democratica degli associati, l’autogestione e l’auto-organizzazione e, complessivamente, la partecipazione
popolare, ampia alle proprie attività attraverso una visione quasi educativa e pedagogica del proprio operare. Nell’ambito del Terzo Settore l’associazionismo di promozione sociale si propone come la forma più semplice e accessibile della socialità organizzata, capace di proporsi ai giovani come esperienza preliminare e formativa la prima palestra di cittadinanza, di partecipazione civica. Un nodo ancora da sciogliere nel contesto delle dinamiche interassociative è il nodo della rappresentanza. la capacità di fare rete tra le diverse associazioni. Bisogna constatare che nelle APS ci sono ancora forti dosi di autoreferenzialità che limitano o impediscono la messa in rete di esperienze e il pieno dispiegamento delle proprie potenzialità. Oggi, specie in presenza di questa preoccupante crisi economica e sociale, è emerso che più ci richiudiamo dentro il nostro specifico “fare” più si perde la forza, la dimensione collettiva, la potenzialità dell’associazionismo nel suo complesso. Occorre “diminuire o abbandonare” autoreferenzialità (senza spogliarsi della propria identità) per perseguire più alti livelli di rappresentanza e autorevolezza, fare massa critica, parlare con un’unica voce nei rapporti con le istituzioni e con i vari livelli di governo. Per favorire la possibilità di far rete è stata considerata, da parte delle stesse istituzioni regionali, l’opportunità anche di
LETTERA APERTA di Fabio Gardella
Gentili lettrici e cari lettori, abbiamo da poco concluso i festeggiamenti dei nostri primi quarant’anni (come comitato regionale) e subito dopo credo sia opportuno tracciare le linee guida per i prossimi 40. Il momento sociale economico e politico non è dei migliori ma proprio ora, sapendo cogliere con opportunità queste situazioni, si può fare molto. Credo che oggi la nostra associazione debba confrontarsi con la propria base in maniera più diretta, offrendo non solo una tessera, che spesso viene percepita come un semplice costo, ma soprattutto una serie di servizi e professionalità, cose che ci potrebbero distinguere dai nostri principali competitors. Lo spirito di appartenenza sarà, a mio modesto avviso, il cemento che consoliderà i nostri risultati futuri, la linfa vitale per far crescere il pensiero laico associativo che ci caratterizza per storia e tradizione. Sapersi modificare seguendo ciò che ci circonda come mode e tendenze non basta: è importante ribadire chi siamo e da dove veniamo per dire cosa vogliamo ma dobbiamo comunicare il nostro pensiero all’esterno con capacità, decisione, con messaggi chiari e diretti. Solo così avremmo più forza, più soci, più circoli, più persone che agiscono insieme e condividono scopi e fini. Mi piacerebbe aprire il dialogo su alcuni temi: in primis la formazione della nuova classe dirigente, perché ritengo che sia necessario avere un’informazione/formazione molto più profonda e precisa, vista la notevole quantità di nuove leggi e regolamenti che ci toccano da vicino; mi piacerebbe far nascere una specie di scuola di formazione con un programma di corsi annuali divisi fra tecnici, dirigenti, arbitri e magari in relazione alla necessità di fare network, cosa che ormai da più parti ci viene richiesta, farlo in sinergia con altri enti di promozione o con il mondo del volontariato. Ritengo poi indispensabile, per aumentare la nostra base sociale, offrire un valore aggiunto alla nostra tessera: infatti la semplice assicurazione obbligatoria non ci distingue, per cui si potrebbero fare una serie di convenzioni per usufruire di determinati servizi (convenzioni con negozi sportivi, assicurazioni, banche, alberghi, tour operator, etc..) attivandosi su tutto il territorio regionale o magari nazionale. Altro punto che ritengo molto interessante è la “comunicazione” nel senso più ampio ed esteso del termine. Non sta certamente a me ribadire quali eccellenze oggi abbiamo, ma vorrei ricordare che spesso non arriviamo al cuore dei più giovani o dei meno sensibili perché ci manca…. Cosa? Occorre allora divulgare un’ unica immagine verso il mondo esterno, in modo da rafforzare la presenza in tutti i territori, da quelli più forti a quelli in cui esiste solo un piccolo presidio; occorre un sito regionale con tutte le pagine provinciali; occorre un marchio istituzionale unico; occorre un marchio promozionale dedicato, meglio ancora se diverso per settore di interesse (sport, cultura, promozione sociale, turismo). Potrei continuare con altri spunti ma preferirei aspettare i vostri feedback, attraverso la mail endas.er@endas.net, così da iniziare un confronto, anche se a distanza per il momento, teso però a farci dialogare e conoscerci meglio affinchè, anche dopo di noi, possa esserci qualcuno che porti avanti fiero il testimone dell’Endas così come tutti noi facciamo da tanto tempo.
rivedere il ruolo dell’Osservatorio, previsto dalla L.R.34/2000, che deve diventare sempre più uno strumento di raccolta di informazioni, di lettura dei bisogni delle APS, di promozione della comunicazione tra associazioni e istituzione pubblica, di stimolo e supporto alla Regione. Per fare questo è necessario un suo potenziamento in termini di strutture e risorse. L’obiettivo potrebbe essere la creazione di reti di sussidiarietà trasversali alle varie componenti del terzo settore e individuare forme nuove di sostegno che vadano oltre i fondi messi a disposizione anche dalle fondazioni bancarie. Le istituzioni hanno dunque interesse a favorire la collaborazione per progetti comuni. Sia per mancanza di fondi adeguati, sia per evitare che vengano a mancare le attività del terzo settore e venga quindi indebolito il livello di Welfare emiliano-romagnolo da sempre portato d esempio virtuoso nel nostro paese. Questo stesso rapporto di collaborazione tra le storiche associazioni APS regionali si è, per la verità, verificato anche in passato. Negli anni del contrasto all’Ente nazionale di stato Enal, gli anni del Comitato regionale dell’associazionismo democratico (il CRAD). Sono gli anni che portarono le più rappresentative associazioni ad istituire un Comitato di consultazione permanente, anche per la pressione dei sindacati, sul
destino dei CRAL aziendali con il Comitato interassociativo dei circoli aziendali (il CICA). Sono soprattutto gli anni in cui a fronte della crisi incombente dei partiti, l’associazionismo deve impegnarsi autonomamente per far fronte ad un quadro sociale in mutamento continuo. Sono gli anni della grande trasformazione culturale, nelle forme e nelle pratiche, dell’associazionismo, impegnato a coniugare la propria memoria storica con una più complessa dimensione sociale. Se però il ruolo delle amministrazioni locali sembrava essenziale per prefigurare le condizioni nelle quali le associazioni potessero mettere a frutto le loro propensioni sociali, era pur vero che molto dipendeva dalla capacità dei soggetti collettivi di rimettersi in discussione e di saper corrispondere alla nuova domanda di partecipazione civica, il terreno sul quale si riscontrava la trasposizione di un impegno un tempo speso nelle tradizionali forme organizzative (i partiti soprattutto e i sindacati). Era insomma in atto una crescita tanto della rappresentatività che del ruolo sociale e politico riconosciuti all’associazionismo storico. Ed è perciò che anche oggi le istituzioni e le associazioni riconoscono l’opportunità di un coordinamento più stretto nel promuovere socialità nella nostra regione. Complice anche l’attuale difficile contingenza socioeconomica.
FULMINI IN PISTA
A Forlì la carica dei baby Bolt
Il 30 ottobre si è svolta la 29° edizione di Il più veloce di Forlì (gara di corsa su distanza di 60 metri piani), promossa dal Comitato territoriale Endas di Forlì e da Edera Atletica di Forlì, in collaborazione con la Polisportiva Edera di Forlì riservata ai ragazzi delle scuole medie di Forlì, Meldola, Forlimpopoli, Predappio, Bertinoro, Civitella, Dovadola, Galeata e Castrocaro. Alla manifestazione hanno partecipato 284 alunni e le scuole che hanno vinto di più sono state Ribolle e Palmezzano. Vincitori assoluti, che si sono aggiudicati anche due mountain bike, i due “missili forlivesi” Alessia Imperiale e Lorenzo Bonetti. 7
La normativa nazionale recentemente approvata ha reso necessario un nuovo intervento regionale volto ad individuare - al fine di fornire chiarimenti a fronte delle incertezze interpretative da più parti evidenziate - criteri uniformi sul territorio regionale secondo cui valutare la necessità o meno del certificato medico di idoneità a svolgere attività sportiva non agonistica o attività ludico-motoria, così consentendo a tutti i soggetti coinvolti ad operare in un quadro di maggiore chiarezza e certezza giuridica. Come si può evincere dalla lettura della direttiva, le indicazioni in essa contenute offrono una lettura sistematica e integrata fra la normativa regionale vigente fin dal 2004 e la nuova regolamentazione introdotta a livello nazionale. Il punto centrale, sul quale si richiama l’attenzione, e la necessità di distinguere sulla base delle caratteristiche intrinseche dell’attività stessa (sistematicità e continuità delle attività praticate
sviluppate secondo le regole delle discipline sportive approvate a livello nazionale, entità dell’impegno cardiovascolare e muscolare richiesto), e non già sulle caratteristiche formali di chi organizza e partecipa all’attività, le attività sportive non agonistiche, per le quali é richiesto il certificato preventivo di idoneità, da quelle ludico-motorie. Rimangono quindi in vigore in Emilia-Romagna le modalità di tutela sanitaria delle attività sportive già in essere da tempo, ivi comprese le procedure per la richiesta delle certificazioni, quando necessarie, il rilascio sul libretto sanitario dello sportivo e la gratuità delle prestazioni per i minori e disabili di ogni età, comprensiva degli accertamenti eventualmente richiesti dal medico. “Direttiva della Giunta della Regione Emilia-Romagna su Disciplina delle certificazioni di idoneità alla pratica sportiva agonistica e non agonistica: precisazioni in ordine alla definizione di attività ludico-motoria o amatoriale” (cod. documento GPG/2013/1468-07.10.2013)
Agevolazioni fiscali per lo sport dilettantistico Le Entrate rispondono ai quesiti di società e associazioni L’Agenzia delle Entrate dà indicazioni in merito al rispetto dei principi di democraticità negli enti sportivi dilettantistici e chiarisce gli aspetti legati all’annotazione dei corrispettivi e alla compilazione del rendiconto. Sono questi gli argomenti trattati dalla circolare 9/E che affronta alcuni dubbi avanzati da associazioni e società sportive dilettantistiche in ambito fiscale. Quando mancano le annotazioni L’associazione sportiva che non ha annotato i corrispettivi nel modello di cui al DM 11 febbraio 1997 può continuare a godere delle agevolazioni previste dalla legge n. 398/1991. Deve però essere in grado di fornire all’Amministrazione finanziaria tutta la documentazione utile alla determinazione del reddito e dell’Iva. La circolare precisa, inoltre, che, data la particolare rilevanza riconosciuta agli enti sportivi dilettantistici, la mancata compilazione dello specifico rendiconto previsto dall’articolo 5 del DM n. 473 del 1999 non comporta di per sé l’inapplicabilità della disposizione di esclusione dall’Ires per i proventi realizzati e non rilevati, sempre che in sede di accertamento l’ente dilettantistico sia in
grado di documentare la realizzazione delle somme escluse dal reddito imponibile (art. 25, comma 2, della legge n. 133 del 1999). L’assemblea convocata per e-mail non mette fine al beneficio fiscale - Il rispetto dei principi di democraticità e di non lucratività previsti dalla legge n. 289/2002 è condizione necessaria per il riconoscimento dei benefici fiscali alle associazioni o società sportive dilettantistiche. Le modalità di convocazione e verbalizzazione delle assemblee dei soci costituiscono indici che consentono di comprendere la reale natura associativa dell’ente e la sua democraticità. Tuttavia, l’adozione di modalità diverse da quelle tradizionali di convocazione dell’assemblea, come ad esempio l’invio di e-mail agli associati, o l’assenza di un elenco dei nomi dei partecipanti nei verbali non sono elementi sufficienti di per sé a determinare la decadenza dei benefici fiscali previsti dalla legge 398/1991 qualora, sulla base di una valutazione globale, risultino posti in essere dall’associazione comportamenti che garantiscano il raggiungimento delle medesime finalità.
Corrispettivi percepiti dagli enti associativi privati. Se in possesso dei requisiti richiesti non sono imponibili.
Le quote e i contributi associativi nonché, per determinate attività, i corrispettivi percepiti dagli enti associativi privati, in possesso dei requisiti richiesti dalla normativa tributaria, non sono imponibili. Per usufruire di questa agevolazione è necessario che gli enti trasmettano in via telematica all’Agenzia delle Entrate i dati e le notizie rilevanti ai fini fiscali, mediante un apposito modello. Sono esonerati dalla comunicazione dei dati: • gli enti associativi dilettantistici iscritti nel registro del Coni che non svolgono attività commerciale • le associazioni pro-loco che hanno esercitato l’opzione per il regime agevolativo in quanto nel periodo d’imposta precedente hanno realizzato proventi inferiori a 250.000 euro (Legge n° 398/1991 – Regime speciale Iva e imposte dirette) • le organizzazioni di volontariato iscritte nei registri regionali che non svolgono attività commerciali diverse da quelle marginali individuate dal Dm 25 maggio
1995 (per esempio, attività di vendita di beni acquisiti da terzi a titolo gratuito, iniziative occasionali di solidarietà, attività di somministrazione di alimenti e bevande in occasioni di raduni, manifestazioni e simili) • i patronati che non svolgono al posto delle associazioni sindacali promotrici le loro proprie attività istituzionali. • le Onlus di cui al decreto legislativo n° 460 del 1997 • gli enti destinatari di una specifica disciplina fiscale (per esempio, i fondi pensione) Possono presentare il modello Eas con modalità semplificate i seguenti enti: • le associazioni e società sportive dilettantistiche riconosciute dal Coni, diverse da quelle espressamente esonerate • le associazioni di promozione sociale iscritte nei registri di cui alla legge n° 383 del 2000 • le organizzazioni di volontariato iscritte nei registri di cui alla legge n° 266
del 1991, diverse da quelle esonerate per la presentazione del modello (le organizzazioni di volontariato che non sono Onlus di diritto) • le associazioni iscritte nel registro delle persone giuridiche tenuto dalle prefetture, dalle regioni o dalle province autonome ai sensi del Dpr 361/2000 • le associazioni religiose riconosciute dal Ministero dell’interno come enti che svolgono in via preminente attività di religione e di culto, nonché le associazioni riconosciute dalle confessioni religiose con le quali lo Stato ha stipulato patti, accordi o intese • i movimenti e i partiti politici tenuti alla presentazione del rendiconto di esercizio per la partecipazione al piano di riparto dei rimborsi per le spese elettorali ai sensi della legge n° 2 del 1997 o che hanno comunque presentato proprie liste nelle ultime elezioni del Parlamento nazionale o del Parlamento europeo • le associazioni sindacali e di categoria rappresentate nel Cnel nonché le
associazioni per le quali la funzione di tutela e rappresentanza degli interessi della categoria risulti da disposizioni normative o dalla partecipazione presso amministrazioni e organismi pubblici di livello nazionale o regionale, le loro articolazioni territoriali e/o funzionali gli enti bilaterali costituiti dalle anzidette associazioni gli istituti di patronato che svolgono, in luogo delle associazioni sindacali promotrici, le attività istituzionali proprie di queste ultime • l’Anci, comprese le articolazioni territoriali • le associazioni riconosciute aventi per scopo statutario lo svolgimento o la promozione della ricerca scientifica individuate con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (per esempio, l’Associazione italiana per la ricerca sul cancro) • le associazioni combattentistiche e d’arma iscritte nell’albo tenuto dal Ministero della difesa • le federazioni sportive nazionali riconosciute dal Coni.
Raccolta da staccare Inserto n. 2 / 2013
Certificazioni di idoneità alla pratica sportiva non agonistica. Deliberazione di Giunta regionale dell’Emilia-Romagna
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