I Nostri Cani - novembre 2013-

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Convivere felicemente con un cane eccezionale

Se il Rhodesian ti vuole bene...

Selezionato come segugio da leoni, vive in abitazione perché… La storia del Rhodesian Ridgeback o “Lion Dog” ha origini lontane ed affonda le sue radici nel XVI e XVII secolo, intrecciandosi con quella di un antico cane africano, il “cane crestato” della tribù dei Khoikhoi (o Ottentotti). Dalle descrizioni trovate questo cane sembra fosse di tipo spitz, simile ad uno sciacallo,con una caratteristica cresta di pelo sul dorso. I Boeri, durante la colonizzazione del territorio sudafricano, restarono colpiti da questa singolare creatura per la sua fedeltà, resistenza ed abilità nella caccia, tanto da decidere di incrociarlo con i cani che essi avevano condotto al proprio seguito come Pointer, Greyhound e Bulldog. Nacquero così i “cani boeri” o Steekbaar: cani da caccia crestati, molto apprezzati dai cacciatori di grossa selvaggina. Nel 1879 il missionario Charles Helm portò due di questi soggetti ad “Hope Fountain” la propria missione nel Matabeland (allora Rhodesia, oggi Zimbabwe), che era frequentata da alcuni famosi “cacciatori bianchi” tra i quali anche Cornelius Van Rooyen. Egli incrociò i cani della sua muta con i cani crestati di Charles Helm, immettendo così sangue di altre razze di matrice europea (Alani, Collies, Mastiff, Deerhound e Terrier Irlandesi) e ottenendo soggetti all’apparenza molto simili ai moderni rhodesiani.

IL PRIMO STANDARD Fu redatto ufficialmente nel 1922, da

Francis Richard Barnes, standard molto simile a quello dei dalmata (a cui Barnes, per sua stessa ammissione si ispirò). Barnes decise inoltre di fondare il Club di Razza, che potesse mantenere effettivamente lo standard, Club che nacque a Bulawayo nel 1922. Il South African Kennel Union riconobbe ufficialmente nel 1926 il Rhodesian Ridgeback come razza appartenente allo Zimbabwe Kennel Club (e ciò è importante ancora oggi perché ne certifica l’origine). Ci sarebbe moltissimo da scrivere sulla razza, sullo standard e sulla sua evoluzione da allora, ma dovendo necessariamente fare una qui una scelta selettiva, tengo molto a soffermarmi sull’aspetto caratteriale del Rhodesian Ridgeback (RR) per sottolineare come sia veramente essenziale che la scelta di un tale compagno sia sempre frutto di una riflessione ben ponderata da parte di persone con le giuste qualità. La realtà del giorno d’oggi è infatti molto diversa da quella originaria ed è un dato di fatto che la maggior parte dei nostri cani vive città, magari in un appartamento e a stretto contatto con persone ed altri animali. È importantissimo dunque avere un cane equilibrato e solido, ben socializzato e capace di affrontare tutte le disparate situazioni che la vita urbana quotidianamente propone. E questo dipende innanzitutto da noi e dalla misura in cui sapremo soddisfarne e svilupparne armonicamente le esigenze psico-fisiche.

CARATTERE E SOCIALIZZAZIONE Come sottolinea lo standard, il RR è un cane riservato, ma senza traccia di paura né tantomeno di aggressività. È un cane tendenzialmente dominante (specie con i “con specifici” dello stesso sesso). Dunque socializzazione ed educazione sono davvero fondamentali e non devono essere mai trascurate: se manca infatti a questo cane una guida calma e sicura e la giusta dose di esperienza e di vita sociale, la troppa riservatezza potrebbe facilmente trasformarsi in aggressività, per timore o insicurezza o all’opposto per eccesso di sicurezza. Per questo il compagno ideale del RR è una persona calma e sicura di sé, estroversa, paziente e socievole, dal carattere deciso, mai violento o collerico. Si tratta di un cane che mai e poi mai deve essere stimolato alla guardia o alla difesa, poiché egli già difende il padrone e la famiglia naturalmente, né tantomeno istigato al predatorio, già presente e forte nella sua indole. La socializzazione iniziale (cioè dal momento della nascita a quello in cui i cuccioli lasciano la madre per entrare far parte delle nuove famiglie) è un momento essenziale e fondamentale, ma, mi preme sottolinearlo, da sola non basta, anzi deve essere assolutamente proseguita con costanza anche successivamente, specie fino a che i cuccioloni non arriveranno alle soglie della maturità; ma anche successiva-

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