RICERCHE GENETICHE
L’intensità, le macchie e il sable
Così cambiano i colori Rosita Trotti medico e specialista in biologia clinica
GENI CHE REGOLANO L’INTENSITÀ DEI COLORI I geni deputati alla regolazione dell’intensità dei colori sarebbero due: D (da Dilution), collocato sul cromosoma 25, e I (da Intensity), ancora ipotetico. Quando presenti allo stato omozigote recessivo, rispettivamente d/d e i/i, essi sono alla base della diluizione del pigmento.
LOCUS D, CROMOSOMA 25 Determina la produzione di melanofilina, molecola che agisce sull’ intensità della eumelanina, che, come abbiamo visto, è responsabile del colore nero/marrone. Gli alleli coinvolti sarebbero due, l’uno dominante, l’altro recessivo e, più precisamente: - D favorisce la produzione di pigmento nero/marrone, a seconda della razza considerata. Tutti i Pastori Belgi hanno un genotipo D/D; - d determina una diluizione del colore di maschera, iride e parti scure, che si rende evidente allo stato omozigote d/d, tipico del cosiddetto colore “blue” o “blue-souris” o “gris-souris”, “blu-topo” in talune razze (Dobermann, Alano e, più raramente, Pastore Tedesco). La presenza dell’allele d allo stato omozigote, cioè d/d, perché proveniente sia dal padre sia dalla madre, è un dato che, se pur sconosciuto fino a qualche anno fa, è stato evidenziato negli ultimi tempi in un numero crescente di soggetti della varietà Malinois. Questo fenomeno è il risultato di ripetuti accoppiamenti di soggetti eterozigoti, portatori di tale variante in dose singola, cioè allo stato recessivo. La sua comparsa nel Pastore Belga, che ne era esente, può essere giustificata con il “rinsanguamento” avvenuto in passato con soggetti di razze (soprattutto tedesche) che ne sono più frequentemente portatrici. “E’ stato osservato che il genotipo d/d è associato ad una aumentata incidenza di alopecia (perdita di pelo), detta, appunto “alopecia da diluizione del colore” o “Color Dilution Alopecia” (CDA). Oltre alla diluizione del colore del mantello, l’ allele d in dose doppia è pure responsabile della depigmentazione dell’ iride, che, con l’ età, diventa blu-grigia. Tale fenomeno espone l’occhio, privato della sua naturale protezione, all’azione deleteria dei raggi ultravioletti, favorendo, con il passare del tempo, l’insorgenza precoce della cataratta. Del Malinois “bleu” si è a lungo occupato un grande studioso della razza, il belga Jean-Marie Vanbutsele, che a tale proposito afferma testualmente: “Il bleu che “inquina” oggi certe nostre linee di Malinois non ha mai fatto parte del patrimonio genetico del Pastore Belga, né è pensabile che l’allele che lo determina fosse presente all’ origine della razza”. Della stessa opinione era anche il più grande cinologo belga Charles Huge che, già nel 1920, pur senza il supporto della genetica, sottolineava: “…Noi non abbiamo mai visto un Pastore Belga color cioccolato, né tantomeno blutopo, né nero focato come un Dobermann o un Beauceron”.
LOCUS I Definito in via ipotetica (non è stato ancora “mappato” sul DNA), questo locus regolerebbe la qualità della feomelanina prodotta, influenzando l’intensità del colore fulvo. Sarebbero due gli alleli coinvolti: - I (dominante), permette una normale intensità di colore (fulvo); - i (co-dominante), è responsabile della diluizione del colore, che risulta sbiadito (sabbia); La diluizione del colore fulvo a “sabbia” non comporta invece alcuna riduzione d’intensità a livello di carbonature né, tantomeno, di maschera. La presenza delle carbonature sopra la base chiara del mantello dà l’illusione ottica del “grigio”, come erroneamente viene definito il Tervueren con genotipo i/i dallo stesso standard, che, peraltro,
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Tervueren fulvo