Coppa Italia per cani in muta. Finale nazionale
Segugi italiani in trono Il fascino della seguita ravvivato da grandi protagonisti.Vince l’equipe diAdriano Patacini
A sinistra Mario Quadri. Al centro il vincitore Adriano Patacini
Nell’azienda faunistica di Ghiare di Corniglio (Parma) si è disputata la finale della 6° Coppa Italia per cani da seguita in muta. Difficile e selettivo l’iter l’iter da percorrere per la finale. L’iniziativa ha radici remote: risale al 1962 e fu voluta da Federcaccia e Pro Segugio e non era ammesso lo sparo. Si trattava solo di osservare l’accordo ENCI-Federcac cia-Pro Segugio aderendo alle discipline consone all’adeguamento tassativo di regole abbastanza severe seppur appropriate ad una selezione delle razze da seguita italiane con l’ammissione delle pochissime mute di segugi esteri presenti allora in Italia. Anche l’intitolazione era diversa: “Campionati Italiano per segugi su lepre”. Tuttavia il regolamento era assai diverso rispetto alle prove di lavoro riconosciute dall’ENCI, perché già allora per merito dei compianti dirigenti Federcaccia Mario Tatangeli e Mario Rotondi era stato affidato l’incarico di programmare il regolamento al responsabile cinofilo della Federcaccia Maurizio Festucci e al presidente della Pro Segugio Mario Quadri. Stilarono un regolamento più opportuno per la valutazione delle mute. Il regolamento ENCI tassativamente vincolava i
giudici a chiudere il turno alla scadenza di un’ora dalla sciolta della muta, i due tecnici stabilirono (e la proposta fu accolta sia dall’ENCI che dalla Federcaccia) la clausola che: “Alla fine del turno di un’ora è in facoltà del giudice, qualora i cani lo meritano, di concedere un tempo necessario, se appariva evidente la prossimità dello scovo e altri venti minuti di seguita per classificare la muta secondo i meriti acquisiti. Brevemente, trattandosi di abbattimento della lepre è prevista al titolare della muta la collaborazione di tre postatoli, con le seguenti ferree regole. Come si evolve l’ammissione delle mute alla semifinale ed alla finale: si procede ad una selezione regionale ed ogni regione può selezionare i concorrenti in relazione ai primi qualificati di ogni batteria di 5 mute. Alla semifinale senza prova dello sparo le regioni hanno abilitato 40 mute. Non tutte purtroppo hanno presenziato a questa prova selettiva. Dalla semifinale, che si è disputata giovedì 19 novembre, (naturalmente senza sparo) sono state ammesse alla finale le migliori 6 mute. La finale con l’abbattimento della lepre si è conclusa con l’esame di 3 mute sabato 19 novembre e 3 mute domenica 20
novembre. Ogni muta si presenta con tre postatoli sul campo che corrono, previa scelta per sorteggio, per la sciolta della muta. Esperti del posto, in relazione della zona sempre assegnata per sorteggio, accompagnano i tre postatoli alle poste preventivate. I postatoli devono prendere posizione con il fucile scarico. Il primo sonoro squillo di tromba annuncia la sciolta dei segugi della muta. Altro suono più squillante annuncia lo scovo dopo accostamento. Per venti minuti dopo lo scovo i postatoli devono stare in postazione a fucile scarico con divieto di abbattimento anche se la lepre si presenta favorevole al tiro. Dopo venti minuti di seguita altro squillo di tromba. Ora i postatoli possono caricare il fucile e sparare se la lepre giunge alla posta. Non è possibile mutare la posizione assegnata. Un punteggio di 11 punti viene assegnato alla muta qualora il postatolo abbatta la lepre con un solo colpo. Per sorteggio la prima muta a scendere in campo è composta da 4 segugi italiani di Adriano Patacini. Alla sciolta, dopo le necessarie verifiche, qualche soggetto emette scagni di gioia; molto presto la muta si inquadra e disposta a ventaglio indaga le pasture; è la Gina la prima che con vivace movimento di coda, naso aderente al terreno segnala l’incontro nella pastura; accorrono i compagni, e fatto il naso, la muta si dispone a ventaglio alla ricerca dall’uscita dei grovigli del pascolo. E’ la Zolla che risolve il problema e tutta la muta consente e dà inizio ad un accostamento spigliato, veloce con un coro di voci armoniose e significanti. E’ la Mina che dopo indagine ai lati del bosco (seguita dalle compagne) ha appurato che si trattava di una finta rimessa si porta vicino ad un roveto, con uno scagno fa capire che siamo vicini al covo, la muta si compatta con grida di gioia annuncia il reperimento delle coppie: scatta lo scagno vibrante ed entusiasmante dello scovo e la seguita martella con armonie di voci squillanti, armoniose, sincere, sicure ed entusiasmanti. La lepre si avvia verso uno dei tre postatoli. Ormai appare certo il successo. Ma un cane ran-
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