del Pellegrinotti condotto dall’intramontabile Rudy con la Riserva. Tali risultati rispecchiano perfettamente lo stato di salute della razza in Italia, e attestano i tangibili risultati ottenuti dall’allevamento tricolore. Anche per quanto concerne la verifica morfologica ottimi i risultati ottenuti con importanti qualifiche assegnate in un totale di centocinque soggetti presenti e divisi in cinque rings. Presumibile la soddisfazione manifestata dal Presidente Luca Pasqualetti, che si ritiene soddisfatto del momento felice che la razza sta attraversando. Innegabile l’espansione in continuo aumento del breton tra i cacciatori italiani, che hanno scelto questo piccolo continentale per le sue grandi qualità, e non soltanto venatiche. Tutto ciò grazie all’ottimo lavoro adoperato dagli allevatori ed utilizzatori, coordinato sapientemente dal CIEB, che fa uso degli strumenti messi a disposizione dall’Ente centrale per evidenziare quei riproduttori che danno continuità alla selezione di questa razza nel mantenimento delle eccellenti qualità che da sempre la contraddistinguono. Onorando la presenza del Presidente francese, ecco dalla sua voce l’opinione maturata a seguito del week end dedicato al breton in Italia: “La classe lavoro maschi bianco arancio è eccellente nel suo insieme; cani che si mantengono bene in alto qualitativamente rispetto ai soggetti francesi, con teste bene espressive. Alcuni
Mito di San Mamiliano
Furia di Remo Nicoli
soggetti tuttavia risultano un po’ lunghi di uno o due centimetri in più di quanto previsto, e ho notato altresì un leggero aumento generale della taglia rispetto a quanto osservato a Lonato durante il Campionato Europeo del 2007. Nei maschi altri colori la qualità non è così buona, mancanza di taglia, di ossatura, e di espressione breton. Per questi cani dunque, la qualità è leggermente inferiore a quelli francesi. Chiaramente le mie osservazioni sono limitate ai soli soggetti verificati, quindi non posso fare una generalizzazione nell’insieme dell’allevamento italiano. Se mi è concesso riportare un esempio potremmo sperare in una sintesi delle qualità di caccia dei cani dell’allevamento del Pellegrinotti, (conosciuto in tutta Europa per le sue qualità funzionali e meno per quelle morfologiche), e le qualità di aspetto dell’allevamento di Val Grossa. Ma questo è forse un sogno!”. Così termina la manifestazione che chiude il mezzo secolo di selezione in Italia dell’epagneul breton, dalla quale abbiamo ricevuto importanti risultati tecnici, oltre che tangibili soddisfazioni derivanti dagli aspetti conviviali di quanti non hanno voluto mancare l’imperdibile appuntamento che lascia traccia indelebile nella storia del breton nel nostro Paese. Marco Ragatzu
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