I tanti protagonisti di un club dinamico
MEZZO SECOLO DI GRANDI L’attualità nasce da una storia ricca di personaggi autentici Nei giorni del 18 e 19 luglio, nel centro cinofilo “I Pioppi di Orvieto”, in casa dei bretonisti vi è stata una grande festa a commemorazione del 50° anno della fondazione del Club Italiano Epagneul Breton. La manifestazione si è articolata in due giorni di prove con CAC/CACIT e in un’esposizione speciale. A questa grande manifestazione, hanno dato ampio spazio riviste specializzate e importanti televisioni, sono state descritte nei minimi particolari le 14 batterie e ripresi i soggetti presentati nel ring, al giudizio di ben cinque giudici, tra cui anche il Presidente Club Francese. Questo evento è riuscito a creare interesse da parte di tutti i cinofili. Il merito di tutto questo è da attribuire alla società specializzata che nel corso degli anni ha saputo fare le scelte giuste per rendere questo piccolo cane uno dei più utilizzati per la caccia per le prove. Si dà sempre grande enfasi ai soci fondatori del CIEB, ma spesso si dimentica la grande importanza di tutti quei pionieri che nei primi anni di vita della società hanno saputo selezionare ed allevare dei soggetti altamente validi, che non hanno temuto i confronti con altre razze in quei tempi molto più conosciute e apprezzate sia dai cinofili che dai cacciatori. I nomi di questi primi bretonisti, alcuni dei quali sono ancora in vita mentre altri purtroppo non sono più fra noi, sono spesso spesso stati dimenticati, mentre meriterebbero di essere presi come esempio per tutta la cinofilia. Nella mia vita cinofila ho avuto modo di conoscere personalmente solo alcuni di questi pionieri, di altri ne ho conosciuto solo le gesta, cercherò di riassumere brevemente i più importanti e mi scuso anticipatamente per le eventuali omissioni. Il comm. Londey di Firenze con i sui Di Villa La Fonte, ha dominato per anni sui ring, e ha sicuramente contribuito con importazioni dalla Francia a migliorare l’allevamento Italiano. Bafico Aldo di Genova, che ho conosciuto personalmente, adde-
stratore professionista, il quale mi ha raccontato che preparare un Breton negli anni cinquanta era cosa ardua, pochi erano i soggetti validi, e sui campi di prova, venivano snobbati dai professionisti di bracchi, in quell’epoca infatti, rarissimi erano i privati e i grandi cani (in verità pochi) che arrivavano al campionato di lavoro, per lo più erano condotti da professionisti. Altro personaggio di altissima nota è stato Parodi Agostino, titolare dell’allevamento dei Massaretti, che assieme a Giolfo e Mario Orsini, hanno dato lustro alla razza. Altro grande addestratore e allevatore è stato Rino Vigo di Pavia, titolare dell’allevamento Pastin e sempre nel Pavese non può essere dimenticato il famoso dresseur Gianni Selvatico, zio di Egidio Pezzi, Il dottor Coduri di Bulciano, titolare dell’allevamento Knast, Elio Sacchi titolare dell’allevamento di Sozzago. Il professor Bordini di Parma che con il dottor Scuttari hanno creato, il primo nei breton, il secondo nei Setter importanti linee di sangue, il cavalier Marangoni, che oltre ad avere allevato con l’affisso di ca Pesara, è stato uno dei primi a fornire informazioni utili sulla razza con il suo libro l’Epagneul Breton, poi il grande Aldo Bruzzone, che con l’importazione di Nattò De Bords de l’Isle, ha dato soggetti importanti con affisso della Galatea. Chi può dimenticare: Tullio Matteucci di Lucca, titolare dell’allevamento De La Valletta, importatore dalla Francia di validi soggetti fra i quali il leggendario Poulltro De Keranlouan, il Dott. Carlo Biona con i suoi di Monte Bruciato, Egidio Bologna, che per tanti anni è stato nel direttivo del Club ed ha allevato con l’affisso di San Marzanotto, Bruno Ferrari Trecate stimato giudice e presidente del club fino a pochi anni or sono, Ferrari ha avuto anche l’onore di avere proclamato campione di lavoro il primo Epagneul Breton nato in Italia. Da non dimenticare il compianto Gino Cei preparatore di innumerevoli soggetti di Tullio Matteucci, Neri
Luca Pasqualetti
Emilio di Livorno, che ha condotto con professionalità innumerevoli soggetti sia nelle prove di caccia, che classiche a quaglie, Ciolini Guido di Firenze che ha vinto per tante edizioni il campionato Federcaccia ed ha condotto personalmente tanti soggetti al campionato di lavoro, Leandro Cimarelli, che ormai ottantenne, si diletta ancora a produrre soggetti validi con l’affisso di Valle Tevere. Chi può dimenticare l’allevamento di Punta Raisi del cav. Girolamo Vitale, che ha dato lustro al Breton non solo in Sicilia, ma anche nel continente, il ligure Losno Beniamino, titolare dell’allevamento di Roccadallo. A questo gruppo di importanti cinofili vanno aggiunti allevatori più recenti, ma che rimarranno nell’albo d’oro della storia del Breton: l’allevamento del Greto di Pomponesco di Mantova di Ferrari Luigi, che in un periodo altamente felice, ha primeggiato sia nei ring italiani che in quelli stranieri con i suoi del Greto, l’allevamento dei tre Monti di Bonzi Adriano che ha prodotto specialmente negli anni ottanta dei soggetti altamente tipici, l’avvocato Ascanio Banchelli, che ha allevato soggetti di qualità con affisso delle Budrie e Lanzi Claudio, personaggio di altissima nota e titolare con il fratello Franco dell’allevamento Dei Fiorindo. L’intramontabile Rodolfo Pellegrinotti, Presidente onorario del Club, che è ancora sulla breccia ed ha dimostrato ancora una volta, che non teme confronti, infatti, nelle prove del cinquantenario ha presentato personalmente soggetti della sua scuderia, dimostrando che i suoi cani sono sia da bosco che da riviera, ottenendo risultati non solo nelle prove estere su starne, ma anche nella difficile disciplina della caccia pratica negli ardui terreni dell’habitat Toscano ed Umbro. Questi sono i più importanti, ma sicuramente ve ne sono altri che hanno contribuito allo sviluppo della razza e che meriterebbero almeno come riconoscimento di essere menzionati. Giorgio Bellotti
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