Opinioni alla specchio tra storia ed attualità
Piccoli Lepraioli Italiani I lavori della commissione della primavera del 1994 quando…
Quando si parla o si scrive di questi graziosi esemplari di antica origine italiana è di rigore utilizzare il plurale. Da molto tempo era riposta la potenziale idea di recuperare questa razza nelle sue cinque varietà, contemporaneamente alle razze Segugio maremmano su cinghiale, il Montagnino delle Alpi ed il Cravin piemontese. L’occasione propizia si presentò nella primavera del 1994 durante la riunione ENCI - Federcaccia e Sips per un accordo di collaborazione. Allo riunione, presso la sede dell’ENCI in Milano, erano presenti il presidente dell’ENCI dott. Claudio Macchiavelli, il presidente della Federcaccia on. Giacomo Rosini, il presidente Sips Mario Quadri, con i vice presidenti Sips Sestilio Tonini e William Landini, il consigliere Giuseppe Quinzanini, Don Nando Armani e Giovanni Montanari. Era presente anche il giornalista Rodolfo Grassi. La riunione indetta dall’ENCI era volta anche a fare il punto della situazione sul recupero di alcune razze da seguita autoctone. Dopo gli interventi del presidente Mac chiavelli e di Rosini, che si dichiarano favorevoli all’iniziativa (ENCI sussidio tecnico, Federcaccia sostegno finanziario) prende lo parola Mario Quadri precisando di aver informato tutti i segugisti interessati sulla prassi da seguire per ottenere il riconoscimento di nuove razze. Egli fa poi riferimento al tentativo operato nel 1920 dalla Società amatori del segugio riconosciuta dal K.C.l. (Enci del 1930) che non ebbe successo per l’indifferenza determinata dalla precaria situazione economica delle famiglie a quel l’epoca residenti nelle regioni Appenninica e in quella Alpina e anche per gli scarsi mezzi di comunicazione e di trasporto. Oggi la situazione è mutata e l’entusiasmo degli allevatori di questi cani è garanzia per il successo dell’operazione “recupero alla cinofilia ufficiale di razza autoctone di antica origine italiana”. Sul tema è più preciso Don Nando Armani che ha operato un sondaggio dal Friuli al Piemonte e dalla Liguria alla Calabria. Conclude con una proposta che è condivisa da tutti i presenti; il sacerdote fa osservare che il Piccolo lepraiolo dell’Appennino, il Montagnino delle Alpi ed il Cravin sono un’unica razza in tre varietà con minime differenze morfologiche, meglio definirle insignificanti per cui suggerisce di proporre solo la selezione dei “Piccolo lepraiolo Italiano” .
Cane diverso, precisa Sestllio Tonini, è “iI segugio Maremmano da cinghiale “sia dal punto di vista della tipicità (non è dolicocefalo ma mesocefalo), della espressività, della struttura morfologica e del carattere. Quadri completa la relazione di Tonini con un riferimento storico: “Il Prof. Giuseppe Solaro nel 1938, avvalendosi della collaborazione della nobile famiglia dei Conti Ginori Conti di Lardello (Pisa), aveva programmato il recupero di questa razza da cinghiale; progetto che naufragò a causa della guerra. Landini, Montanari e Quinzanini fanno una relazione sui raduni organizzati dalle sezioni provinciali della Sips intesi ad un duplice scopo: valutare il patrimonio cinofilo disponibile e sensibilizzare i proprietari dei cani a credere nella serietà dell’operazione. Essi fanno riferimento al raduno di Istia d’Ombrone (GR) dove parteciparono più di 600 Segugi Maremmani e a quello che seguì il giorno dopo a Monticiano di Siena con più di 300 soggetti. Uguale successo quantitativo hanno avuto i raduni del Piccolo lepraiolo italiano di Reggio Emilia, dell’Oltrepo Pavese, della Romagna e della Basilicata. Interviene l’ on Giacomo Rosini assicurando 1a necessaria assistenza finanziaria per il successo del progetto. Si decide poi di effettuare 4-5 raduni da luglio a settembre. Viene ancora puntualizzato che l’attribuzione del recupero è dell’ENCI in esclusiva e la Sips presterà in permanenza una fattiva assistenza.
La proposta è da tutti condivisa
(II verbale redatto dal Direttore generale dell’Enci dottor Guido Perosino è conservato presso l’archivio dell’Enci a disposizione di quanti ne vogliano prendere atto). La selezione qualitativa del Segugio Marem mano su cinghiale era già in atto dal 1967, quando il segretario del comune di Monti cano Ugo De Andreis e Silvestro Becucci, con i giudici Ing. Giuseppe Migliorini Baldesi, Mario Quadri e un anno dopo anche del giudice Livio Casiraghi, avevano organizzato il Concorso nazionale per Cani da Cinghiale trasformato dopo lo terza edizione, (accertato l’enorme successo) dalla Federcaccia in Campionato Italiano. Prima del Convegno di Milano era pure iniziato con successo, come dal verbale, la selezione del Piccolo lepraiolo italiano. Senza soluzione di continuità l’operazione nuove razze da seguita italiane di antica razza autoctona, continuò fino al giugno del 1997, quando Mario Quadri e Sestilio Tonini
portarono a Milano e consegnarono all’allora Direttore generale ENCI Sig. Giani 1.080 schede corredate da foto, con due proposte di Standard morfologici: per il Maremmano su oltre 3.5OO cani selezionati , e 260 schede su mille cani valutati per il Piccolo lepraiolo italiano. Il tutto corredato do un floppy disc con la descrizione, con l’indirizzo dei relativi proprietari di tutti i soggetti, località di provenienza dei promossi, suddivisi i cani anche per là colorazione del mantello e per il sesso. Nonostante lo Commissione eletta da ENCIi-Federcaccia non fosse mai stata esonerata dall’incarico, dopo che Quadri nel 1997 ritirò la propria candidatura alla presidenza della Sips, la nuova Pro Segugio mutò completamente indirizzo. Fu un grave errore, perché ignorando il lavoro Intelligente e minuzioso aderente alle caratteristiche di quei soggetti , come tipicità, struttura morfologica, distinzione, espressività e carattere, i figli di quei 1.080 Maremmani e dei 260 Piccoli lepraioli, dopo il Libro aperto e l’ammissione al L.I.R. oggi potrebbero tutti essere iscritti alla seconda o terza generazione L.I.R. e vicini al riconoscimento ufficiale delle due razze da parte dell’ENCI, in attesa dei rituali dieci anni di pazienza per essere ufficialmente riconosciuti come razza dalla Federazione Cinologica Internazionale con sede a Bruxelles. La nuova gestione della Sips del 1998, per somma fortuna ha mutato indirizzo ignorando le proposte di standard morfologici e di lavoro coniati dalla Commissione, con rigorose verifiche biometriche. La Statura dei Segugi Maremmani è stata aumentata di 4 cm; eliminati i Piccoli lepraioli italiani con IL SEGUGIO degli Appennini, razza nuova che non è mai esistita e quindi non ha storia. Ben venga questa nuova razza. Trova la collaborazione dei membri della Commissione, se fosse richiesta, con la consapevolezza che è un conto lavorare su razze fissate da millenni e una nuova razza che trae origine da incroci diversi. La strada per giungere alla omogeneità dei soggetti è difficile, tutta in salita e richiede l’opera costante e sapiente di allevatori di notevole cultura sia genetica, sia con un indirizzo ben definito. Non tutto è perduto. Per fortuna; la maggioranza degli allevatori professionalmente preparati sia per il Maremmano, sia per il Piccolo lepraiolo, nella selezione si sono scrupolosamente attenuti agli standards proposti dalla Commissione del 1997. Mario Quadri
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