INC febbraio 2009

Page 24

Tutti i meravigliosi colori e disegni del manto di una razza interessante

Il bassotto nel suo arcobaleno Alcune colorazioni sono rarissime ed ignorate persino da alcuni tecnici proprio per la rarità degli esemplari

I bassotti sono tra le razze canine che possono mostrare e portare maggiori varianti di colorazioni. Sebbene l’ultimo Standard FCI (2001) ha notevolmente limitato le potenzialità cromatiche rispetto al precedente, che in pratica escludeva solo il bianco e il nero solido, il presente excursus si propone di spaziare anche sui toni e i disegni non ammessi. Questo per dare una descrizione più completa possibile, ma non solo. I colori eliminati sono per la maggior parte recessivi e come tali possono riproporsi dopo generazioni, tenendo conto soprattutto delle sempre più frequenti importazioni da Paesi (come gli Stati Uniti e l’Inghilterra) nei quali sono quasi tutti ammessi dagli Standard e in ogni caso prodotti in modo continuo se non esponenziale. Lo Standard classifica i soggetti nei tre tipi di pelo (corto, lungo, duro) in 1. unicolore: fulvo, fulvo-giallo, giallo, in tutti i casi con o senza peli scuri frammisti; 2. bicolore: nero cupo o marrone, in entrambi i casi con focature; 3. macchiati: arlecchino e tigrato. Parla inoltre di color cinghiale (da chiaro fino a scuro) e foglia secca per i pelo duro.

Unicolore. L’unico unicolore ammesso è il fulvo. E’ dato dall’allele “ay”, dominante sul bicolore e il cinghiale, che inibisce la presenza di pigmentazione scura sul manto. Generalmente tartufo e unghie sono neri, ma è ammesso il rosso-bruno (Figura 1-A), anche se non desiderabile. Nel primo caso la presenza di pigmento nero è data dall’allele “B”, nel secondo dalla sua forma recessiva omozigote “bb”, che determina una riduzione delle eumelanine. Rientrano in

Figura 1-C

Figura 1-B

Figura 1-A

questa colorazione anche i bassotti con molto o poco pelo scuro frammisto, i cosiddetti “fulvo carbonato” (Figura 1-B), la cui ombreggiatura è data dall’allele di retromutazione “ac”, soggetto a sua volta all’azione di poligeni modificatori che ne variano l’espressione. E’ preferibile un colore pulito (Figura 1-C) e la tonalità rossa è da considerare più pregiata. Esiste anche una forma recessiva di fulvo, dovuta al gene “E” che, nella sua variante omozigote “ee”, provoca la totale scomparsa del pigmento scuro sul mantello. I due fenotipi

sono di difficile distinzione. La principale differenza che permette di riconoscere i fulvi recessivi dai dominanti è la completa mancanza di eumelanina che rende le vibrisse sempre bianche, anche su area pigmentata. Bicolore. Nero cupo o marrone, in entrambi i casi con segni di color ruggine o giallo (focature) a sedi fisse sulle sopracciglia, ai lati del muso e sulla gola, sul petto, alle estremità degli arti, nella zona perianale e lungo circa un terzo o metà del sot-

24

1-INC articoli feb09.indd 24

29/01/2009 15.42.20


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.
INC febbraio 2009 by ENCI - Ente Nazionale Cinofilia Italiana - Issuu