La Società Cooperativa 1/2009

Mensile ufficiale di:

Mensile ufficiale di Legacoop Forlì-Cesena • Editore: Sapim soc.coop. • Direttore Responsabile: Emilio Gelosi • Stampa: Stab. Tipografico soc.coop. Santa Sofia • Anno XII n 12 dicembre 2008 • iscr. ROC 4503 • Aut.Trib. di Forlì del 20/10/97 • Reg.Stampa n.28/97 • Poste Italiane spa - spedizione in a.p. D.L.353/03 (Conv. L.46/04) art.1 comma 1, DCB Forlì - Tassa pagata • La presente pubblicazione viene distribuita esclusivamente in abbonamento postale e i dati relativi a nominativi e indirizzi dei lettori sono stati inseriti nelle nostre liste di spedizione. Ciascun lettore, a norma dell’art.7 D. Lgs. 196/2003, potrà avere accesso ai propri dati in ogni momento, l’aggiornamento la rettifica o la cancellazione oppure opporsi gratuitamente al loro utilizzo scrivendo a: Legacoop ForlìCesena, via Monteverdi 6/b, 47100 Forlì. • codice ISSN 1971-6842.

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EDITORIALE

La Società Cooperativa compie 13 anni. Volgendo lo sguardo indietro, i progressi fatti da quando venne presa la decisione di dotare di un proprio giornale il movimento cooperativo di Forlì-Cesena sono stati tanti. Dal passaggio al colore, nell’ormai lontano 2000, all’incremento del numero di pagine e abbonati, fino alle rubriche che ogni mese aprono il dibattito sulle pagine web del nostro blog. Ma il 2009 sarà un anno particolare, lo sappiamo. La crisi economica sta cominciando a far sentire tutti i suoi effetti, e i nostri lettori ci chiedono un giornale che sia ancor più “giornale” a tutti gli effetti. Che non si limiti, cioè, a raccontare le eccellenze e i successi delle cooperative, come un buon organo di categoria, ma intraprenda percorsi di analisi e di confronto sui tanti temi che la congiuntura sta aprendo a tutti i livelli, da quello istituzionale a quello del rapporto con il mondo credito. Uno sforzo che non può non accompagnarsi a quello di Legacoop Forlì-Cesena - l’associazione di imprese che pubblica questa testata insieme all’editore Sapim - e che si sta concretizzando in una serie di azioni a sostegno e tutela delle cooperative associate, con l’approccio positivo che ne ha sempre caratterizzato l’operare. Legacoop è stata tra le prime in questo territorio a parlare di innovazione e internazionalizzazione. Oggi quei temi diventano il centro del dibattito, di fronte a un mondo che è sempre più piccolo e in cui veramente il battito d’ali di una farfalla può provocare un uragano dall’altra parte del mondo. Ma non basta. Di fronte alla crisi servono gli strumenti concreti che solo un’associazione di imprese forte e coesa può mettere in campo, ma anche spazi di condivisione e di discussione in cui cominciare a riprogettare lo sviluppo dei territori in cui viviamo. In questo numero cominciamo a ragionarne a trecentosessanta gradi, con un’intervista al presidente Mauro Pasolini. In più centriamo l’attenzione sulla produzione lavoro e sul mondo delle costruzioni, uno dei più colpiti a breve termine dallo tsunami che ha fatto tremare i polsi ai giganti della finanza, per poi ricadere pesantemente sull’economia reale. È la prima tappa di un viaggio che ci porterà a contatto con tutti i settori, dall’agroalimentare ai servizi, fino alle cooperative sociali e culturali. Un viaggio di cui saranno i cooperatori i veri protagonisti, con interviste e approfondimenti a chi vive da vicino il rapporto con l’impresa, senza dimenticare - come è tradizione - il rapporto con le istituzioni e gli amministratori. Allacciate le cinture, il viaggio è appena cominciato.

Il punto sulla crisi istockphoto

Un giornale ancora più vicino alle esigenze dei cooperatori

Una congiuntura non voluta né causata dal mondo produttivo, ma che su di esso si abbatte. La necessità di riprogettare lo sviluppo di territori ad alto tasso di benessere e servizi.

Il bisogno di ripensare anche gli stili di vita personali.

E Legacoop lancia un messaggio:«La finanza fatta di carta è finita, adesso rivalutate l’economia vera».

A pagina 2 e 3 ALL’INTERNO

Frutta Snack sbarca in Europa

_ _____________ a pag. 4

Bruno Ascoli lascia Arte Muraria _ _____________ a pag. 5

I 25 anni del Naima Club

_ _____________ a pag. 6

L’Almanacco si presenta

_ _____________ a pag. 7

CEPAC in mostra alla Fondazione

_ _____________ a pag. 7

Il piacere del caffè del bar dentro la tua cooperativa sia in miscela classica che equo-solidale Meseta e Beneficio sono marchi del

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STORIA DI COPERTINA

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La Società Cooperativa

ANALISI :: Le cooperative di Produzione Lavoro si interrogano sugli scenari possibili, tra calo dei lavori e riduzione delle marginalità

Una crisi non voluta dalle imprese che si abbatte con forza crescente Parlano il responsabile di Forlì-Cesena, Valdes Onofri, e il presidente di ANCPL, Carlo Zini

È

una crisi che non deriva dal mondo produttivo, quella in atto, ma che sul mondo produttivo si sta abbattendo con forza crescente. Senza risparmiare nessuno, neanche il mondo delle costruzioni residenziali, che negli ultimi anni ha messo a segno risultati importanti e che per la prima volta - come evidenzia ormai la realtà del mercato immobiliare - si trova davanti a una curva calante dei prezzi e alla prospettiva di aumentare le quote di invenduto, già consistenti. E le cooperative? In un quadro di mercato sempre più difficile l’analisi non può che partire dall’anno appena trascorso. «I preconsuntivi del 2008 - spiega il responsabile Produzione Lavoro di Legacoop Forlì-Cesena, Valdes Onofri - evidenziano una sostanziale tenuta in termini di fatturati, che si accompagna a una leggera riduzione delle marginalità sui lavori. I segnali negativi vengono dal secondo semestre delle aziende edili e di quelle collegate al residenziale». Nel 2009 la difficoltà nell’acquisire nuovi lavori si potrebbe estendere anche alle imprese del comparto industriale.

«Eccezion fatta - prosegue Onofri - per chi affronta mercati di nicchia, di alta specializzazione o che ha commesse estere».

Il nu ovo p r e sid e nte dell’ANCPL, Carlo Zini, è cosciente del fatto che l’onda anomala composta dal calo degli investimenti, dalla riduzione delle capacità di spesa dei singoli e dalla stretta creditizia, ha appena cominciato a solle-

varsi. In un recente incontro svolto al Conscoop di Forlì ha evidenziato come la riduzione dei margini sull’acquisizione dei lavori sarà solo uno, e non certo il peggiore, degli effetti della crisi. «Il blocco degli investimenti, pubblici e privati, mette in serie difficoltà tutto il sistema della nostra imprenditoria locale». Di fronte a questo scenario la cooperazione italiana, sebbene posizionata meglio rispetto a una parte dei concorrenti - grazie principalmente alla buona patrimonializzazione e agli investimenti svolti negli anni scorsi - corre anch’essa il rischio di lasciare sul campo pezzi importanti del proprio tessuto, costruito nel tempo con il sacrificio di tanti soci».

PROMOSSI DA LEGACOOP

Focus group settoriali insieme alle imprese sulla situazione di mercato Quattro incontri con i responsabili di settore e le imprese per “leggere” la crisi e studiare modalità di intervento: è una delle azioni promosse da Legacoop Forlì-Cesena per rispondere alla congiuntura economica in atto e cominciare a proporre possibili soluzioni.

Il primo incontro (Agroalimentare) si è svolto il 22 gennaio in Legacoop. Il secondo (Produzione lavoro) è stato tenuto giovedì 29 gennaio alle 9 presso Conscoop. Il terzo appuntamento, relativo ai Servizi, è previsto giovedì 5 febbraio alle 9,30 nella sede di Legacoop. Nel pomeriggio, dalle 15,30, si proseguirà con le Sociali. Nei prossimi numeri proporremo ampi resoconti.

STUDI :: Calano i prezzi, in media del 4%, ma chi cerca un immobile prima casa è sempre penalizzato dalle banche

È gelo sul mercato immobiliare Gli esperti: «I tassi calano, ma è sempre più difficile ottenere un mutuo»

L

a crisi non risparmia nessuno, neanche il bene-rifugio per eccellenza. Il mercato immobiliare italiano chiude l’anno 2008 con una contrazione dei prezzi e delle compravendite che ha interessato tutti i centri: grandi metropoli, capoluoghi di provincia e comuni dell’hinterland. Le cause sono diverse: maggiore offerta di immobili sul mercato, domanda più selettiva e prudente e allungamento delle tempistiche di vendita. Secondo un gigante dell’immobiliare come Tecnocasa la situazione non subirà cambiamenti significativi, sebbene fare delle previsioni diventi sempre più arduo alla luce della situazione macroeconomica del Paese. Spenta la fiammella dell’estate 2008, quando il crollo delle borse ha fatto registrare un aumento di immobili ad uso investimento, ora le previsioni sono nere. La responsabilità? Ancora una volta delle banche.

Gli stessi soggetti, cioè, che hanno dato vita alla crisi.

«Per il 2009 - scrive l’ufficio studi Tecnocasa - si prevede ancora un atteggiamento selettivo e prudenziale da parte degli Istituti di Credito nella concessione dei mutui. La mancanza di liquidità e le previsioni per la nostra economia inducono le banche ad un atteggiamento più prudente sia nei confronti della capacità di indebitamento delle persone sia rispetto al valore finanziabile dell’immobile. Ne risentiranno in particolare alcune categorie come gli stranieri, le famiglie monoreddito o i lavoratori con contratti a tempo determinato». Per cui, anche se le previsioni nazionali parlano di calo dei prezzi fino al 4% sul nuovo, in realtà le fasce più deboli, vedendo chiusi i rubinetti del credito, avranno meno possibilità che in passato.

Un problema che rischia di ripercuotersi direttamente sull’occupazione delle imprese che si occupano di costruzioni residenziali e che trovano sempre maggiori difficoltà a piazzare sul mercato le proprie realizzazioni.

STORIA DI COPERTINA

a cura di Sapim soc.coop.

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INTERVISTA :: Il presidente di Legacoop Forlì-Cesena, Mauro Pasolini, discute a tutto campo sulla crisi economica e gli scenari futuri

«La finanza fatta di carta è finita, adesso rivalutate l’economia vera» «Ma nei nostri territori partiamo da una situazione di vantaggio: ora occorre riprogettarli»

P

er anni ci si è dimenticati dell’economia reale, inseguendo le ricchezze virtuali garantite dal prodotto finanziario. Ora il sogno è finito, e con esso i profeti della crescita esponenziale e della globalizzazione a tutti i costi. Concetti che il movimento cooperativo va ripetendo da tempo, ma senza trovare ascolto. Forse la crisi - con le sue modalità brutali - costringerà a cambiare rotta.

Mauro Pasolini, presidente di Legacoop Forlì-Cesena, è stato tra i primi a lanciare l’allarme.

Presidente, da dove nasce questa crisi?

La crisi è esplosa quale conseguenza di una crisi etica di valori oramai evidente a tutti, anche se da troppi pervicacemente ancora taciuta. In troppi hanno creduto che l’industria, per i suoi tempi, i suoi modi, le sue regole, la sua etica non fosse più idonea a produrre ricchezza. Era considerata tecnicamente inadeguata e perdente rispetto alla moltiplicazione esponenziale di ricchezza garantita dal “prodotto finanziario”. Ma poi in tutto il mondo la carta che produce carta si è rivelata carta quando improvvisamente è bruciata.

E adesso?

Adesso è forse l’ultima occasione di capire la lezione. Di capire che un sistema paese nel suo immaginario collettivo non può inseguire la strada folle “delle crescite esponenziali”. Di capire che la modernizzazione non è sinonimo di produzione finanziaria; ma è uno strumento di gestione industriale per trasformare in qualità la quantità delle produzioni.

Colpa della globalizzazione?

Il mercato è già globalizzato. Quello che preoccupa è la concorrenza avvelenata di quei paesi che con la loro inciviltà democratica, avvalendosi impunemente di sistemi industriali inqualificabili, producono merci a bassissimi costi e, oltretutto, di qualità disprezzabile. La loro concorrenza si batte con la qualità e la qualità si raggiunge con l’innova-

zione tecnologica dei processi produttivi. Questo è lo sforzo a cui devono dedicarsi tutti i soggetti protagonisti del sistema produttivo: le imprese, le banche, lo Stato, ma anche i consumatori. Infatti è anche ora di capire che ridurre la quantità delle nostre personali necessità di consumi ci permetterà di aumentarne una più equa e diffusa distribuzione e, così, la possibilità di soddisfare una maggiore domanda e quindi garantire un mercato più ampio.

Qual è la situazione delle cooperative?

Gli ultimi bilanci si sono chiusi con dati buoni e in crescita, ma sappiamo che è una fotografia irripetibile.

La crisi recessiva ci sta colpendo e ci colpirà ancora.

Il nostro tessuto imprenditoriale però non ha mai abdicato al suo ruolo. Si è sempre impegnato, ha investito in fabbrica e in produzione. Ha investito in modernizzazione e in tecnologia. Ha concepito lo sviluppo e l’evoluzione dell’impresa come la ragione stessa dell’essere impresa. Non tutti ovviamente, ma certamente la gran parte.

Qualcuno continua a rinfacciarvi le crisi degli ultimi anni...

Fra di noi ci possono essere anche stati dei falliti ma non dei traditori.

Lo sviluppo dell’impresa l’abbiamo concepito qui, realizzato qui. Qui ci sono state le ricadute sociali che sono vere e non millantate. E le imprese cooperative, proprio per la loro natura sono il soggetto sicuramente più vocato e determinato nel resistere alla crisi recessiva che già ci sta colpendo.

Se ne uscirà, allora?

Ne usciremo e prima del previsto. Ci tireremo fuori da soli, noi stessi, ciascuno per la sua parte, autonomamente e contando solo sul nostro impegno.

Ma dobbiamo ristabilire principi e regole. E guai a noi se fossimo colti dalla tentazione di rinunciare al nostro impegno per delegare la soluzione alla sola politica. Ci illuderemmo e rinunceremmo ad essere

protagonisti del recupero.

Pregiudicheremmo il recupero stesso.

Che ruolo può giocare la politica in questo scenario?

L’intervento della politica deve garantire tutele certe per i deboli e ripristinare con regole certe, uguali e vincolanti, condizioni di pari opportunità per tutti.

Ma non deve e non può imporre modelli. E ricercarli, o chiederli alla politica, in questo momento è un pericolo in agguato, in quanto siamo condizionati da un reale stato di disorientamento. È un pericolo che dobbiamo evitare.

Qualcuno sembra avere tentazioni autarchiche, o addirittura di abbandono delle politiche europee: cosa ne pensa?

Che ci condannerebbero, fatalmente, ad un fallimento certo. Ma da un’Europa tecnocratica dobbiamo passare ad un’Europa politica. Un’Europa che abbia la reale capacità e la necessaria elasticità per capire le esigenze dei singoli Paesi.

Qual è il rapporto con le banche?

Il sistema creditizio è impaurito, ma non pentito per i danni che ha già provocato. Si sta chiudendo in se stesso e dalla sua tradizionale prudenza sta degradando irrazionalmente in una parsimonia patologica, ma comunque e sempre di mera marca speculativa. Al pubblico, a tutti i livelli, chiediamo un’opera costante di vigilanza sui comportamenti commerciali degli istituti di credito, perché essi si rendano conto che la loro esosità finanziaria non garantirà nemmeno i loro stessi interessi.

Di fronte alla crisi servirà più Stato o più mercato?

Nessuno dei due. Dopo la crisi delle ideologie molti si sono velocemente accodati al pensiero unico di un liberismo, così divenuto dilagante. Liberismo che oggi ha dimostrato tutto il suo fallimento. Questa crisi invece, per le sue origini e in quelli che saranno i rimedi, ci riporta con brutalità a individuare le differenze politiche, perché esse esistono e marcano, anche violentemente, politiche ed organizzazioni

statuali. E dobbiamo coglierle per definire i nostri comportamenti in coerenza con i nostri principi.

Di quali differenze sta parlando?

La differenza fra chi ha teorizzato ed organizzato uno Stato che deve essere fisiologicamente estraneo ai comportamenti imprenditoriali ed alle conseguenze sociali che questi possono provocare.

Uno Stato che deve agevolare lo sviluppo di un libero mercato regolato esclusivamente da rapporti di forza, e quindi indifferente al destino dei singoli, anche quando esso diverrà un problema sociale. E chi ha continuato (purtroppo ultimamente in solitudine) a teorizzare uno Stato che considera patologici e devianti quei comportamenti imprenditoriali le cui conseguenze potrebbero arrecare grandi danni sociali; quindi doverosamente pronto ad intervenire.

Uno Stato che considera il libero mercato indispensabile per lo sviluppo, ma solo se non annichilisce e pregiudica il destino dei singoli. I cooperatori, ov-

viamente, sono fra questi ultimi.

Tra poco si vota per le amministrative. Cosa chiede Legacoop alle nuove amministrazioni locali?

Il nostro sindacato, come tutti i sindacati di impresa, non cerca governi amici, l’alternativa sarebbero governi nemici (sono categorie inesistenti ma virtuali e solo in negativo); ma governi che sappiano ascoltare senza pregiudizi. Non faccio alcun cenno alla necessità di semplificare gli apparati burocratico-amministravi. Ormai il richiamo sarebbe un insulto all’intelligenza. Do per scontato l’impegno. Voglio invece soffermarmi sulla necessità di ragionare, progettare, perché no sognare, soluzioni che abbiamo respiro e valenza che superino gli angusti confini del singolo comune.

La Romagna è la terra dei campanili. Ha senso cercare di superarli?

Penso di essere obiettivo se affermo che oggi partiamo da condizioni di vantaggio. E questa valutazione vale per Forlì come per Cesena e per le altre realtà municipali. Qui ci sono stati governi capaci, che hanno costruito eccellenze nazionali. Le rispondo, però, con altre domande. Come si può pretendere di ragionare in autonomia comunale sul sistema aeroportuale o fieristico, in un territorio che per dimensione è più piccolo dell’area urbana di Roma? Come si può pensare che a ragionare di turismo siano vocate Rimini o al massimo Cesenatico e non anche Cesena, Forlì o Ravenna? O che il sistema montano è in parte di competenza della Comunità montana di Cesena, in parte di quella di Forlì e così via? Il nostro territorio è un sistema civilmente uniforme, ma con il vantaggio di essere poliedrico nella sua proposta geografica e produttiva. Una poliedricità che è già stata colta, ma che deve essere riprogettata nelle sue grandi possibilità come formidabile occasione unitaria di sviluppo. È una poliedricità a cui la politica deve dare un’anima.

AGROALIMENTARE

4 Roma, Romagna

Il mondo di domani di Cristian Maretti

«Il mondo non si fermato mai un momento» cantava Jmmy Fontana negli anni Sessanta. E questo è fuori discussione. Oggi però pare andare tutto più veloce. Nelle crisi, nelle idee, nel lavoro nella vita di tutti i giorni. Qualche sera fa, per esempio, a Roma, in una pizzeria con un recente cambio gestione, ho visto una scena curiosa Il proprietario del locale, giovane e motivato nell’accogliere al meglio la clientela e il pizzaiolo di colore che, oltre a fare il suo lavoro, interloquiva con i clienti stranieri in inglese e francese traducendo non solo le ordinazioni, ma anche le particolari esigenze di pagamento e perfino la necessità di alcuni giovani nord europei che - finito di mangiare e con il conto già pagato - hanno chiesto un cestino di pane da portare via per farne dei panini i giorno dopo.

Le parti sembravano invertite, e mi sono anche chiesto se in Romagna sarebbe mai potuto accadere una cosa del genere. Poi, all’arrivo di altri clienti di idioma spagnolo, l’adattamento dell’italiano con la esse finale era tale che mi aspettavo l’arrivo di Boldi e De sica da un momento all’altro.

In realtà il mio stupore è frutto in gran parte del mio essere provinciale, del considerare normale che se uno decide di aprire un ristorante a Roma, come minimo debba imparare l’inglese. E invece mi sbagliavo. Quello che io vedevo come strano interprete, per il proprietario era di fatto un compagno d’avventura a prescindere dal mestiere principale e dal colore della pelle. Il futuro del mondo è nella positiva dissennatezza di chi si lancia in una impresa che lo affascina a dispetto del già visto e del sentiero sicuro.

La Società Cooperativa

EDUCAZIONE ALIMENTARE :: Il progetto promosso da Centrale è stato scelto a Bruxelles dalla Commissione

Frutta Snack si accredita come best practice europea

Successo su scala continentale alla conferenza “School Fruit Schemes”

I

l progetto Frutta Snack, frutta e verdura in confezione monodose dispo nibile nelle scuole attraverso distributori automatici, è una delle best practice accreditate dalla Commissione Europea.

A Bruxelles, nel corso della conferenza di presentazione del programma europeo “School Fruit Schemes” svoltasi nei giorni scorsi, Frutta Snack è stato indicato come esperienza consolidata in grado di contribuire (grazie anche al progetto pilota nazionale che ha coinvolto 43.500 studenti delle scuole di Roma, Bologna e Bari) all’elaborazione di un “percorso tipo” a supporto dei Paesi Membri che, entro il 2009, devono avviare programmi di sviluppo dei consumi di frutta e verdura.

Alla conferenza “School Fruit Schemes”, che aveva lo scopo di condividere il programma con il maggior numero possibile di Stati Membri, anche attraverso il mutuo scambio delle esperienze condotto dai singoli, Frutta Snack è stato uno dei sedici poster selezionati a livello europeo ed ha portato in quella sede un modello di vending machine come quello collocato nelle scuole e supportato da un ampio programma di educazione alimentare rivolto ai giovani.

Sia il progetto che il distributore automatico hanno suscitato ampio interesse e valutazioni estremamente positive.

«Contrariamente ad altri progetti - evidenzia Romeo Lombardi, presidente di Centrale Sperimentazione e Servizi Agroambientali

di Cesena, che ha messo a punto e tenuto le fila dell’attuazione del progetto- Frutta Snack non si limita ad attivare strumenti ed occasioni di educazione alimentare ma porta direttamente nei luoghi chiave, in questo caso nelle scuole, frutta di stagione, accuratamente scelta e confezionata per il consumo. Un’opportunità per uno spuntino salutare al posto delle ipercaloriche merendine».

«Combattere l’obesità attraverso l’educazione al consumo di frutta e verdura - ha sottolineato nell’occasione il direttore generale della Divisione Agricoltura e Sviluppo Rurale della Commissione Europea, Lars Hoelgaard - è il cuore del nostro programma. Si tratta di un programma dalle ampie potenzialità in termini di maggiori consumi e quindi di maggiore produzione, in particolare quelle locali. Questa è una iniziativa molto importante perché coinvolge direttamente il sistema agricolo, e lo riconnette con il consumatore».

«L’Italia - afferma LuciaLEGACOOP

A partire dal 13 gennaio 2009 il delegato al settore Agroalimentare di Legacoop ForlìCesena, Massimo Brusaporci non opera più presso gli uffici dell’associa zione, avendo assunto un altro incarico professionale. La responsabilità del settore rimane in carico alla direttrice Monica Fantini.

no Trentini, direttore del CSO, invitato a presentare a Bruxelles l’esperienza Frutta Snack - vanta esperienze di promozione e comunicazione sulla frutta che hanno riscosso notevole interesse in tutta Europa.

La Conferenza di Bruxelles è stata una occasione importante per mettere in luce il percorso di valorizzazione di una dieta più corretta per i ragazzi e le risorse messe a disposizione dalla Comunità con School Fruit Scheme saranno una importante opportunità per continuare e consolidare il percorso avviato».

Il progetto Frutta Snack è stato predisposto, con il coordinamento della Centrale Sperimentazioni e Servizi Agroambientali di Cesena, dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali e da quello dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.

From farm, to fork... to vending machine Promoting healthy lifestyles among young people and encouraging them to eat fruit and vegetables aiMS: • to create ongoing opportunities for the agricultural sector and schools to interact; • to teach young people how food gets from the field to the table; • to promote local fruit and vegetables as well as sustainable production methods, encouraging everyone to eat them at school and at home on a daily basis; • to teach that a healthy diet and sensible eating can lead to a healthy way of life and help prevent disease, illnesses and nutritional imbalances.

Premise Following the introduction of Regional Law no. 29/2002, the EmiliaRomagna Region has worked closely with its provinces and with the support of the centrale Sperimentazione e Servizi agroambientali (Centre for experimentation and agro-environmental services) to develop and implement projects promoting food education.

ToolS: The projects are aimed predominantly at schools and vary according to age. They are: “Educational Farms”, “The school garden”, “Go Fruit! Five portions, five colours”, “Fruit Snacks. Healthier and tastier alternatives in schools and workplaces”.

Its aim has been to familiarise young people with the nutritional value of fruit and vegetables, in an attempt to encourage them to adopt healthy eating habits and to prevent obesity.

METhodoloGy: The aim of each project is: • to involve teachers who are then trained by experts; • to involve students and parents in informative meetings and hands-on workshops (where snacks with seasonal fruit and vegetables are prepared and tasted, school vegetable gardens are created, trips organised to educational farms or fruit and vegetable markets, etc.); • to serve healthy food in schools (school canteens, vending machines etc.); • to draw up and hand out specially prepared informative and educational material; • to monitor and assess the projects with questionnaires and focus groups.

TaRGET GRouP Students (3-18 years old), teachers and parents of the schools in the Emilia-Romagna region.

Results obtained: EducaTioNal FaRMS (3-18 years)

classes who have visited the Educational Farms in Emilia-Romagna 1999-2008

Visits to educational farms began in 1999 with the aim of introducing a more innovative way of teaching food education, bringing children closer to the world of farming, the countryside, the seasonality of products and where they come from. Today 300 farms in the region are involved in the project and this network represents a wellestablished way of encouraging communication and knowledge between schools and the area they belong to: the number of school children who visit these educational farms is growing all the time (5,500 just last year). There are a wide range of educational programmes on offer which are adapted to the age of the participants and their school curriculum. The farmers who take part in the project sign a special quality charter and are required to keep abreast of the latest developments as far as safety and reception are concerned.

6,000

ThE School GaRdEN (3-10 years)

School gardens and classroom snacks prepared with fruit and vegetables: some results

Children attending nursery and primary schools create a vegetable garden in their own school garden with the help of experts.

They then work with their teachers to look after the vegetable garden, harvesting the results of their labours and enjoying the fresh produce which is then served in the school canteen.

5,361

5,416

2005/2006

2006/2007

5,142 4,500

5,777

4,219 3,458

3,000

2,438 1,692

1,500 732 0

1999/2000

2000/2001

2001/2002

2002/2003

2003/2004

2004/2005

2007/2008

Educational farms in Emilia-Romagna.

Guide to the educational programmes in the 300 farms.

looking at strawberries

Type of visitors to the Educational Farms in Emilia-Romagna Junior schools 7%

Primary schools 43%

Secondary schools 4% adults 7% disabled visitors 6% Summer schools 2% crêches 3%

Nursery schools 28%

Farmer, Marco Rivalta, presents his farm

Number Schools involved and vegetable gardens created

109

School snacks prepared with fruit and vegetables: classes involved

95

Training sessions with teachers and parents

108

Teachers and parents attending the training sessions

800

Students involved

35,000

Final projects with students, teachers and parents

299

Go FRuiT! (6-13 years)

Farmers from the educational farms illustrate the characteristics and preparation of their products to primary school children so they in turn can prepare simple, healthy, tasty snacks at home...

Picking produce from the vegetable garden

FRuiT SNackS (14-18 years)

The aim of Fruit Snacks is to encourage young people to eat more fruit at school, promoting the use of vending machines which are stocked with a variety of healthy products, including ready-to-eat fresh fruit salads, in an attempt to cut down on the consumption of high calorie snacks. This project also encourages local producers and vending companies to keep the various stages in the process to a bare minimum.

Informative material is displayed on the vending machines using a friendly, upbeat style and it invites consumers to try healthy products and enjoy the pleasure of eating fruit (an example: the slogan “Have a break with Fruit Snacks – Fill up on fun, great taste and imagination.”).

Radio advertising and messages posted on the web make students more involved and aware of the benefits of eating fresh and tasty food. The competition “Communicate fruit. Create an ad for fruit”, with its ”peer to peer” methodology, was launched to encourage young people to come up with an advert which would persuade their friends to adopt a healthy and balanced diet.

Enjoying a snack prepared with fruit and vegetables in class

Parents join in the tasting session

Fruit Snacks in vending machines in Emilia-Romagna: some numbers Action

Number

Number of schools taking part in the project and vending machines installed Students involved

63 34,500

Teacher training: sessions

32

Training: teachers involved

76

Entertaining presentations and fruit tasting sessions for students

75

Student competition: broadcasting of winning adverts on local radio stations Monitoring and assessment: questionnaires handed out to students

2,113 368

Monitoring and assessment: students involved in the focus groups

95

Monitoring and assessment: what the students said % said they use the vending machine

67%

said they increased the use of fruit and vegetables

51%

said they now have a better understanding the importance of having fruit and vegetables during the day 59%

Fruit salad for vending machine

The vending machine

The youngsters like them

Conclusions EducaTioNal MaTERial

A wide range of educational material has been produced for the different age groups and includes publications for teachers, students, parents and citizens, educational games, posters, some of which have been produced with a contribution from the European Social Fund.

• Actions have attracted considerable interest from teachers and students, reflected in large numbers participating in initiatives • Choice of active methodology, through real experience, has proved highly effective • Active participation and involvement of all institutional players proved very successful (farmers, local authorities, health authorities, etc) • Given the positive results, in future years, the initiatives will be extended to more schools for the dissemination of best-practice

Some of the promotional and educational material produced by the Emilia-Romagna Region Poster of fruit and vegetables

Poster of the organic process

PERSONE

La Società Cooperativa

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PRODUZIONE LAVORO :: Dopo 24 anni trascorsi in cooperativa lo storico presidente Bruno Ascoli va in pensione

Avvicendamento al vertice della cooperativa Arte Muraria Il consiglio di amministrazione ha nominato al suo posto Marco Leoni

è

uno dei cooperatori che hanno fatto la storia di questo movimento. Dal 1984, quando per la prima volta entrò in Arte Muraria come camionista, Bruno Ascoli si è guadagnato la stima e il rispetto di tutto il mondo economico, riuscendo a vincere la sfida di conciliare risultati economici di rilievo con la mutualità e la promozione dei valori di solidarietà sociale che sono propri di questa forma d’impresa.

Oggi a 62 anni, dopo 24 anni in cooperativa - di cui 19 passati con il titolo di presidente - Ascoli ha deciso di lasciare le cariche sociali. «La cooperativa ricorda Ascoli - mi ha dato

tanto. Adesso è arrivato il momento di cedere il testimone». A raccoglierlo è stato il consigliere Marco Leoni, che nonostante la giovane età fa già parte della compagine di via dell’Industria da vent’anni, essendone entrato a far parte nel 1988 con un ruolo operativo come assistente di cantiere. «Desideriamo tutti ringraziare Ascoli per l’opera che ha prestato in Arte Muraria», dice il nuovo presidente.

Il nuovo CdA della cooperativa è composto da Giuseppe Bombardini, Ivana Cappelli, Marino Matulli, Edmondo Balzani, Luciano Nati, Patrizia Comandini, Paolo Tassani e dal neoentrato Davide Pignolini.

Il neopresidente di Arte Muraria Marco Leoni e Bruno Ascoli si stringono la mano di fronte al responsabile Produzione Lavoro di Legacoop Forlì-Cesena, Valdes Onofri.

SERVIZI :: Il direttore di Formula Servizi, Graziano Rinaldini, si aggiudica il riconoscimento di Manpower Italia

Il premio per il Lavoro a Forlì

In giuria personalità come il presidente del CNEL e il direttore del Sole 24 Ore

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Il direttore della cooperativa Formula Servizi, Graziano Rinaldini, ha vinto il Premio per il Lavoro 2008, organizzato da Manpower e dai giovani imprenditori di Confindustria sotto l’alto patrocinio della presidenza del Consiglio dei ministri. La cerimonia di gala, svolta a Roma e condotta da Monica Leofreddi e Milo Infante, è stata trasmessa nella seconda serata di RAI2 martedì 16 dicembre. Rinaldini si è aggiudicato il trofeo ex aequo nella categoria nazionale dirigenti, grazie alla positiva valutazione della giuria composta, tra gli altri, dal presidente del CNEL Antonio Marzano, dal direttore del

Sole 24 Ore Ferruccio De Bortoli, dal conduttore di Ballarò Giovanni Floris e dal presidente dell’AGCom Corrado Calabrò. Il comitato ha

inteso fornire in questo modo un «riconoscimento alla capacità di leadership e di gestione strategica, volte a creare valore mediante l’ottimizzazione dei processi e il teambuilding relazionale».

Ben 500 aziende e ottocento lavoratori si sono candidati nelle otto categorie in concorso, che attraversano tutto il quadro delle risorse umane dall’operaio al collaboratore esterno.

«Eccellenza e merito sono due valori di base per il Movimento dei Giovani Imprenditori ed è per questo che abbiamo condiviso questa iniziativa. Il Premio per il Lavoro è un riconoscimento a tutte le categorie di lavoratori, pubblici

e privati, a dimostrazione che la forza delle organizzazioni, aziendali e non, passa per l’impegno e la passione di donne e uomini che ne sono l’anima», ha dichiarato Federica Guidi, Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria.

«Crediamo nelle persone e nelle loro capacità, e siamo convinti che l’impegno e il talento delle donne e degli uomini che lavorano debbano essere riconosciuti e valorizzati in quanto sono il reale motore delle imprese. È questa la ragione per cui abbiamo dato vita al Premio per il Lavoro», ha detto Stefano Scabbio, Presidente e Amministratore Delegato di Manpower Italia.

Globale e Solidale

La Svizzera in TV è una cooperativa di Fabio Gavelli Una rete televisiva pubblica gestita da una cooperativa di 3 mila soci, che influiscono direttamente sulla scelta di dirigenti e programmi. Con la conseguenza che in tv non si vedono i reality show e che la radio non trasmette spot pubblicitari.

Non è frutto dell’immaginazione di un progressista utopistico.

Anzi, accade ai nostri confini, nel Canton Ticino, dove la tv di Stato, la Radiotelevisione svizzera di lingua italiana (www.rtsi. ch) è condotta da un’azienda non profit. Il gestore si chiama Corsi, cioè Cooperativa per la radiotelevisione nella Svizzera italiana: ha due canali tv (uno dedicato allo sport) e tre radiofonici.

E’ una rete locale, con un bilancio di “appena” 150 milioni di euro, coperto per i due terzi dal canone e per il rimanente terzo dagli introiti pubblicitari. Bruscolini rispetto ai budget di Rai e Mediaset, che non impediscono tuttavia alla tv elvetica in lingua italiana di puntare sui documentari e l’approfondimento giornalistico, senza trascurare proposte più leggere e divertenti. Insomma, una tv che pur costretta a una sobrietà di fondo, fa della qualità il suo obiettivo dichiarato.

La nomina dell’organo che individua i dirigenti non avviene tramite criteri politici.

Sono gli stessi soci, semplici cittadini, a eleggere più della metà dei componenti del consiglio regionale. Un altro mondo davvero, se si pensa che è di nomina popolare anche il consiglio del pubblico, cui è demandato il controllo qualitativo sulla programmazione.

Basta guardare sull’uscio di casa per ricevere una lezione di democrazia imbarazzante per un paese come l’Italia, additato spesso dall’Unione Europea come il peggior esempio sul versante dell’emittenza: un conflitto di interessi gigantesco fra politica e maggior azienda privata, un canale (Rete 4) che più sentenze hanno giudicato illegale, il servizio pubblico oggetto di squallide manovre partitiche.

Non sorprende che in quadro del genere il livello delle trasmissioni sia mediamente basso. Prendiamo esempio dalla Svizzera.

CULTURA

6 Curriculì Curriculà

Tira fuori i talenti della tua azienda di Workopp

All’interno delle nostre aziende lavorano persone che hanno le qualità giuste per farsi riconoscere come “talenti”. Non sono certo individui straordinari, unici, con superpoteri. Semplicemente condividono i valori di un’azienda, puntano al meglio, creano un ambiente positivo. Ecco allora i cinque ingredienti di un talento.

Primo: Inadeguatezza positiva. Un talento non si sente arrivato, non si accontenta, ha sempre la sensazione di essere inadeguato ma in maniera positiva. Questa percezione lo porta verso un continuo automiglioramento e lo induce a confrontarsi con chi ne sa di più e aggiornarsi continuamente. Secondo: Il senso di urgenza. Per un grande professionista il momento giusto è sempre adesso, non rimanda ma scalpita per arrivare al risultato e realizzare l’obiettivo. Quando ha una buona idea non prende tempo, la vuole trasformare in realtà subito. Terzo: La tendenza a cambiare. Chi fa resistenza al cambiamento non sarà mai una risorsa per l’azienda, chi dice “qui si è sempre fatto così” non ha il dna per portare un’impresa nel futuro. Anzi, di solito il talento sa anticipare il cambiamento e se non lo propone lui, certo non lo frena. Quarto: Voglia di fare. Il talento prima comincia a fare e a sperimentare, non si aspetta un riconoscimento immediato, è intraprendente e si lancia su progetti non strettamente legati al suo ruolo, motivato dal desiderio di saperne di più, di imparare e contribuire al miglioramento aziendale.

Quinto: I risultati da raggiungere. “Nessun problema, me ne occupo io” è ciò che dice un talento al suo capo, è più concentrato sulle soluzioni che sui problemi. Anche quando non sa come farà, pensa che comunque troverà

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Romagna Particolarmente

Maiolo Santa Maria d’Antico Fu inglobato nel finire degli ‘70 nel Comune di Torriana uscendo dal Comune di Sogliano al Rubicone. Una intelligente operazione di recupero dell’antico e piccolo borgo, ha permesso di poter mantenere intatta la struttura del paese raccolto ai piedi del Castello.

di Luciano Liuzzi

MUSICA :: Il club ospitato nei locali della cooperativa Taverna Verde ha passato la boa del quarto di secolo

Venticinque anni di Naima a tutto rock, jazz e blues

E ora i concerti vanno in tour, in collaborazione con Accademia Perduta

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a t agliato nel 2008 il traguardo dei 25 anni di musica e si appresta ad un 2009 caratterizzato da non poche novità, tra cui una stagione itinerante nei teatri della Romagna: è il Naima Club di Forlì, uno dei tre Jazz & Blues club italiani con così tanti anni di attività continuativa ed annuale alle spalle, da sempre ospitato negli storici locali della cooperativa Taverna Verde di Ospedaletto.

«Una storia cominciata per gioco, come un hobby, tra amici», ricorda Michele Minisci, ideatore e animatore di questa esperienza, che ha visto protagoniste diverse migliaia di appassionati di musica (in prevalenza di jazz e di blues)

L’ALMANACCO 2009 SI PRESENTA

Successo di pubblico e critica martedì 13 gennaio nel salone comunale di piazza Saffi, per la presentazione pubblica dell’ottava edizione di “L’Almanacco di Forlì e dintorni” edizione 2008. L’appuntamento con la pubblicazione edita dalla cooperativa di giornalisti “L’Almanacco” è ormai diventato un evento immancabile dei primi giorni dell’anno. Dal 2001, infatti, il libro costituisce un appuntamento imperdibile con quanti vogliono conservare la memoria storica fatta di grandi eventi, insieme ad episodi che appartengono alla quotidianità di una dinamica società civile. La pubblicazione propone, giorno per giorno, le grandi e piccole storie che hanno contraddistinto l’anno che sta per concludersi. Infine, e non poteva essere diversamente, anche per l’edizione del 2008 parte del ricavato della vendita del volume sarà destinato alla Casa della Carità di Bertinoro gestita da don Luigi Pazzi, che accoglie disabili fisici e psichici molto gravi e alla quale “L’Almanacco” ha voluto legarsi fin dalla sua prima edizione.

che sono passati dal Club in questi anni, da tutta Italia e anche dall’estero (più di 250.000 le presenze), oltre a migliaia di musicisti famosi e meno noti, molti dei quali diventati poi delle grandi star grazie proprio al “trampolino di lancio” del Naima.

«La nostra è una storia continua Minisci - che potrebbe far riflettere su come si possa contribuire alla crescita culturale di una città di provincia anche grazie alla musica, portata qui da veri mostri sacri del panorama internazionale, e che può far capire perché ‘sans la musique, la vie serait une erreur’, come ha scritto Nietzsche».

Dal 2009 il Naima, senza snaturare la sua vocazione, intraprende la strada

del club itinerante: oltre che nella storica sede di via Somalia i concerti faranno infatti tappa in tutti i più bei teatri della Romagna, grazie anche alla collaborazione con Accademia Perduta-Romagna Teatri e Strade Blu. Dal Goldoni di Bagnacavallo al Piccolo di Forlì, passando per il Petrella di Longiano, il Dragoni di Meldola, e ancora il Diego Fabbri di Forlì e il Masini di Faenza, il cartellone della nuova stagione si preannuncia ricco di nomi di richiamo, tra cui Ray Mantilla, Roberto Gatto progressive Band, Alberto Patrucco, Aida Cooper Band, Ana Popovic, Floyd Machine, Vanessa Da Mata e Good Fellas. Per informazioni www.naimaclub.it.

CULTURA

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RESTAURI :: Fino al 22 febbraio vengono esposti i disegni e le opere del Fondo Piancastelli recuperate dal CEPAC

Comunicazione di servizio

La clinica dei libri va in mostra Fondamentale il sostegno della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì

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nteri patrimoni culturali di grande pregio sono conservati in molte delle nostre biblioteche cittadine. Ne è un esempio il Fondo Piancastelli della biblioteca forlivese “A. Saffi”, i cui disegni e le cui stampe sono state riportate al loro stato originale grazie ad un restauro decennale realizzato dalla cooperativa Cepac con il sostegno della Fondazione Cassa dei Risparmi.

Il frutto di questo impegno fa bella mostra nella esposizione “Tesori restaurati.

Le stampe e i disegni delle Raccolte Piancastelli” inaugurata lo scorso 20 dicembre a Forlì al piano terra del palazzo del Monte di Pietà in corso Garibaldi. Realizzata in collaborazione con l’Amministrazione comunale, la mostra è stata curata da Antonella Imolesi Pozzi, conservatrice delle Raccolte Piancastelli, e resterà aperta fino al 22 febbraio (dal martedì al venerdì dalle 16.30 alle 19 e il sabato e la domenica dalle 10 alle 13.30).

Si tratta di un fatto culturale per nulla routinario, come ha ricordato in occasione dell’inaugurazione Pier Giuseppe Dolcini, Presidente della Fondazione cassa dei Risparmi, sottolineando che questa inziativa ha consentito di svelare parte di quella “miniera di tesori” della nostra storia che è il Fondo Piancastelli, recuperato grazie alla professionalità e all’abile lavoro artigianale della cooperativa Cepac.

Lavoro che ha acquistato in questi anni (nel 2009 saranno trenta) sempre maggiore credibilità e riconoscimento, al punto da aver fatto di Cepac un partner affidabile per committenti pubblici e privati nell’opera di recupero e conservazione del patrimonio culturale, non solo locale.

Delle varie sezioni di cui

AL LIONS UNA SERATA SUL TEMA

«Interveniamo su tutti i documenti con la stessa cura e attenzione» Il restauro dei libri e delle stampe antiche è stato al centro della serata conviviale promossa lo scorso 15 gennaio dal Lions Club Forlì Host all’Hotel della Città.

Ospite dell’iniziativa è stata la presidente di Cepac, Maria Roberta Stanzani, che ha illustrato ai presenti le tecniche con cui si interviene sui documenti antichi per riportarli al loro stato originale. Le fasi possono andare da una iniziale pulitura a secco che consente di eliminare la polvere, al successivo lavaggio delle carte, fino al rinsaldo delle lacerazioni con carte a ph neutro e al ripristino dei supporti. «Si tratta di un lavoro sempre diverso, perché ogni libro o documento è differente da tutti gli altri - ha spiegato la Stanzani -. Interveniamo su tutti i documenti con la stessa cura e attenzione, sia che si tratti di una preziosa Bibbia savonaroliana del Quattrocento che di incisioni di pochi secoli fa. Il nostro lavoro consiste nel recupero a fini conservativi, per rendere fruibile anche per il futuro un patrimonio culturale che rischierebbe di andare perso; assolutamente vietato ogni altro intervento che possa rischiare di alterare il documento».

Il particolare di un libro antico e, a destra, l’inaugurazione della mostra al palazzo del Monte di Pietà.

si compongono le Raccolte Piancastelli, donate a Forlì dal collezionista di Fusignano nel 1938, la sezione Stampe e disegni rappresenta un prezioso nucleo di materiali iconografici che consente di ricostruire la storia per immagini della Romagna e di documentare l’ampiezza e la varietà del mercato artistico fra i due secoli, l’evoluzione del gusto e delle tecniche calcografiche e litografiche, la gerarchia dei soggetti prediletti dalla borghesia nel periodo post-unitario e la formazione culturale di Piancastelli.

La sezione, concepita più con intento documentario che estetico, avvicina pezzi preziosi a materiali più dozzinali che coprono un periodo che va dal XVI al XX secolo.

L’organizzazione asistematica della raccolta accomu-

na materiali molto vari ed eterogenei: l’opera di alcuni artisti come Giani, Minardi e Rosaspina è rappresentata quasi dall’intero corpus di disegni, di stampe, di autografi e da tutto ciò che documenta la loro produzione.

La sistemazione in grossi album e l’organizzazione in sottosezioni (Artisti, Topografia, Ritratti, Storia) è ancora quella voluta da Piancastelli e rappresenta uno dei rari casi in cui la fisionomia originaria di una raccolta privata ha conservato le sue caratteristiche anche dopo il passaggio ad un Istituto di conservazione pubblico. Il restauro ha infatti rispettato la sequenza e l’ordine dei materiali all’interno degli album secondo l’ordinamento originario che è di volta in volta alfabetico, cronologico o tematico..

Enrica Mancini

Mandate la foto, Titolo su due righe tanto è gratis della rubrica di Emanuele Chesi

Bollata dapprima come minaccia catastrofica e mortale, l’integrazione tra nuovi media e giornalismo ‘tradizionale’ (tv e carta stampata, tanto per intenderci) è diventata ora moda anche in Italia. Generando per forza di cose nuovi mostri. Come nel recente caso della maxi-nevicata a Milano. I quotidiani più diffusi (Repubblica e Corriere della Sera in testa) si sono scatenati nell’invitare i cittadini a inviare le loro foto dell’evento (lo ha fatto anche Massimo Moratti!). I siti internet dei giornali sono stati inondati di immagini digitali – alcune sfuocate, altre professionalissime – di strade ghiacciate, tram bloccati, auto sommerse dalla neve, disastri vari.

Che cos’abbiano aggiunto queste foto all’informazione (oltre che richiamare visitatori sui siti: «Guarda, mamma, c’è anche la mia foto») è materia per cattedratici. Ben più interessante è l’esperimento fatto da una rivista di turismo americana che ha dedicato un intero numero ai racconti di viaggio e alle informazioni raccolte dai lettori. Questi sono stati spediti in vacanza in giro per il mondo e i loro resoconti sono stati vagliati, controllati, verificati e infine impaginati dai redattori. Ovviamente la rivista ha sostenuto le spese di viaggio dei lettori-autori.

Risultato: un numero ‘fresco’, interessante, ricco di notizie e grande successo di vendite. Un esempio di citizen journalism a regola d’arte. Che però, per gli editori italiani, ha la pecca di costare di più del lavoro degli stessi giornalisti. Meglio puntare sullo foto mandate dai lettori.

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La Società Cooperativa

foto Fabio Blaco - per gentile concessione del Comune di Forlì

Forlì, Musei San Domenico

Forlì, Musei San Domenico

La cultura è un bene prezioso, come l’aria.

Migliaia di turisti visitano i musei di Forlì per ammirare opere immortali, come le statue di Canova e i quadri del Palmezzano. Capolavori così delicati che anche il respiro può danneggiarli.

Per conservarli nei secoli occorre l’aria giusta.

Né troppo fresca, né troppo umida: semplicemente perfetta, come l’esperienza di Idrotermica Coop.

Trattiamo l’aria come si merita